Benedetto XVI, dall’anticomunismo all’antirelativismo

Non sono un vaticanista né tanto meno un esperto di questioni teologiche (per la verità non sono esperto di nulla se non nell’esprimere la mia modesta opinione sui fatti del mondo), tuttavia mi sembra doveroso fare alcune brevissime considerazioni sul già Papa e poi “Papa emerito”  Joseph Ratzinger, scomparso solo pochi giorni fa.

Ratzinger è un uomo che, come altri della sua età ma anche più giovani (riguarda anche quelli della mia generazione…) si è trovato a vivere a cavallo fra due epoche, ricoprendo incarichi e ruoli di grandissima responsabilità, fino ad essere eletto addirittura Pontefice.

Nella prima fase della sua vita Ratzinger è stato quindi uno dei protagonisti – anche se necessariamente in tono minore rispetto a Wojtila – della crociata anticomunista e antisocialista che ha caratterizzato per quasi tutto il secolo scorso (ma anche prima) la Chiesa fino, appunto, al collasso del blocco sovietico e al crollo del comunismo.

L’anticomunismo e l’antisocialismo della Chiesa si sposavano, oggettivamente e necessariamente, con l’anticomunismo e l’antisocialismo del sistema capitalista (e imperialista). I due erano quindi, oggettivamente alleati e, in alcune fasi topiche, addirittura simbiotici, pensiamo ad esempio al ruolo svolto dalla Chiesa cattolica nella destabilizzazione del regime comunista in Polonia e poi di tutto il sistema sovietico. Possiamo anzi dire che la Chiesa cattolica ha fornito per tutta questa fase storica una copertura ideologica fondamentale al sistema capitalista. Nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale al crollo del muro di Berlino, liberalismo e cattolicesimo (ma riguarda, ovviamente, anche le altre confessioni cristiane organizzate con la parziale eccezione di quella ortodossa) sono andati a braccetto proprio in virtù del comune nemico.

La vis anticomunista e antisocialista non si fermava ovviamente al solo blocco sovietico ma a tutto il mondo. Ratzinger e Woytila hanno combattuto con egual forza e determinazione tutto ciò che odorasse anche lontanamente di socialismo in tutto il mondo e in particolare in America Latina dove in alcuni contesti il Cristianesimo e in particolare il cattolicesimo (largamente maggioritario in America Latina ancor oggi, nonostante la penetrazione delle Chiese evangeliche nate negli USA) avevano preso strade diverse rispetto a quella della Chiesa di Roma e, in alcuni significativi casi, si erano addirittura alleati con le forze socialiste e marxiste. Un’alleanza non solo politica ma anche caratterizzata da una certa vicinanza ideologica. Anche in questo caso, l’alleanza fra la Chiesa di Roma e il sistema capitalista-imperialista a guida USA è stata oggettiva, al di là delle intenzioni. Onde per cui, sempre per ragioni oggettive, anche le criminali dittature militari sostenute dagli USA in tutto il continente sudamericano per quasi mezzo secolo hanno goduto del sostegno sia pur tacito ma a volte dichiarato delle gerarchie vaticane.

Volendo e dovendo necessariamente sintetizzare all’inverosimile, qui finisce la prima parte dell’opera di Ratzinger (e Woytila).

Giungiamo, dunque, alla seconda parte, che corrisponde ad un’altra fase storica. Crollano l’URSS e con essa il movimento comunista nel suo complesso. Ma non solo. Muta radicalmente la struttura del sistema capitalista occidentale (modo di produzione, organizzazione del lavoro, scienza, tecnica e rapporto fra quest’ultima e il capitale, composizione delle classi sociali, ecc.) e di conseguenza muta anche la sua sovrastruttura ideologica e culturale. Sto parlando del famoso passaggio di consegne, di cui abbiamo parlato tante volte, dal sistema valoriale-ideologico vetero borghese, “Dio, Patria e Famiglia”, al nuovo, cioè all’ideologia neoliberale e politicamente corretta, largamente egemone nel mondo occidentale da almeno un trentennio e più a questa parte, appunto, dal crollo del muro di Berlino (ma il processo è iniziato già negli anni ’60 del secolo scorso) e la conseguente apertura di una nuova fase storica.

Il comunismo non esiste più, la battaglia contro l’ateismo socialista e comunista non ha più nessun senso, il mondo va sempre più verso la globalizzazione capitalista e allo stesso sistema capitalista serve una nuova ideologia/falsa coscienza che possa favorire il suo processo di illimitata e infinita auto-riproduzione e di penetrazione in quelle aree e in quei contesti dove ancora persistono modelli culturali, ideologici e religiosi che potrebbero essergli di ostacolo.  Il vecchio apparato ideologico, “Dio, Patria e Famiglia, di cui la Chiesa era il principale rappresentante, viene dunque a cadere e con esso, il ruolo e la funzione della Chiesa stessa.

E’ qui, in questo snodo, diciamo così, che si apre la crisi interna alla Chiesa e che cominciano a dividersi le strade, cioè le diverse strategie per recuperare quel consenso che la nuova fase storica, il nuovo “spirito dei tempi”, le sta erodendo. Già Woytila era ovviamente ben consapevole di questa crisi e infatti, a distanza di alcuni anni dal crollo del comunismo, cominciò la sua critica nei confronti del nuovo corso capitalista, che si concretizzò, oltre che in alcuni scritti ed encicliche, anche nella opposizione all’aggressione USA all’Iraq. Dietro questa critica c’era la consapevolezza della necessità di recuperare un ruolo e trovare una nuova collocazione in un mondo capitalista “materialista volgare”, ultra laicizzato, de-sacralizzato, che ha come “spirito guida” la sola “forma merce”, l’accumulazione di capitale e la tecnica; un mondo che non ha più bisogno delle certezze o dei dogmi della Chiesa (ma neanche della filosofia, ridotta a mero carosello di opinioni, e tanto meno del pensiero critico) e che anzi ha fatto del relativismo assoluto la sua bandiera insieme alla retorica dei diritti civili e politicamente corretta. Ed è proprio contro questo relativismo assoluto che Ratzinger ha proseguito la critica già iniziata da Woytila. Ma non ce l’ha fatta, un po’ per ragioni personali (età, condizioni fisiche, mancanza di forze), e un po’ (parecchio) perché ha finito per prevalere l’altra strategia, quella che ha portato al pontificato di Bergoglio.

Quest’ultimo ha sicuramente accentuato rispetto ai suoi predecessori la critica alla struttura del sistema capitalista e in particolare del suo inevitabile e necessario sbocco, cioè l’imperialismo,  ma nello stesso tempo ha scelto di avvicinarsi se non addirittura fare sue alcune tematiche dell’ideologia neoliberale e politicamente corretta. In altre parole ha scelto di adeguarsi allo “spirito dei tempi”, con la convinzione che questa scelta possa avvicinare nuovamente la Chiesa alla gente e farle guadagnare o recuperare i consensi perduti. La critica dei “conservatori”, e quindi anche dei sostenitori di Ratzinger, nei confronti di Francesco, è proprio questa, l’essere cioè venuto meno alla missione storica e spirituale della Chiesa in favore di un’altra sempre più “mondana”, sempre più simile ad una grande istituzione politica e sociale e sempre più lontana da quella che dovrebbe essere la sua vera vocazione, cioè la cura dell’anima e la salvaguardia della Fede.  Come ho già avuto modo di dire in precedenti articoli, con l’attuale pontificato siamo dunque di fronte ad una contraddizione in termini: la critica ad alcuni aspetti strutturali del sistema capitalista (l’imperialismo in primis ma anche lo sfruttamento selvaggio delle risorse umane e dell’ambiente) convive nello stesso tempo con una sorta di cedimento alla sua ideologia.

Possiamo quindi dire, in estrema sintesi e banalizzando all’inverosimile, che Ratzinger (come Wojtila) aderiva politicamente al sistema capitalista ma non ideologicamente. O meglio, ha aderito anche ideologicamente fino a quando quello stesso sistema si declinava secondo i dettami ideologici cari alla Chiesa, per poi mollarlo (ideologicamente e filosoficamente) in un secondo momento. Esattamente il contrario di Francesco, che aderisce in linea di massima (con tutti i distingui del caso) al nuovo (ormai non più tanto) “spirito dei tempi”  ma critica la struttura del sistema che lo ha determinato (cioè che ha determinato la sua sovrastruttura ideologica). Una contraddizione enorme, dal mio punto di vista, di cui non sono in grado di prevedere gli esiti.

Mi rendo conto, e me ne scuso, di aver semplificato e quindi inevitabilmente banalizzato un tema che necessiterebbe di ben altro spazio e competenze.

Francesco visita Ratzinger: auguri per Pasqua e i 92 anni

Fonte foto: Avvenire (da Google)

 

 

 

 

 

14 commenti per “Benedetto XVI, dall’anticomunismo all’antirelativismo

  1. armando
    2 Gennaio 2023 at 17:11

    semplificato si, ma la struttura del discorso regge. Ovviamente si dovrebbe approfondire anche l’errore simmetrico, ossia l’identificazione astorica e a-problematica compiuta dai regimi di socialismo reale, fra la Chiesa cattolica e il cristianesimo in generale con il capitalismo e la sua concezione antropologica, ben lontani dallidentificarsi. Ciò almeno all’origine, ossia prima che la Chiesa diventasse Istituzione e potere anche mondano.

    • Fabrizio Marchi
      2 Gennaio 2023 at 17:13

      Sono d’accordo.

  2. salvatore
    2 Gennaio 2023 at 17:20

    Il nemico è il capitale e non la chiesa. La vicenda Ratzinger dimostra, ancora una volta, la verità del capitale: usa tutto e tutti per affermarsi, in quanto obbedisce al solo valore di scambio. Le complicità della chiesa ufficiale, ben diversa dal popolo dei credenti, sono dinanzi a tutti. Il capitale ha usato la Chiesa, la quale si è lasciata usare con l’illusione di sopravvivere al materialismo positivistico, idolatria della materia organica al capitale, e “donargli” un’etica, teoricamente, in quanto spesso la chiesa ufficiale dichiara ma non pratica. In questo marasma siamo. Distinguere la Chiesa con i suoi errori dal messaggio del Vangelo, la cui profondità è abissale, è doveroso come distinguere Marx dal comunismo reale, il quale va pur compreso nel suo travaglio storico e nella guerra che ha subito e perso. I paesi del blocco comunista hanno perso, in quanto le loro condizioni di partenza erano semifeudali. I rapporti di forza erano impari, e il capitale è forza in atto. Ogni semplicismo manicheo non aiuta a comprendere, nè a porre le condizioni metafisiche per una koiné di cui percepiamo l’assenza, ma la cui elaborazione è accidentata tra vecchie categorie e semplicismi. Necessario, in ogni circostanza, è prima di tutto capire. Condivido pienamente i semplicismi disorientano, si finisce col ripetere in modo pedissequo ciò che i media ripetono in modo, anche, inconsapevole, e ciò riguarda tutti.
    Salvatore

  3. Enza
    2 Gennaio 2023 at 17:35

    Ho letto d’un fiato grazie alla consueta chiarezza e coesione concettuale che caratterizzano gli interventi dell’autore.
    In estrema sintesi, le “coordinate” del pensiero di Ratzinger sono quelle evidenziate nell’articolo. Le questioni teologiche non sono alla mia portata né quelle squisitamente canoniche. Papa Benedetto ha cercato di governare la modernità fissando i punti imprescindibili per la Chiesa del terzo millennio, piacciano o meno.
    Non ci è riuscito per le pressioni fortissime esercitate dalle spinte centrifughe di un mondo in rapidissima trasformazione, con il trionfo del relativismo morale che tanto lo preoccupava.
    Io di lui ricordo la frase che pronunciò all’atto della sua elezione con cui connotava il suo ministerium di umile servo- inutile – nella vigna del Signore. Forse in questo esordio, la chiave del suo pontificato. La cifra del suo essere cristiano, come un uomo qualunque, che si ritrova nel suo semplice e intenso testamento spirituale.

  4. Giulio Bonali
    2 Gennaio 2023 at 19:39

    A me risulta che nel fu socialismo reale, tranne che in casi limitati e di piuttosto breve durata, durante circostanze particolarmente drammatiche nel corso delle durissime lotte di classe che vi si svolsero (e che sarebbero da esaminare criticamente considerando ANCHE -ovviamente non solo- elementi di per lo meno possibile “giustificatezza” oggettiva e non sommariamente liquidati), la libertà religiosa (ben diversa cosa dai privilegi e le prevaricazioni delle varie chiese, con le quali i vari papi le hanno spesso deliberatamente e indebitamente confuse e che sono state giustamente represse) non sia stata affatto impedita per nessuna religione. E che fra le variegate posizioni teoriche sulla religione che nel socialismo reale stesso si sono confrontate e in parte succedute decisamente marginali, minoritarie siano state quelle grossolanamente e semplicisticamente liquidatorie tendenti ad identificare la religione con l’antropologia reazionaria del capitalismo.
    Se si identifica falsissimamente il potere temporale delle chiese con una (pretesa) “libertà religiosa” non si può che gravemente fraintendere l’ esperienza storica del socialismo reale contro il quale reazionari come Pacelli, Woytila e Ratzinger hanno combattuto senza scupolo morale alcuno, con tutti i mezzi disponibili, nessuno escluso nemmeno dei più abbietti (esempio: i finanziamenti degli “scioperanti” di Danzica -che per incrociare le braccia ricevevano compensi superiori ai loro salari nel caso avessero lavorato- con denaro di varia, in larghissima misura loschissima, provenienza: banda della Magliana, Marcincus, Calvi; l’ 8 x mille credo ancora non esistesse).

    @ Fabrizio: non vedo proprio cosa si possa rilevare di meramente oggettivo e “preterintenzionale” e non invece convintamente soggettivo e intenzionalissimo nel “matrimonio” fra l’ anticomunismo capitalistico e quello della “cattolicità reazionaria wytiliano-ratzingeriana”.
    Dopo al caduta del muro di Berlino e la sconfitta del socialismo reale (e non affatto il suo “crollo” per cause endogene e men che meno il suo “fallimento” a mio parere) nel capitalismo reale é cambiato puramente e semplicemente il fatto che -DI CONSEGUENZA!- non ha più trovato gli argini, le limitazioni, i condizionamenti, gli impedimenti che a cusa della coesistenza irriducibilmente conflittuale col socialismo reale lo ostacolavano impedendogli in qualche misura di esprimere compiutamente le sue più autentiche caratteristiche e tendenze (esattamente come “simmetricamente” la coesistenza conflittualissima col capitalismo reale ha potentemente contribuito ad impedire -in concorso con limiti ed errori intrinseci in qualche misura inevitabili e comunque non altrettanto decisivi- al socialismo reale di esprimere compiutamente le sue più autentiche caratteristiche e tendenze).
    A questo punto al potere del capitale imperialistico da sempre nichilista e immorale non ne poteva fregare più nulla dell’ ideologia religiosa cattolica e dei suoi valori (nella misura in cui erano autentici); valori peraltro fortemente insteriliti e svalutati dalla mostruosa ipocrisia e dalla politica reazionarissima e profondamente anticristiana (aghi e cammelli…) propria della chiesa woytiliana-ratzingeriana, ed ha conseguentemente lasciato cadere impietosamente l’ apparentemente splendido e inespugnabile castello del cattolicesimo woytiliano-ratzingeriano, in realtà costruito sulle sabbie mobili della debordiana società dello spettacolo: un gigante coi piedi d’ argilla.
    I patetici tentativi dei due papi ultrarezionari per rianimare una chiesa che loro stessi avevano ridotto a baraccone mediatico senza basi di consenso profondo, convinto, criticamente fondato “non meramente da Festival di San Reno o Campionato di calcio” non potevano che fallire miseramente (e mi verrebbe da dire meritatamente).
    Bergoglio é il tentativo velleitario di curare con mezze misure e pannicelli caldi una malattia gravissima e letale (di qui le sue non rare contraddizioni e oscillazioni fra timide aperture alla critica del miserabile stato di coese presenti e pesanti cadute nella accettazione della nichilistica e ipocritissima ideologia dominante).

    • Fabrizio Marchi
      2 Gennaio 2023 at 21:28

      Volevo soltanto dire che quell’alleanza organica fra Chiesa e Capitale fino al crollo del muro di Berlino, aveva ragioni OGGETTIVE, al di là anche di eventuali intenzioni soggettive. Era un rafforzativo, non una diminuzione, della mia analisi. Se vogliamo, una ipotesi per assurdo. E cioè, anche ammesso e non concesso che le intenzioni dei vari soggetti fossero state altre, quell’alleanza era oggettiva, al di là delle loro intenzioni. Così è più chiaro? 🙂

      • Giulio Bonali
        3 Gennaio 2023 at 9:31

        E’ più chiaro ciò che intendi.

        Ma io continuo ad essere fermamente convinto che fra il capitale monopolistico finanziario e suoi ideologi e politicanti liberisti (vetero- e neo-) da una parte ed il cattolicesimo reazionario guidato da Woytila-Ratzinger dopo la morte stranamente precoce del “sinistro” Luciani ci fosse innanzitutto e soprattutto una convergenza soggettiva deliberatamente e convintamente assunta da entrambe le due parti e fondata sul comune individualismo nichilistico e intento di conservare, tutelare e incrementare i peggiori privilegi ed ingiustizie sociali (intento fra l’ altro anticristiano; ed ovviamente mai proclamato apertamente come tale -mica sono-erano scemi!- da nessuna delle due parti ma sempre accuratament occultato da entrambe sotto quintalate di falsissima ipocrisia buonista a base -anche, fra l’ altro- di eliminazione di iniquissimi privilegi clericali fatta passare per una pretesa repressione della libertà religiosa se non addirittura per “persecuzioni”).
        Gli ideologi “laici”, variamente “liberisti”, “dirittoumanisti” e “genderisti” hanno visto più lontano dei pretesi “acutissimi, finissimi, genialissimi pensatori” alla Ratzinger e conseguentemente oggi raccolgono grandissima parte dei frutti della comune rapina; e come é d’ uso fra bande di delinquenti non sono minimamente disposti a dividere il bottino con i vecchi compari.

        Certamente Brgoglio é inadeguatissimo rispetto al compito di riportare la chiesa cattolica dal divismo da società dello spettacolo woytiliano ad una reale egemonia in senso gramsciano; compito di difficoltà immane dopo le trionfalistiche devastazioni” di “Santosubito”, che richiederebbe scelte coraggiosissime e radicalissime in senso autenticamente cristiane (ergo: autenticamente di sinistra): di qui le sue molteplici oscillazioni e contraddizioni.
        Ma valutare positivamente “da sinistra” (cioé per il progresso sociale e civile e la giustizia sociale), come fra gli altri fa anche il buon Fusaro, l’ ipocritissima chiesa reazionaria di Woytila-Rratzinger per la loro coerenza nel vecchio, superato armamentario retrivo sessuofobico per il fatto che Bergoglio non é il fracristoforo che ci vorrebbe ma solo un povero donabbondio incapace di affrontare la “bestia capitalistica anticristiana” e cerca pateticamente di ingraziarsela con concessioni al genderismo corrente mi sembra un prendere colossali lucciole per lanterne.
        (Coerenza woytiliana-ratzingeriana nel peggiore armamentario retrivo in fatto di costumi peraltro meramente apparente: preservativi (usati, da stronzi sporcaccioni irrispettosissimi del prossimo che erano!) a profusione per le strade dove bivaccavano i woytilaboys onde ascoltare -meglio: sentire!- ed applaudire con ovazioni “alla Beatles-Maradona” -grandissimo, Debord!- le veementissime tirate retoriche antiabortistiche e anticoncezionalistiche del “frontman” polacco!.

  5. Paolo
    3 Gennaio 2023 at 2:38

    Ratzinger ha fatto il suo mestiere, prima di alto e poi di primo funzionario della chiesa cattolica, un’organizzazione monoteista fondata su una verità di fede, e quindi per sua natura in lotta contro chi vuole sottrarle il gregge convincendo le pecorelle di un’altra verità religiosa o secolare, o che la verità ha tante facce, il politeismo e il relativismo. Quale sia l’avversario prioritario, in quanto più pericoloso dipende dalla fase storica.

    La lotta della chiesa cattolica al relativismo moderno non nasce negli ultimi decenni, ma ben prima, nel ‘700 dell’illuminismo, e resta la priorità fino a fine ‘800. Nel 1717 viene fondata la Gran Loggia di Londra, poi Gran Loggia d’Inghilterra, inizio della trasformazione della massoneria di arte e mestiere in massoneria speculativa ed esoterica, che afferma un principio creatore, il Grande Architetto dell’Universo, liberamente interpretabile da ogni singolo individuo di qualsiasi religione, anche non cristiana, anche non monoteista.

    Il messaggio massonico è che la verità di fede non esiste più, o meglio è relativa. La massoneria speculativa si diffonde diventando la “chiesa della borghesia e degli intellettuali”, e il grande avversario relativista della chiesa cattolica nella classe dirigente.

    Un avversario ancora più temibile quando, nel 1877, il Grande Oriente di Francia, poi seguito da altri ordini massonici, rompe con la massoneria anglosassone ammettendo anche agnostici e atei, rendendo così relativa anche la religione in quanto tale. Il relativismo massonico dilaga tra le classi dirigenti europee, sottraendole all’influenza della chiesa cattolica.

    Ma a fine ‘800 appare un pericolo ancora maggiore, il socialismo, che, in nome di un’altra verità pesca tra le masse. E diventa la priorità nel ‘900, fino alla sua sconfitta.

    Così il relativismo torna a essere la priorità, anche perchè non è più quello massonico, un’alternativa èlitaria alla chiesa cattolica nella classe dirigente, ma è ben più pericoloso, un relativismo di massa veicolato dai consumi e dai media.

    Ratzinger pensa di affrontarlo di petto, ma si accorge di lottare contro i mulini a vento. Si dimette per inadeguatezza e viene sostituito da Bergoglio che cambia metodo pensando che per salvare il salvabile bisogna cavalcare l’onda culturale.

    • Fabrizio Marchi
      3 Gennaio 2023 at 10:38

      Sono d’accordo.

  6. Giulio larosa
    3 Gennaio 2023 at 13:09

    Concordo con Fabrizio ho scritto un commento ad un altro articolo che è in linea con il pensiero di quasi tutti gli interventi.

  7. Panda
    4 Gennaio 2023 at 15:33

    Diciamo che se era nemico del capitalismo il capitale non pare essersene accorto: https://www.youtube.com/watch?v=a7-Z8PvcPos

    • Giulio Bonali
      5 Gennaio 2023 at 10:54

      C. V. D.

      Grazie.

      Le mie convinzioni sulla pochezza e inconsistenza intellettuale (fra l’ altro) del celebratissimo preteso “fine pensatore” i Ratzinger sono corroborate dall’ apprezzamento di quest’ altra presuntuosissima e mediaticamente pompatissima nullità intellettuale (sempre fra l’ altro; e anche di peggio).

      Preciso che la mia diagnosi sulla chiesa attuale (dopo i papati di Woytila e Ratzinger) quale “gigante dai piedi d’ argilla” con un elevatissimo ma superficialissimo consenso da società dello spettacolo e priva di un’ autentica egemonia culturale e ideale in senso gramsciano é relativa a quello che la chiesa stessa é sostanzialmente stata per due millenni. E cioé appunto un’ istituzione e un potentissimo e solidissimo apparato egemonico “pesante”, in grado di dirigere le ideologie dominanti di volta in volta dominanti piuttosto che di accodarvisi passivamente.
      In questo senso ritengo che per assurdo potrebbe tentare di recuperare un ruolo per certi aspetti simile solo attraverso un’ autentica rivoluzione (della cui possibilità nel ‘900 si é pur avuto qualche indizio, a cominciare dal papato “anomalo” di Roncalli, non a caso popolarmente detto “il papa buono”, come per rilevarne una differenza rilevante dagli altri… Per non parlare della Teologia della Liberazione) che la mettesse cristianamente (in senso autentico) al servizio degli oppressi e sfruttati, anziché degli oppressori e sfruttatori.
      Non sembra proprio che questo sia il caso.
      Ma questo non significa certo che la Chiesa sia in procinto di distruggersi.
      Con il trasformismo che spesso l’ ha caratterizzata nel corso dei secoli (e con la noncuranza con la quale già più volte é riuscita a fare accettare ai sui seguaci giravolte dottrinali talora davvero acrobatiche) potrebbe pur continuare a prosperare (purtroppo!) al servizio delle classi dominanti “riciclandosi” come un’ istituzione “leggera” (nel senso della “leggerezza” dei partiti politici attuali rispetto a quelli “pesanti”, fatti da militanti e non da estemporanei votanti, della prima repubblica, quella antifascista per davvero), aderendo completamente all’ ideologia grettamente individualistica e volgarmente edonistica attualmente dominate “del genderismo e affini”, ovviamente “imbellettata” enfatizzandone le pessime (senza virgolette) venature e sfumature “buonistiche” e “inclusivistiche” politicamente corrette.
      E questa mi sembra decisamente la prospettiva più probabile.

      • Fabrizio Marchi
        5 Gennaio 2023 at 12:57

        Questo è Matteo Saudino, un docente di filosofia nei licei (un marxista) molto preparato e questo è il video che ha appena fatto su Ratzinger. Sempre ai fini della comprensione e ddell’analisi: https://www.youtube.com/watch?v=n_Yf7NFqxX4

  8. Giovanni
    5 Gennaio 2023 at 23:49

    Vale anche la pena notare che a suo tempo ebbero anche un atteggiamento positivo verso Mario Monti, come riportato da questo commento sul blog orizzonte48 che a sua volta riporta un articolo di un altro noto blog liberista.

    Riporto l’estratto: “Sette udienze in dieci mesi sono un record che parla da solo. Monti non sembra aver bisogno di intermediari per arrivare in Appartamento. E già questo è un dato singolare. Poi conosce il tedesco e anche questo aiuta. In più c’è la volontà del Vaticano di far dialogare fattivamente e in clima di serenità i due colli (Vaticano e Quirinale) e dunque la vicinanza di Monti al Papa è facilitata.”

    Ecco, alcune fazioni in vaticano forse si sono illuse di poter tornare ai principi della loro verità assoluta e poter continuare ad essere interni al potere che invece si fonda sul nichilismo capitalistico, hanno fatto i conti senza l’oste. Ho un ricordo, ma molto molto vago e forse limitato all’area del dissenzo, di polemiche su questo punto un cui si criticava la scelta di appogiare Monti che in fondo è un emissario di quei nuovi poteri che della chiesa ora non sanno più cosa farsene.

    Mutatis mutandis mi ricorda l’esperienza politica di Craxi, che dopo essersi illuso di poter mantenere certi spazi di autonomia cavalcando alcuni ceti medi rampanti capí solo troppo tardi che codesti ceti erano blanditi proprio per contrapporli a quelle strutture nazionali che di quella autonomia erano il perno e fu travolto.

    Allora rubo la famosa frase di Parguez: cosa credevano i politici delle province che avessimo fatto la globalizzazione per la loro felicità? Cosa credevano i ministri delle religioni altre (altre rispetto al nichilismo capitalista che in fondo è anch’esso religione) che avessimo fatto il liberismo per la loro felicità? Ed infatti entrambi sono stati eliminati, senza che nessuno dei due avesse in mente davvero politiche pro classi popolari.

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