USA, UE, Israele e petromonarchie: Daesh non ce l’ha fatta. Ora tocca a noi

Le vittorie sul campo dell’esercito siriano e di quello iracheno supportati da Russi, da Iraniani e da Hezbollah e la conseguente ritirata dei jihadisti (che comunque resistono ancora in città importanti come Raqqa ed Aleppo) hanno suscitato panico tra le Centrali del terrore: Stati Uniti, Israele, Unione europea, Petromonarchie. I finanziamenti occulti(?), i trasferimenti di armi, il trasporto di jihadisti, l’acquisto illegale di opere d’arte e di petrolio, le sanzioni contro “il nemico” … Nulla hanno potuto contro lo stato siriano, mentre precipita in frantumi il malsano sogno di distruggere l’identità di un popolo e di erigere un califfato funzionale agli imperi occidentali e del Golfo.
La caduta dello stato laico, e non solo del suo Presidente, era ed è l’obiettivo primario, non certo la sconfitta del jihadismo terrorista . Ma la Siria non è rimasta sola come la Libia nel contesto internazionale. Supportata immediatamente dai suoi alleati regionali ha saputo resistere per anni contro le bande di feroci assassini, foraggiati di continuo dall’esterno dagli “amici della Siria” e, quando forse era sul punto di cedere, l’intervento della Federazione russa ha capovolto le sorti della guerra.

“Gli eroici jihadisti hanno fallito …non falliremo noi” .
Il Wall Street Journal e il New York Times hanno resa pubblica* la lettera che 51 diplomatici hanno inviato al segretario di Stato John kerry per protestare vigorosamente contro la politica attuata dal Dipartimento in Siria, chiedendo di fatto una svolta dell’azione militare da rivolgere non contro lo stato islamico ma contro lo stato siriano, “un intervento risolutore”, effettuando finalmente dei raid aerei …
Qualche giorno dopo è intervenuto, con tutto il suo enorme peso politico e mediatico, il “Centro per la nuova sicurezza americana (CNAS), con un rapporto* che evidenzia l’insostenibilità per gli States di un governo laico in Siria, osteggiato come è dagli alleati del Golfo e dalla popolazione sunnita, suggerendo implicitamente che l’operazione contro Assad vada fatta quanto prima …
Certamente deve aver irritato particolarmente tutti gli “amici della Siria” il progetto di riforma costituzionale esposto dal Presidente siriano alla delegazione siro-cattolica , progetto* che prevede la rimozione della sharia come fonte principale della legislazione e la non esclusione alla massima carica dello stato di un non mussulmano …
John Kerry non ha ignorato il grido di dolore proveniente dai falchi liberali che già governano la Casa Bianca (il povero Obama non è a casa sua da tempo ed ora lo è ancora meno) ed ha esternato che la pazienza degli Stati Uniti non è infinita e che Assad deve sloggiare al più presto …

Le sconfitte dei tagliagole suscitano grande preoccupazione anche nel mondo sionista e in particolare in Israele. Secondo il parere dei funzionari più in vista, il Califatto non e mai stato tanto in difficoltà come in questi ultimi mesi. Israele non può stare a guardare e reagirà di conseguenza. Il generale Herzi Halevy, capo dell’intelligence militare, si è espresso* chiaramente affermando che Israele non vuole assistere alla sconfitta dello stato islamico che costituirebbe un “vicino” più affidabile di un governo filoiraniano come quello di Assad, Presidente di uno stato laico. Israele, come del resto gli Stati Uniti, hanno palesato, per lo più implicitamente, la loro netta preferenza per uno stato antidemocratico e fondamentalista, ma allo stato attuale non possono più nascondersi e devono esprimersi ed agire apertamente. Per Israele una Siria laica, forte militarmente, costituirebbe un pericolo mortale, di cui è opportuno sbarazzarsi e perciò il governo darà, secondo il generale Herzi Halevi, il massimo aiuto possibile alle armate di tagliagole affinchè possano resistere all’avanzata del nemico e sconfiggere il dittatore Assad.

Giustificando la loro presenza, come combattenti contro il terrorismo, le special forces occidentali sono penetrate in Siria illegalmente, contro la volontà del governo siriano, al fine di occupare dei territori e costruire aree di influenza da vendere proficuamente sul prossimo tavolo di negoziati. Gli States, abilissimi ad allearsi con i Curdi con i quali hanno formato assieme a Turcomanni e Arabi le FDS (Forze Siriane Democratiche) occupano attualmente aree importanti a ridosso di Raqqa. L’ alleanza con i militanti curdi* che hanno ricevuto aiuti non da poco dagli States ha permesso ad altre forze (Francesi e Tedeschi) di usufruire dell’area sotto controllo curdo come di una sorta di zona franca e di “partecipare” alla sconfitta dello Stato islamico. A sud, presso il confine giordano, creato il “Nuovo esercito di Siria” (poco più che una sigla) conquistano nuovi spazi del territorio siriano, a beneficio dell’Occidente e delle Petromonarchi , Giordani, Inglesi e Norvegesi in compagnia degli immancabili americani. Mentre gli Italiani, situatisi ai confini tra turchia e Siria , fanno sentire la loro presenza e il loro ruolo internazionale ,con batterie missilistiche …
Aree di influenza conquistate dall’Occidente, in totale disprezzo della sovranità nazionale e del diritto internazionale, come si è detto, da vendere a caro prezzo ai colloqui, quando ci saranno, di pace. A favore di una frantumazione della Siria?

Nuovi attacchi si preparano contro il popolo siriano. Il sostegno concreto della Federazione russa e a breve della Repubblica popolare Cinese faranno della “questione siriana” il focolare più pericoloso per un eventuale conflitto nucleare … Voler far fuori ora Assad con la violenza (sia armata o diplomatica) e allo stesso tempo favorire l’espansione del terrorismo jihadista significa, allo stato attuale delle cose, sfidare direttamente Russia e Cina che non potranno sopportare che alle loro porte si rinforzi il pericolo jihadista, oltre che perdere lo sbocco sul Mediterraneo … Gli equilibri che si sono finora mantenuti possono “saltare” …Un incidente anche non particolarmente grave potrebbe innescare l’irrimediabile …

NOTE
1) Da “Voltaire” Thierry Meyssan , Il progetto dei falchi liberali , 25/6/2016
2) Da “Voltaire” Thierry Meyssan ,op . cit .
3) Da La “LA Stampa Mondo , Giordano Stabile , Appello di 51 diplomatici usa :bombardiamo Assad , 17/6/2016
4) Da “SardegnaPalestina” redazione , Attività politica , 26/6/2016
5) Da “ll Faro redazione , Siria:il perché dell’ipocrita presenza delle spcial forces occidentali , 22/6/2016

2 commenti per “USA, UE, Israele e petromonarchie: Daesh non ce l’ha fatta. Ora tocca a noi

  1. armando
    6 Luglio 2016 at 11:00

    Alla fine la verità viene fuori. E con essa tutta l’ipocrisia degli stati così detti “democratici” che sostengono le peggiori monarchie reazionarie, e i terroristi islamici. Solo i media occidentali non se ne accorgono, tacciono, disinformano, eludono, mentono. Ma da noi si celebra la stampa libera. Si, “libera” di dire quel che vuole il padrone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.