La lunga guerra del Donbass, in corso da otto anni, porta le gravi responsabilità di Kiev, di Mosca e di Washington, nonché dell’Unione Europea responsabile di essere rimasta spettatrice di un disastro annunciato. La questione dell’autonomia o dell’indipendenza delle repubbliche del Donbass, la cui popolazione russa e russofona è stata vittima della durissima repressione e dell’esplicita discriminazione di Kiev (molto eloquentemente il governo Poroshenko, fomentato dagli Stati Uniti e dell’occidente per infiammare la situazione rinfocolando le gravi tensioni tra Russia e Ucraina, gestì la situazione del Donbass sotto l’etichetta dell’anti-terrorismo) doveva essere posta e affrontata tempestivamente. Quanto al fatto che la Crimea sia russa per conto mio non dovrebbero nemmeno esserci discussioni.
Non sono affatto certo che la scelta della Russia di convocare ora i referendum sullo status del bacino del Donbass (che le relative popolazioni russe avevano peraltro chiesto già all’indomani dell’analogo referendum svoltosi in Crimea nel marzo del 2014) sia la più opportuna, anche se dal suo punto di vista potrebbe rappresentare una exit strategy per capitalizzare le posizioni raggiunte e chiudere il conflitto come la esortano a fare anche i suoi alleati nell’area BRICS e la Turchia.
L’UE e gli Stati Uniti, invece di condannare “fermamente” il “referendum farsa”, che ovviamente si svolgerà in una situazione militarizzata, dovrebbero, al contrario e proprio per questo, contribuire a legittimarlo. È quello che farebbero UE e Stati Uniti se volessero agire in direzione della conclusione del conflitto, non condannando i referendum ma entrandovi congiuntamente come osservatori con forze internazionali preposte, per poi accettarne il risultato. Il muro contro muro ai referendum porta alla prosecuzione del conflitto. Forse il principio di autodeterminazione che ci piace tanto va bene solo quando conviene?
Bisognerebbe leggere la Repubblica ogni giorno per sapere con certezza quale sia la strada da NON seguire perché porta alla catastrofe e alla prosecuzione della guerra.
Fonte foto: Sky Tg24 (da Google)