Etica sociale: protesta No Vax e Liberalismo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

Parte I – Breve storia del movimento antivaccinista.

Con l’entrata in campo di filosofi come Agamben e Cacciari e di giuristi impegnati sul tema dei Beni Comuni come Ugo Mattei, il movimento No Vax ha avuto una sorta di legittimazione sul piano culturale per così dire di stampo progressista;senza l’intervento dei tre sopra menzionati tale movimento sarebbe passato come appannaggio della sola destra. Il dato storico è che il movimento anti vaccinista non segue la contrapposizione Ancien Regime contro Modernizzatori, come non segue la contrapposizione destra contro sinistra o conservatori contro progressisti. Il dato comune è l’esaltazione della Libertà individuale contro l’invadenza dello Stato che, soprattutto rispetto alle istanze no – vax contemporanee, la fa da padrone. Pertanto il movimento anti vaccinista è da analizzare rispetto al contesto storico nel quale opera.  Ed è per questa ragione che il mio intervento prende le mosse proprio dalla storia del movimento anti vaccinista per poi dimostrare come esso, ai giorni nostri sia espressione della cultura politica liberal – capitalista che, recupera il Liberalismo delle origini, ossa la libertà individuale come fondata sul diritto di proprietà di sé stessi. Essendo il Liberalismo e l’esaltazione individualista il fondamento ideologico del movimento no – vax la mia tesi è dimostrare come tale movimento sia funzionale proprio al sistema capitalista egemone dal quale esso trae origine. L’opposizione ai vaccini, quindi il movimento anti vaccinista nasce con la scoperta del vaccino ad opera del medico inglese Jenner e con l’introduzione da parte dei governi di diversi Stati, a cavallo tra 700 e 800, dell’obbligo vaccinale. Maria Teresa d’Austria, in pieno 700, ad esempio fece vaccinare i propri figli, Napoleone Bonaparte introdusse l’obbligo della vaccinazione nei suoi Stati, la Chiesa inizialmente manifestò delle perplessità successivamente si dichiarò a favore. Nel 1824 nello Stato Pontificio venne tolto l’obbligo vaccinale secondo il metodo scoperto da Jenner, ma la vaccinazione resto volontaria e comunque  gratuita.  Re Ferdinando di Borbone rese obbligatoria  la vaccinazione a partire dal 1819, fino ad allora era stata volontaria e gratuita per gli appartenenti alle forze armate del Regno; cosa che fecero a loro volta anche i Savoia.  In Gran Bretagna l’obbligo vaccinale venne introdotto nel 1853 dal Governo di George Hamilton – Gordon. In risposta all’azione del Governo nacquero i primi due movimenti no – vax : la Anti Vaccination League e la Anti – Compulsory Vaccination League. Le proteste sempre più massicce portarono all’approvazione, nel 1898, di una legge che introduceva una sorta di “obiezione di coscienza”. Il nascente partito Laburista fece della lotta all’obbligo vaccinale una propria battaglia politica,ritenendolo strumento di controllo da parte del padronato. L’”obiezione di coscienza” al vaccino venne definitivamente riconosciuta nel 1946 proprio con l’istituzione Sanitaria Nazionale da parte del Governo Laburista che introdusse appunto il Welfare State in Gran Bretagna.  In Brasile l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli appartenenti alle forze armate, sul finire dell’800, causò un vero e proprio sollevamento da parte dei cadetti appartenenti alla marina militare.  In Germania l’obbligo vaccinale venne introdotto nel 1874, in Italia nel 1888 con la Legge Crispi – Pagliani, nel 1939 venne rese obbligatorio quella contro la difterite. L’introduzione dell’obbligo vaccinale alimentava una paura tale che ad esempio , l’umorista inglese James Gillray nel 1802 pubblicava una vignetta satirica nella quale coloro che si erano sottoposti alla vaccinazione contro il vaiolo vedevano spuntare arti e teste bovine dal proprio corpo. Movimenti simili nacquero sia negli Stati Uniti che in Canada. Negli USA si aprirono una serie di contenziosi tra esponenti no – vax  e le autorità statali. Il più noto è il caso di Hennings Jacobson il quale fece appello alla Corte Suprema Americana USA contro lo Stato del Massachussets rivendicando il diritto a scegliere in autonomia le cure mediche alle quali fare ricorso. La Corte Suprema degli USA si pronunciò a favore dello Stato del Massachussets ponendo fine solo temporaneamente alla polemica. In Canada fu la pubblicazione, nel 1885, di un pamphlet ad opera del medico canadese Alexsander Milton Ross a dare corpo alla protesta contro l’obbligo vaccinale. Nonostante il dott. Ross venisse smentito da fatti oggettivi il principale dei quali è che fosse vaccinato, il suo scritto continua ad essere punto di riferimento del movimento no – vax. L’argomento principale portato avanti da Ross è  l’esistenza di una volontà superiore che mira a limitare la libertà delle persone, soprattutto se appartenenti alle classi sociali meno ambienti o di recente al fine di sterminare le minoranze etiche in funzione della supremazia bianca. Negli USA  Robert F.Kennedy Jr, figlio di Bob Kennedy, si schierò contro l’obbligo della vaccinazione con l’Associazione Children’s health defense a favore della libertà di scelta individuale in materia di scelte terapeutiche.  In  Germania nel 1834 veniva pubblicato il  pamplhet ad opera del medico J.L. Casper nel quale argomentava contro l’obbligo vaccinale. A pronunciarsi  contro l’obbligo del vaccino fu anche il fondatore della medicina alternativa Robert Steiner  e non poteva  essere altrimenti. Il movimento antivaccinista, dunque, non è un fenomeno contemporaneo, ma  nasce con l’introduzione dell’obbligo vaccinale a partire dalla scoperta fatta da Jenner. Il dibattito sull’utilizzo della vaccinazione per scopi terapeutici risale addirittura ad ancor prima della scoperta di Jenner.   In Italia, già una decina di anni fa, a seguito dell’obbligo della vaccinazione degli alunni delle scuole reintrodotto dall’allora Ministro Lorenzin ci furono forme di protesta con il rifiuto da parte di molti genitori di far vaccinare i propri figli, tanto che l’Ordine dei Medici  di Reggio Emilia dedicò una giornata all’etica e alla deontologia medica sul tema per far fronte a quella che era diventata una vera e propria emergenza. Le conclusioni del dott. Giuliano Bagnoli della Commissione per l’Etica Medica sono particolarmente significative e mettono in evidenza quelle che sono le argomentazioni del movimento no – vax e cioè la violazione della libertà individuale; l’esistenza di complotti da parte di un non ben chiaro organo di controllo mirante a controllare le masse; la scarsa conoscenza degli effetti relativi al vaccino e il farsi strada di pratiche di medicina alternativa. In Italia era cosa già  nota da tempo e ben prima dell’emergenza  Covid, che vi fosse una percentuale consistente, anche se inferiore a quella di altri Paesi , di persone no – vax..Dagli esempi che ho riportato non emerge una definita connotazione politica, secondo le categorie destra e sinistra, del movimento no –vax, è  il contesto a determinarne i connotati politici. Ad esempio in Italia il movimento anti vaccinista  ha trovato riferimenti nel M5S il quale ha eletto tra le proprie fila esponenti di tale movimento. Come evidenzia a conclusione della sua relazione il dott. Bagnoli , citando Patrick Jake O’Rourke, il filo conduttore è la libertà individuale contro il potere dello Stato. Questa posizione è ben racchiusa nella frase di Patrick Jake O’Rourke, scrittore satirico politico americano per il quale << C’è un diritto umano fondamentale, il diritto di fare come diavolo ti pare . E con esso arriva l’unico dovere fondamentale dell’uomo, il dovere di assumere le conseguenze>>.  Questa frase racchiude il senso della protesta anti – vaccinale.

 

Parte II – Struttura sociale ed economica del movimento No – Vax

Questa seppure brevemente è la Storia del movimento antivaccinista, ai  fini del mio ragionamento è importante a questo punto sapere da chi è composto il movimento no – vax.  Ho preso a riferimento la sintesi dello studio condotto dagli osservatori Covid – 19 dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università Cattolica pubblicata da La Voce.it , l’indagine condotta dall’istituto IPSOS e una serie di articoli tratti dai maggiori quotidiani nazionali dai quali è stato possibile evincere il profilo sociologico dei no – vax.Dal primo studio risulta che il 12% degli italiani  ha dichiarato di non volersi vaccinare, ossia 7,2 milioni di italiani su una popolazione complessiva di circa 60 milioni di abitanti. Diversi sono i fattori socio – economici che caratterizzano i profili dei no – vax. In Italia, in egual misura uomini e donne, hanno la stessa probabilità di non volersi vaccinare, a differenza di quanto succede in Germania e Francia dove sono le donne ad essere più scettiche rispetto al vaccino. Altra differenza è che all’estero sono in prevalenza i giovani a non volersi vaccinarsi,  in Italia i no – vax si concentrano  nella fascia compresa tra i 30 e i 50 anni. Una costante  tra i diversi paesi è che essi  hanno una maggiore probabilità di essere single. Un fattore che invece non sembra giocare un ruolo sostanziale è il livello di istruzione: in Italia ( come in Spagna), la percentuale di no – vax è la stessa lungo tutti i livelli di istruzione ( primaria, secondaria o universitaria) a differenza di Francia e Germania, dove emerge invece un gradiente negativo tra istruzione e scetticismo verso i vaccini. Sebbene abbiano una formazione scolastica simile ai vaccinati, i no – vax sembrano però essere stati colpiti più duramente dagli effetti economici scaturiti dalla crisi Covid – 19. La proporzione di scettici verso il vaccino è significativamente più alta tra chi ha perso il lavoro almeno una volta dall’inizio della pandemia e, a condizione di essere impiegato, tra chi ha visto orari di lavoro o guadagni ridotti negli ultimi tre mesi. Tra coloro che hanno un impiego, sembra esserci una percentuale di no – vax maggiore tra chi vede a rischio il proprio lavoro. Ho integrato l’indagine pubblicata in sintesi su la Voce.it appena richiamata con l’indagine curata dall’IPSOS dalla quale si evince che gli anti vaccinasti appartengono all’11% di coloro che percepiscono un reddito medio-alto; al 6% di coloro  che si collocano nelle categorie reddituali più basse sono no vax; la percentuale più bassa, il 4% appartiene alle  categorie reddituali intermedie. Riferendosi, invece, alla collocazione politica  il maggior numero di coloro che si professano no – vax votano Lega o Fratelli d’Italia, coloro che possono essere definiti come pro – vax votano per forze politiche collocabili nel centro – sinistra. Dal punto di vista territoriale i no – vax si collocano prevalentemente nel nord est, il che è coerente con il fatto che la maggior parte di coloro che si dichiarano no – vax votano in larga parte Lega. La percentuale complessiva di coloro che si professano no – vax, in Italia, è inferiore alla percentuale presente in altri Paesi UE. La percentuale di coloro che si dichiarano contro il vaccino è la stessa già accertata da tempo da diversi studi di settore, il più recente, risale al 2019. Altri studi sono stati condotti all’epoca dell’introduzione dell’obbligo di alcuni vaccini nelle scuole da parte dell’allora Ministro alla sanità Lorenzin. Incrociando i dati emerge, in primo luogo, che ad essere no – vax sono i troppo ricchi e i troppo poveri. Potremmo affermare che una tale contrapposizione è significativa perché entrambe le categorie sociali sono il prodotto dell’ideologia liberalcapitalista e delle politiche economiche e sociali che essa ispira. Ragionando sui dati dell’analisi condotta sia da la Voce.it che dall’Istituto IPSOS, evinco che entrambi gli studi, ai fini della definizione del profilo sociale, non  tengono conto dell’elevata elusione ed evasione fiscale che interessa il nostro Paese. Questa mia osservazione è supportata dal fatto che settori importanti del mondo delle imprese che, all’epoca della chiusura totale decretata dal governo Conte 2,contestarono  l’insufficienza degli aiuti previsti dal governo. A contestare l’azione del Governo  furono gli appartenenti al mondo della piccola impresa e più in generale  “il popolo delle partite IVA” i quali  ritennero insufficienti gli aiuti previsti dal Governo. Nello specifico il D.L. rilancio, tra le  diverse forme di sostegno,  prevedeva un Contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che esercitavano attività d’impresa e di lavoro autonomo con un volume d’affari di massimo 5 milioni e che avevano avuto un calo del fatturato del mese di aprile 2020 pari al almeno il 33%rispetto al mese di aprile 2019. Contributo minimo per un importo non inferiore a 1000 euro per le persone fisiche e a 2000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Per gli esercenti del settore turismo dei centri storici che avevano registrato un calo sensibile di turisti stranieri con un fatturato inferiore ai due terzi di quello del corrispondente mese di aprile 2019. Il Corriere della Sera – Economia del 21 marzo 2021 riportava <<Delusione e rabbia di partite IVA e liberi professionisti.>> Dalla lettura dei giornali di quel periodo si è scoperto che una serie di contribuenti che dichiaravano al fisco, in tempi normali, redditi da una decina di migliaia di euro l’anno non potevano vivere con la stessa cifra se elargita dallo Stato addirittura a fondo perduto. Le ragioni della protesta sono da ricercare nel fatto che le proteste nascondevano un dato acclarato e cioè l’elevata evasione fiscale che, secondo fonti ufficiali ( Agenzia delle Entrate, Eurosta, Istat) raggiunge i 113,302 miliardi di euro ( Anno 2019) così suddivisi : Nord 53,130 miliardi di euro di evasione; Centro 24,124 miliardi; Sud 35,048 miliardi. Redditi in nero e sommerso sono le cause che determinarono le manifestazioni di Napoli contro i provvedimenti adottati dalla Regione Campania. A manifestare furono in primo luogo coloro che per vivere svolgono un lavoro non ufficiale, appunto in nero,  spesso parte integrante del sistema criminale rappresentato dalla camorra. I provvedimenti di sostegno varati dal Governo,avendo  come riferimento redditi da attività lecite, non tenevano conto di questa realtà. La crisi pandemica ha fatto emergere una realtà nota ma volutamente ignorata e cioè l’esistenza di una sorta di zona grigia nella quale vivono milioni di attività e quindi di lavoratori che operano entro le maglie di un sistema economico, quello liberal – capitalista appunto, che consente l’esistenza di questo tipo di mercato. Sempre ragionando su alcuni dati in Italia su 60 milioni di abitanti vi sono oltre 7 milioni di partite IVA ( studio pubblicato nel 2018 da il sole 24 ore), in Germania su 80 milioni di abitanti solo 1 milione di partite IVA. Questo è un dato che richiede diverse letture. Da una parte vi sono evasori ed elusori fiscali che scientemente agiscono truffando lo Stato, dall’altra vi sono persone che sono a tutti gli effetti dipendenti ma che lavorano con partita IVA. È un fenomeno vasto che investe e danneggia soprattutto le nuove generazioni. La questione è assurta alla cronaca con le proteste dei fattorini di aziende multinazionali della distribuzione quali Deliveroo, Glovo ecc. ma questo è solo uno degli esempi più eclatanti,molti altri lavoratori vivono condizioni di sfruttamento e di mancanza di diritti. Durante la pandemia abbiamo scoperto, ad esempio, che ci sono lavoratori dello spettacolo: attori, costumisti, tecnici del suono, cantanti, musicisti, coreografi, ballerini, ecc. che lavorando in nero o con partita IVA;non solo non hanno più lavorato ma addirittura non hanno potuto accedere ai sostegni previsti dal Governo. Sono tanti, troppi forse, coloro che pur di sbarcare il lunario si sono letteralmente inventati una qualche lavoro aprendosi una P.IVA o semplicemente lavorando in nero. Secondo stime riportate dal Sole 24 ore del 29 giugno 2018 in Italia si calcola che vi siano 4 milioni di P.IVA di persone fisiche: oltre 1 milione organizzate dalle professioni a fronte di oltre 2 milioni non organizzate in nessun ordine professionale, ben 600.000 sono le partite IVA false cioè di lavoratori di fatto dipendenti. L’apertura di una P.IVA, al netto di coloro che sono inquadrati in un ordine professionale, è il risultato dell’ideologia liberale che vuole ciascuno imprenditore di sé stesso, è il modello di capitalismo assistito e straccione ma è anche uno dei tanti strumenti adottati dai governi che si sono succeduti nel nostro Paese negli ultimi trent’anni. Non ci vuole molto per capire che tra coloro che manifestano contro i controlli imposti dal governo per combattere la crisi pandemica vi sono anche coloro che, per il tipo di attività che svolgono, finiscono con l’essere esclusi da qualsiasi possibile forma di aiuto o di sostegno da parte dello Stato. La crisi pandemica ha fatto emergere, come dicevo, una zona grigia fatta appunto di lavoro precario, sfruttato, malpagato e privo di diritti proprio del modello economico ed ideologico dominante ossia il capitalismo liberale o come preferisco dire il liberalcapitalismo.D’altra parte, lo dice il recente rapporto OXFAM, la crisi pandemica ha favorito i redditi più alti, i ricchi che sono diventati ancora più ricchi. Tornando alla ricerca condotta dall’Istituto IPSOS e analizzando le fasce di reddito alle quali appartengono i no – vax, si trova che sono in prevalenza i più ricchi e, anche se in misura minore,i più poveri. Questo si spiega considerando che le politiche condotte da diversi decenni hanno determinato la formazione del tessuto sociale che ho appena descritto, milioni di persone sono state disciplinate all’idea che lo Stato è un vincolo che si frappone alla libertà dell’individuo; per cui quando, dopo decenni, la crisi pandemica fa ritornare predominante il ruolo dello Stato fino al punto da condizionare e limitare la libertà di movimento dei cittadini, sono emerse con prepotenza le contraddizioni insite nel sistema capitalista e nell’idea di libertà che lo ispira: l’individualismo.

 

Parte III – Individualismo e sistema economico liberal – capitalista come ideologia del movimento No – Vax

Dalla composizione sociale del popolo no vax si evince che l’ideologia che lo ispira  è il neoliberalismo. Personalmente preferisco parlare di ritorno, dopo i trenta anni gloriosi socialdemocratici, al liberalismo delle origini per capirci a quello di Locke, Hobbes, Mandeville, Smith, che per vie diverse è stato ripreso dai vari von Hayeck, Friedman, Rothbard, Coase, dallo stesso Rawls e dal suo allievo Scanlon; ossia la libertà come diritto proprietario partendo dall’idea che io sono proprietario di me stesso e devo utilizzare la mia persona come capitale da investire all’interno di un sistema di relazioni che non è più la Società ma il mercato. Von Hayeck sosteneva che naturalmente l’uomo è portato ad essere socialista nel senso di sociale, ma per avere sviluppo bisogna rompere i vincoli di appartenenza alla società affermando la propria individualità o, direbbe Mandeville, il proprio egoismo ( vonHayeck era un profondo conoscitore di Mandeville); in altre parole, ciascuno deve diventare imprenditore di se stesso. La pandemia ha fatto scoprire,non solo all’opinione pubblica ma agli stessi interessati, quanto fosse falsa e tendenziosa una tale affermazione. Il movimento no – vax per composizione sociale e per collocamento territoriale è da ascrivere alla stessa categoria sociale dei no tax, di coloro che sostengono la flat tax, la curva di Laffer, la privatizzazione dei diritti sociali e dei beni pubblici di interesse economico. Non a caso il movimento no vax ha come principale riferimento politico un partito come la Lega e si colloca in aree come Veneto e Lombardia indicate per anni come esempi di efficienza sanitaria. Il movimento no – vax ha interiorizzato il Liberalismo come difesa del diritto proprietario contro l’invadenza dello Stato. Non mi sembra di aver letto o sentito dichiarazioni di rappresentanti del movimento no vax che ponessero problemi circa i tagli alla sanità pubblica. Il movimento antivaccinista contemporaneo trova la sua genesi nell’ideologia della libertà e nell’ individualizzazione che è proprio del sistema capitalista. Come scrive Elias ne La Società dell’individuo<< Oggi “individuale” e “sociale” sono concetti familiari (…). Come altri concetti, hanno un carattere strumentale e possono quindi servire a testimoniare le precise peculiarità strutturali di tali società. Ma è necessario un notevole e faticoso distacco per rendersi conto che esistono ancora società, e che esistettero stadi di sviluppo della nostra società, in cui concetti quali “individuale” e “sociale” non sono o non erano presenti, e per domandarsi dunque quale destino e quale sviluppo sociale concorsero a farli entrare e restare nell’uso. Seguendo questa traccia, si scoprirà allora che spesso tali concetti scaturiscono in modo assai singolare dai mezzi linguistici a disposizione di una società. (…)Che nelle società più sviluppate dei giorni nostri possa apparire ovvio che il concetto di “individuo” venga inteso come espressione del primato dell’identità – Io, induce forse ad assumere erroneamente che, qualunque sia il loro stadio di sviluppo, in tutte le società questa accentuazione sia la medesima, e che in ogni tempo e in tutte le lingue del mondo siano e fossero presenti concetti equivalenti. Ma le cose non stanno così. Si pensi ad esempio alle lingua classiche dei Greci e dei Romani. Nello sviluppo delle società che diedero l’impronta a quelle lingue, la società dello Stato ateniese e di quello romano, non esistevano movimenti di strati creatori di linguaggio rivolti contro lo Stato in quanto tale, mentre ne esistettero nel più recente sviluppo dell’Europa. Movimenti sociali di questo genere ebbero una parte considerevole nello sviluppo del significato con cui oggi si usano tanto il termine di “individuo” quanto quello di “società”. Nel loro odierno significato non è inglobata soltanto l’idea di una decisa e aperta contrapposizione tra individuo e società, ma al tempo stesso una comune, anche se meno aperta, contrapposizione allo Stato. La Repubblica romana dell’antichità è un classico esempio di uno stadio di sviluppo in cui l’appartenenza alla famiglia, alla stirpe o allo Stato, ossia l’identità – Noi era del tutto inseparabile dall’immagine che si faceva del singolo negli strati creatori di linguaggio. (…) Perciò nelle lingue antiche non esiste un equivalente del concetto di “individuo”. (…) Oggi ciascuno è un individuo, indipendentemente dalla sua posizione nello Stato. Le sfumature negative del concetto greco di idiotesdanno un’idea di ciò che pensavano i Greci del periodo classico di chiunque si tenesse fuori dagli affari pubblici dello Stato. Nello spettro di significati di tale concetto, se ne trovano alcuni che corrispondono all’incirca ai nostri concetti di “privato”, o “laico”, ma anche altri che equivalgono a “asociale”, “uomo incolto” o “pazzo”. Il concetto latino di persona  potrebbe apparire un equivalente del recente “individuo” , ma quello latino non ha assolutamente lo stesso, elevato livello di generalizzazione e lo stesso grado di sintesi di concetti contemporanei quali “persona” e “individuo”. Il latino persona si riferiva ancora a qualcosa di molto specifico e tangibile: si riferiva innanzi tutto alla maschera degli attori, attraverso la quale essi parlavano. (…)>>. Il concetto di “individuo” inizia ad emergere, anche se in modo confuso, con il Cristianesimo.  La relazione individuo – società inizierà ad emergere  dall’incontro del Cristianesimo con il mondo barbarico e il diritto romano. Il fondamento contrattuale dello Stato trae origine direttamente dal’assemblea degli uomini in arme del modo barbarico che eleggevano il capo che avrebbe dovuto guidarli in guerra. Quel patto fissava anche le clausole circa la distribuzione del bottino di guerra. Il Cristianesimo, rendendo gli uomini tutti uguali davanti a Dio e con l’obbligo verso Dio da parte dell’uomo, legittima il diritto di resistenza del suddito verso il sovrano. Il diritto di resistenza teorizzato in sede teologica da Lautembach in piena lotta per le investiture rappresenta il presupposto filosofico e giuridico che legittima l’opposizione allo Stato. Elias nella sua opera La società dell’individuo evidenzia come nell’antica Grecia e nell’antica Roma non vi erano forme di individualismo perchè mancavano istanze sociali che si opponevano al potere della Polis o della Civitas. È solo a partire dal Rinascimento che le istanze individualiste iniziano ad emergere. Non a caso l’Italia è la patria della filosofia politica contrattualista. A differenza di ciò che si pensa, ad aver teorizzato il fondamento contrattuale dello stato è stato un italiano Mario Salomonio degli Alberteschi, contemporaneo di Machiavelli,filosofo politico riscoperto prof. Mario D’Addio con studi approfonditi. A partire dal 500 inizia ad emergere l’individuo contrapposto alla società organizzata ossia lo Stato. Anche se appare per la prima volta durante le guerre civili inglesi del 600 ad opera del leader del movimento degli zappatori, non saranno nemmeno i teorici del liberalismo inglese del 600 ad usare il termine individualismo correntemente. Il suo uso risale all’800 quando ormai il Liberalismo da “movimento” si è “istituzionalizzato” a partire dalla Rivoluzione Francese e dalla successiva nascita degli stati costituzionali del XIX. Ai fini del mio ragionamento, fare riferimento all’emergere dell’individualismo e del Liberalismo come libertà fondata sul diritto di proprietà è finalizzato a dimostrare come, nel contesto attuale, il movimento no –vax sia esattamente il prodotto dell’egemonia di quello che è oggi a tutti gli effetti un pensiero totalizzante. Il liberalismo, nascendo come difesa della libertà individuale di fronte all’invadenza dello Stato ed avendo nell’idea del contratto lo strumento tecnico giuridico secondo il quale articolare le relazione sociali o meglio di mercato, non può assolutamente accettare nessuna imposizione da parte dello Stato. Qualcuno potrà obiettare che gli Stati Liberali dell’800 hanno adottato legislazioni che hanno introdotto l’obbligo vaccinale. Sicuramente è così ma le ragioni di interventi legislativi di quel tipo sono da ricercare nella tutela del sistema produttivo e, in fin dei conti, nella difesa del diritto proprietario. Non a caso la contestazione all’obbligo della vaccinazione nella Gran Bretagna di fine 800 e inizio 900 viene fatta propria dal nascente partito Laburista il quale imposta la propria campagna elettorale agli inizi del 900 contro la vaccinazione obbligatoria ritenuta strumento di controllo da parte delle imprese sui lavoratori. Anche i movimenti anti vaccinisti dell’800 sono mossi da istanze liberali e individualiste; ma il contesto è diverso:la massa non è ancora completamente e sentitamente, per così dire, “liberale”. Liberali sono le elite borghesi e intellettuali dell’epoca, le masse sono fatte di contadini, braccianti e dal nascente proletariato per cui il dibattito resta interno ad una minoranza. Voltaire si schiera a favore della vaccinazione nella famosa lettera inviata a Lady Mary Wortley Montagu – una delle donne più brillanti dell’epoca, poetessa e scrittrice, consorte dell’ambasciatore britannico presso la Corte ottomana ad Istambul – che in pieno 700 e molto prima che Jenner scoprisse l’utilizzo del vaccino animale per combattere il vaiolo aveva per così dire vaccinato i propri figli attraverso la pratica della vaiolizzazione, ossia l’inoculazione nel soggetto da immunizzare del materiale da lesioni vaiolose o dalle croste non gravi. Tale scelta da parte della nobildonna inglese fu motivata da esperienze personali, la morte del fratello a causa del vaiolo oltre al fatto che ella stessa,contagiata  dal vaiolo, portava sul corpo le devastanti cicatrici della malattia. La pratica testata su quattro condannati a morte si rilevò efficace salvando la vita a tutti e quattro i condannati anche dalla pena capitale. La pratica adottata dalla nobildonna britannica aveva origini antiche, risaliva agli inizi dell’anno 1000 in Cina. Nell’impero Ottomano era una pratica comune tra i Circassi vaccinare le proprie figlie in tenera età per tutelarne l’alto valore economico, infatti data la loro rinomata bellezza erano destinate a popolare gli harem del Sultano e delle alte cariche dell’Impero Ottomano. Non tutti erano però dello stesso avviso di Voltaire e della Wortley – Montagu; Kant, Spencer, Darwin  e  lo stesso Rousseau non erano proprio dei convinti sostenitori della vaccinazione. Il primo perché ravvedeva in tale pratica una ingerenza nella libertà dell’individuo in quanto non rispondeva al principio dell’imperativo categorico; il secondo perché riteneva che fosse una pratica contro natura. Per quanto riguarda l’Italia a favore della vaccinazione era il grande storico  Ludovico Antonio Muratori e Papa Benedetto XIV, nella prima metà dell’800 fu il Monaldo Leopardi , il padre del poeta ad influenzare le decisioni papali a favore della vaccinazione. Sempre in Italia, nel 700, a favore della vaccinazione era schierato il padre dell’Illuminismo milanese Pietro Verri. Per tutto l’800 il dibattito ideologico sul tema si fonda almeno per quanto riguarda la contemporaneità sulla Libertà individuale contro il Potere dello Stato. L’opposizione alla  vaccinazione obbligatoria sin dalle origini ha avuto giustificazioni di diverso tipo, alcune scientifiche altre di tipo religioso altre ancora di tipo etico in nome della Libertà Individuale contro l’invadenza dello Stato. Oggi, dopo mezzo secolo di disciplinamento liberal – capitalista  e di egemonia individualista, sono state create condizioni tali dal punto di vista sociale ed economico per cui il rifiuto dell’obbligo vaccinale è da ascrivere alla protesta contro il prelievo fiscale; a istanze di privatizzazione dei servizi sociali, a favore della flessibilità del mercato del lavoro, in nome dell’idea che precari è bello, che il nomadismo e lo sradicamento siano cose positive. Il movimento no -vax non ha mai preso posizione  ad esempio contro i tagli alla sanità, non ha preso posizione contro la posta finanziaria per la sanità prevista nel PNRR, e non lo ha fatto perché ideologicamente, rivendicando il diritto a scegliere liberamente il tipo di cure, si pone contro la sanità pubblica e quindi contro l’idea che le cure mediche possano essere un diritto universale da assicurare a tutti i cittadini. Solo per inciso gli appartenenti al movimento No – Vax sono concentrati in quelle regioni dove il processo di privatizzazione della sanità ha raggiunto il livello più alto in aggiunta al maggior numero di inchieste per corruzione nel settore sanitario. Solo per citare alcuni episodi esemplificativi: le inchieste che hanno visto coinvolti i presidenti del Piemonte Cota e quello della Lombardia Formigoni o lo scandalo che ha visto coinvolta la sanità veneta quando vennero scoperte decine di migliaia di ricette mediche false.

 

Relazione tenuta il 16.02.2022 Presso il Liceo Classico Pietro Giannone di Benevento.

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1 commento per “Etica sociale: protesta No Vax e Liberalismo

  1. Giulio Bonali
    6 Marzo 2022 at 17:25

    Grazie per questa splendida, seria, documentata scientifica analisi!

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