La fine di una storia


Da tempo ritengo che la crisi pandemica iniziata cinque anni orsono – o, per essere precisi, la sua gestione da parte dei governi sedicenti “democratici” – abbia rappresentato non tanto una soluzione di continuità con il passato prossimo quanto piuttosto un disvelamento, la fine di una narrazione che di veridico aveva poco o nulla.

La bolsa retorica dei diritti e delle libertà individuali cedette allora il passo a toni ultimativi, autoritari che non ammettevano repliche né obiezioni: si trattò di un esperimento riuscito di irreggimentazione delle masse volto a verificarne la docilità e le eventuali reazioni, che furono alquanto fiacche. Già ammaliato dal canto delle sirene pubblicitarie, il cittadino occidentale si rivelò, alla prova dei fatti, facilmente suggestionabile e, nonostante le pose qualunquiste, “umile e grato ai potenti”. L’appoggio incondizionato offerto dai media generalisti ai governanti agevolò l’opera di convincimento: lo stesso schema è stato poi applicato al conflitto russo-ucraino, fatto spudoratamente passare per una “aggressione non provocata”. L’elemento di novità è costituito dalla pervicace costanza con cui una certa tipologia di messaggi (psyops) viene oggi diffusa urbi et orbi: ai tempi dell’assalto alla Grecia, nel 2014, l’azione di screditamento del gruppo obiettivo fu condotta con perizia e sistematicità assai minori – accumulando esperienze il sistema affina le proprie armi. Il rischio messo in conto è quello di rivelare a non pochi osservatori la sua vera natura oligarchica: il gioco vale però la candela, visto che una larga fetta dell’opinione pubblica si dimostra permeabile alla propaganda e di conseguenza propensa all’arruolamento (ideologico, per il momento), parecchi preferiscono volgere lo sguardo altrove per non dover rinunciare a sedimentate illusioni, altri ancora non ardiscono opporsi con decisione e si limitano a bofonchiare improperi.

Per salvare un minimo di apparenze nell’era postdemocratica i regimi “compensano” la revoca di quelli sociali con una spruzzata di diritti civili e moralismo manicheo, ma attenzione: anche nell’ambito della categoria di moda oggigiorno è necessario distinguere fra prodotti originali e contraffatti. Possiamo considerare diritti autentici quelli al divorzio e all’aborto, soluzioni dolorose a gravi ed effettivi problemi: la loro introduzione risale all’ultima fase del “trentennio glorioso”, caratterizzata in Italia anche dalla riforma del diritto di famiglia (1975), che sancì finalmente l’eguaglianza dei coniugi, e dall’abrogazione in ambito penale di norme sessiste, discriminatorie e aberranti come il delitto d’onore (1981). Queste importanti e lodevoli iniziative, si noti, procedettero di pari passo con provvedimenti di politica sociale tesi a migliorare le condizioni di vita dei ceti subalterni e ad attuare il principio di uguaglianza sostanziale enunciato dal secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione repubblicana: pensiamo all’istituzione (1978) del Servizio sanitario nazionale, che garantiva a tutti i cittadini (l’imperfetto è d’obbligo…) cure mediche adeguate e gratuite.

Le promesse e le concessioni del XXI secolo sono invece paccottiglia, merce scadente e talora dannosa: il DDL Zan, per fortuna accantonato, enuncia concetti scivolosi, quali l’inafferrabile identità di genere, cioè “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere” che, essendo cangiante, può aprire la strada all’insorgere di disturbi dissociativi della personalità; di matrice genuinamente neoliberista è la c.d. gestazione per altri, meglio nota come “utero in affitto”, che, contravvenendo al principio per cui l’essere umano non può essere oggetto di diritti, mercifica il corpo femminile trasformando donne bisognose in incubatrici a disposizione – dietro modesto compenso – di famiglie e individui benestanti. La riduzione di bimbi non ancora nati a res in commercio, sarebbe per il Capitale, perennemente alla ricerca di nuovi mercati, un’apprezzabile conquista, e poco importa delle possibili ripercussioni psicologiche sull’oggetto di compravendita: business is business! Anche cause a mio avviso giuste come quella dell’estensione della tutela giuridica alle coppie omosessuali vengono strumentalizzate per finalità “addestrative”: anziché una sostanziale equiparazione si esige, con gratuita provocazione, il nomen iuris di matrimonio, cioè dell’unione fra un uomo e una donna a scopo di procreazione. Si cerca, in generale, di condannare e liberarsi di una tradizione che ha aspetti sia positivi che negativi al fine di privare l’uomo di riconoscibili punti di riferimento, siano essi l’appartenenza comunitaria o l’identità personale, che sempre più deve assomigliare a uno specchio infranto. Viene incentivata persino la fuga dal genere homo: bimbi disturbati o semplicemente immaturi e troppo fantasiosi sono invogliati a proclamarsi cani o gatti e a pretendere di essere trattati come tali da una società insofferente al pensiero critico, ma non alle stravaganze.

Malgrado l’apparenza non assistiamo però ad alcun effettivo progresso in tema di diritti civili, che si stanno invece riducendo. L’esperienza del Covid 19 ci ha insegnato che ai governi basta invocare un preteso “stato di necessità” per comprimere le libertà fondamentali sancite dalla Costituzione: quelle di circolazione (art. 16) e di riunione (art. 17) sono rimaste sospese a lungo, mentre trattamenti sanitari obbligatori sono stati imposti indirettamente, in spregio alla previsione dell’articolo 32 che richiede una “disposizione di legge” (formale). Quanto alla libertà di espressione (art. 21), essa è garantita solamente a coloro che rilanciano le “verità” ufficiali: chiunque contestasse la versione mainstream incorreva all’epoca del Covid nell’accusa di essere no vax (e dunque nell’esclusione sociale), oggi in quella non meno infamante di “putinismo”. Proprio la copertura politico-mediatica della guerra nell’est Europa, provocata e alimentata dalla NATO (veritas se ipsadefendet!), ha evidenziato come il buonismo e l’antirazzismo delle élite occidentali siano fasulli: il livore vomitato da politicanti e maître à penser sul popolo russo (defunti compresi…) certifica il suprematismo di un’oligarchia che guarda al resto dell’umanità – noi compresi – con malcelato disprezzo.

In un tale contesto continuare a parlare di democrazia è ridicolo e fuorviante. Benché la hybris occidentale rappresenti al giorno d’oggi la principale minaccia per il futuro del genere umano, questo nostro microcosmo ha in sé le potenzialità per invertire il corso della Storia. Di tutte le civiltà quella eurocentrica è senz’altro la più dinamica e capace di autocorrezione: se è vero – come scrissi a suo tempo – che l’uomo bianco volentieri “sbandiera tradizioni culturali e progresso scientifico come prove indiscusse della propria superiorità su “razze” votate all’immobilismo, e pertanto inferiori” è altrettanto indubbio che, in quanto eredi della grecità, noi europei siamo inclini a mettere continuamente in discussione le nostre convinzioni e il nostro agire e, ove ci paia necessario, a sconfessarli. Tesi – antitesi – sintesi: qui sono nati il capitalismo rapace e la sua negazione più radicale.

Tocca rammentare l’insegnamento di J. G. Fichte, che affida all’io empirico/individuale un compito gravoso ma esaltante, quello di superare con un inesausto sforzo di volontà gli ostacoli disseminati sul nostro cammino dalla realtà “esterna” al fine di accedere progressivamente a una dimensione collettiva e sociale.

Come tutte le crisi anche quella attuale – gravissima – offre delle opportunità da cogliere.

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11 commenti per “La fine di una storia

  1. Ros* lux
    11 Gennaio 2025 at 20:37

    Anche la RPC, il Partito Comunista Cinese sono giudicati antidemocratici?
    Gli aiuti internazionali russi per la sanificazione della provincia di Bergamo come vanno considerati?…

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Quarantena

    Al 2019 la misura di quarantena più grande mai disposta in una singola nazione risulta quella della provincia di Hubei, in Cina, relativa a 60 milioni di persone circa, come misura di contenimento dell’epidemia CoViD-19. Tuttavia nel corso della stessa epidemia, al 25 marzo 2020, circa 3 miliardi di persone sono state confinate in casa per impedire la diffusione del virus.[6][7]

    Per il resto sarebbe anche condivisibile….Ormai è evidente che l’emancipazione femminile si è trasformata nel suprematismo sessista neofemminista…Con il genere femminile che è diventato più uguale dell’altro …o meglio con il genere maschile che e’ meno uguale degli altri generi.

  2. Alexx
    12 Gennaio 2025 at 2:51

    Ros* lux
    ..….Ormai è evidente che l’emancipazione femminile E GAY si è trasformata nel suprematismo sessista neofemminista E NEO.GAY…. Con il genere femminile E GAY che è diventato più uguale dell’altro …o meglio con il genere maschile che e’ meno uguale degli altri generi.
    ……..PERFECT…….

  3. Giulio Bonali
    12 Gennaio 2025 at 8:53

    Condivido il commento critico di Ros* lux.

    In particolare trovo errato e controproducente fare di tutte le erbe un fascio paragonando le restrizioni alle libertà individuali (-stiche?) a tutela della salute pubblica nell’ interesse della collettività in occasione della pandemia reale da Covid19 alla infame censura a tutela dei nemici del popolo a proposito della guerra alla Russia, alle popolazioni del Donbass e ai democratici e antifascisti della stessa Ucraina da parte del governo nazista di Kiev e dei suoi mandanti della NATO.

    Ci sono certo stati (in particolare) eccessi ed errori da condannare fermamente nell’ affrontare la pandemia reale da parte dei governi occidentali (e probabilmente, ma in misura nettamente inferiore, anche da parte di altri governi non dipendenti dalle multinazionali in generale e da quelle dei farci in particolare). Particolarmente scandalosa e criminale é stata la antiscientificissima (dettata da ignobili “motivazioni geopolitiche”) preferenza per il vaccino occidentale AstraZeneca rispetto al migliore, oltre che meno costoso, vaccino russo Sputnik all’ inizio della campagna di prevenzione; decisione che é costata la vita a giovani donne, per le quali nessun politicante ha pagato un bel nulla.
    Ma non si può dimenticare (dal mio punto di vista di marxista) che l’ uomo non é solo un soggetto storico-sociale condizionato dalla lotta di classe e dai correlati interessi (diversi, in larga misura iniqui, conflittuali), ma anche un soggetto biologico-naturale condizionato dalle leggi di natura (aclassiste, uguali per tutti); e che dunque é decisamente idiota e letteralmente disumano (o antiumano) evitare misure a salvaguardia della salute di tutti gli organismi umani per non portare acqua al mulino delle multinazionali del farmaco (facendo un po’ un po’ come quel tale che per fare dispetto alla moglie, che peraltro probabilmente disponeva di “valide alternative”, si tagliò gli attributi).

    Ma inoltre e soprattutto subordinare, all’ interesse collettivo interessi individuali (ma piuttosto individualistici) e corporativistici, come fanno molti negazionisti, antivaccinisti acritici, rifiutatori di misure igieniche restrittive e altri (non faccio di tutte le erbe un fascio e non considero indiscriminatamente negazionisti o antivaccinisti tutti quelli che cadono in questa subalternità) é una patente espressione di subalternità alla reazionaria ideologia capitalistica dominante.

    Anche per me questo articolo per il resto é condivisibile. e anche molto aprrezzabile.

  4. Panda
    16 Gennaio 2025 at 13:45

    Io apprezzo l’articolo nella sua integralità. Importanti studi scientifici pubblicati negli ultimi anni (es.: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4447806) – posto che non sia perfettamente evidente che in paesi in cui s’è fatto ricorso a restrizioni blande o nulle non si è assistito a nessuna catastrofe della salute – mi inducono a ritenere come minimo plausibile la lettura di Fragiacomo. Certo, la spiegazione alternativa, per cui governi espressione di feroci oligarchie capitaliste, ignorando quello che era lo stato dell’arte epidemiologico (es: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36167921/), si sarebbero voluttuosamente abbandonati a insensata ferocia repressiva (c’è stato un momento in cui non potevo ritirare una raccomandata in posta, nemmeno all’esterno dell’ufficio!) per tutelare la salute pubblica fa veramente ridere i proverbiali polli. (Con ciò ovviamente non sto avallando sgangherate retoriche libertarie, che di quella ferocia insensata sono solo il complemento e non l’alternativa. Come diceva Adorno, la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta).

    • Giulio Bonali
      17 Gennaio 2025 at 8:57

      Lo stato dell’ arte della medicina (che NON E’ una scienza esatta e ancor meno delle scienze esatte può dare certezze incontrovertibili e indiscutibili, tanto meno nelle sue applicazioni pratiche, che nemmeno sono propriamente “scienza” ma “tecnica”) é stato ignorato incontrovertibilmente per motivi antiscientifici bensì biecamente “geopolitici” nel caso della scelta del vaccino occidentale AsatraZeneca anziché del russo Sputnik (che ha provocato morti di giovani donne in salute per le quali nessuno ha pagato una cippa).
      Per il resto le opinioni fra i cultori più o meno autorevoli della medicina inevitabilmente non erano unanimi -per i motivi di cui sopra- e non consentivano alcuna pretesa incontrovertibile valutazione dell’ essere o meno altezza o meno dello stato dell’ arte delle scelte di fatto prese e di quelle rifiutate dai vari governi. Personalmente, per l’ autorevolezza di chi le proponeva e per le mie conoscenze di medico, ritengo errata (e ingiusta) l’ imposizione di fatto (ipocritamente) della vaccinazione a chi non la desiderasse e non fosse a contatto eccessivamente stretto con individui “fragili” per lavoro; non l’ imposizione della vaccinazione a questi ultimi (medici, infermieri, ecc.) né le restrizioni della “normale socialità” (a costo di errare per eccesso piuttosto che non per difetto, secondo il principio etico di prudenza; altro discorso, del tutto politico e non scientifico é quello delle necessarie tutele dei legittimi e spesso vitali interessi dei singoli e delle cateforie sociali colpite dalle restrizioni stesse che, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, le società capitalistiche occidentali non possono garantire, come non possono garantire adeguate cure dei colpiti dalla pandemia reale e da ogni altra patologia).

      Per me le non poche morti evitabili di anziani e malati per altre patologie provocate dal Covid (fra cui tre miei amici e colleghi, due di Piacenza e uno di Cremona nella prima terribile fase della pandemia reale, prima dei vaccini e della naturale attenuazione della virulenza dell’ agente infettivo) costituiscono irrimediabili tragedie. Certo avviene anche di molto peggio nel mondo, ma questo non é un buon motivo per banalizzarlo.

      Ribadisco inoltre la cosa culturalmente e politicamente per me più importante: stante l’ inevitabile fallibilità della medicina (che é -anche, fra l’ altro- scienza e per di più non esatta e non naturale ma umana), nella necessità di compiere scelte rapide in una situazione di grave pericolo per la salute pubblica anteporre alle esigenze di tutela e benessere collettivo quelle di determinati singoli e/o di gruppi sociali (preferire rischiare di errare contro gli interessi generali della collettività sociale COMPLESSIVA piuttosto che ai danni di interessi INDIVIDUALI o -letteralmente e senza disprezzo- corporativi di determinati SETTORI sociali, di PARTI della società) é espressione di subalternità all’ ideologia dominante del capitalismo monopolistico finanziario.

      • Panda
        17 Gennaio 2025 at 13:38

        Caro Giulio, qui ho parlato solo dei lockdown e non dei vaccini (ci sarà poi tempo e modo di parlare anche di questi ultimi): tu sei liberissimo naturalmente di ritenere le restrizioni giustificate ma la tua opinione – mi concederai – pesa scientificamente un filino meno di centinaia di pubblicazioni e delle relative metanalisi. Il fatto che la medicina e l’epidemiologia non siano scienze esatte non esime dalle necessità della razionalità e dell’argomentazione: quali fossero le argomentazioni valide, ex ante, per allontanarsi da una prassi (la quale non conosce solo il principio di prudenza, con cui si potrebbe giustificare qualsiasi cosa, ma anche la proporzionalità, la necessità di prove, la possibilità, proprio perché si è fallibili, di mantenere margini per protestare, e così via) basata sulla valutazione di scenari possibili che includeva anche quelli che si sono verificati, non è affatto chiaro, mentre – col senno di poi – la scarsa o nulla utilità rispetto agli scopi dichiarati e gli immensi danni, per qualcuno, e benefici, per qualcun altro, causati da queste misure insensate a me pare siano piuttosto evidenti (se vuoi che aggiungo bibliografia non hai che da dirlo). Questo non significa – sento già aleggiare l’accusa – essere indifferenti verso gli anziani e i fragili: il fulcro della Great Barrington Declaration consisteva precisamente nell’invocare misure mirate per queste categorie e non bloccare l’intera società: https://gbdeclaration.org/

        Ribadisco anch’io: dare ad intendere che sarebbero un’espressione molto più diretta e pericolosa del capitalismo monopolistico finanziario gli sfoghi social pseudolibertari che non l’azione dei governi occidentali, che avrebbero varato restrizioni con rapidità, ferocia e applicazione di tecnologiche e di tecniche di manipolazione di massa (che non potevano non essere già state predisposte in anticipo) senza precedenti solo ed esclusivamente per una preoccupazione, magari un po’ troppo sollecita, verso il benessere collettivo è di una ridicolaggine surreale. Ricordo quel mi disse, atterrito, il mio vicino di casa, vecchio poliziotto in pensione: è la prima volta in vita mia che durante un’emergenza vedo le autorità alimentare il panico, anziché smorzarlo.

        (Con ciò non mi addentro in questioni filosofiche, che pure sarebbero interessanti: per esempio l’idea che l’utilitarismo, che include naturalmente la possibilità del sacrificio dell’individuo rispetto a presunti interessi collettivi, costituirebbe una forma di pensiero antiborghese mi pare come minimo singolare; Marcuse, e si parva licet concordo con lui, sosteneva che è invece l’impegno a “custodire nell’universale” la felicità individuale, anziché rimetterla alla mano invisibile o sacrificarla, quando la prima si riveli per la menzogna che è, a costituire il proprio di un pensiero politico realmente razionale e universalista).

  5. Giulio Bonali
    17 Gennaio 2025 at 15:48

    Carissimo Panda, se permetti (e anche se non lo permetti) le mie considerazioni si basano, oltre che sulle mie personali competenze, su quanto di più ragionevolmente possa considerarsi “autorevole” della letteratura scientifica mondiale.
    Fermo restando ovviamente che la scienza in generale (come ben sa chi la conosce), e tanto più le scienze naturali non esatte e le scienze umane in particolare (contrariamente agli irrazionalismi antiscientifici come quelli religiosi, superstiziosi, new age ecc)., non conoscono certezze assolute, apodittiche, per cui é sempre arbitrario appellarsi allo “stato dell’ arte” di una scienza non esistendo e non potendo esistere alcun pontefice infallibile che possa attestarlo, ma essendo sempre, inevitabilmente una valutabile soggettivamente e discutibilmeente.

    Il principio etico di prudenza non consente affatto di giustificare “qualsiasi cosa”, anzi: proprio tutto al contrario!
    “Qualsiasi cosa” consente, anzi pretenderebbe di “giustificarla” un atteggiamento immorale o amorale.
    Inoltre il principio di prudenza include anche (fra l’ altro), per usare le tue parole, ” la proporzionalità, la necessità di prove, la possibilità, proprio perché si è fallibili, di mantenere margini per protestare, e così via) basata sulla valutazione di scenari possibili”.

    Le misure adottate dai vari governi di fronte alla pandemia reale sono stati diverse (anche molto) a seconda dei casi. Non bisogna fare indiscriminatamente e acriticamente di tutte le erbe un fascio.
    Quanto ritengo ingiusto e anche criminale delle misure del “nostro” governo l’ ho già scritto nel precedente intervento.
    Ben più ingiuste e criminali mi sembrano con tutta evidenza le pretese dei negazionisti della pandemia reale, dell’ utilità dei vaccini e della loro necessità obbligatoria per chi lavorasse a contatto con persone “fragili” (essendo ovvia -pleonastico il rammentarlo- la loro non obbligatorietà in casi non coinvolgenti la salute di “terzi”, come ogni e qualsiasi altra misura terapeutica o profilattica).
    E fra le misure ragionevolmente ritenibili necessarie per tutelare i “fragili” vi era vi era per me e per molti altri più autorevoli di me la vaccinazione delle categorie professionali che operavano a contatto con loro.

    Io invece ribadisco che una ridicola e pericolosa insulsaggine complottista oggettivamente utile alla reazione politica é pensare che le misure di contrasto della pandemia (anche se in parte errate) fossero frutto di una preesistente strategia predisposta in anticipo, malgrado le “autorevoli” opinioni di poliziotti in pensione e altri incompetenti in materia, e dunque esposti alla propaganda individualistica e “libertarista”.
    “Panico” =/= prudente consapevolezza dei rischi.
    Io e praticamente quasi tutti quelli che personalmente conosco e di cui posso dunque testimoniare attendibilmente non siamo stati affatto presi dal panico né abbiamo avuto l’ impressione di alcuna campagna di diffusione del panico da parte delle pubbliche autorità e dei loro servi dei mezzi di comunicazione di massa (per gli anglomani “mass media”); ricordo anzi lo slogan infelice e un po’ menagramo, per chi fosse superstizioso, “andrà tutto bene”.
    L’ utilitarismo é una variante fra le molte altre variante delle ideologie capitalistiche borghesi individualistiche dominanti.
    Precisazione forse pleonastica (ma non si sa mai…): poiché sono convinto che la validità delle opinioni non dipenda dal numero di volte in cui sono ripetute, preannuncio che non risponderò ad eventuali ulteriori repliche che non ripetessero gli stessi argomenti non recandone di nuovi; con l’ ovvia precisazione che in questo caso chi tacesse NON acconsentirebbe.

    • Panda
      17 Gennaio 2025 at 21:30

      Carissimo Giulio, io permetto tutto quello che può essere dimostrato e sull’autorevolezza della letteratura che sosterrebbe la tua posizione per ora vedo solo la tua parola. Il più autorevole epidemiologo del mondo è probabilmente John Ioannidis: devo riportare la sua valutazione dei lockdown o la possiamo dare per conosciuta? Che a te piaccia oppure no, c’è abbondante e autorevolissima letteratura estremamente critica verso le misure restrittive applicate durante il Covid: questo è semplicemente un dato di fatto.

      Che il principio di prudenza dovrebbe sì includere quanto ho riportato forse siamo d’accordo ma – se avrai la bontà di leggere Jamrozik – vedrai che spesso questi ulteriori parametri non sono stati rispettati nell’applicazione delle misure restrittive durante la crisi Covid (con tutte le varianti e le specificità dei vari casi, s’intende). Peraltro ho riportato “lo stato dell’arte” dell’epidemiologia solo come riferimento all’esperienza acquisita, non certo come dogma indiscutibile, per cui stai argomentando a vuoto.

      Che a te paiano molto più “ingiuste e criminali” “pretese”, che peraltro non sono le mie, non suscettibili di tradursi in atti, se non in scelte personali del tutto lecite, invece di atti politici concretatisi in catastrofi sociali (questo per esempio è il sunnominato Ioannidis: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36159300/) è certo una tua rispettabile sensibilità che altri, direi almeno altrettanto legittimamente, potrebbero non condividere.

      Ti vedo ben lanciato nella difesa di un’altra preziosa categoria anticapitalistica, cioè il complottismo: tu e Popper uniti nella lotta. Ma anche qui naturalmente c’è letteratura “competente” (si va nella sociologia) che va parecchio oltre gli aneddoti: https://shs.hal.science/halshs-04669519/document

      Quel che volevo semplicemente dire – col richiamo all’utilitarismo – è che la retorica dei duri sacrifici è tutt’altro che estranea al capitalismo, come dall’austerità alla guerra (condivido qui l’osservazione di Fragiacomo sulla continuità), vediamo tutti benissimo.

  6. Giulio Bonali
    18 Gennaio 2025 at 8:56

    Continua pure a spacciare le tue opinioni per dati di fatto e a dare imprimatur e investiture papali a pretese “massime autorità”.
    Tanto i lettori de L’ Antidiplomatico hanno modo di valutare le nostre rispettive OPINIONI e ARGOMENTAZIONI, nonché capacità critiche per farlo.
    Pertanto non ho niente da aggiungere.
    Noto solo en passant, a proposito di Popper che il dogmatismo irrazionale e antisicentifico si può declinare in due modi: usando la pretesa autorità di pretesi infallibili per accreditare tesi infondate e usando la pretesa integrale e senza eccezioni fallibilità di pretesi spacciatori di errori e incomprensioni “perfetti nel farlo” o “infallibilmente fallibili” per pretendere di screditare tesi razionalmente e/o empiricamente fondate.
    E tu lo declini in entrambi i modi.
    In generale la perfezione non esiste né nel bene né nel male (se non, falsamente, per gli irrazionalisti e i dogmatici).
    E in particolare Popper ha scritto sia falsità ideologiche (in buona o malafede é difficile da stabilirsi), sia cose interessanti, vere e pure acute.
    Fine dei miei interventi in questa polemica, perché -ripeto- i lettori de L’ Inteferenza dispongono già di più che sufficienti elementi di vallutazione e ripetere cose già dette costituisce solo un’ inutile perdita di tempo.

    • Panda
      18 Gennaio 2025 at 13:32

      Caro Giulio, sono perfettamente d’accordo che i lettori hanno tutti gli elementi per farsi un’idea sulla discussione, soprattutto per stabilire se chi spaccia le proprie opinioni per dati di fatto è chi indica le FONTI (senza ovviamente pretesa alcuna di infallibilità: questo è solo il tuo ennesimo straw man) che lo hanno indotto, ovviamente da non specialista, a ritenere plausibili certe analisi (niente di più e niente di meno) oppure chi sentenzia sulla base della propria esperienza (chi potrebbe discuterla?) e di “quanto ragionevolmente [secondo lui, forse si potrebbe aggiungere] possa considerarsi “autorevole” della letteratura scientifica mondiale” senza neanche avere la bontà di indicarla. Spacciare l’ipse dixit per la quintessenza della razionalità scientifica è una bella performance comica, Giulio, questo te lo concedo senz’altro.

      • ndr60
        20 Gennaio 2025 at 10:28

        Carissimo Panda, purtroppo il dott. Bonali, le cui opinioni sono in gran parte da me condivisibili, ala voce “vaccini” e “riscaldamento climatico” è del tutto prono alle argomentazioni del Sistema da lui tanto vituperato. Il vaccino è salvifico e il riscaldamento climatico da CO2 è un fatto assodato, anche se i prodotti Pfizer sono delle mexde e i fondi d’investimento stanno scappando dall’economia green. Ah, già, ma sto facendo del complottismo 🙂

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