Brasile: Bolsonaro scaricato dal complesso militare-industriale USA

Il movimento ‘’bolsonarista’’, muovendosi sulle orme della QAnon statunitense, ha tentato un golpe fascio-sionista contro il neoeletto presidente Lula: fuggito in Florida, Bolsonaro ha usufruito dell’appoggio d’intelligence della fazione perdente del complesso militare-industriale USA, l’Internazionale neofascista-tradizionale coordinata da Steve Bannon. Il cospirazionismo trumpista, apparentemente rafforzato da un possibile ritorno di Trump alle elezioni presidenziali del 2024, si è scontrato con due fattori, dalla portata internazionale, in contrasto fra loro:

  • Il rilancio del multipolarismo delle nazioni Brics, di cui Lula è stato fondatore. In questo contesto, Bolsonaro è visto (correttamente) come una sorta di ‘’cane pazzo’’ dell’élite Anglo-Sionista.
  • L’incapacità dell’imperialismo USA d’aprire un nuovo fronte di guerra in America Latina. La debolezza del ‘’modello’’ fascio-liberista di Bolsonaro è direttamente proporzionale al rachitismo della borghesia commerciale statunitense, davanti alla sconfitta che sta maturando in Ucraina. Pechino è sempre più forte e Lula, al di là delle sue contraddizioni (alcune gravi), è visto dalla Russia, ma soprattutto dalla Cina come un alleato strategico.

L’assalto alle istituzioni democratico-borghesi è stato preparato, nelle settimane precedenti, dalla borghesia razzista brasiliana e dalle lobby evangeliche, ciononostante il fascismo per affermarsi nel Sud del Mondo ha bisogno dell’appoggio di una grande nazione imperialista come ad esempio la fu Germania hitleriana, o Israele, oppure, nel rilancio delle ‘’guerre eterne’’, dalla fazione ‘’vincente’’ del deep state USA. Questo fattore è venuto meno.

I leader mondiali hanno espresso sostegno a Lula, ribadendo un duplice fattore oggettivo: se Russia, Cina ed America Latina considerano la transizione ad un mondo multipolare un dato di fatto, USA ed UE pensano di convertire il laburista Luis Ignacio Lula al globalismo. Una contraddizione che si risolve nella formula del globalismo-multipolare (categoria applicabile anche per altri uomini d’affari e statisti come Elon Musk e Papa Francesco): la capacità di Lula d’alternare politiche neoliberiste con un riposizionamento internazionale antimperialista, lo rende un Fattore anomalo difficile da inquadrare, quantomeno nel breve periodo.

 

Il fascio-sionista Bolsonaro perde la protezione dello ‘’stato profondo ‘’

Leggiamo la puntuale disamina del blog Delegati e lavorati indipendenti Pisa, sito marxista appartenente alla sinistra sindacale di base:

‘’Al contrario dell’assalto a Capitol Hill gli uffici erano chiusi e non c’erano funzionari e Parlamentari, il che dovrebbe indurre a ragionare sul carattere simbolico di questa azione e sul fatto che il suo fine destabilizzante sia stato anche quello di sondare eventuali risposte del Governo, degli apparati dello Stato e dell’opinione pubblica.  L’occupazione non aveva alcuna possibilità di riuscita e sembrava più finalizzata a mantenere coesa una alleanza di destra dentro la quale oggi a farla da padrona sono i settori più reazionari e militaristi. Lula ha subito ottenuto l’intervento della Polizia Federale senza per altro ricorrere all’esercito che avrebbe potuto anche rifiutare di scendere in campo ’’ 1

Al momento non abbiamo elementi per tracciare una linea rosa Biden-Lula nel comune obiettivo di liquidare il trumpismo (come pensa l’analista strategico Andrew Korybko), del resto è opinione condivisa che Lula rilancerà l’integrazione multipolare alternando keynesismo e neoliberismo soft; nonostante ciò il fascismo in quanto ‘’sovversivismo delle classi dominanti’’ (Gramsci), senza un reale appoggio internazionale (es. Bush, Obama e Trump), è un nemico che i movimenti inter-classisti (come l’attuale governo brasiliano) favorevoli ad un mondo multipolare possono schiacciare senza particolari problemi. Il cospirazionismo di QAnon è un pallido riflesso rispetto ai crimini della Lega Anticomunista Mondiale che hanno insanguinato l’Ucraina.

L’isolamento di Bolsonaro riflette l’incapacità del trumpismo di adattare la borghesia nera occidentale alla digitalizzazione dell’economia ed alla transizionale al capitalismo della sorveglianza; il folclore degli sciamani QAnon rappresenta la fase senile del capitalismo padronale, davanti all’anglobalizzazione delle Big Tech. Il cospirazionismo è l’ombra del tecno-fascismo, quello che come ci ha spiegato Edward Snowden ha portato USA e UE nel “lager” finanziario di una nuova Architettura di potere: questa, per la classe operaia internazionale, è il nemico principale da distruggere.

Nel caos derivante dalla conflittualità di classe (anche inter-borghese) l’unica cosa inevitabile è il caos stesso: il mondo del lavoro deve andare ben oltre il ‘’modello’’ Lula, rilanciando l’idea di un socialismo possibile contro il sottosviluppo imposto dal Nord del Mondo. Brasile: il golpe da operetta di un fascista fallito.

https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2023/01/brasile-le-prime-riflessioni-sui-fatti.html?spref=fb&fbclid=IwAR3lM57Qu60xOenUsNRbQXb3frz7TXE6gpHwlDSmuPQGuX3qmEvXHHZtzFE

Pesanti accuse tra Bolsonaro e Lula nel primo dibattito televisivo delle  presidenziali brasiliane - FarodiRoma

Fonrte foto: da Google

3 commenti per “Brasile: Bolsonaro scaricato dal complesso militare-industriale USA

  1. gino
    13 Gennaio 2023 at 16:11

    sí, forse l´unico scopo razionale di questa rivolta é il ricompattamento dell´estrema destra. e forse anche mettere un pó di peperoncino nel sedere del nuovo governo a fini ricattatori.
    i bolsonaristi sono una setta numerosa e compatta, credono fermamente a milioni di cazzate che si scambiano nei loro media/social (in questo tali e quali ai no-vax occidentali). nel sud e nel centro-ovest (gli stati della frontiera neo-agricola) sono la stragrande maggioranza e lí sono quasi tutti bianchi.
    c´é ormai una insanabile frattura nel paese che, piú che su base di classe, é su base razziale.

  2. Paolo
    14 Gennaio 2023 at 2:18

    Più che “scaricato”, Bolsonaro non è stato mai “caricato” dal complesso militare-industriale statunitense, che è nemico giurato del suo alleato Trump e del suo America First con riduzione del ruolo imperiale globale americano.

    La fuga preventiva da Trump, ancora prima del passaggio di consegne, ha mostrato come Bolsonaro temesse di rimanere incastrato in qualcosa di simile a quello che è successo, con il timore di un suo successivo arresto visto che in Brasile negli ultimi anni la battaglia politica si fa all’italiana anche a colpi di azioni giudiziarie.

    Come ben analizzato nel blog linkato sotto, parlare di tentato colpo di stato – come ha fatto il mainstream – non sta in piedi in presenza di qualche centinaio di esagitati, in parte teppisti, armati addirittura di infradito e magliette della nazionale di calcio.

    Invece che un tentato colpo di stato è sembrato piuttosto un riuscito colpo di boomerang, tornato dritto in faccia al bolsonarismo con la sua spaccatura interna, la presa di distanza dell’ala più moderata, comparabile ai repubblicani storici americani più che ai trumpisti, il che facilita i compromessi di questa parte moderata della destra con Lula, in parlamento debolissimo e ancora senza una maggioranza presidenziale nonostante i già avvenuti accordi con forze di centro e centro-destra.

    In questo contesto di vaste alleanze e compromessi parlamentari interni, e di asse esterno con l’amministrazione dem americana contro Trump-Bolsonaro, è scontato che rimanga immutato lo status del Brasile di “alleato strategico degli Usa” – che Lula non ha toccato nemmeno quando era forte – che è poi quello che interessa ai vertici brasiliani delle forze armate e dell’intelligence che collaborano con i loro corrispettivi americani.

    Come è scontato che continuino i buoni rapporti commerciali con la Cina – prima destinazione dell’export brasiliano – che neppure l’anti-cinese a parole Bolsonaro aveva toccato. Una continuazione che per di più si inserisce nel tentato rilancio della globalizzazione con la politica di nuova distensione tra Cina e Stati Uniti, inaugurata dopo il congresso del Pcc con disponibilità dell’amministrazione dem, e guardata con molto favore nei Brics anche dall’India che strategicamente fa parte del Quad anti-cinese con Usa, Giappone e Australia, ma ha nella Cina il suo secondo partner commerciale.

    • ndr60
      14 Gennaio 2023 at 12:34

      Concordo totalmente col commento di Paolo. La “strategia” è stata la stessa, contro Trump e Bolsonaro: inscenare dei tentati golpe da operetta per delegittimarli agli occhi delle opinioni pubbliche mondiali., oltre che dei rispettivi paesi. E per quanto riguarda le motivazioni del deep state USA contro il brasiliano, non escluderei anche le sue misure contro le vaccinazioni a tappeto per covid19, cosa che sicuramente non ha fatto piacere agli USA, mentre Lula è sicuramente più malleabile, da questo punto di vista.

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