Il piano di Jared Kushner per il Medio Oriente implica una alleanza a due, USA ed Israele, contro diversi attori in campo. L’ostilità verso Cina e Russia prende una forma differente; Trump minaccia la guerra per imporre condizioni bilaterali svantaggiose (per gli interlocutori). Una cosa è però certa: contro il blocco euroasiatico non può che uscirne con le ossa rotta. Sul piano interno invece, il nazionalista ‘’yankee’’ sta vincendo, con un punteggio tennistico, la sua guerra contro i liberali. La fazione di Obama, quella che ha bombardato i paesi più poveri di questo mondo (come altre amministrazioni democratiche…), non può che ricorrere alla menzogna dei mass media; le foto dei campi d’internamento per bambini – foto vere – riguardavano l’amministrazione ‘’democratica’’, si tratta quindi della messinscena di una televisione privata in lingua spagnola, Telemundo, vicina alla mafia cubana ed al clan Clinton. Il ‘’quarto potere’’ sta facendo l’impossibile contro l’Alt Right, ma è prossimo alla sconfitta.
Il polo alternativo – Iran, Russia e Cina – può avere la meglio contro l’imperialismo americano-sionista, e questo dovrebbe far gioire i democratici e gli antimperialisti. Dall’altra parte Trump – nel caso dovesse rivincere le elezioni – avrà disintegrato l’imperialismo ‘’democratico’’, riciclando a destra le carie fazioni del neoconservatorismo. Che cosa dovrà fare Putin per fronteggiare al meglio l’offensiva dell’Alt Right? Il presidente russo è il diplomatico più abile del mondo; di fronte ad una offensiva conservatrice non potrà lasciare spazio ai santoni tradizionalisti come Dugin. Alcuni aspetti della trascorsa esperienza sovietica potebbero essere riportati in voga. Saranno tempi duri per gli oligarchi, forse come non mai.
Chi è il nemico principale in questa fase? Soros, ma non per molto. Questo squalo dell’alta finanza è avanti con gli anni; quando verrà meno anche Obama, Clinton ed il baraccone politicamente corretto, quasi come se si trattasse d’un organismo mantenuto in vita artificialmente, scomparirà anche lui. L’imperialismo ‘’democratico’’, i neoconservatori liberali, i fantocci delle rivoluzioni colorate andranno incontro alla resa dei conti; l’Alt Right lascerà che i neonazisti del Ku Klux Klan facciano piazza pulita fra movimenti LGBT, sionisti di ‘’sinistra’’, ‘’negri da cortile’’ e antifascisti liberali. L’imperialismo mostrerà nuovamente la sua faccia più ripugnante. Nessun diritto sarà ben accetto nel ‘’nuovo’’ fascismo americano ma, in fin dei conti, quando mai gli USA sono stati un paese realmente plurale? Finiamola con questa buffonata, l’attuale governo non si è inventato nulla. Obama era un guerrafondaio spalleggiato dai mass media; fumo negli occhi, concime per imbecilli radical chic. La sinistra invertebrata è la prima responsabile della ascesa (neo)conservatrice. Il neofascismo avanza e la ‘’sionistra’’ (espressione dello storico marxista Mauro Manno) dovrebbe metaforicamente finire sul banco degli imputati per connivenza politica.
I lavoratori devono avere, dalla loro, avanguardie capaci di prevedere il futuro. Chi prenderà – da destra – il posto di Soros? La risposta è semplice: Jared Kushner, architetto della ‘’pace imperialista’’. Dopo aver liquidato i wahabiti ‘’pazzoidi’’ in Casa Saud, il genero di Trump ha ordinato l’uscita statunitense dalle Nazioni Unite. Gli USA si accingono a diventare una colonia israeliana? Con Clinton ed Obama lo erano nella medesima misura, quello che cambia sono i termini dell’alleanza – sempre più strategica – col nazionalismo territoriale sionista. I sionisti di ‘’sinistra’’ possono smettere di recitare, adesso il genocidio procederà senza maschere. L’imperialismo israeliano diventerà il fucile dell’unilateralismo nord-americano in Medio Oriente; Netanyahu continuerà ad uccidere persone inermi e a farsi beffe dei giuristi liberali. Pochi studiosi hanno messo in risalto come, nell’oligarchia israeliana, ci siano personaggi di gran lunga più pericolosi del premier, rabbini fondamentalisti estranei all’antica tradizione giudaica, secondi in ordine al neonazista Naftali Bennet.
La Rete Voltaire – con una inspiegabile imparzialità – riporta in grandi linee il piano Kushner per la ‘’pax imperialista’’, ovvero sporca di sangue, mediorientale. Leggiamo:
“Kushner e Greenblatt, collaboratori di lunga data di Donald Trump ed entrambi ebrei ortodossi, hanno l’incarico di preparare il piano di pace per il Medio Oriente, senza però riferirne al dipartimento di Stato. Mentre saranno in viaggio, David Friedman, ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, sarà a Washington per consultazioni di routine.
Il piano USA dovrebbe basarsi sulla «Soluzione a due Stati»; la Giordania allargata alla Cisgiordania potrebbe diventare lo Stato Palestinese con capitale un quartiere di Gerusalemme (Abu Dis e, eventualmente, Jabel Mukaber, Issawiya e Shuafat).
Il piano USA è finalizzato a migliorare la situazione dei palestinesi, non a soddisfare tutte le loro aspettative. Già ora vi si oppone Mahmud Abbas, ma non la maggior parte delle fazioni palestinesi (inclusi un’ala di Fatah e Hamas, che invece lo sostengono). Francia, Svezia e Regno Unito stanno già cercando di sabotarlo. Il piano dovrebbe essere reso pubblico integralmente a fine luglio’’ 1
I palestinesi verranno (seguendo la citazione) deportati con la forza in Giordania. Nessuna sovranità, nessuna capitale indipendente, tanto meno Gerusalemme Est, che spetta di diritto a questo popolo martoriato. Soltanto un duplice protettorato. Hamas, per la seconda volta in sette anni, si è venduta ai massacratori del proprio popolo. Chi può (e deve) fermare Jared Kushner? L’Iran, la Siria, la sinistra palestinese. E Putin? Un intervento sino-russo contro questo architetto della pulizia etnica sarebbe, quanto mai, legittimo. Il marito di Ivanka Trump, cinico ed assetato di potere, deve essere fermato.
Poco prima ho ribadito una drammatica verità: la ‘’pax imperialista’’ implica ‘’spargimento di sangue’’. Non si tratta d’un mero verbalismo: ‘’Israele e Giordania osservano con preoccupazione la preparazione di un’offensiva nel sud della Siria da parte dell’Esercito Arabo Siriano e dei suoi alleati. Pur avendo ammesso che in Siria non ci sono truppe iraniane, ma solo consiglieri militari, Israele e Giordania temono tuttavia che nella regione s’insedino Hezbollah e milizie sciite afgane e irachene, pro-iraniane’’ 2. Un intervento militare diretto contro la Siria è da sempre nel DNA di Tel Aviv. Trump darebbe appoggio diplomatico all’operazione, utilizzando l’eventuale proseguo del conflitto come arma di ricatto nei confronti di Putin. Ma il presidente eletto, Kushner e Netanyahu – mi riaggancio all’incipit dell’articolo – qualora seguissero questa linea, potrebbero andare incontro ad una bruciante sconfitta. La resistenza popolare siriana, dopo la vittoria sulla sovversione wahabita, è molto motivata, lo stesso potrebbe dirsi per le milizie iraniane e per i russi.
La sinistra imperiale è agli sgoccioli, ora bisogna inasprire la lotta contro Soros. Subito dopo arriverà Jared Kushner, un nemico che non ha nulla da invidiargli. L’architetto della catastrofe, non ancora, imminente.
http://www.voltairenet.org/article201549.html
http://www.voltairenet.org/article201584.html
Foto: Haaretz (da Google)