Ucraina: Israele minimizza i crimini degli eredi di Stepan Bandera

La natura fascista del regime di Kiev è comprovata dalla messa al bando dei partiti comunisti e socialdemocratici, dalla ferocissima persecuzione delle organizzazioni sindacali e dai ripetuti pogrom contro ebrei, persone LBGT e rom. L’Ucraina è uno stato etnico nel cuore dell’Europa che, seguendo la Carta delle Nazioni Unite, non avrebbe il diritto d’esistere: il capitalismo bianco come il Ku Klux Klan comanda.

Quando gli Stati Uniti entrano in guerra sacrificando gli stati-laboratorio creati dalla CIA, lo fanno mobilitando le proprie lobby: la lobby sionista è parte integrante dello Stato profondo, questa contraddizione ha spinto i lobbisti israeliani-statunitensi a sostenere i negazionisti della Shoah ucraini. La Lega Anti-Diffamazione (Anti-Defamation League) dopo una iniziale titubanza, condizionata dalle pressioni dei falchi del Pentagono ha accettato la riabilitazione dei collaborazionisti hitleriani, gli eredi di Stepan Bandera che aiutarono le S.S. a pianificare la eliminazione degli ebrei in Europa.

Riallineandosi col Pentagono, la Anti-Defamation League ha chiuso gli occhi di fronte al rilancio del culto di Bandera, uno dei più feroci antisemiti del ‘900, accettando (di fatto) la minimizzazione dell’Olocausto negli Stati Uniti e nei paesi dell’UE. Il giornalista arabo, Ali Abunimah, ha lucidamente analizzato le ripercussioni politiche della globalizzazione del neonazismo avvallata dalla lobby della destra israeliana; il mondo occidentale è entrato nella ‘’società del controllo ’’ metabolizzando la normalizzazione del razzismo eurocentrico: l’imperialismo come una nuova modalità d’intendere le relazioni sociali e l’oppressione di classe.

Bandera è risorto grazie ai falchi della CIA e del MI6. Scrive Ali Abunimah:

‘’Con gli Stati Uniti e l’Europa che armano e sostengono il governo di Kiev, tutto questo deve essere sepolto insieme alle ampie prove di sostegno al nazismo e al fascismo nell’attuale Ucraina.

Riconoscere questa realtà non è come affermare che 40 milioni di ucraini sono nazisti o che il Paese merita di essere attaccato.

Tuttavia è fondamentale che i cittadini degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dei Paesi membri della NATO sappiano che i loro governi sono collusi con,  e armano e addestrano, elementi di estrema destra e nazisti che sicuramente non sono “marginali”’’ 1

La gestione militarizzata della pandemia, a vantaggio dell’Elite aziendale anglo-statunitense, ha preparato le condizioni psicosociali per la guerra imperialista anti-euroasiatica: nella mia inchiesta All’ombra del Covid-19. Vecchie e nuove Elite in cerca di potere (Susil Edizioni, 2021), nella primavera/estate del 2020, avevo spiegato come la vittoria della fazione ‘’cosmopolita’’ della borghesia USA sui jacksoniani rappresentati dal presidente uscente Donald Trump, avrebbe accelerato la declinazione neoliberista del Grande Reset fino alla costruzione in Occidente d’una nuova Architettura di potere: uno status di cyber-guerra permanente.

Non è un caso che l’ADL, nel 2015, occultò le responsabilità politiche dell’allora Primo Ministro israeliano Netanyahu, il quale scagionò Hitler dalla Shoah incolpando la Confraternita dei Fratelli Musulmani. La stessa ADL mantenne ottime relazioni politiche col Sudafrica razzista e la dittatura militare di Augusto Pinochet, negli anni ’70: il socialismo è il nemico principale degli ebrei di destra. Conclude Abunimah:

‘’Tuttavia, è ancora difficile capire il cinismo necessario a un gruppo di lobby israeliano per bollare quasi ogni sostegno ai diritti dei palestinesi come “antisemita”, mentre aiuta a riabilitare i complici dell’Olocausto di Hitler.’’ (Ibidem)

La lobby sionista ha scelto la strada del doppio antisemitismo: contro gli arabi, ma anche contro gli ebrei che avversano l’imperialismo USA. Non rappresentano l’ebraismo, ma soltanto il neoconservatorismo occidentale. Sionismo e nazismo hanno lo stesso avversario di classe: il socialismo anticolonialista. Una storia archiviata dai governi israeliani, ma ancora viva nella memoria storica di chi si oppose ad Hitler, Mussolini, Jabotinsky e Begin (padri fondatori della destra israeliana). Kiev: capitale del neofascismo mondiale?

 

Volodymyr Zelensky: il presidente ebreo e neonazista, fantoccio del Pentagono

I giornalisti di The GrayZone, Alexander Rubinstein e Max Blumenthal, con una eccellente inchiesta giornalistica hanno analizzato le tappe che hanno portato il presidente ebreo Volodymyr Zelensky a collaborare, strategicamente, coi neonazisti. Non è stata l’’’ebraicità’’ (‘’non concetto’’ decostruito dal filosofo antimperialista Gilad Atzmon) del presidente il vero collante coi giornalisti lubrificati, ma la sua fedeltà allo Stato profondo israeliano; i ‘’media di regime’’, preso atto del sionismo del presidente-fantoccio, hanno scatenato una ondata russofoba degna dei propagandisti hitleriani:

‘’Dietro la propaganda dei media mainstream si nasconde il complesso rapporto – divenuto sempre più stretto – che l’amministrazione di Zelensky ha intrattenuto con le forze neonaziste investite di importanti incarichi militari e politici dallo stato ucraino, e il potere di cui questi manifesti fascisti hanno goduto da quando Washington ha installato un regime allineato all’Occidente attraverso un colpo di stato nel 2014.

In effetti, il principale finanziatore di Zelensky, l’oligarca ebreo ucraino Igor Kolomoisky, è stato un benefattore chiave del battaglione neonazista Azov e di altre milizie estremiste.’’ 2

Il presidente russo Vladimir Putin ha ragione: ‘’non si può dialogare con una banda di drogati e neonazisti’’.

https://www.invictapalestina.org/archives/45261?fbclid=IwAR39fmEbD_wY7zHuWUWPmlmtS9IsBCsutpV96Zj0Hd3KdDEqlFSCFMDoMbg

https://www.sinistra.ch/?p=13154

Azov, i nazisti dietro Zelensky

 

 

 

 

9 commenti per “Ucraina: Israele minimizza i crimini degli eredi di Stepan Bandera

  1. Paolo
    23 Marzo 2022 at 23:23

    La disperata ricerca di giustificazioni alla guerra imperialista e sciovinista grande-russa di Putin in Ucraina è tipica del “campismo”, ovvero l’adesione alla teoria dei conflitti umani come blocchi mondiali geopolitici contrapposti invece che come lotte di classe all’interno dei blocchi e dei paesi. Il campismo sciovinista è l’opposto dell’internazionalismo di classe. Lo sciovinismo grande-russo di Putin è l’opposto dell’impostazione federale data da Lenin all’Urss, riconoscendo le repubbliche e la loro autodeterminazione. Nel suo discorso del 21 febbraio – di fatto una dichiarazione di guerra – Putin ha attaccato Lenin per aver riconosciuto la repubblica ucraina nell’Urss, sottraendola alla Russia. Putin ha rispolverato lo sciovinismo dell’aristocrazia e della borghesia grande-russa combattuto da Lenin. Un imperialismo sciovinista e anche tradizionalista (vedi dichiarazioni del patriarca ortodosso di Mosca e citazione di Putin della Bibbia) che sono alla base della guerra contro il popolo ucraino che combatte per la propria autoderminazione. Lotta di classe e autoderminazione dei popoli – dovunque si svolgano e qualsiasi siano i giochi geopolitici di potenza in cui siano coinvolti – sono strettamente collegate nel marxismo internazionalista. Con cui il campismo sciovinista non ha niente a che fare. L’internazionalismo di classe combatte tutti gli imperialismi capitalisti. Non solo l’imperialismo capitalista post-moderno e globalista in nome di altro imperialismo capitalista, di tipo tradizionalista e sciovinista.

    • Fabrizio Marchi
      24 Marzo 2022 at 14:33

      Mi pare che tu stia tirando per la giacchetta Lenin pro domo tua. La tua è piuttosto una posizione “post trotzschista” (cioè da troschismo occidentale post Trotzschj) piuttosto che leninista. Una posizione che – guarda caso – arriva di fatto a sovrapporsi e a coincidere con quella dell’imperialismo occidentale nel momento in cui scrivi “Un imperialismo sciovinista e anche tradizionalista (vedi dichiarazioni del patriarca ortodosso di Mosca e citazione di Putin della Bibbia) che sono alla base della guerra contro il popolo ucraino che combatte per la propria autodeterminazione”.
      Quindi la guerra secondo te è iniziata poco meno di un mese fa quando la Russia ha attaccato l’Ucraina e non otto anni fa quando un colpo di stato promosso dagli USA e dalla NATO appoggiato da forze ultrareazionarie e anche neonaziste ha rovesciato il governo filo russo (o non ostile alla Russia) dando inizio alle ostilità (e ai crimini) contro le popolazioni russe del Donbass con l’obiettivo non dichiarato, ovviamente, di portare l’Ucraina dentro la NATO e circondare la Russia da ogni lato?
      Per te l’aggressore è la Russia e l’aggredita è l’Ucraina. Alla faccia della complessità e anche del metodo leninista!…Stai sposando in toto la più banale e scontata narrazione ideologica occidentale. Manca solo che anche tu faccia il solito panegirico sulla libertà, la democrazia, i diritti e il progresso da una parte e la tirannia e l’oscurantismo dall’altra e il cerchio è chiuso. Ma queste sono favole per bambini che nulla hanno a che vedere con la realtà vera e soprattutto con un’analisi seria delle cose.
      Ciò detto, qui nessuno si è infatuato della Russia di Putin (forse nella tua foga “radical sinistrista” hai sbagliato soggetti e obiettivi…), sappiamo benissimo che la Russia di Putin è una società capitalista declinata secondo l’ideologia vetero borghese ortodossa tradizionalista russa nei confronti della quale credo che nessuno di noi nutra particolare simpatia. Ma il punto non è questo. Bisogna distinguere l’analisi dei fatti, cioè delle cause che hanno portato all’attuale crisi, dall’analisi della società e dello stato russo. Tu invece sovrapponi completamente i due aspetti, e così facendo, anche in questo caso, sposi completamente, ancora una volta, quella narrazione ideologica occidentale che dici di voler combattere. E facendo questo, commetti un altro madornale errore per un marxista, perchè metti sullo stesso piano l’imperialismo globale, diciamo pure planetario, americano – cioè la contraddizione principale – con la politica di potenza regionale della Russia, cioè la contraddizione secondaria. E questo il Lenin che citi (ma anche Mao, ma suppongo che a te vengano le bolle al solo nominarlo) non te lo avrebbe mai perdonato, metaforicamente parlando.
      Un’ultima cosa, in risposta ad un tuo precedente commento. Il solito uccellino birichino, cioè il mio modesto intuito, mi dice che la veemenza (che posso anche condividere) che hai nel criticare l’ideologia sciovinista vetero tradizionalista russa non ce l’hai se si tratta di criticare l’altrettanto sordidamente sciovinista ideologia neoliberale, politicamente corretta, femminista, cosmopolita (ecc. ecc. ) dominante nel mondo capitalista occidentale. Quello stesso uccellino birichino (ma spero veramente di sbagliarmi…) mi dice che ci sia la possibilità che tu invece aderisca a questa ideologia, magari con qualche più o meno piccolo distinguo, ma nella sostanza la faccia tua. Non saresti il solo, sia chiaro, è la contraddizione in cui versa la pressochè totalità della cosiddetta sinistra radicale e antagonista più i vari cespugli e cespuglietti anarcotroschisti, rifondaroli, ferrandiani ecc. ecc. che sono imbevuti di ideologia neoliberale e politicamente corretta – cioè l’ideologia attualmente dominante del sistema capitalista e imperialista – e non ne sono neanche consapevoli.
      Mi sbaglio? Spero di sì.

  2. Paolo
    24 Marzo 2022 at 17:59

    Tanto per mettere i puntini sulle “i” non sono trotskysta, ma luxemburghiano. Comunque sì, radicalmente critico verso le posizioni neo-staliniste e neo-campiste. “Neo” perchè mentre il campismo storico aveva una sua spiegazione auto-giustificativa nella presenza dell’Urss e del cosiddetto “campo socialista”, il neo-campismo ha perso ogni giustificazione con l’arrivo in Russia del putinismo. L’analisi sulla “contraddizione secondaria” e sulla “politica di potenza” tipiche del campismo, nel neo-campismo viene fatta come se in Rissia ci fosse ancora l’Urss e non un regime capitalista oligarchico, tradizionalista e sciovinista. Che ovviamente è impossibile non ammettere, e allora si usa l’artificio di separare l’analisi del capitalismo e del regime russo da quella globale, usando separatamente per questa i vecchi schemi del campismo come in un rito evocativo del fantasma dell’Urss, facendo finta che sia ancora in vita. Ovvio che il capitalismo imperialista principale e dominante è quello insediato nel mondo anglosassone e nel suo sistema di alleanze, con tutte le sue caratteristiche oggetto di analisi e dibattito. Ma il rimedio è peggiore del male se chi vi si oppone statualmente lo fa nel nome della reazione tradizionalista e sciovinista, come in forma diversa negli anni ’20-30 del secolo scorso. La sinistra di classe lavora per andare oltre il capitalismo, non per tornare indietro come il “socialismo reazionario” ben definito da Marx. In assenza dell’Urss le posizioni del neo-campismo si ritrovano inevitabilmente in compagnia del rossobrunismo comunitarista e di quello hegelista alla Fusaro. Certo distanti dalla disprezzata “sinistra radicale” – definita tale usando lo stesso termine delle destre e delle finte sinistre – che altro non è che la sinistra di classe e internazionalista. Comunque, al di là della questa sì radicale differenza, apprezzo lo spazio concesso a posizioni diverse, e ringrazio per questo.

    • Fabrizio Marchi
      24 Marzo 2022 at 22:05

      Come già detto, è evidente che hai sbagliato soggetti e obiettivi della tua critica perchè personalmente non sono mai stato un campista (se poi mi vuoi appiccicare l’etichetta per portare acqua al tuo mulino è un altro discorso) nè uno stalinista, neostalinista né tanto meno un sostenitore del vetero tradizionalismo borghese, in salsa russa o altro. O, molto più probabilmente, non hai sbagliato affatto soggetti perché quello che cerchi è la polemica fine a se stessa e la provocazione ben sapendo che abbiamo posizioni molto diverse dalla tua (e vorrei ben vedere…).
      In realtà, la mia opinione è che, appunto, stai sostanzialmente insultando, perché in poche battute ci hai dato dei neostalinisti, rossobruni e simpatizzanti di regimi capitalisti oligarchici (tutti i sistemi capitalisti sono oligarchici, questo è soltanto il gergo dispregiativo che il mainstream occidentale ha scelto di utilizzare per demonizzare ancor più la Russia) e tradizionalisti. E questo modo di porsi è tipico sia del mainstream neoliberale dominante (del quale, dal mio punto di vista, anche tu fai parte, e in fondo lo hai anche ammesso) sia e ancor più di questa risacca di pseudo sinistra radical (molto chic), politically correct, femminista, ecc. ecc. più tutta la brodazza radical californiana che ben conosciamo.
      Almeno hai l’onestà di riconoscere che qui (cioè un luogo, per il tuo setaccio, di rossobruni, mezzi fascisti, reazionari, nostalgici di chissà quale vetero tradizionalismo) tutti possono esprimersi liberamente. A parti invertite se il sottoscritto andasse su un blog della sinistra “libertaria” a criticare, che so, il femminismo, verrebbe buttato fuori dopo essere stato tacciato di essere un fascista, maschilista, misogino, reazionario, sessista e potenziale stupratore. E lo sai perfettamente, se sei ancora provvisto di un briciolo di onestà intellettuale. Ti chiederei di rifletterci sopra ma so che non lo farai…
      Ora direi di voltare pagina perché ci siamo chiariti e il tempo è prezioso per tuti quanti e non possiamo perderlo in quisquilie. E dal mio punto di vista ormai quella certa “sinistra” radical di cui fai parte, totalmente imbevuta di ideologia neoliberale rappresenta solo una perdita di tempo. Dovresti pensare lo stesso di noi, dal tuo punto di vista. Solo che noi, a differenza vostra, vi lasciamo esprimere la vostra opinione, perché, sempre a differenza vostra, consideriamo la libertà un valore fondamentale.

      • Giulio Bonali
        25 Marzo 2022 at 15:05

        Io invece sono stato un convinto “campista” dalla parte dell’ URSS e del socialismo reale, e tuttora sono un convinto ammiratore di Stalin (anche, in minor misura della Luxemburg; non di Trotzky).
        E non confondo affatto il capitalismo della Russia attuale col socialismo reale dell’ URSS, né il politicante filocapitalsta Putin con nessuno dei succitati rivoluzinari.
        Ma (conformemente agli insegnamenti e alle pratiche di -fra i tanti altri, anche- Marx, Engels, Lenin e Stalin) penso che in generale non si debba fare di tutte le erbe un fascio, e che in particolare si debba saper far leva (anche) sulle contraddizioni interimperialistiche; che non tutti i nemici sono uguali e da trattare allo stesso modo; e che possono darsi anche casi in cui anche abbietti nemici di classe di fatto sostengono “sostanzialmente” (per i più svariati, spesso tutt’ altro che encomiabili motivi; e solitamente non senza errori e pure crimini) cause relativamente giuste, e di questo, per essere rivoluzionari autentici e non parolai massimalsiti, si debba tenere adeguatamente conto.

        • Giulio Bonali
          25 Marzo 2022 at 15:08

          P.S.: con Fusaro mi trovo spesso (non sempre) in ottima, da me apprezzata “compagnia” (virtuale, telematica) su tante questioni, e non ho proprio nessun motivo per bergognarmene.
          Anzi!

  3. Stefano Zecchinelli
    25 Marzo 2022 at 0:02

    Ciao Paolo, non ho nessun problema con chi sostiene tesi differenti dalle mie, tutt’altro. Chiunque è liberissimo di dissentire chiedendo un dibattito.

    Premetto che scriverò un (ulteriore) articolo dove de-costruire questa tipologia di argomentazioni, in effetti molto più vicine al comunismo libertario che al ”trotskismo” di prima generazione. Intanto chiarirò tre punti:

    – Il ”nazionalismo grande russo” riguardava, sostanzialmente, la critica leninista all’impero zarista, ma non ha nulla a che vedere con l’attuale Federazione Russa. Trotsky fu chiarissimo: qualora la borghesia occidentale avesse ripristinato il capitalismo in Russia, l'(ex) Unione Sovietica si sarebbe trasformata in un debolissimo paese capitalistico di tipo periferico. L’imperialismo è un’altra cosa: il mondo attuale è dominato (come spiegò Samir Amin) dall’imperialismo della Triade (USA, UE ed Israele) a cui potremmo aggiungere Canada e Giappone: lo stesso Bordiga definì l’imperialismo USA come ”imperialismo del miliar-dollaro” sottolineando la capacità di Washington di sostenere più fronti d’aggressione neo-coloniale nello stesso tempo. Non esistono precedenti storici: il sociologo marxista (ex trotskista) James Petras definisce la borghesia statunitense ”ultra-borghesia”, differenziandola dalle borghesie tradizionali ed io penso che abbia ragione.

    – Putin non ha sostenuto tesi ”nazionaliste” o ”grandi russe”, essendo quest’ultime un fenomeno tipico dell’epoca zarista, semmai ha rilanciato la geopolitica (difensiva) staliniana con riferimenti (pertinenti) alla Grande Guerra Patriottica e cito: ”ll presidente russo era diretto nel suo discorso, pronunciato non a caso in contemporanea con la riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York, convocata dall’Ucraina: di fronte al pericolo “esistenziale”, la Russia non avrebbe commesso l’errore dell’Unione Sovietica nel 1939, di cercare di placare l’aggressore con concessioni.” (Fonte: http://aurorasito.altervista.org/?p=23019). Questa dottrina geopolitica e militare venne sistematizzata nella dottrina Breznev. Di ”imperialismo” nemmeno l’ombra: egemonia e definizione delle sfere d’influenza (abc della strategia militare maoista e castrista) non sono assimilabili alla dottrina (questa sì, imperialista) della ”guerra eterna”. Ricordo una cosa: esiste la lotta di classe (nazionale), ma anche la definizione dei rapporti di forza (globale), le due cose si completano a vicenda.

    – Per una corretta definizione di fascismo ed imperialismo, farò riferimento a George Dimitrov: “Il fascismo è il potere dello stesso capitale finanziario. È l’organizzazione terroristica della vendetta contro la classe operaia e la componente rivoluzionaria dei contadini e dell’intellighenzia”. Per questa ragione ho definito il governo sionista di Kiev ”neonazista neocons”: fascismo e neo-conservatorismo hanno riciclato l’anticomunismo trasformandolo in russofobia culturale, politica-ideologica e militare. In termini marxisti è questa la ”contraddizione principale”.

    Queste tesi (sostanzialmente tre, estremamente sintetiche) sono sostenute da gran parte dei partiti comunisti terzomondisti, non soltanto stalinisti (maoisti). E’ una posizione coerente.

    SZ

    • Fabrizio Marchi
      25 Marzo 2022 at 8:27

      Non lo capirà, non ti capirà, non può capire perché è ideologizzato. E’ la contraddizione spaventosa (ma non ne sono neanche consapevoli) in cui si trova questa sinistra pseudo “libertaria”. Pseudo e con le virgolette perché – come ben sappiamo – è dogmatica e intollerante come forse nessun altro al momento.
      Tu ti sforzi di dargli una spiegazione di natura storica, politica e “geopolitica” ma è uno sforzo destinato a restare vano. Perché per lui e per quelli/e come lui la Russia rappresenta tutto ciò che odiano di più, che non è la società capitalista (e la Russia lo è), lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’imperialismo che opprime i popoli ma la cultura vetero tradizionalista.
      Sono intrisi di ideologia politically correct (femminismo, “genderismo” ecc. ), e questa è la sola cosa che gli sta veramente a cuore anche se millantano di essere anticapitalisti e antimperialisti. Ma non è un caso che in questo scontro che oppone la NATO alla Russia sono schierati dalla parte della prima, anche se lo fanno – lo devono fare – con un atteggiamento di (falsa) equidistanza. Ma dalle loro parole si evince benissimo da che parte stanno veramente. E in fondo, tutto sommato, sono coerenti. L’ideologia neoliberale e politicamente corretta (cioè sostanzialmente la loro ideologia) è l’ideologia dominante del sistema capitalista occidentale da almeno quarant’anni a questa parte. E’ la bandiera sventolata dall’occidente per coprire le sue guerre imperialiste e neocolonialiste. E a loro sta bene così. Per cui la Russia e anche la Cina diventano il Male Assoluto. Per la verità diventano Male Assoluto tutti quei paesi, quelle culture e quei popoli che non aderiscono pedissequamente alla loro ideologia. E anche in questo aderiscono totalmente alla narrazione neoliberale. E, ovviamente, sono troppo ideologizzati (e forse, a questo punto, anche in malafede) per capire che questa ideologia ha creato nuove forme di discriminazione, di sessismo, di intolleranza. Interpretano i diritti civili a senso unico, celebrando il genere femminile e gli lgbtq e criminalizzando il genere maschile, con una logica di fatto a-storica e a-dialettica, e quindi oggettivamente sessista e inter-classista.
      Questa “sinistra” è oggettivamente organica e alleata dell’attuale sistema capitalista occidentale. Molto probabilmente, conteneva già al suo interno i germi della sua degenerazione. In altre parole era già organica al sistema capitalista di cui è un prodotto. Sono molti anni ormai che ne parliamo, l’abbiamo analizzata a sufficienza, a mio parere non vale neanche più la pena perderci tempo. Io per lo meno non ne ho più voglia.

  4. Gian
    26 Marzo 2022 at 1:21

    Ci metto le due lire che vale il mio commento di “non studiato”.
    Tra i vari pareri espressi di sicuro non sto con Paolo.

    Ebbene si, sono “campista”, posto che abbia capito bene il senso del termine.
    È se devo fare una scelta di “campo”, indubbiamente scelgo la Russia odierna, che a mio parere mai avrebbe voluto essere trascinata in un conflitto quasi fratricida con l’Ucraina.
    Il problema è che ce l’hanno “trascinata per i capelli”‘ come si suol dire. L’Ucraina, diventata “banderista”, in collaborazione con U$A/NATO/UE ha orchestrato dal 2014 ogni tipo di provocazione verso la Russia, senza dire dei massacri gratuiti in Donbass, fino alla “goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ovvero l’adesione alla NATO ma soprattutto le sparate di Zelensky secondo il quale l’Ucraina avrebbe dovuto dotarsi di armi atomiche. Senza contare il fatto che da mesi gli
    ucro-nazi andavano ammassando truppe ai confini delle repubbliche indipendentiste

    La Russia aveva forse alternative?

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