Trump: la politica imperiale continua

La sconfitta di Hillary era stata accolta con grande soddisfazione da parte di coloro che ne temevano giustamente l’aggressività. Il conflitto nucleare non sarebbe stato impossibile. Non si era festeggiata la vittoria di Donald Trump ma la sconfitta di una pericolosa psicopatica.

Era sembrato ai più che Donald volesse concentrare le sue attenzioni sull’occupazione, sull’ aumento dei redditi della classe media, sul rilancio dell’industrializzazione, Da qui l’idea di penalizzare le delocalizzazioni, riattivare il settore minerario, alleggerire le spese e le avventure militari, riequilibrare la bilancia commerciale, difendere l’economia locale con dazi forti, in particolare sui prodotti cinesi.
Era sembrato che con il ritorno ad un parziale isolazionismo e ad un modesto protezionismo, Trump volesse un’America forte ma non egemone.
Tuttavia poco alla volta, incalzato dalle manifestazioni sorosiane e dai giochi di palazzo gestiti dai Clinton, Donald cedeva pezzi di programma e si rendeva meno credibile con mutamenti repentini (più che da incoerenza mi sono sembrati dovuti alle pressioni esterne).

L’utimo colpo – forse il più duro – è stato l’assalto vincente dei neocon e dei neoconliberal contro la carica di Consigliere per la Sicurezza nazionale assegnata dal Presidente a Michael Flynn. Una leggerezza diplomatica- una telefonata non protetta con l’ambasciatore russo – ha costretto l’ex generale alle dimissioni che Trump poteva non accettare e che invece ha accettato, rivelando non solo incompetenza politica ma anche debolezza caratteriale.
Ora tutti i suoi collaboratori sanno che che Donald non li difenderà più di tanto e saranno più facilmente ricattabili.
Non a caso Trump sceglie come suo Consigliere per la Sicurezza nazionale il generale H. R. Mc Master, militare di grande esperienza e nemico dichiarato della Federazione russa. Ma è uno che non sottovaluta l’avversario. Davanti al Congresso ha dichiarato che la Russia militarmente è più forte degli Stati Uniti, suscitando panico data la fonte da cui arrivavano tali tremebonde notizie. A tal scopo ha creato un gruppo di esperti che sappia modernizzare le forze militari per essere in grado nel 2020 di fronteggiare l’Orso russo.
Finite qui le speranze di distensione. Trump non è più padrone a casa sua. Vedrà soddisfatti i suoi progetti più squallidi (niente Obamacare, cacciata degli immigranti sgraditi, riduzione dei fondi per l’accoglienza, devastazione dell’ambiente…) In compenso se non obbedirà sulle questioni cruciali ( guerre, Wall Street…) la spazzatura di palazzo (i Clinton, i Bush…) avvierà un procedimento di impeachment per tradimento.

La guerra con la Russia non si farà (almeno nel breve periodo) non perché vi sarà distensione. Continueranno le provocazioni non solo da parte degli States ma anche dall’Unione europea. E potranno continuare le sanzioni che danneggeranno l’Europa ma solo in parte la Russia dato l’immenso mercato asiatico. Non si farà la guerra perché la Russia, come ha detto H. R. Mc Master, è troppo forte militarmente. Saranno altri i soggetti contro cui si vorrà scatenare tutta la furia dell’impero: l’Iran e la Cina. Si cercherà di stroncare l’Iran sul piano finanziario e commerciale, poi si darà eventualmente il via alle operazioni distruttive. Ma non sarà facile. Anche in caso di vittoria gli americani sconterebbero gravissime perdite. Se la furia sarà scatenata contro la Cina è presto detto…un disastro immane del militarismo americano che coinvolgerà tutto il mondo. Forse Trump queste cose le aveva intuite ma è stato sollevato dal comando perciò ora tutto è possibile.

Ulteriori approfondimenti sulla riglobalizzazione violenta…alla prossima.

L'immagine può contenere: 1 persona, vestito elegante

Fonte foto: Google

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.