Già 8.000 e più palestinesi uccisi a Gaza dalla ripresa di questa fase dell’offensiva di Israele avviata in risposta all’attacco di Hamas, massivo ed efferato di certo, ma sul quale come sempre si appuntano in modo unilaterale attenzione e condanna dei media intenti a giustificare invece il massacro indiscriminato dei palestinesi; e che costituisce una mossa nel gioco di specchi con la destra radicale israeliana, un gioco che deve condurre per via prestabilita all’annientamento dei palestinesi.
Non è possibile alcuna “equidistanza” quando c’è un popolo oppresso; quando è in corso a Gaza, nell’indifferenza generale, una pulizia etnica, perché di questo si tratta, diamo alle cose il loro nome!
Io non sono indifferente! La Storia chiamerà come sempre ciascuno a rendere conto; il genocidio – disturba tanto questa parola riferita ai palestinesi, quando così chiaramente è presente l’elemento dirimente della pianificazione? – impegnerà anche le coscienze di chi oggi pensa di girarsi dall’altra parte.
La guerra ucraina (e cioè la guerra della Nato contro la Federazione russa, che sta dilaniando l’Ucraina) si rivela una volta in più un tassello chiave per la giustificazione del cinismo guerrafondaio dell’occidente: è infatti con il conflitto ucraino e con la costruzione propagandistica intorno ad esso che è stato preparato il terreno, quello della necessità della guerra, addirittura dell’eroismo della guerra e della più letale normalizzazione della guerra.
L’indifferenza, la complicità, la connivenza di fronte al genocidio dei palestinesi segnano la definitiva bancarotta morale dell’occidente “democratico”, che ha scelto di innalzare i nazisti del battaglione Azov a ulitmo baluardo dei suoi valori nella crociata contro l’autocrazia, ultima incarnazione del Male che viene da oriente.
L’occidente democratico e liberale… Come possiamo sorprenderci ora dell’indifferenza di larga parte dell’opinione pubblica, dell’inquinamento mediatico che in nome del “diritto di Israele a difendersi” giustifica la pulizia etnica, l’inaudita mattanza di bambini e non da ultimo, della normalizzazione delle dichiarazioni di esponenti istituzionali israeliani che equiparano i palestinesi a animali dei quali non avere pietà? Come sorprenderci, quando questo terreno è stato preparato?
Non ci sorprendiamo, ma non ci stiamo e sappiamo da che parte stare! Con i palestinesi, con la gente di Gaza, con il popolo oppresso, che oggi compendia tutte le possibili lotte di liberazione