Erdogan: il sicario pazzo della CIA

L’analisi elaborata dal giornale online l’Interferenza.info in seguito al fallito golpe turco del luglio 2016, si è rivelata corretta: la Turchia non ha avuto nessun rivolgimento geopolitico filo-russo ma è sprofondata nell’oscurantismo religioso e in una repressione di chiara marca di estrema destra che sembra non avere fine.

L’imperialismo Usa sta, con il solito opportunismo, con due piedi in una scarpa: da una parte plaude il ruolo anti-nazionalista di Erdogan, il cane da guardia della NATO aggressore della Siria baathista e dell’Islam sciita; di contro si guarda bene dallo scaricare le opposizioni legate a Fetullah Gulen come ha recentemente dimostrato Wikileaks. Il sito sinistra.ch, il quale sbaglia a dare per buone tutte le informazioni che gli provengono dai Vatan Partisi ( finito per collaborare con gli islamisti ), scrive che: ‘’Con il nome in codice TR 706 risulta al servizio degli Stati Uniti l’attuale vice-presidente del Partito Repubblicano del Popolo (CHP), sezione turca dell’Internazionale Socialista, Sezgin Tanrikulu, vicinissimo al separatismo curdo e avvocato del leader del PKK Abdullah Öcalan. L’informazione, che non è stata smentita dal CHP, ha messo in grave imbarazzo il Partito, oggi principale forza di opposizione al presidente Erdogan in parlamento. Avere legami con l’imperialismo americano non è infatti un bel biglietto da visita per un partito che si vuole erede della rivoluzione kemalista’’ 1. Tutto vero, però la collaborazione col dittatore Erdogan è, anch’essa, un tradimento degli ideali di Mustafa Kemal e dello Stato laico da lui edificato. Gli amici e compagni di sinistra.ch avrebbero fatto bene a sottolineare questo aspetto.

L’arresto dei leader dell’HDP, il partito curdo, è una violazione degli ideali democratici di Mustafa Kemal nonostante questo movimento si sia dimostrato incerto nell’opposizione all’imperialismo, errore, dal mio punto di vista, particolarmente grave; gli Usa sono il Gendarme Mondiale, vero demolitore del diritto internazionale e del principio dell’uguaglianza fra le nazioni. Per questa ragione il Partito comunista turco ha, giustamente, condannato la prassi dittatoriale dell’AKP: ‘’Il Partito Comunista condanna le pratiche repressive in corso, come nel recente caso dei deputati di HDP ed è solidale con coloro che ne sono vittime, privati della possibilità di fare il loro lavoro con il pretesto del tentativo di colpo di stato 15 luglio, anche se non hanno nulla a che fare con la setta Gulenista’’ 2. Anche il Fronte popolare, vicino alla guerriglia guevarista del DHKP-C, ha manifestato solidarietà al popolo curdo e ai suoi – spesso in errore – rappresentanti politici a cui, oggi, va la nostra solidarietà.

Pintada de Halk Cephesi (Frente Popular): HDP NO ESTA SOLO! ( Fonte: Odiodeclase )

I comunisti turchi non hanno mancato di mettere in risalto l’ambiguità collaborazionista del Vatan Partisi: ‘’Nelle ultime settimane sono stati epurati dalle università molti docenti vicini al Partito Comunista e altri con posizioni non allineate al Governo. E’ stata proibita l’attività delle organizzazioni studentesche ad eccezione di quelle islamiche e quelle legate al Partito Patriottico, organizzazione che promuove l’integrazione turca nell’Unione Economica Euroasiatica. E’ stata istituita la nomina presidenziale per i rettori in sostituzione dell’elezione interna’’. Domanda: Erdogan è realmente interessato a cooperare con la Russia? La violenza dell’intervento militare turco, condannato dal legittimo governo di Damasco, dimostra, semmai, il contrario.

Intervención militar de Turquía en Siria podría durar años – – HispanTV.com

El Ejército de Turquía podría seguir durante años con la intervención militar en suelo sirio si es necesario, ha afirmado un alto funcionario turco a Reuters. ( Fonte: HispanTV )

 

Un intervento militare che potrebbe ‘’durare anni’’ non è una rassicurante garanzia di pace ed il Ba’th siriano, impegnato nella lotta contro il terrorismo wahhabita sponsorizzato da Washington, lo sa bene. Per avere delle informazioni più precise ho contattato l’intellettuale comunista Ârif Hikmet Dede, contributore della rivista della Gioventù Comunista, e gli ho posto alcune domande sul conflitto in corso nel suo paese.

D. Quali sono i motivi che hanno spinto Erdogan ad incarcerare buona parte della dirigenza dell’HDP ? Pensi che la politica anti-curda del leader islamista sia correlata, in qualche modo, all’espansionismo neo-ottomano contro la Siria baathista ?

R. L’HDP assomiglia superficialmente ai movimenti eurocomunisti e libertari che si rappresentano nel PRC, nel PCF e, più recentemente in SYRIZA e Podemos. Ciò che lo distingue dai suddetti partiti è il fatto che ha dei legami evidenti con un’organizzazione armata, il PKK, e, naturalmente, con le sue riflessioni in Siria e Iran e cioè l’YPG/PYD e il PJAK – due organizzazioni che fanno parte dell’Unione delle Comunità del Kurdistan fondata dal medesimo PKK. Quindi, non parliamo semplicemente di un “partito politico” ma di un “portavoce legale” di un’organizzazione che, grazie agli interventi imperialisti in Siria, ha ottenuto una propria zona di influenza nella regione. Molto spesso, i sostenitori dell’HDP dicono che il loro partito non ha legami col PKK ma questa affermazione non è sostenibile perché sono i loro deputati a partecipare ai funerali dei kamikaze che hanno ucciso centinaia di civili ad Ankara, a Batman e in altre province del paese.

Dall’altro lato, la caratteristica dell’HDP che lo rende pericoloso, dal punto di vista di Erdoğan, è che l’HDP e i suoi alleati sono diventati “i preferiti” degli Stati Uniti nel balcanizzare la Siria e l’Iran; e infatti, Erdoğan e il regime qatariano sono gli unici che continuano a sostenere i jihadisti del “Libero Esercito Siriano”. Erdoğan non ha problemi con il regime di Barzani in Iraq settentrionale, e contribuisce effettivamente alla balcanizzazione di questo paese tramite Barzani però quest’ultimo non è potente quanto il PKK in Turchia, quindi non gli pone un rischio. Erdoğan vede che i suoi “partners” a Washington e Bruxelles sostengono apertamente un’organizzazione che gli pone un rischio e mira a presentarsi come l’unico soggetto politico nel paese. Per questo reprime i nazionalisti curdi dell’HDP e cerca di eliminarli tutti. Quindi non si tratta di una politica “razzista”, in quanto Erdoğan è un sostenitore dell’Ummà e cioè’ l’idea reazionaria dell’unità islamica, ma di una mossa per consolidare il proprio potere politico, ossia la propria autocrazia.

Quindi la mia risposta è no, non credo che queste repressioni siano correlate alle sue ambizioni in Siria, se intendiamo un’alleanza inesistente tra la Siria baathista e l’YPG/PYD. Erdoğan, tramite il LES, vuole salvaguardare i piani statiunitensi senza l’intervento dell’YPG/PYD che si dichiara “contrario al regime” e un “alleato della Coalizione”. Tuttavia, mi sembra che la Clinton non sia d’accordo con Erdoğan. Ma vediamo.

D. Le sinistre in Turchia sono perseguitate e represse, dal Partito comunista ai guevaristi del DHKP-C. Questo però non avviene coi kemalisti del Vatan Partisi, come mai ? Il Vatan Partisi, un tempo partito d’orientamento maoista, si candita a diventare la ”sinistra” della borghesia nazionalista turca ?

R. Innanzitutto, non sostengo le politiche del Fronte Popolare o del suo braccio armato perché penso che la lotta armata in queste condizioni sociali sia solo il presupposto di un martirismo ideologico che convince giovani comunisti a suicidarsi in gesti disperati come farsi esplodere davanti ad una questura. Mi dispiace per quei giovani, e credo che anche i loro leader siano responsabili per le loro morti.

(Dunque), la sinistra in Turchia è sempre stata repressa dopo il golpe orchestrato dagli Stati Uniti nel 1980, e non escludo il Movimento Aydınlık che, ultimamente, ha fondato il Partito Patriottico. Tuttavia, tale movimento ha sempre avuto delle posizioni ambigue, soprattutto sull’imperialismo e sulla questione curda. Ad esempio, quando il leader di questo movimento, Doğu Perinçek, fondò il suo primo partito maoista (che si schierò effettivamente contro il Partito Comunista di Turchia e il suo “partito fratello legale”, il Partito dei Lavoratori di Turchia), tale partito ebbe una posizione fortemente antikemalista e sostenne la “liberazione nazionale curda”. Anzi, il noto comunista antikemalista (che fu una posizione minoritaria), İbrahim Kaypakkaya, fu il rappresentante per le province curde del partito di Doğu Perinçek. Poi, il suo secondo partito diventò più filokemalista ma sempre antisovietico, e fece una “rivelazione orwelliana” e cioè identificò e denunciò i comunisti che esso ritenne “servi degli zar rossi”. Lo stesso partito, poco prima del golpe (del 1980), affermò che “gli Stati Uniti non sono più potenti, ora la minaccia imperialista viene da Mosca” e sostenne “la difesa nazionale contro l’espansionismo revisionista” e poi, anche il colpo di stato. Quindi parliamo di una figura molto ambigua che negli anni 90 parlava di una “intifada curda (quindi del PKK) contro lo Stato repressivo” mentre nel 2014 si è tifato per l’ISIS “in funzione anti-YPG“. Perciò io non lo chiamerei nè “kemalista” nè “di sinistra”. Superficialmente, sembra un mero opportunista ma forse ha altri legami che io non conosco.

Parlando dei legami ambigui, è interessante il suo rapporto con Dugin ed Erdoğan. Il primo è diventato famoso in Turchia grazie a lui e, nonostante il fatto che era lo stesso Erdoğan (in coalizione con Gülen) a incarcerarlo, oggi si comporta come se Erdoğan fosse un “antimperialista”: un “antimperialista” che arma i jihadisti del Libero Esercito Siriano, continua a liquidare le imprese pubbliche e privatizzare le nostre risorse naturali, e trasforma i licei laici in licei islamici detti “imam hatip”. Quindi, un uomo che ritiene che una figura come Erdoğan sia “antimperialista” può essere un “kemalista”? Direi di no. Peraltro, la gente che si dichiara kemalista, pur non essendo liberale, vota per il centrosinistra liberale perché pensa che sia ancora “il partito storico fondato da Mustafa Kemal”. Dall’altro lato, il partito di Perinçek ha assunto tanti ex militari che si dichiarano “kemalisti”, ma uno di questi è İsmail Hakkı Pekin, l’ex coordinatore di intelligence dell’esercito turco e cioè di un esercito della NATO. Quindi c’è un’ambiguità anche da quel punto di vista”.

 

Non condivido la critica, eccessivamente dura, verso la coraggiosissima guerriglia del DHKP-C, ma questo appunto personale, non sminuisce l’analisi d’altissimo livello fatta da Ârif Hikmet Dede il quale si conferma uno studioso capace di inquadrare le dinamiche sociali ed il formarsi di nuovi schieramenti anche all’interno della classe dominante. Ottimo è anche il giudizio negativo sul Rasputin dei rossobruni europei: il pessimo Aleksandr Dugin, da poco fanatico sostenitore dell’AKP ( oltre che del fondamentalismo ebraico ).

Il popolo curdo è soffocato nella morsa criminale di Erdogan, il neo-ottomano che vuole schiacciare tutte le minoranze ( curdi, armeni, alawiti ), dall’altro lato il separatismo del HDP rappresenta una linea fallimentare, in antitesi con la migliore tradizione antimperialista dei popoli di Turchia. Il principio di autodecisione delle nazioni è inalienabile – questo vale anche per i curdi – ma non può essere subordinato ai piani dell’imperialismo statunitense e del colonialismo razzista israeliano. Domanda: questa riflessione la Sinistra occidentale non vuole farla. Come mai? Erdogan si conferma un dittatore fuori controllo, amico dei capitalismi europei e male, anzi malissimo, fanno gli intellettuali di ‘’sinistra’’ che strizzano l’occhio agli ipocriti richiami dell’imperialista governo tedesco.

Il governo turco è una belva al servizio della NATO, non per nulla James Petras spiegò che ‘’I legami di Erdoğan con la Russia sono precari. Non c’è alcuna ragione perché i Russi si fidino di lui. Egli ha fallito in qualche modo, preso tra la necessità di una riconciliazione con la Russia e il desiderio di continuare la sua guerra per procura contro il governo della Siria’’ 3. Gli islamisti continueranno la guerra sporca contro la Siria baathista, baluardo della laicità nel medioriente, ed allora, con l’elezione di Killary Clinton, ritorneranno l’utile bambolina di Washington. Chi prevede altri scenari, su basi geopoliticiste, è, mi duole dirlo, un illuso.

http://www.sinistra.ch/?p=5744

http://www.lariscossa.com/2016/11/05/turchia-i-comunisti-condannano-i-nuovi-arresti/

https://albainformazione.com/2016/07/26/il-golpe-di-erdogan-purgare-i-critici-interni-conquistare-alleati-esterni/

 

 

 

 

 

 

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