L’espansione dei Brics aprirà le porte a nuove rivoluzioni antimperialiste?

L’attuale “capitalismo-1984” ha concentrato il potere nelle mani di una élite anglosassone super-ricca che, oltre a scatenare guerre d’aggressione imperialiste, pretende di controllare la vita delle persone, rimettendo in discussione il concetto di natura umana.

L’Occidente collettivo ha una struttura piramidale: ai vertici troviamo i neocons statunitensi, poi le diverse lobby israeliane ed infine le multinazionali anglosassoni che operano come entità (semi)indipendenti agli ordini del Pentagono. La nuova ultra-borghesia USA/Gran Bretagna/Israele non ha bisogno di Stati nazionali forti; l’antico ‘’potere borghese’’‘’Dio, Patria, famiglia’’ – è antiquato davanti ad un nuovo modo d’intendere la guerra. L’imperialismo USA, dopo i fatti dell’11/9, ha scatenato delle guerre non convenzionali, col solo intento di gettare intere aree geografiche nel caos; le strutture statuali nelle nazioni esterne al mondo globalizzato, secondo questo nuovo modo d’intendere la guerra, dovevano essere distrutte.

Secondo l’analista strategico cubano, Raul Antonio Capote, la transizione al capitalismo ‘’senza frontiere’’ (qualcosa che vanifica, i discorsi sull’accoglienza della sinistra ‘’zombie’’) potrebbe rappresentare l’ultima tappa della società classista; in caso contrario, il futuro che ci aspetta andrebbe ben oltre la distopia fondata sul Dolore descritta da George Orwell.

Quali sono le maggiori resistenze al ‘’capitalismo della sorveglianza’’? Al G20, le nazioni in via di sviluppo non hanno rimesso in discussione il sistema capitalista anglosassone, ma hanno smesso di firmare i testi di Washington rifiutandosi di aderire alla ‘’guerra eterna’’. Scrive il giornalista investigativo Thierry Meyssan:

‘’Il vertice appena concluso di Gandhinagar ha segnato la fine dell’influenza occidentale, a vantaggio del multipolarismo. Con un gesto simbolico, l’ospite, il primo ministro di Bharat, Narendra Modi, ha invitato un nuovo membro permanente, il 21°: l’Unione Africana (UA), che rappresenta i 55 Stati del continente, di cui uno solo, il Sudafrica, ne era già membro. Tuttavia l’unione politica del continente africano in un certo modo ne era già membro, attraverso l’intermediazione del suo programma di sviluppo, il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa.’’ 1

Gli anglosassoni, i quali crearono il G20 come ombra del G7 per tenere sotto controllo i Paesi colonizzati, hanno cercato d’imporre la loro visione del mondo contro Russia e Cina. Dall’altra parte, Mosca e Pechino hanno coalizzato le nazioni in via di sviluppo, richiamandole al rispetto della Carta delle Nazioni Unite: non stiamo parlando di ‘’Che’’ Guevara, ma della transizione – fuori dall’anglosfera – ad un nuovo ordine fondato sulle regole. Le nazioni Brics, es. l’India, continuano a cooperare col l’Occidente, nonostante ciò non hanno più fiducia nell’unipolarismo; Paesi come Argentina ed Arabia Saudita hanno ripiegato sulla ‘’geopolitica del serpente’’ per ricostruire il proprio capitalismo nazionale. Non c’è nulla di rivoluzionario in tutto ciò; il multipolarismo, davanti l’anonimato del capitalismo anglosassone, rappresenta una difesa dei valori del ‘’vecchio’’ capitalismo borghese in una prospettiva post-moderna.

Il 16 settembre 2023, Mali, Burkina Faso e Niger hanno firmato la Carta che istituisce l’Alleanza degli Stati del Sahel: dopo aver respinto il nemico tattico in quell’area geografica, l’imperialismo francese, le nazioni africane si preparano allo scontro col nemico strategico, l’imperialismo statunitense. Molto presto, l’Africa avrà un ruolo fondamentale nella transizione al multipolarismo. Domanda: tutto questo è anticapitalismo? Lasciamo che a rispondere sia il marxista indiano, Prabhat Patnaik:

‘’Nei circoli della sinistra dei Paesi membri si è discusso molto su cosa significhi esattamente BRICS per l’imperialismo. Alcuni sostengono che, pur essendo anti-imperialista, non è anti-capitalista; ma anche definirlo anti-imperialista è un’affermazione eccessiva. Un gruppo con leader come Modi, MBS (dell’Arabia Saudita) e Sisi (dell’Egitto) non può essere definito antimperialista. Ciò che fa, tuttavia, è indebolire, almeno in una certa misura, la morsa monopolistica delle istituzioni imperialiste sull’economia mondiale; e questo è certamente uno sviluppo positivo. Non costituisce di per sé un colpo contro l’imperialismo, ma crea un contesto più favorevole affinché i lavoratori di tutto il mondo possano sferrare un colpo contro l’imperialismo.’’ 2

Dietro l’espansione dei Brics c’è una componente antimperialista (quindi i marxisti rivoluzionari devono appoggiarla tatticamente), ciononostante siamo molto lontani dalle Rivoluzioni democratiche-popolari degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. La Cina popolare ha raccolto l’eredità dell’Urss, il primo Stato multietnico ed antimperialista della storia? L’imperialismo USA è una bestia ferita, nessuno vuole dargli il colpo di grazia, ma in molti l’accompagnerebbero volentieri al cimitero.

https://www.voltairenet.org/article219696.html

https://www.resistenze.org/sito/os/ec/osecni04-026457.htm

Rusia confirma que en próxima cumbre se debatirá ampliación Brics – Radio Florida de Cuba

Fonte foto: da Google

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