I “pruriti” della ministra Azzolina

Trovo francamente incredibile la decisione di tornare a scuola il 7 gennaio. E penso che tale decisione sia da attribuire più ai “pruriti” della ministra Azzolina – smaniosa di tornare al più presto alla normalità per dimostrare l’efficienza della sua gestione (la decisione di svolgere i concorsi, poi per forza di cose sospesi, nonostante la crisi covid, lo conferma) – piuttosto che ad una seria riflessione presa sulla base dell’analisi della situazione concreta.
Le cose sono due: o il covid è un’invenzione (ed io non credo che lo sia, indipendentemente dall’analisi che ciascuno di noi può fare sulla pandemia in atto e sulle tante sfaccettature e sui tanti e diversi risvolti del virus e delle sue conseguenze non solo sul piano sanitario ma anche su quello economico, sociale ecc.) oppure è un fatto concreto.
Se la risposta è la seconda, pensare di tornare a scuola in questa fase – come è stato peraltro sottolineato in questi giorni da molti docenti e presidi – cioè in pieno inverno, con alle porte la cosiddetta terza ondata (ammesso che la seconda si sia esaurita…) che di fatto andrà a sovrapporsi con l’inevitabile ondata di normale influenza e con una serie di questioni tuttora irrisolte (penso ad esempio ai trasporti e alla sicurezza nelle scuole stesse), è privo di ogni senso; di più, è una decisione contraddittoria e anche irresponsabile.
Sottolineo che chi scrive è un fervente sostenitore della didattica in presenza e però, nello stesso tempo, è anche uno che segue la logica e non i desiderata personali.
Rientro a scuola, per il Cts: no a mascherine in classe, sì a distanziamento
Fonte foto: Il Notiziario (da Google)

13 commenti per “I “pruriti” della ministra Azzolina

  1. Alessandro
    3 gennaio 2021 at 17:51

    Gli unici che sono riusciti a tenere a freno la pandemia, così pare dati alla mano, sono coloro che l’hanno provocata, ossia i cinesi. Il capitalismo di stato cinese, definiamolo così, è stata l’unica forma di governo in grado di muoversi con tempestività e con le necessarie misure, grazie a un potere centralizzato rodato da decenni di “socialismo reale”, così come a una popolazione molto prona alle direttive provenienti dall’alto.
    Nel mondo neoliberista, due sono state le risposte: quella menefreghista ( il politicamente scorretto cafone) trumpiana, che gli è costata la rielezione, e che ha fatto galoppare il virus ( adottata anche in Brasile), e quella politicamente corretta adottata in area UE, soprattutto durante la seconda ondata, che cerca di tenere in piedi mercato e salute, con risultati mediamente insoddisfacenti ( da quelli scadenti italiani a quelli meno disastrosi tedeschi ) ma sconta il suo peccato originale, ossia aver devastato il settore pubblico, aver allevato un popolo in buona parte di viziati consumatori, aver elevato alcuni desideri al di sopra del bene e del male, ossia quelli femministi.
    La ricetta è più o meno uguale in tutta l’area UE sulle scuole, ossia sono aperte quasi ovunque, poi ovviamente ci sono anche sfumature diverse tra i vari Paesi e qui entrano in gioco le varie figure politiche.
    L’Azzolina ha senza dubbio scelto di portare avanti una parte da dura e pura dell’aperturismo scolastico in tempi di pandemia e in questo è stata supportata da tutto il suo partito.
    Sulla scuola è dall’estate che si gioca una delle partite più politicamente rilevanti in ambito nazionale. I 5S ci hanno messo la faccia e la destra, ma non solo, li sta aspettando al varco. Come in altre occasioni peccano di ingenuità, perchè accettare una sfida come quella in una situazione come questa è da sprovveduti, e io ho sempre avuto parole di comprensione nei loro confronti, come era giusto che fosse, visto che dopo trent’anni hanno un minimo smosso le acque della stagnante politica italiana, riportando un minimo all’attenzione generale i bisogni degli ultimi, e qui ovviamente si aprirebbe un discorso sull’assenza di una sinistra seria, compresa anche quella extraparlamentare.
    non sto neanche a elencare tutto quanto è accaduto attorno alla scuola in questi mesi, perchè davvero occorrerebbe troppo tempo, ma merita di essere studiato con attenzione.
    Dal momento che però la scelta di tenere aperte le scuole costi quel che costi è stata adottata anche altrove in area UE, pensiamo soprattutto alla Spagna o alla Francia (maggiore flessibilità nella più accorta Germania) per esempio, le ragioni vanno oltre l’incaponirsi di un partito o di un ministro. Le scuole aperte sono sostanzialmente un parcheggio che deve rimanere aperto per non infastidire le varie confindustrie (lasciando i figli a casa calerebbe la produttività causa permessi) e soprattutto per non infastidire la potentissima lobby femminista, che preferisce qualche morto in più a qualche donna in più costretta in casa.
    Chi scrive è pienamente d’accordo che la scuola in presenza sia la Scuola, ma è anche consapevole che nella vita ci sono momenti e situazioni in cui si deve guardare in faccia la realtà e fare scelte anche di ripiego, sia pure per tempi ristretti, ed è anche a conoscenza di ciò che i medesimi partiti, vedasi PD perchè i 5S ci sono da due anni e poco più, che oggi si prodigano in dichiarazione di amore sconfinato per la scuola NON hanno fatto in questi decenni e che invece dovevano fare.
    Scritto che oramai i buoi sono già scappati ( aver affrontato la questione ideologicamente ci ha precluso la possibilità di capirci qualcosa sulla pericolosità dei vari contest e operare chiusure temporanee mirate) al momento non rimane che vaccinare il personale scolastico con priorità assoluta,soprattutto quello più a rischio, insieme al personale sanitario e ai malati cronici, ossia vaccinare chi sta in prima linea, sempre che ne facciano richiesta. Questo servirebbe un minimo a porre rimedio a tutti gli errori commessi in questi mesi. Al vaccino bolt, giunto in tempi record tra noi, e questo è chiaramente una forzatura che speriamo di non pagare a caro prezzo, non abbiamo alternative, perchè non siamo in grado di affrontare una pandemia diversamente.

    • Filippo
      5 gennaio 2021 at 11:06

      E poi c’è la Svezia

  2. Gian Marco Martignoni
    4 gennaio 2021 at 21:53

    Riaprire le scuole al 50% ( per le scuole superiori ) in questo momento – a fronte del fatto che permangono le classi pollaio, che la questione trasporti è irrisolvibile e che gli orari differenziati comporterebbero un caos indescrivibile – è una follia tipicamente grillina, stante che la ministra Azzolina ( di provenienza sindacale ANIEF ) ha dimostrato tutta la sua testardaggine e incapacità sulla vicenda del concorso nazionale, per non parlare delle modalità dirigiste con cui concepisce le relazioni sindacali. Alessandro coglie un nervo scoperto, ovvero la difficoltà più che evidente nel far prevalere le ragioni della salute rispetto a quelle dell’economia. L’ultimo sondaggio, a cura di Nando Pagnoncelli ( Il Corriere della sera del 24-12 ) , ci dice che gli italiani sono stanchi dei divieti Covid. Figuriamoci se a parte vi fosse stato un rilevamento dell’opinione di imprenditori, commercianti, artigiani : sarebbe stata la fine del mondo, chè, essendo della provincia di Varese, costoro su scala locale avevano fatto sapere tramite le loro associazioni che al massimo avrebbero gradito qualche limita t e simbolicachiusura. Quindi, essendo più che probabile la terza ondata, c’è da augurarsi che l’impresentabile ministra Azzolina – che pur essendo siciliana si è ben guardata di intervenire sul caso dell’insegnante palermitana Rosa Maria Dell’Aria, mentre il 14 dicembre il giudice ha dichiarato illegittima la sanzione disciplinare irrogata nei suoi confronti per aver paragonato leggi razziali e decreto Sicurezza – venga rimossa per manifesta incapacità dimostrata nel campo. scolastico.

  3. Panda
    5 gennaio 2021 at 13:47

    Se la malattia esiste, e certamente esiste, allora le chiusure sono efficaci nel contenimento e accettabili nei costi? E’ questo il ragionamento? No, perché non brilla per una logica proprio inattaccabile.

    Ne abbiamo appena parlato sotto un altro post: le indicazioni sull’efficacia dei lockdown sono, a voler essere buoni, molto scarse. E gli effetti collaterali negativi, anche solo sulla salute, sembrano tutt’altro che leggeri. Qualche esempio: https://www.agi.it/cronaca/news/2020-05-09/coronavirus-triplicata-mortalit-infarto-8563227/ ; https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/11/12/covid-oncologi-allarme ; http://www.gaslini.org/wp-content/uploads/2020/06/Indagine-Irccs-Gaslini.pdf

    Mi piacciono poi i discorsi di chi constata una difficoltà a far prevalere “le ragioni della salute”: ma pensa, gente chiusa in casa senza un reddito vorrebbe anche mangiare! Come se poi si potesse immaginare che un crollo del PIL del 10% dopo anni di stagnazione e cristi non avesse un impatto devastante sulla salute! Quel che servirebbe è un’inversione delle politiche sanitarie degli ultimi decenni: http://osservatorioglobalizzazione.it/progetto-italia/larrivo-del-covid-e-una-sanita-massacrata-cosi-e-nata-la-tempesta-perfetta/

    Se quel che servirebbe non lo si vuol fare, fare quel che non serve somiglia in modo inquietante a un rituale apotropaico.

    • Fabrizio Marchi
      5 gennaio 2021 at 14:31

      Purtroppo tu ed io siamo destinati alla polemica perpetua. E va bè, è normale quando si hanno punti di vista e posizioni diametralmente opposte su praticamente quasi tutto.
      La premessa è che anche io sono molto perplesso (a differenza tua che hai certezze granitiche, lo dimostra il tuo modo di porti, di scrivere e di commentare, sempre, non solo su questa questione del covid…) sia sulla natura della crisi pandemica che su come è stata affrontata dai vari governi (pressochè alla fin fine, in modo uguale per tutti, Cina e Cuba comprese, a parte Trump e Jhonson che hanno traccheggiato all’inizio per poi tornare al lockdown più duro di quello nostrano).
      Tuttavia ciò che volevo far emergere è appunto la contraddittorietà delle misure fin qui adottate dal governo italiano. Nel caso specifico, se il virus esiste e non è una realtà virtuale o un’invenzione della “Spectre” mondiale per sottomettere i popoli della Terra – al di là della sua effettiva o presunta gravità – far tornare gli studenti delle scuole superiori a scuola è contraddittorio, perché questo farà necessariamente circolare ancora di più il virus. La contraddizione dov’è? Che gli studenti delle elementari e delle medie hanno continuato ad andare a scuola, non per ragioni culturali o sociali, bensì perché si sarebbe posto il problema per i genitori che a quel punto non sarebbero potuti andare al lavoro per badare ai loro figli, al contrario di quelli delle superiori che invece possono andarci da soli. Quindi la questione è economica, e ben poco ha a che vedere con la salute. Se veramente fosse quest’ultimo l’intento, è evidente – sempre dando per scontato che il covid non sia un’invenzione – che far tornare a scuola gli studenti delle superiori (cioè milioni di persone fra studenti e personale scolastico) è quanto meno contraddittorio perché questo non farà che aumentare la circolazione del virus. A mio parere, siamo di fronte ad una scelta di tipo puramente propagandistico, e cioè dimostrare che il governo ha a cuore l’istruzione dei giovani quando in realtà si tratta di un atto politicamente strumentale. Ed era questo che volevo evidenziare (penso per la verità che l’abbiano compreso più o meno tutti, per lo meno quelli non animati da vis polemica) .
      Dopo di che sul covid ho scritto a suo tempo un paio di articoli e quindi non sto qui a ripetere quello che ho già detto: questo https://www.linterferenza.info/editosriali/considerazioni-sparse-sul-covid/ e quest’altro: https://www.linterferenza.info/editoriali/covid-vero-responsabile-della-crisi-pandemica/

      • Panda
        5 gennaio 2021 at 16:31

        Non mi pare che abbiamo posizioni “diametralmente opposte” su tutto; semplicemente tendo a intervenire quando non sono d’accordo. E di solito evito di esprimermi finché non ho raggiunto un certo grado di convincimento: infatti avevo perplessità sul lockdown fin dall’inizio, ma ne parlo con una certa sicurezza solo adesso. Ancora a novembre, come si vede nei commenti al post che tu stesso hai linkato, ero più cauto.

        Non ti sei limitato a constatare la contraddittorietà della posizione governativa (da una contraddizione può anche scaturire una decisione finale condivisibile), dato in sé banale (l’assunzione di lockdown in nome della salute senza inversione delle politiche sanitarie è una contraddizione delle dimensioni di Giove), ma ti sei fatto sostenitore di un provvedimento di chiusura. La valutazione di costi e benefici che la sottende è ciò che sto contestando e farlo non mi pare sintomo di una propensione al litigio fine a sé stesso.

        L’assenza di una correlazione fra chiusure e morti (ma pure rispetto agli ospedalizzati, particolarmente evidente se si confronta la curva con quella di paesi che hanno attuato misure diverse, in modo da evitare controfattuali fantastici, vorrei sapere dove la si vede: https://coronavirus.gimbe.org/var/contenuti/covid-19/italia/coronavirus_20210104_8.png), da un lato, e la rilevazione di un impatto pesante sulla salute psicologica di giovani e relative famiglie, dall’altro, sono elementi rilevanti per una valutazione circa l’opportunità di chiudere o no? Io direi di sì. Poi, nonostante tutte le accuse di vantare granitiche certezze, affido totalmente a chi legge per la valutazione degli elementi che porto.

        • Fabrizio Marchi
          5 gennaio 2021 at 19:40

          “da un lato, e la rilevazione di un impatto pesante sulla salute psicologica di giovani e relative famiglie, dall’altro, sono elementi rilevanti per una valutazione circa l’opportunità di chiudere o no? Io direi di sì”. (Panda)
          E’ ovvio che lo sono, però sarai d’accordo con me che se si deve scegliere fra la salute psicologica da una parte e la morte dall’altra, è ovvio che si opta per la prima, obtorto collo.
          Dopo di che possiamo discutere quanto vogliamo sul covid, sulla sua reale incidenza, la sua gravità, la sua origine, le sue conseguenze economiche e sociali, sul modo contraddittorio e maldestro di affrontarlo da parte dei governi e di tutto quello che vogliamo, però se l’alternativa è la morte di decine di migliaia di persone le chiacchiere stanno comunque a zero. Ed è un fatto che alla fin fine il lockdown è stato adottato praticamente da tutti i governi, in modo più o meno rigido, compresi quelli cinese e cubano, con la sola eccezione della Corea del Sud e se non sbaglio di Taiwan dove hanno scelto di applicare il tracciamento obbligatorio sui cellulari (cosa che qui da noi avrebbe provocato più mal di pancia del lockdown).
          Ciò detto, vox populi, vox die? Niente affatto, mai pensato. Può darsi anche che tutti abbiano sbagliato. Ma il mio discorso, ripeto, era un altro, e cioè evidenziare le contraddizioni delle scelte che sono state via via adottate in questa crisi. Per quanto mi riguarda non ho ancora tirato le somme di questa crisi pandemica e lo farò solo quando tutto sarà passato e avrò elementi più certi per poterle tirare. Per ora mi limito a evidenziare le contraddizioni e ad avanzare le mie perplessità, che sono molte, senza però dare un giudizio definitivo. Tu lo hai già dato. Beato te, che ti devo dire…Personalmente ho bisogno di più tempo e di più dati. Sulla base di quelli che ho ora a disposizione mi sono pronunciato con quei due articoli già segnalati.

          • Panda
            5 gennaio 2021 at 20:55

            “E’ ovvio che lo sono, però sarai d’accordo con me che se si deve scegliere fra la salute psicologica da una parte e la morte dall’altra, è ovvio che si opta per la prima, obtorto collo.”

            Scegliere la morte? Il covid ha un tasso di letalità del 3,5%, cioè non è fatale nel 96, 5% dei casi (https://ilbolive.unipd.it/it/news/italia-letalita-covid19-piu-alte-mondo). Se scomponiamo per fasce d’età e stiamo sotto agli ottant’anni, quel numero scende ulteriormente. Nota bene che la chiusura abbia un effetto benefico, e rappresenti quindi uno “scegliere la vita” (mi viene in mente Trainspotting…), continua ad essere una petitio principii che aspetta di essere dimostrata, mentre vanno accumulandosi indicazioni esattamente di senso contrario (ossia che non serva a niente oppure faccia danni: non sto a ripetere i link presenti nella discussione sotto il post di Zhok). Il mio no alle chiusure, inclusa quella della scuola, non è un giudizio “definitivo”, ma imposto dalle circostanze (i provvedimenti vengono presi adesso), basato sulle evidenze disponibili e il principio di precauzione (potrei essere favorevole solo a un isolamento, volontario, delle fasce più a rischio…purché ovviamente vengano forniti i mezzi per farle funzionare. Potrei raccontare l’esperienza, non ancora conclusa!, di quarantena di mia nonna, ma ve la risparmio). Chi ha alterato completamente i termini di una discussione razionale non è certo chi è contrario a queste misure draconiane. Una volta tanto sono più o meno d’accordo coi Wu Ming: https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/11/caccia-al-negazionista/

        • Fabrizio Marchi
          6 gennaio 2021 at 11:24

          Forse mi sono espresso male. Volevo dire che tra l’esaurimento nervoso, lo stress e il disagio di alcuni da una parte, e la morte di altri dall’altra, è ovvio che si scelga il primo, nel senso che al disagio psicologico c’è una soluzione mentre alla morte non ce n’è alcuna.
          Dopo di che non sono in grado di stabilire se la chiusura sia una modalità del tutto inutile oppure no. So solo che è stata adottata in tutto il mondo, anche da governi di cui mi fido di più (soprattutto quello cubano) di quelli nostrani e occidentali. Sbagliano tutti? Possibile, non lo escludo affatto. Tu invece sei certo che sbagliano tutti. Che ti devo dire, non ho le tue certezze e non ho gli elementi né per confermare né per smentire nonostante tutti i link che normalmente posti per corroborare le tue tesi. Dopo di che i numeri, le percentuali (a proposito, il 3,5% di mortalità non è affatto poco…), i dati sulla comorbilità sono quelli che sono. E infatti, ho più volte ripetuto che il covid è una patologia grave ma non gravissima e comunque non un flagello. Il problema vero è un altro. E cioè che il collasso sanitario potrebbe portare ad una rottura della pace sociale. Questo è ciò che temono i governanti. Perché è ovvio che se gli ospedali si saturassero e fossero costretti a mandare via la gente che arriva magari con un gamba rotta per un incidente stradale, è ovvio che la gente comincerebbe ad incazzarsi, perché se quella gamba rotta non la curi potrebbe anche andarti in cancrena oppure potrebbe non ripararsi e non tornare più come prima e potresti rimanere claudicante per tutta la vita. E’ solo un esempio, ovviamente. E’ questo che hanno sempre temuto, non la letalità del virus che è relativamente bassa. Il problema è che il covid è molto contagioso e potrebbe quindi portare al collasso un sistema sanitario che con qualche difficoltà riesce a gestire la normalità. E’ ovvio che una situazione straordinaria lo porterebbe al collasso. Io credo che il ragionamento dei governi sia stato questo. E cioè che abbiano ritenuto meno potenzialmente destabilizzanti le conseguenze complessive del lockdown rispetto a quello del possibile collasso sanitario che avrebbe potuto provocare una lacerazione sociale profonda, cioè una possibile rottura della pace sociale. E sappiamo che è quest’ultima la cosa che chi governa e in generale chi comanda (quindi non solo e non tanto i governi ma chi gli sta alle spalle) teme di più. Questa è la mia considerazione politica. Per il resto non sono uno scienziato e non posso affermare con certezza cose di cui non sono esperto. Mi pronuncio in modo netto solo su quelle materie di cui ho un minimo di competenza ma mai su quelle di cui so poco o nulla. Oggi tutti si inventano esperti e a me pare un modo infantile di fare. Per quel poco che so, basandomi sui numeri e sui dati certi – tasso di mortalità, comorbilità (il 65% dei morti ha tre malattie gravi, e un altro 15% ne ha due, l’età media dei morti è 82 anni per gli uomini e 85 per le donne, dati del ISS) ribadisco quello che ho già ribadito: il covid è una patologia grave ma non gravissima e non un flagello. Ma è altamente contagioso e richiede per molti il ricovero in ospedale. Questo afflusso massiccio, se non fermato in qualche modo, potrebbe portare al collasso degli ospedali con le conseguenze già descritte. E questa è, a mio parere, la ragione dei lockdown generalizzati più o meno in tutto il mondo (anche da stati e governi in conflitto fra loro, come Cina e Cuba da una parte, e il mondo occidentale dall’altra).
          Non credo alle tesi dei cosiddetti “complottisti (molti destrorsi ma anche parecchi di estrema sinistra) in base alle quali sarebbe in corso un progetto studiato a tavolino per una sorta di grande reset mondiale. Che la crisi pandemica produrrà degli effetti e delle trasformazioni non c’è alcun dubbio – la realtà è sempre in divenire e il sistema capitalista da questo punto di vista è sicuramente quello più dinamico e più duttile – ma non credo al complotto di una cabina di regia mondiale che avrebbe creato il virus di sana pianta oppure lo avrebbe utilizzato scientemente per il “grande reset” di cui sopra. E’ probabile anche che si andrà ad una trasformazione e che il “reset” di cui sopra avvenga, ma in virtù di grandi processi di trasformazione e non di complotti o di piani orditi a tavolino.
          La logica del complotto è una logica riduzionista, quella di chi vuole semplificare la realtà che invece è sempre infinitamente più complessa.

          • Panda
            6 gennaio 2021 at 17:36

            Perdona la lunghezza ma è inevitabile.

            Parto dal fondo: non ho mai sostenuto che il Covid sia un complotto e non penso che lo sia (anche se non lo escludo); certo non mi sogno di negarne l’esistenza. Tuttavia se è verissimo che i complotti non spiegano le dinamiche profonde della storia, che è spiegata dai movimenti oggettivi storicamente specifici di quel tipo di società, è anche vero che i momenti soggettivi sono indispensabili. Ossia, anche prescindendo da momenti di grande autonomizzazione della politica (es. banale: fare di Hitler un semplice pupazzo del capitale tedesco è insostenibile), il capitalismo è sì un meccanismo impersonale, ma solo in quanto vi siano uomini che facciano delle proprie motivazioni soggettive quella oggettiva dell’accumulazione (è per questo che non sono althusseriano), altrimenti siamo noi a cadere nel feticismo capitalista (come dice Bonefeld, il senso dell’analisi di Marx è sempre quello di una reductio ad homines delle dinamiche oggettive. E il nostro è il paese di Gramsci).

            Veniamo al covid. En passant, il 3,5% non è il tasso di mortalità, ma quello di letalità. Dici: “Per il resto non sono uno scienziato e non posso affermare con certezza cose di cui non sono esperto. Mi pronuncio in modo netto solo su quelle materie di cui ho un minimo di competenza ma mai su quelle di cui so poco o nulla.” Questo è certamente un atteggiamento ragionevolissimo, anzi doveroso, per una discussione scientifica accademica; per nulla per un dibattito politico. Facciamo un’ipotesi, solo un’ipotesi, sia chiaro: immaginiamo che un regime instauri misure autoritarie assolutamente ingiustificate appellandosi alla scienza e trovi un bel numero di scienziati pronti a sostenerlo. Tu, che scienziato non sei, te ne staresti zitto e muto, o al massimo esprimeresti qualche educato dubbio, giusto? Ovviamente no, e quindi applicare all’analisi politica i criteri del dibattito accademico non ha alcun senso. D’altra parte questo è vero sempre quando si tratti di misure applicate a noi, o prendiamo forse per indiscutibili le diagnosi del medico solo perché medici non siamo? Nota bene, fra l’altro, che ho citato a contrario studi scientifici e pareri medici. In conclusione l’idea di starsene con le braccia conserte e sospendere il giudizio mentre passa questo rullo compressore lo trovo assurdo, anche per le ragioni che hanno spiegato molto bene i Wu Ming, al cui articolo ti rimando. Ossia la mia non è una certezza sui fatti, ma una certezza sulla necessità di prendere posizione sulla base di ciò che si può sapere o ragionevolmente ipotizzare (che a questo punto è comunque parecchio più di nulla).

            Sarei un po’ più disposto a credere alla spiegazione ospedaliera dei lockdown prima di tutto se i media non facessero terrorismo, perché è evidente che questo spinge la gente a precipitarsi in ospedale anche solo per un colpo di tosse (cose che ho visto coi miei occhi); se contemporaneamente si lavorasse per potenziare il servizio sanitario nazionale; se si fornisse sostegno economico a chi non può lavorare, perché è evidente che non farlo è una ricetta perfetta per l’esplosione sociale; se vedessi una bella differenza nell’andamento delle ospedalizzazioni in paesi che non l’hanno adottato (qui c’è la Svezia: https://www.covid19insweden.com/en/ Deve stia questa gran differenza non lo so); se questa soluzione non fosse esattamente quella più utile per trasformazioni capitaliste in senso sempre più oligarchico (dico oligarchico perché vi includo anche il coté costituzionale. Questo per esempio è un ex presidente di Corte Costituzionale: https://www.unicost.eu/covid-19-e-costituzione/ ). Ma quest’ultimo è un punto che in pratica concedi anche tu; aggiungi che non credi però a un cabina di regia mondiale. Sia pure, però personalmente non credo neanche – e penso nemmeno tu lo sostenga – all’irrilevanza del fattore gradimento del grande capitale per la selezione delle policies, ma in ogni caso per decidere sull’opposizione alle medesime esattamente che differenza dovrebbe fare? Sono foriere di ulteriore concentrazione di capitali e precarizzazione del lavoro, oltre che con ogni probabilità di un impatto negativo sulla salute, non è più che abbastanza per opporsi (e indicare delle alternative)? Ognuno valuti da sé che risposta darsi.

  4. Stefano De Stefano
    5 gennaio 2021 at 18:07

    “L’Azzolina ha senza dubbio scelto di portare avanti una parte da dura e pura dell’aperturismo scolastico in tempi di pandemia e in questo è stata supportata da tutto il suo partito.” Questa mi sembra una posizione veramente opinabile. Sì, è vero cha la Ministra di chiacchiere aperturiste ne ha fatte tante ma domando: non era meglio cercare nuovi (in più) spazi per ospitare gli studenti invece di spendere tutta l’estate per i banchi a rotelle? Inoltre: com’è stato possibile a maggio procedere alla definizione degli organici della scuola con criteri precovid, cioè, ad esempio, per le prime e terze superiori col divisore a 27 alunni per classe? Sono solo due semplici questioni che avrebbero potuto trovare una soluzione per tempo se solo lo si fosse voluto. Ma il M5S, ormai è acclarato, non ha occupato più del 30% dei seggi parlamentari per risolvere i problemi degli italiani ma, semplicemente, per risolvere i problemi dei suoi eletti, e l’hanno fatto bene!

  5. Fabrizio Marchi
    6 gennaio 2021 at 20:09

    @ Panda:
    C’è poco da fare, non ci capiamo, non vogliamo capirci, non lo so…sta di fatto che alla fine siamo anche costretti a ripeterci…
    Non ho mai detto che l’elemento soggettivo non abbia il suo peso. Mai detto. L’elemento soggettivo, cioè le volontà (ma potrei aggiungere degli egoismi, delle passioni, delle invidie, dei rancori, delle vendette, e naturalmente anche delle pulsioni positive, l’amicizia, la simpatia, l’altruismo, la generosità, e poi dell’erotismo ecc. ecc. ecc. ) delle persone in carne ed ossa hanno il loro peso, eccome, nelle vicende del mondo ma, appunto, fanno anch’esse parte della realtà, o meglio della complessità della realtà.
    Chiarito questo, non ho mai pensato che il capitalismo sia un fenomeno “impersonale”, come una specie di algoritmo calato dall’altro dei cieli. Il capitalismo è un fenomeno storico che si è sviluppato e affermato in seguito ad un processo, o meglio ad una serie di processi storici (privatizzazione delle terre con conseguente espulsione di contadini dalla terra e loro trasformazione in operai salariati, crescita di un ceto mercantile, innovazione tecnologica, influenza delle religioni protestante e soprattutto calvinista, scoperta dell’America ecc. ecc. ecc.). Il capitalismo può avere delle dinamiche impersonali ma è fatto da uomini e donne in carne ed ossa. Il capitalismo non è più ormai un mero rapporto di produzione, ma anche una ideologia, un modo di approcciare e interpretare il mondo e di concepire l’esistenza. E’ un fenomeno complessivo che pervade le nostre vite. Portare, dunque l’esempio di Hitler, è privo di senso. So perfettamente che il nazismo (come per altri versi il fascismo) è stato un fenomeno complesso e non può essere ridotto ad un mero strumento delle classi dominanti e del capitale. Non mi pare che qui sia il sottoscritto a semplificare dal momento che la mia critica va proprio a chi vorrebbe semplificare…
    Ora, tornando a noi, sto forse teorizzando la passività sociale? E’ questo che deduci da quanto scrivo? Ho appena pubblicato un articolo che forse non hai ancora letto https://www.linterferenza.info/attpol/diversi-approcci-interpretativi-conseguenze-della-pandemia/
    Ho soltanto cercato di spiegare le ragioni di ordine sociale e politico che hanno spinto i governi ad optare per il lockdown. Il punto vero è un altro ed è qui che divergiamo radicalmente. E cioè che tu dai per scontato (o comunque è quello che pensi perché lo hai scritto) che sarebbe in corso un tentativo mondiale (il famoso “Grande Reset”) di imprimere una svolta autoritaria sull’intera umanità, e questo presuppone oggettivamente l’idea del complotto o comunque di un piano preordinato (chiamalo come vuoi) che da tempo qualcuno starebbe preparando. Un piano che necessariamente prevede un coinvolgimento enorme di forze economiche, politiche, mediatiche e quant’altro. E’ la logica o la visione del cosiddetto “Nuovo ordine Mondiale”. Io non la vedo così.
    Può darsi anche che si arrivi, in seguito alla pandemia, ad una ristrutturazione generale complessiva del sistema capitalista ma questo è nell’ordine del divenire delle cose. Il sistema capitalista è quanto di più duttile possa esserci, è il sistema più flessibile, più capace di autorigenerarsi e di trasformarsi e di assumere volti e forme tra le più diverse che la storia abbia mai conosciuto. Perlo meno fino ad ora, del futuro remoto non è dato sapere. Il capitalismo è tuttora “rivoluzionario”, nel senso che è ancora in divenire, la sua natura dinamica (oltre che la sua flessibilità) è uno dei suoi principali punti di forza. La logica del complotto va in un’altra direzione. Complotti sono i colpi di stato, gli atti terroristici, le aggressioni imperialiste, talvolta e spesso le guerre, ma le dinamiche di sviluppo e di affermazione e di consolidamento del capitalismo sono altre.

    Ci sono forze che auspicherebbero una svolta autoritaria mondiale? Probabilissimo, ma non è questo il punto. In ogni caso su questo ti rimando alla lettura dell’articolo che ti ho segnalato.
    Ciò detto, e chiudo, c’è un’altra divergenza radicale fra te e me e cioè sulla natura del dominio capitalistico. Per come la vedo io la società capitalista attuale non si fonda più sulla logica repressiva che starebbe necessariamente sullo sfondo di una svolta autoritaria bensì su quella del desiderio, o meglio dell’incentivazione costante e sistematica del desiderio. E’ il desiderio la molla della società capitalista giunta allo stadio del suo attuale sviluppo e non il divieto. Se non capiamo questo non riusciamo a capire le dinamiche con cui il dominio capitalista si determina oggi. Da questo punto di vista, il capitalismo ha compiuto un altro dei suoi passaggi storici fondamentali e molta gente, soprattutto a sinistra, non lo ha ancora capito e non a caso ancora si ostina a sovrapporre l’attuale dominio capitalista con la vecchia sovrastruttura ideologica vetero borghese repressiva, cioè con il famoso ”Dio, Patria e famiglia”, quando ormai il capitalismo ha mutato completamente pelle (leggi ideologia) per assumere quella a lui più funzionale in questa fase storica, cioè quella politicamente corretta. Questa “sinistra, è evidente, non ha capito nulla. Così come non ha capito nulla quella gente che durante questi mesi di lockdown è scesa in piazza per protestare per avere “più mercato e meno stato”, più “libertà” e meno vincoli sociali. Naturalmente, anche in questo caso, non si tratta di un cambiamento deciso a tavolino da chissà chi, ma di un processo storico che ha determinato questo cambio ideologico della guardia. Mi pare anche abbastanza evidente. Prendiamo il femminismo come esempio. E’ stato forse un complotto pensato e deciso negli uffici della CIA o in qualche laboratorio al servizio dell’imperialismo? No, è stato un fenomeno sociale che si è sviluppato perché le condizioni storiche e sociali gli hanno consentito di svilupparsi e di affermarsi al punto di diventare uno dei mattoni dell’ideologia dominante. Assume una forma palesemente repressiva? Direi di no. Noi sappiamo qual è la sua reale natura ma è nato e si è sviluppato e si è affermato proprio nel senso contrario alla logica del divieto, le sue parole d’ordine sono quelle della liberazione e anzi della distruzione di ogni vincolo comunitario, identitario, oltre che naturalmente della struttura repressiva per eccellenza, e cioè il tanto mitizzato e demonizzato patriarcato, causa prima e fonte di ogni male sulla terra. E’ insomma una ideologia “libertaria”, non repressiva. Spero che l’esempio sia efficace.
    Dopo di che mi fermo perché se dovessi rispondere a tutti così come sto facendo con te (siamo anche su facebook dove il numero dei commenti è cento volte superiore) dovrei stare H24 davanti al pc a fare solo questo. Non mi è possibile e non ne ho neanche la voglia. Dopo di che penso che ci siamo spiegati a sufficienza e ad un certo punto bisogna anche avere il buon senso e l’intelligenza di mollare. Comunque io mollo, poi vedi tu…

    • Panda
      6 gennaio 2021 at 22:14

      Spiacente, io ti rispondo ancora; se poi con ciò darò prova di mancanza di buon senso e intelligenza, come mi accusi preventivamente casomai volessi farlo, lo lascerò come sempre giudicare a chi legge.

      Noto in primo luogo che a tutta una serie di obiezioni che ti ho rivolto hai scelto di non rispondere e sì che alcune mi sembravano di un certo peso (per esempio quelle relative alla non coerenza del comportamento di governo, e media al seguito, con le intenzioni che gli attribuisci), ma transeat.

      Conosco benissimo la letteratura, soprattutto francese, da Clouscard a Michéa, sul capitalismo del desiderio, e per molti aspetti la trovo senz’altro condivisibile, ma per poter fare a meno di forme repressive “classiche” occorre che esista un diffuso potere d’acquisto; se invece la ristrutturazione va nel senso dell’accumulazione per espropriazione, per usare una categoria molto valorizzata da David Harvey, della concentrazione di capitali e dell’espulsione di fasce crescenti della popolazione dal mercato del lavoro, ed è una dinamica inevitabile in un contesto di domanda stagnante e di accumulazione fittizia (qui sta il punto fondamentale), hai voglia se la repressione, magari in forme tecnologicamente “enhanced”, non tornerà ad essere indispensabile. E’ il regime di accumulazione che coincide con la svolta neoliberale, va avanti da decenni e i cui nodi adesso stanno arrivando al pettine. Quindi non mi riconosco per nulla nell’accusa di complottismo soggettivistico che mi rivolgi (vuoi che cominci a snocciolare bibliografia? Lapavitsas, Harvey, Durand, Jappe, Screpanti, Brancaccio, Pivetti, Shaikh, eccetera eccetera, vanno bene?). Ossia gli indizi, che pure ci sono e ho già segnalato pure quelli (li ripeto: https://www.thelastamericanvagabond.com/techno-tyranny-how-us-national-security-state-using-coronavirus-fulfill-orwellian-vision/), di una volontà soggettiva li giudico pericolosi in quanto organici alle summenzionate esigenze oggettive, tanto è vero che mi aspettavo una svolta autoritaria già *prima* del covid. Ma se certamente per “autoritaria” non intendo “fascista” nel senso di “dio patria famiglia” – su questo siamo senz’altro d’accordo e non vorrei ci fosse una confusione sulle parole – vorrei sapere perché mai non sia legittimo parare di autoritarismo quando un governo dispone di libertà fondamentali via dpcm.

      Ciò detto, dopo tutte queste interessanti digressioni (sorvolo sulle obiezioni che ritengo oziose), un qualche plausibile motivo per non giudicare estremamente pericoloso e da respingere il lockdown, proprio nel quadro, come dici nell’ultimo articolo, di una grande spinta verso il new capitalism, io non lo vedo (salvo ovviamente da un punto di vista accelerazionista).

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