Un “accordo” del secolo? Da respingere

Quanto il disegno di sottomissione dei popoli del pianeta sia giunto a livelli politici sub-umani viene evidenziato dall'”Accordo del secolo” sulla questione palestinese, ipotizzato dall’asse Usa/Israele e sponsorizzato per la maggior parte dall’Arabia Saudita.

Ancora non abbiamo un documento definito e ufficiale ma vi sono fughe di notizie create appositamente da Netanyahu, tramite il suo giornale ” Israel Yahom”. Inoltre è facile dedurre dal riconoscimento USA di Gerusalemme capitale e dell’annessione del Golan siriano che il disegno questa volta molto concreto della creazione del Grande Israele e dell’annientamento politico, culturale, demografico della Palestina è avanzato a grandi passi come, del resto, risulta dalle dichiarazioni del duo Trump/Kushner sull'”Accordo del secolo”, oltre che dalle indiscrezioni del “Palazzo”

L’accordo che dovrebbe essere accettato dalla ANP, da Hamas e dalla Jihad Islamica, pena conseguenze devastanti, prevede che l’88% della Palestina diventi territorio israeliano. Il restante 12% farebbe parte della cosiddetta “Nuova Palestina”, un’entità non ben definita, ma non certo statale, che “amministrerebbe” quel che resterebbe della popolazione ( le terre “concesse” sono povere di risorse e non sono certo tra le più fertili). Sono previste, infatti, due vie di fuoruscita per la popolazione che volesse sfuggire al dominio sionista e alla povertà assoluta: la Giordania, dove eventuali campi profughi sarebbero finanziati dai Sauditi e l’Egitto che cederebbe in affitto le terre del Nord Sinai (infestate da terroristi) per la costruzione di un aeroporto e di aree industriali e agricole, senza diritto di residenza per i Palestinesi.

Diritto di residenza di cui non disporrebbero le centinaia di migliaia di Palestinesi che vivono a Gerusalemme, in quanto rientrerebbero nel circuito amministrativo della “Nuova Palestina”. E’ previsto nella città santa il blocco degli acquisti di case palestinesi da parte israeliana ma altresì viene negato agli stessi Palestinesi di acquistare case di proprietà israeliana. Gerusalemme “città condivisa” diventerebbe capitale sia di Israele che della nuova Entità.

Naturalmente la polizia locale, una sorta di milizia civile sarebbe sotto il controllo sionista. Solo armi leggere. Le armi pesanti devono essere consegnate. Divieto assoluto di un esercito nazionale.

Quali sono i vantaggi che deriverebbero alla “Nuova Palestina” dallo “storico accordo” come delineato dagli Stati Uniti, da Israele, dall’Arabia Saudita, dall’Egitto?
Innanzitutto trenta miliardi di dollari in cinque anni (20″ USA; 10″UE; 70% stati arabi del Golfo) per progetti di ricostruzione di villaggi e di città..
Non vi sarebbe più embargo e quindi il “12%” potrebbe aprirsi ai mercati e alle donazioni internazionali.
Gaza sarebbe collegata a quel che resta della Cisgiordania con un ponte alto trenta metri. La popolazione, sempre divisa in bantustan, potrebbe usufruire di continuità territoriale.
Tre anni dopo l’accordo, dovrebbero essere gradualmente liberati i prigionieri palestinesi, detenuti a vario titolo, nelle carceri israeliane.

L’accordo, al di là delle dichiarazioni retoriche, vuole sancire ufficialmente la giustezza del dominio sionista sulla Palestina e la compartecipazione all’impresa dell’alleato saudita, così necessaria agli Stati Uniti per l’assalto spericolato all’Iran.

Per fameL’ANP e Hamas dovrebbero cedere; per fame. I Palestinesi dovrebbero perdere la loro identità, la loro terra, dovrebbero umiliare il proprio orgoglio e vivere da “assistiti”, nella consapevolezza che il foraggiamento dagli Enti di carità come gli USA e gli altri imperi potrebbe avvenire solo con una obbedienza assoluta ai vari diktat.

I regimi del male, dopo i trenta miliardi non hanno previsto nulla ufficialmente. Hanno previsto, ma all’oscuro, nelle loro segrete stanze, il crollo di quel “12%” privo anche delle risorse idriche necessarie, l’aumento della povertà estrema e assoluta già ora a livelli altissimi, come denunciato dalla stessa Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. la dispersione della popolazione, la conquista finale di quel pezzo di terra rimanente, come era nelle fantasie razziste di Ben Gurion…

Qualora l’ANP non accettasse l’accordo non vi sarebbero più finanziamenti e donazioni, ci sarebbero invece l’embargo più totale e la repressione più spietata. Qualora l’ANP accettasse ma non Hamas, tutto più semplice. Opposizione e Gaza rase al suolo.

Questo bellissimo progetto ha tuttavia un difetto. Non sarà accettato né dalla popolazione palestinese né dai partiti politici. E tanto meno dalle opposizioni al sionismo diffuse in tutto il mondo.
Credo che Trump, Kushner, Netanyahu, Bin Salman e tutta l’altra bella gente che tanto si è adoperata nella creazione di un nuovo moderno Olocausto, nella scomparsa di una nazione, di un popolo, abbia fatto male i suoi calcoli. L’Accordo storico non passerà e risulterà ancora più evidente la ferocia del Sionismo e di chi lo appoggia.
In gergo sportivo vuol dire farsi un autogoal.

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