Cile, vince Gabriel Boric: un contraccolpo per i falchi del Pentagono

Con la vittoria del centro-sinistra socialdemocratico in Cile ed Honduras e della sinistra socialista e nazionalista in Perù, le tessere del dominio dei neoconservatori repubblicani in America Latina iniziano a cadere e quessto è un fatto sicuramente molto positivo; ciononostante non tutte le vittorie  della sinistra sono da considerare un avanzamento dell’antimperialismo e del socialismo.

In Cile, il voto contro la ‘’costituzione’’ approvata dalla giunta militare guidata dal fascista neoliberista Augusto Pinochet rappresentava il preludio per una rivolta antimperialista che avrebbe coinvolto tutta la regione, al contrario il blocco sociale anti-oligarchico è confluito nella candidatura di Gabriel Boric, candidato socialdemocratico dichiaratamente anti-neoliberista, ma anche anticomunista (in polemica col Partito comunista cileno ha attaccato i governi di Cuba e Nicaragua 1). Il modo migliore per inquadrare quella che potrebbe essere la politica dei progressisti cileni è citare l’intervista rilasciata dall’ex leader del movimento studentesco al giornale della borghesia europeista spagnola El Pais: “Credo nella socialdemocrazia e nella collaborazione del settore pubblico e privato e non mi piace l’egemonia di nessun settore” 2. Per Boric, il superamento del neoliberismo dovrebbe avvenire con ‘’responsabilità fiscale’’, una posizione tipica della socialdemocrazia occidentale.

La politica del pendolo reazionario definibile Dottrina Monroe 2.0, è stata spezzata dalla combinazione interclassista delle mobilitazioni che, dalla Colombia alla Patagonia, hanno rigettato la proiezione unilaterale del Pentagono: i partiti comunisti, dopo anni di persecuzioni e massacri, stanno riacquistando agibilità politica e sindacale all’interno degli Stati borghesi. La vittoria di Gabriel Boric ha diviso gli analisti internazionali: per il sociologo marxista James Petras ‘’l’estremismo pinochetista di Kast potrebbe spaventare Biden’’ 3, quindi lo Stato profondo ‘’dem’’ potrebbe provare a corrompere Boric come fece con Lenin Moreno, una opzione percorribile anche in forme meno radicali (parafasciste, dato il contesto sudamericano) come la variante ‘’neoliberista popolare’’ del governo spagnolo Podemos/PSOE.

Il giornalista marxista Massimiliano Ay, su Sinistra.ch, ha inquadrato la posta in gioco con grande acume politico, leggiamo:

‘’Eppure tutto quanto sopra è una discussione che potrebbe essere interessante fatta in una bettola. Nel contesto cileno odierno, anche se Boric fosse un moderato di “centro-sinistra” come dicono alcuni giornalisti (che non vogliono ammettere il ruolo del PCCh), la vittoria resterebbe storica e i comunisti la festeggerebbero comunque perché dopo 48 anni c’è stata una rottura con l’ordinamento costituzionale erede del fascismo pinochetista. Essere marxisti, insomma, significa capire le priorità nelle varie tappe di un percorso storico, non blaterare di rivoluzione o fare l’analisi del DNA di un candidato! C’è tempo e tempo, modo e modo, per discutere e per giudicare.’’ 4

Un contraccolpo per i falchi del Pentagono. La vittoria socialdemocratica in Cil, ha indebolito gli Stati Uniti proprio nella patria del neonazismo a stelle e strisce: la ‘’nazione-laboratorio’’ dei Chicago Boy, una mafia economica decisamente Anglo-Sionista che, con cinismo e nella totale indifferenza, ha pianificato la globalizzazione del sottosviluppo. C’è tempo per inquadrare le ambiguità della sinistra post-modernista e non socialista: in America Latina, più che nel tardo-capitalismo occidentale dove la lobby progressista è una costola del Deep State. La costruzione d’una ‘’società decente’’, fuori dalla nuova Architettura di potere, è ancora lontana, mentre USA e Europa sono entrate nell’inferno della società del controllo: non è possibile rigettare il neoliberismo, senza rimettere in discussione lo strapotere del complesso militar-industriale USA, una macchina da guerra che, attraverso colpi di stato, ‘’rivoluzioni colorate’’ e proiettando nel sub-continente latino-americano la dottrina del caos creativo, ha teorizzato la distruzione d’una porzione del pianeta. L’Operazione Condor, nella variante 2.0, è una controrivoluzione preventiva su scala pan-planetaria: Gabriel Boric non ha molto tempo per rendersene conto.

1.

Il politolo marxista Atilio Boron ha analizzato gli errori della sinistra cilena, la quale seguita nel non capire il significato dell’aggressione imperialista USA contro il Nicaragua.

https://www.youtube.com/watch?v=B5Ogu-mwp-Q

2.

http://www.idcommunism.com/2021/12/chile-social-democrat-gabriel-boric-.html?fbclid=IwAR1ghAkcpNhQ2MDe6PG1HfiGXrkCHwQFo1sbrojPg0mBeMNe5Zg_Fpc8dTc

3.

https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/petras-el-extremismo-pinochetista-de

4.

https://www.sinistra.ch/?p=12637

Presidential Candidate Gabriel Boric Holds Closing Rally Ahead Of Run-Off  Elections - La PiazzaWeb

Fonte foto: La Piazzaweb (da Google)

1 commento per “Cile, vince Gabriel Boric: un contraccolpo per i falchi del Pentagono

  1. Gian Marco Martignoni
    23 Dicembre 2021 at 22:18

    Grazie a Stefano Zecchinelli per l’ottimo servizio complessivo.Le tendenze “ondulatorie ” in corso in America Latina fotografano un livello assai elevato dello scontro politico , che ci auguriamo possa avere una positiva evoluzione anche in Brasile.Certamente l’osservazione di J.Petras a proposito del percorso di Lenin Moreno in Ecuador è acuta. ll successo del Pcc è decisamente rilevante, e Boric sarà costretto a tenerne conto ,proprio per la situazione oggettiva del conflitto sociale che da tempo contraddistingue la realtà cilena.

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