La vittoria di Bashar al-Assad

L’attacco fallito dell’imperialismo USA contro la Siria baathista è stato pianificato, col semplice obiettivo, di non avere un seguito. “Colpisci e terrorizza”, recita un celebre motto americano, ma ad uscirne sconfitti sono i guerrafondai ‘’yankee’’. Trump cerca di gestire i rapporti di forza interni con il complesso militar-industriale e, per questa ragione, ricorre anche a gesti sconsiderati dimostrando insofferenza e noncuranza (più o meno come tutti gli altri presidenti USA) per il diritto internazionale. Sbaglia chi – come La Riscossa, organo del Partito comunista – ipotizza un assurdo ‘’complotto’’ Putin/Trump; Russia ed USA non hanno niente da spartire, semmai il governo siriano ha dimostrato di avere capacità difensive che vanno ben oltre i deliri dell’Alt Right. Con questi rapporti di forza – come ho spiegato altrove – non può esserci nessuna guerra diretta.

Altro che ‘’complotti’’, il Partito Ba’th è una sorta di sentinella della Federazione russa nella regione. Il Sito Aurora ci offre un quadro, alquanto eloquente, della potenza militare siro-iraniana: ‘’ La difesa aerea siriana dispone di una rete di difesa aerea composta da almeno 15 radar di sorveglianza, tra cui forse un radar di primo allarme iraniano che sorveglia le operazioni aeree israeliane sullo spazio aereo libanese ed israeliano, e che copre la regione sud-occidentale della Siria, da Damasco ai confini con Libano e Palestina. La rete della difesa aerea siriana impiega 8 batterie di missili antiaerei S-200 a lungo raggio; 60 batterie di missili antiaerei S-75 ed S-125 a medio raggio; 16 batterie del sistema missilistico mobile 2K12 Kub a medio raggio; 28 sistemi missilistici a medio raggio 9K317E Buk-M1/2E; 14 batterie del sistema missilistico mobile a corto raggio 9K33 Osa, 40 sistemi di difesa aerea mobile a corto raggio Pantsir-S1; 40 sistemi di difesa aerea di punto Igla-S Strelets, 20 sistemi missilistici di difesa di punto 9K31 Strela-1 e 30 sistemi missilistici di difesa di punto 9K35 Strela-10’’ 1. L’ultimo attacco alla Siria è stato fondamentalmente dimostrativo e aveva in realtà un obiettivo politico: ottenere un tavolo delle trattative maggiormente vantaggioso con Mosca e Damasco.

Una volta il giornalista Alexander Cockburn, scrisse che per la causa antimperialista fece di più Bush che Guevara. Attaccare a testa bassa gli stati ed i movimenti di indipendenza nazionale è un modo per coalizzare tutte le differenti forze politiche presenti all’interno di quegli stessi, talvolta anche molto diverse fra loro, contro l’imperialismo USA rendendo più facile l’individuazione degli amici e dei nemici. Hamas è rinsavita condannando l’attacco; i nazionalisti curdi, come purtroppo era prevedibile, si sono schierati con la destra americana. La Palestina si sta unendo; il movimento di indipendenza curdo invece non smette purtroppo di stupirci per la sua posizione amibgua. Una rovina, se non una autentica catastrofe, per il popolo curdo.

Il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, non ha dubbi: “El limitado ataque a Siria supone un reconocimiento de parte de EE.UU. y sus aliados del poderío militar del eje de la Resistencia” 2. Le accuse di Washington – conclude – sono ‘’infondate’’, ‘’pure menzogne’’. Il ‘’giornalismo di regime’’ ha diffuso queste menzogne, senza un minimo barlume di professionalità, svendendosi per un pugno di dollari al complesso militar-industriale ‘’yankee’’.

Il presidente Bashar al-Assad, giunti a questo punto, si trova in una situazione molto simile a quella di Nasser nel 1956. Grazie alla mediazione sovietica, il patriota egiziano ottenne la resa degli imperialismi inglese, francese ed israeliano, guadagnandosi sul campo di battaglia il rispetto di tutti i movimenti antimperialisti del mondo. La sua fama di ‘’eroe antimperialista’’ – al di là delle contraddizioni e della complessità del “nasserismo”, movimento auto-proclamatosi socialista ma, di fatto, interclassista – gli consentì di svolgere, insieme al Maresciallo Tito e a Fidel Castro, un ruolo chiave nel Movimento dei non allineati. Dopo la disintegrazione dell’URSS, resta la Russia (capitalistica) che ne ha raccolto, almeno in parte e forse suo malgrado, l’eredità (anche militare). Assad seguirà le orme di Nasser? La situazione non è facile; il campo antimperialista non è più socialista nè tanto più marxista-leninista, ma nazionalista, un misto di patriottismo interclassista e religiosità (cristiano ortodossa nel caso russo; musulmano sciita in Iran). Non uno, ma ben due passi indietro. Assad andrà verso Nasser oppure opterà per una modernizzazione capitalistica sul modello russo? Il giornale israeliano Haaretz, sempre ben documentato e lucido, si è trovato costretto ad ammettere: “un fracaso para la coalición liderada por Washington y una victoria para el Gobierno sirio, presidido por Bashar al-Asad” 3. Oggi la Siria è più forte, un paese profondamente cambiato e paradossalmente ancor più democratizzato:

‘’All’inizio, c’era la legge d’emergenza. Sin dal 1963, le manifestazioni erano vietate. I giornalisti stranieri potevano entrare solo con il contagocce e le loro attività erano strettamente sorvegliate. Oggi, la legge di emergenza è stata revocata. Ci sono ancora poche manifestazioni a causa di timori di attacchi terroristici. I giornalisti stranieri sono numerosi a Damasco. Si muovono liberamente senza alcuna sorveglianza. Eppure la maggior parte continua a raccontare che il paese sia un’orribile dittatura. Li si lascia fare sperando che si stancheranno di mentire quando i loro governi cesseranno di predicare il «rovesciamento del regime»’’ (Thierry Meyssan, La Siria è cambiata, Rete Voltaire)

Un capolavoro politico, Bashar al-Assad è il vero vincitore del conflitto in corso. Una vittoria meritata per tutto il mondo arabo.

https://aurorasito.wordpress.com/2018/04/14/fallito-attacco-missilistico-da-stati-falliti-occidentali/

https://www.hispantv.com/noticias/el-libano/374263/hezbola-nasrola-eeuu-francia-reino-unido

https://www.hispantv.com/noticias/siria/374238/eeuu-ataques-siria-armas-quimicas-alassad

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