George Soros e Steve Bannon: diversi ma uguali

L’imperialismo cosmopolita statunitense ha provocato una sorta di nazionalismo etnico reattivo che contrappone alla nuova classe capitalista transnazionale un regime americano-centrico. L’idea delirante di Richard Spencer (ideologo neofascista dell’Alt Right) delinea un neo-sionismo post-americano; gli USA si trasformerebbero in una isola ‘’felice’’ per le popolazioni bianche occidentali. Non esiste un male minore, entrambe le scelte sono peggiori. Le tre correnti politiche nord-americane – liberal-liberismo, conservatorismo e destra alternativa – alla prova dei fatti sono fazioni neoconservatrici che, seppure con sovrastrutture ideologiche in parte differenti, perseguono il medesimo obiettivo: il caos creativo. Le cose devono essere chiare: chi ha pianificato lo smantellamento delle costituzioni antifasciste e democratiche? Steve Bannon e George Soros, gli architetti dell’eversione neo-moderna.

 

Fuori Steve Bannon dall’Italia!

Spalleggiato (involontariamente?) dal silenzio omertoso degli ‘’antifascisti liberali’’, Steve Bannon qualche giorno fa si è recato a Roma, dando il proprio appoggio ai partiti conservatori per le prossime elezioni europee. Leggiamo qualche dichiarazione:

“L’Italia sarà il centro dell’universo alle prossime europee grazie a Salvini. Per ciò che rappresenta per l’Europa e per il mondo. Pensiamo a Jair Bolsonaro, recentemente eletto, e che ha modellato gran parte della sua campagna su quella di Salvini” 1

“Sono convinto che la forza gravitazionale naturale per la Russia rimane ancora l’Occidente e non la Cina. Prima o poi dovremo unire l’Occidente giudeo-cristiano, e la Russia che fa parte di esso, e però per questo ci vorranno tanti, tanti decenni”

L’obiettivo che persegue è di modellare su basi etniche gli stati nazionali europei, con l’obiettivo di modificare in senso favorevole al neoliberismo costituzioni democratiche (quindi di fatto, minandole alla radice) . Per fare questo è necessaria una alleanza strategica anche con l’estrema destra israeliana e il nazionalismo (imperialista) territoriale di Tel Aviv.  Le tappe previste di questa catastrofica geopolitica sono:

  • Dividere la Russia bianca da quella asiatica.
  • Continuare la pulizia etnica della Palestina ma lavorando nella prospettiva di una aggressione imperialista all’Iran.

Per questa ragione, il guru dell’Alt Right ha iniziato ad indottrinare una elite di intellettuali prendendo come punto di riferimento la propaganda sionista. Continua:‘’L’ex primo consigliere di Donald Trump ha intenzione di organizzare una sorta di accademia “sovranista” (“scuola dei gladiatori per guerrieri della cultura”) nel monastero medievale in provincia di Frosinone. Si tratta di una scuola di formazione per le nuove leve del populismo: politici che, al termine dei corsi, andranno a rimpolpare le schiere dei partiti europei che hanno aderito al «Movimento» fondato da Bannon che sta guardando anche verso la Russia’’. La redazione di Sputnik Italia ha ospitato gli sproloqui di questo ideologo reazionario, ignorando la matrice russofoba, neo-evangelica e neo-sionista, della sua linea. Senza parole.

 

George Soros: il sicario della CIA

Lo speculatore transnazionale George Soros ha finanziato movimenti eversivi finalizzati a destabilizzare gli stati con il chiaro intento di minarne la sovranità economica e l’indipendenza nazionale. Socio in affari con la mafia ebraica, questo personaggio è reo di aver armato le squadracce neonaziste ucraine, il separatismo etnico asiatico e le ‘’organizzazioni non governative’’ anti-comuniste sudamericane.

Chi è Soros? Cediamo la parola ad Alexander Cockburn, giornalista marxista da poco scomparso:

“Soros ha creato l’Open Society Institute, ma, come mi è stato spiegato da un collaboratore di Counterpunch ben inserito nella topografia politica e intellettuale della regione, “nell’Europa centro-orientale l’organismo di Soros è tutto tranne che una ‘Società Aperta’. Finanzia un numero assai ristretto di produzioni intellettuali e riduce alla fame quelle che si pongono in conflitto con le sue vedute… Molte delle figure di spicco provengono dal novero degli esiliati nel periodo della Guerra Fredda. Gente molto reazionaria o molto neoliberale, se più giovane. Sul territorio, costoro hanno realmente ‘privatizzato l’azione politica’ come tu dici. Hanno anche privatizzato la produzione intellettuale, poiché lo Stato neoliberale ha prosciugato le risorse destinate agli atenei, lasciando solo le fondazioni a finanziare il libero pensiero. E ciò secondo le direttive tracciate da Bill Simon nel 1974, secondo le quali bisognava chiudere il ‘rubinetto dei finanziamenti’ alle persone ‘sbagliate’ e ‘aprirlo’ solo alle persone giuste. Ciò poteva essere realizzato privatizzando la creazione politica dopo gli ‘eccessi’ democratici degli anni ’60 e ’70, fino al momento in cui lo stato fosse stato riconquistato”.

Con il denaro extra di Soros, la HRW potrà elargire sostanziosi emolumenti ai suoi proseliti non americani. E con riferimento agli alti salari che sicuramente ne deriveranno, può essere utile citare l’esperienza dell’Eritrea, che si trovò immediatamente nei guai con il sistema delle ONG dopo l’indipendenza conquistata nel 1991. Il giornalista Tom Mountain, che lavora in Eritrea, mi ha detto: “Prima di tutto, l’Eritrea non permetterà alle ONG di pagare salari superiori a quelli governativi. Perché? Quando le ONG arrivano in un paese, vanno sempre a cercare le menti più brillanti e capaci e offrono loro salari dieci o venti volte superiori alla media locale, comprandosi così la loro fedeltà e spesso mettendole contro il proprio paese. In secondo luogo, l’Eritrea ha imposto alle ONG un contributo del 10% alle spese di ricerca e tutte le ONG che non hanno potuto o voluto mettersi in regola con la documentazione sono state espulse dal paese; allo stesso tempo l’Eritrea ha espulso i ‘peacekeepers’ dell’ONU che si trovavano sul suo territorio”’’ 2

Il cosmopolitismo imperialista forma la nuova casta parassitaria degli ‘’intellettuali vendi patria’’, li indottrina col neo-puritanesimo messianico comprandosi la loro fedeltà e mettendoli contro il proprio paese’’. Qualsiasi riferimento all’idea di nazione viene ricondotta al fascismo, una operazione ideologica truffaldina pensata dai neoconservatori e rilanciata dagli intellettuali della “neosinistra” liberale di terza generazione. Da questo punto di vista Soros e Bannon vivono l’uno della propaganda ideologica dell’altro.

 

Bannon e Soros: pericolose convergenze

Non c’è dubbio che Soros rappresenti una minaccia per la pace mondiale. Continua Cockburn: ‘’Più di recente, “globalizzazione” e “sostenibilità” sono diventati gli immancabili mantra e guai all’aspirante a una sovvenzione che non sia pratico di entrambe queste parole. Le ONG gestite dai ricchi sono istintivamente ostili ai mutamenti sociali radicali, almeno nei termini in cui li avrebbe intesi la sinistra degli anni ’50 e ’60. Il movimento ambientalista americano è oggi sotto la supervisione strategica del Pew Charitable Trust, suo principale dispensatore di sostegno e denaro, ed è quindi stato neutralizzato come forza radicale’’. Questo ultra-capitalista vorrebbe trasformare l’Europa in una appendice coloniale anglo-statunitense minando di fatto le fondamenta “democratiche progressive” delle Costituzioni dei paesi europei.

Il neofascista Bannon è invece coinvolto negli sporchi affari della lobby delle armi. L’Alt Right sta facendo di tutto per armare l’occidente contro il mondo musulmano, la Repubblica popolare cinese e i governi socialisti e socialdemocratici latinoamericani. In poche parole si tratta di una alleanza anti-socialista e anti-musulmana internazionale; il fascismo del ventunesimo secolo.

Su tre questioni, Bannon e Soros, concordano:

  • L’avversione ai movimenti progressisti anti neocolonialisti, socialisti, musulmani sciiti e marxisti.
  • L’appoggio incondizionato all’imperialismo israeliano contro l’Islam sciita ed i suoi alleati regionali.
  • La sino-fobia, che attecchisce tanto a destra quanto a ‘’sinistra’’.

La battaglia contro l’imperialismo americano-sionista è propedeutica per il processo di costruzione di una nuova sinistra di classe e nazionale. Entrambe le fazioni – cosmopolita e neo-etnica – hanno una matrice ideologica atlantica, disprezzano l’etica comunitaria ed i legami territoriali. Fuori dallo stato nazionale (sociale, costituzionale, democratico e socialista) non c’è possibilità di avanzamento per il mondo del lavoro. A partire da queste basi politiche – classe, nazione e solidarietà internazionale – gli anticapitalisti hanno il dovere di ripartire.

https://it.sputniknews.com/opinioni/201903277462792-Steve-Bannon-il-guru-di-Trump-a-Roma/

http://www.ilnodogordiano.it/?p=4010

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Fonte foto: Zero Hedge (da Google)

 

 

 

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