Israele: la dottrina della “guerra eterna” verrà estesa al regime sionista?

L’Occidente collettivo è stato umiliato militarmente in Ucraina e l’imperialismo israeliano sconfitto, a Gaza, dalla guerriglia asimmetrica palestinese. Hamas, sfruttando le incongruenze della dottrina della ‘’guerra non convenzionale’’, ha mandato in frantumi un apparato d’intelligence bucherellato come un formaggio groviera. Tutto ciò che gli strateghi del Pentagono hanno pianificato è la rimozione di Netanyahu, un golpista straussiano ideatore d’un nuovo modo d’intendere lo Stato etnico e totalitario. Le ipotesi sono due:

  • Cercare di togliere alla Federazione Russa l’iniziativa per la costruzione di uno Stato palestinese, basando le trattative sulla dottrina neocoloniale e razzista dei ‘’due Stati’’.
  • Estendere la dottrina della ‘’guerra eterna’’ al regime sionista, liberandosi d’un alleato scomodo.

La prima prospettiva è alquanto difficoltosa: Russia e Cina garantirebbero allo Stato palestinese indipendenza economica e politica, facendone la porta d’ingresso dell’Eurasia, una sorta di Donbass (al di là dell’estensione politica ridotta) mediorientale; gli Stati Uniti, al contrario, non hanno nulla da offrire. La secondo ipotesi metterebbe la fazione ‘’cosmopolita’’ del sionismo contro il ‘’nazionalismo territoriale’’ israeliano. Come ho già spiegato, Tel Aviv è un segmento del sionismo, un movimento politico razzista-imperialista il cui vero potere risiede nelle lobby israeliane anglo-statunitensi. Il potere della lobby sionista statunitense va ben oltre Tel Aviv, Netanyahu, la psicopatologia pazzoide ed il fanatismo dei rabbini, essendo finalizzato alla costruzione di una nuova Architettura di potere. Kiev e Tel Aviv hanno perso contro le guerriglie asimmetriche di Donbass e Palestina, ciononostante nell’anglosfera la distopia totalitaria di George Orwell si è già realizzata: il ‘’capitalismo della sorveglianza’’ è ben più cinico ed aggressivo rispetto a quello proprietario.

 

USA: il giornalismo lubrificato ‘’dem’’ mette fine alla carriera politica di Netanyahu?

Il New York Times ha citato un documento, intitolato ‘’Muro di Gerico’’, per riferire che Israele era a conoscenza del piano d’attacco di Hamas. Scrive Andrew Korybko:

‘’Dopotutto, è il leader israeliano più longevo e ha costruito la sua carriera politica sull’essere un intransigente contro Hamas, ma ora si scopre che il suo terzo governo sapeva esattamente cosa Hamas stava pianificando, ma non è riuscito a intraprendere alcuna azione per fermarlo o migliorare le difese del loro paese intorno a Gaza. Questo rapporto è l’ultimo di una serie di articoli altrettanto schiaccianti da parte del Washington Post (WaPo) e dell’Associated Press (AP) sul patto faustiano di Bibi con Hamas e sui legami decennali facilitati dal Qatar con loro.’’ 1

L’errore di Korybko è quello di credere ad un improbabile‘’patto’’ fra Hamas e Netanyahu, quando la Verità è ben diversa. Israele, avendo decentrato negli ultimi trent’anni gli apparati d’intelligence, non è più nelle condizioni di vincere una ‘’guerra convenzionale’’; uccidere civili è crimine, nonostante ciò le capacità militari dello Stato ‘’per soli ebrei’’ – quantomeno dopo l’11/9– si sono ampiamente ridotte. Gli oppressi (al contrario di quello che pensa Korybko) non sono sempre manovrabili, soprattutto quando combattono nelle ‘’zone tempestose’’ (cit. Mao). Continua l’analista di Russia Today:

‘’Questo spiega perché questi tre principali media mainstream (MSM), che sono tutti allineati con i Democratici al potere negli Stati Uniti, hanno iniziato a coordinare la loro rivoluzione narrativa che ha finalmente iniziato a dispiegarsi nell’ultima settimana. L’articolo del WaPo ha screditato la reputazione di Bibi come intransigente contro Hamas, l’AP ha condizionato l’opinione pubblica ad accettare la possibilità che gli Stati Uniti mediassero una soluzione al più ampio conflitto israelo-palestinese, mentre il NYT ha potenzialmente solo inferto un colpo mortale alla carriera politica di Bib.’’ (Ibidem)

In realtà è molto difficile che gli strateghi della dottrina della ‘’guerra eterna’’ vogliano mediare, mentre la natura cosmopolita del sionismo potrebbe spingere i liberal-globalisti, una élite di transumanisti d’estrazione ideologica anglofila, ad estendere la dottrina della ‘’guerra senza fine’’ a Tel Aviv con l’obiettivo di distruggere tutto e tutti; le guerre del nuovo millennio non vengono combattute per essere vinte ma per gettare intere aree geografiche nel caos attraverso conflitti definiti dal Pentagono ‘’perpetui’’. Una dottrina politica crudele, ma comprovata da un’ampia letteratura militare.

Israele, a detta dello storico Norman G. Finkelstein, uno ‘’Stato pazzo’’, ha esaurito la missione storica che la borghesia imperialista gli aveva attribuito; adesso è pronta per finire in ciò che Leon Trotsky chiamava ‘’la spazzatura della storia’’.

https://www.ambienteweb.org/2023/12/02/il-new-york-times-ha-appena-messo-fine-alla-carriera-politica-di-bibi/

Pugno di ferro d'Israele e crollo dell'Anp: Cisgiordania mobilitata | il  manifesto

Fonte foto: Il Manifesto (da Google)

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