Ai membri del comitato promotore del movimento politico Risorgimento Socialista

I firmatari del documento che segue ci hanno chiesto, con forza, di pubblicarlo.

Noi gli abbiamo risposto che si tratta di un documento che si occupa di questioni interne al loro partito (o ex partito, per alcuni di loro, non sappiamo…), cioè Risorgimento Socialista, e che forse non era il caso di pubblicarlo sul nostro giornale, sia perché siamo del tutto estranei a tali dinamiche interne che riguardano solo ed esclusivamente quel partito (con il quale, peraltro, abbiamo rapporti cordiali ed amichevoli), sia perché, per la stessa ragione, di scarso interesse per i nostri lettori.

Tuttavia i firmatari del documento hanno insistito per pubblicarlo e a quel punto noi abbiamo scelto di farlo, per due ragioni. La prima – che è di ordine squisitamente politico – perché questo giornale è nato anche e soprattutto per favorire il dibattito politico e culturale a tutto campo fuori da ogni coro, steccato e/o liturgia, e quindi verremmo meno alla nostra vocazione se non lo pubblicassimo. La seconda, perché abbiamo scelto di pubblicare tutto ciò che i lettori ci inviano purchè, ovviamente, rispettosa delle regole della buona educazione e della civile convivenza.

Naturalmente, qualora i militanti e i dirigenti di Risorgimento decidessero di rispondere al documento in oggetto e scegliessero L’Interferenza per farlo, noi accoglieremmo con altrettanto favore la loro richiesta.

Fabrizio Marchi (direttore de L’Interferenza)

Di seguito, il documento:

“A tutti i membri del comitato promotore del movimento politico Risorgimento Socialista
Cari compagne/i,

la situazione politica generale emersa alla luce delle elezioni del 4 marzo 2018 ha visto l’affermarsi in Italia di un inedito scenario in cui per la prima volta la sinistra politica è uscita completamente dalla scena, divenendo un soggetto del tutto auto-referenziale ed irrilevante nella società reale.

Le ragioni profonde di questa disfatta vengono da lontano e derivano da una inettitudine strutturale dei gruppi dirigenti della sinistra italiana a comprendere adeguatamente le cause della crisi del modello della globalizzazione neo-liberista e dalla assoluta mancanza, nella sinistra odierna, della capacità di elaborare una proposta politica realmente adeguata alle esigenze dei ceti produttivi e delle classi popolari del nostro Paese, a cominciare dai lavoratori, dai precari, dai disoccupati, dai giovani.

L’enorme consenso elettorale tributato, anche dalle classi lavoratrici del nostro Paese, alla Lega e al Movimento 5 stelle, è la conseguenza inevitabile dell’assenza sulla scena di alcun soggetto politico a carattere autenticamente popolare, socialista ed anti-liberista.

In tempi recenti, tanti di noi avevano riposto speranze in RISORGIMENTO SOCIALISTA quale potenziale soggetto aggregativo che potesse dare finalmente una risposta al diffuso bisogno di un gran numero di attivisti e militanti desiderosi di ritrovarsi in una casa comune al cui interno dare sfogo al proprio desiderio di partecipazione e di impegno civile per aiutare il nostro Paese ad uscire da una crisi sociale devastante prodotta dal modello neo-liberista e finanz-capitalista e restituire così una rappresentanza politica a tanta gente da tempo rimasta priva di punti di riferimento.

Siamo spiacenti di dovere rilevare, nostro malgrado, come in questi due anni RISORGIMENTO SOCIALISTA non abbia saputo esprimere appieno le sue potenzialità e non sia ancora riuscito a dotarsi di strumenti politico-organizzativi adeguati alla costruzione di un moderno partito del socialismo del XXI° secolo.

Ad oggi, risaltano evidenti alcuni fattori decisivi che rendono la proposta politica di RISORGIMENTO SOCIALISTA ancora non sufficientemente credibile e poco attrattiva per molti potenziali attivisti realmente interessati ad un percorso di rinascita del socialismo italiano.

In primo luogo, non può non lasciare alquanto perplessi il notare l’estrema versatilità e volatilità dei diversi percorsi e delle multiformi iniziative politiche intraprese da RISORGIMENTO SOCIALISTA nel suo pur breve periodo di vita. 

In soli due anni, abbiamo notato che RISORGIMENTO SOCIALISTA si è dapprima schierato su posizioni contigue a quelle di Stefano Fassina agli albori del processo di costruzione di Sinistra Italiana, per poi spostarsi in una collocazione momentanea nel campo del patriottismo costituzionale (con la breve esperienza della C.L.N.), non prima di avere sostenuto – senza nessuna consultazione con i compagni e limitandosi soltanto ad un sondaggio (peraltro parziale) su Facebook – la grillina Virginia Raggi al ballottaggio delle elezioni romane.

Più di recente, abbiamo assistito con non poca sorpresa alla collocazione di RISORGIMENTO SOCIALISTA all’interno di una discutibile operazione elettoralistica a carattere demagogico-velleitario denominata POTERE AL POPOLO, egemonizzata dalla sinistra ultra-radicale e da quella filo-globalista dei centri sociali: una collocazione, quest’ultima, che molti di noi hanno ritenuto errata ed innaturale per un movimento politico che intenda richiamarsi alla migliore storia del socialismo italiano.

In secondo luogo, stupisce non poco tutti noi il notare, a circa due anni dalla nascita ufficiale di RISORGIMENTO SOCIALISTA, l’inesistenza di veri organismi di democrazia interna insediati su base elettiva e chiamati a svolgere una direzione politica plurale del movimento, sia in ambito locale che – soprattutto – nazionale, al di là di nomi altisonanti (Esecutivo Nazionale, Direzione Nazionale, ecc.) spesso utilizzati nella comunicazione all’esterno ma che non corrispondono a reali strutture di democrazia interna.

Quest’ultimo elemento di per sé – ed in mancanza di novità che tutti auspicheremmo di vedere al più presto – costituirà ancora a lungo un inesorabile fattore di impedimento a che RISORGIMENTO SOCIALISTA si affermi e sia percepito come un vero partito maturo, la cui vita interna possa fondarsi sulla libera dialettica delle posizioni, come nella migliore tradizione del socialismo democratico.

 In terzo luogo, dobbiamo altresì notare che non si è finora messo in moto alcun progetto di costruzione di Risorgimento Socialista come forza politica a carattere organizzato ed autonomo se non nella forma virtuale ed illusoria di Facebook dove si assiste ad una vera e propria inflazione di gruppi e pagine apparentemente espressione di RS ma a cui non corrisponde nessun processo reale di aggregazione politica e sociale nel nostro Paese.

Sul punto, non possiamo esimerci dal dire che una vera organizzazione politica si costruisce sui territori, partecipando alle lotte sociali, dentro i posti di lavoro e non certamente sui tasti di un computer.

Alla luce di tanto, atteso che tanti di noi continuano ancora oggi ad avvertire con forza una diffusa esigenza di dare vita ad un vero partito del socialismo italiano del XXI° secolo, interpretando in tal modo il bisogno di rappresentanza politica da parte di settori significativi della società, rivolgiamo un accorato appello al comitato promotore di RISORGIMENTO SOCIALISTA affinché all’interno del movimento politico, di cui alcuni dei seguenti firmatari sono stati tra i promotori e fondatori, si apra una seria e onesta discussione finalizzata ad affrontare alla radice la questione della sua democrazia interna e della necessaria dotazione di organismi stabili e pluralistici, insediati unicamente su base elettiva e non più su discutibili metodi di cooptazione arbitraria. 

Ricordando a noi tutti il celebre ammonimento di Rosa Luxemburg, secondo cui “la libertà è sempre libertà di dissentire”, auspichiamo vivamente che il presente appello non cada nel vuoto e possa contribuire positivamente ad avviare un percorso di serio rilancio della cultura del socialismo italiano, di cui il nostro Paese ha oggi più che mai bisogno.

Viva il Socialismo! 

 Roma, 23 luglio 2018. 

 Primi firmatari: 
 
Giuseppe Angiuli 
 
Giandomenico Basile 
 
Maura Brugnoli 
 
Carlo Felici 
 
Federica Francesconi 
 
Amedeo Maddaluno 
 
Ottavio Marta 
 
Angelo Milano
 
Giuliana Nerla 
 
Stefano Santarelli 
 
Teresio Spalla 
 
Paolo Zacchia

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