L’amministrazione Biden e l’UE come la Germania nazista?

L’Occidente è indirizzato verso la catastrofe nucleare, assicurandosi la continuità col regime del Terzo Reich. La parentesi trumpiana, nella guerra multidimensionale ‘’di quarta generazione’’, ha rappresentato una tappa intermedia nel rilancio della ‘’guerra totale’’: Biden, molto più di Trump, utilizza il linguaggio di Hitler.

L’ultimo documento approvato dalla Casa Bianca definisce il concetto di ‘’deterrenza integrata’’ basandosi sullo ‘’stato totale’’ teorizzato da Bush e Trump, un’idea agghiacciante del diritto interno: “La concorrenza strategica a lungo termine richiede la perfetta integrazione di molteplici elementi del potere nazionale: diplomazia, informazione, economia, finanza, intelligence, forze dell’ordine e militari’’. Superando il confine fra politica interna e politica estera, l’amministrazione Biden-Harris proclama “Sfrutteremo tutti gli elementi del nostro potere nazionale per superare i nostri concorrenti strategici”. Il documento definisce alcune caratteristiche delle guerre del nuovo millennio, l’integrazione del complesso militare-industriale con la società civile e la costruzione d’una nuova Architettura di potere:

‘’La nostra strategia di difesa nazionale si basa sulla deterrenza integrata: la perfetta combinazione di capacità per convincere potenziali avversari che i costi delle loro attività ostili sono maggiori dei loro benefici. Ciò implica: integrazione tra i domini, riconoscendo che le strategie dei nostri concorrenti operano attraverso i domini militari… e non militari (economici, tecnologici e dell’informazione), e così dobbiamo.’’ 1

 

Questi concetti, promossi dopo l’11/9, sono stati approfonditi teoricamente durante l’amministrazione Trump ed applicati da Biden. Oramai, il ‘’Partito democratico’’ USA segue la linea dei nazisti “Solo l’unicità e l’unità di lo stato, le forze armate e il popolo possono garantire il successo in guerra’’: la guerra di sterminio contro Mosca.

 

Il fascismo che abbiamo in comune con l’Ucraina

Il regime nazista neocons di Kiev è una provincia dell’Impero statunitense d’Occidente. L’art. 6 della Costituzione ucraina oggi in vigore recita ‘’è responsabilità dello Stato preservare il patrimonio genetico del popolo ucraino’’, una eredità razzista approfondita da altri regimi totalitari, oltre alla Germania nazista, come il Sudafrica bianco e lo stato sionista israeliano. Hanno ragione gli attivisti israeliani del Fronte Anti-Nazista: ‘’i nazisti sono fra noi’’.

La lobby ‘’cosmopolita’’ israeliana ha imposto a Kiev un impianto normativo che esclude qualsiasi soluzione diplomatica con Mosca: la ‘’guerra eterna’’ è nel DNA del sionismo revisionista, come spiegò nella sua ricerca storica e filosofica, I miti fondatori della politica israeliana, il musulmano-marxista Roger Garaudy: la lobby israeliana francese non perdonò al filosofo e militante antifascista del Fronte Popolare, l’aver reso noto al grande pubblico i documenti che comprovavano la collaborazione su tutti i fronti fra sionismo di destra e nazismo, riempiendolo di letame in quanto ‘’antisemita’’. Una accusa priva di fondamento, data la militanza antifascista di vecchia data di Garaudy.

Dopo aver assistito alla morte di 15 mila civili nei territori della Nuova Russia, Mosca non poteva non intervenire per proteggere la vita dei propri figli: la natura del conflitto ha contrapposto la Federazione Russa al nazismo ucraino ed agli straussiani, i seguaci dell’ideologo neocons Leo Strauss collocati ai vertici dello ‘’stato profondo ’’. La NATO è un’organizzazione, oltre che obsoleta (come dice il generale radical-democratico Fabio Mini), criminale: non basta uscirne, la sinistra di classe deve lottare per la disfatta militare degli Stati Uniti e dei loro – come li chiamava Mao – lacchè.

Nel 2008, l’analista strategico Rodrigue Tremblay si poneva un problema politico all’ordine del giorno, ‘’perché non abolire semplicemente la NATO?’’, delineando le ragioni geopolitiche e geoeconomiche della guerra che in Ucraina contrappone l’Atlantismo nazi-neocons all’Eurasia multipolare:

‘’Tuttavia, è difficile capire come questo nuovo ruolo offensivo della NATO possa essere nell’interesse dei Paesi europei o del Canada. L’Europa occidentale, in particolare, ha tutto da temere da una recrudescenza della guerra fredda con la Russia e, forse, con la Cina. La trasformazione della NATO da organizzazione militare difensiva nordatlantica a organizzazione militare offensiva mondiale guidata dagli Stati Uniti avrà profonde conseguenze geopolitiche internazionali in tutto il mondo, ma soprattutto per l’Europa. L’Europa esercita una forte attrazione economica sulla Russia. Allora perché intraprendere la politica aggressiva dell’amministrazione Bush-Cheney di accerchiare militarmente la Russia, espandendo la NATO fino alle porte della Russia e posizionando uno scudo missilistico proprio accanto alla Russia? Non sarebbe meglio per l’Europa sviluppare relazioni economiche e politiche armoniose con la Russia? Perché preparare la prossima guerra?’’ 2

 

La guerra in Ucraina sta provocando il collasso dell’UE: molto presto anche gli USA potrebbero conoscere una dissezione neocapitalista interna. Washington ha proiettato il proprio razzismo interno su scala pan-planetaria trasformandosi in una grande Repubblica delle Banane: un’isola-mondo in bancarotta. La verità oltre ad essere rivoluzionaria, è antiamericana.

Il mondo conoscerà nuovi movimenti rivoluzionari terzomondisti e socialisti mentre l’Occidente, di questo passo, andrà incontro alla propria inevitabile catastrofe e, un giorno non molto lontano, l’umanità si ricorderà forse di Biden come ora si ricorda di Hitler.

https://www.wsws.org/es/articles/2022/10/15/6c0c-o15.html

https://www.resistenze.org/sito/os/dg/osdgml18-025623.htm

Kamala Harris again earns over twice as much as Joe Biden, tax returns show | Joe Biden | The Guardian

Fonte foto: da Google

1 commento per “L’amministrazione Biden e l’UE come la Germania nazista?

  1. Paolo
    26 Ottobre 2022 at 16:53

    Nel posizionamento strategico degli stati l’ideologia dei governi è secondaria mentre è primario l’interesse geopolitico. Lo mostra la storia, e anche l’attualità.

    Per esempio con l’amicizia cino-russa nonostante le opposte ideologie comunista e tradizionalista. L’inimicizia Cina-Vietnam, alleato comunista anti-cinese degli Stati Uniti. Le posizioni di Polonia e Ungheria, agli estremi opposti sulla Russia in ambito Nato nonostante un simile indirizzo ideologico dei due governi. Lo scontro decennale tra i due principali fondamentalismi islamici, saudita e iraniano.

    L’Europa esiste in geografia e come utopia, ma non in geopolitica dove è la parte occidentale dell’Impero americano. Nell’epocale summit di giugno la Nato, alla presenza dei più importanti alleati dell’Asia-Pacifico, ha ridefinito la propria missione da europea a mondiale definendo la Cina “avversario globale” e la Russia solo come “minaccia”.

    Con questo nuovo “concetto strategico” della Nato è stato formalizzato quel che era già nelle cose, ovvero che il confronto strategico per tutto l’Impero americano (d’Oriente e d’Occidente) è con la Cina.

    E quindi non impegna più solo il Quad (Usa-Giappone-Australia-India), gli alleati minori asiatici, e gli stati europei già operativi su quel teatro (Regno Unito e Francia, ma recentemente anche Germania con manovre militari congiunte con il Giappone) ma tutti gli stati della Nato.

    Cosa possa significare in pratica lo potremmo scoprire in caso di scontro militare per Taiwan, in cui l’amministrazione Usa ha ripetuto più volte l’intenzione di intervenire direttamente con la parte delle proprie forze posizionate in quel teatro, e non solo con un mero sostegno esterno come nel caso ucraino.

    L’Ucraina viene sostenuta non contro la Russia in quanto tale, ritenuta potenza regionale e non “avversario globale”, ma per indebolirla in funzione anti-cinese cogliendo la palla al balzo dell’inattesa (da tutte le intelligence) non riuscita dell’operazione militare rapida con cambio di governo a Kiev (e fuga pianificata dal governo americano di Zelensky, da lui rifiutata all’ultimo momento con il supporto dei britannici, punta di lancia della linea massimalista nordico-estica) trasformatasi in guerra di logoramento negli oblast dell’Est e del Sud.

    Sul cui proseguimento si confrontano di nuovo nella Nato la linea “massimalista” nordico-estica (minoritaria negli apparati americani) che ora punta allo sfondamento fino ai confini del 1991, e la linea pragmatica, maggioritaria negli apparati americani e sostenuta dagli euro-occidentali a partire da Macron, di una stabilizzazione del fronte per arrivare a un cessate il fuoco.

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