Foscolo, sepolcri e concime

Certo Foscolo fu un grande combattente che molto si dolse quando il suo Corso eroe donò Venezia all’Austriaco (ignorando il grande poeta che Napoleone, con il suo ingegno, ben sapeva che, una volta fatta italiana, sarebbe sprofondata, lei e il Mose, nelle acque stagnanti).
Ma ne ebbe addirittura il cuore infranto quando il grande statista (non italiano per una frazione di secondo) opinò l’inutilità dei sepolcri occupatori di spazio che bene poteva essere utilizzato invece per opere pie come per esempio statue e mausolei per il conquistatore di tutte le Russie (cosa che non avvenne, secondo Tolstoi, per un puro incidente).

Così Ugo fu costretto a distaccarsi per un poco tempo dalla rivoluzione italica e dalle fantasie sui cieli di immagini femminili e a comporre quel pò pò di capolavoro letterario che noi dotti conosciamo : “Dei sepolcri”.
” E tu, onore di pianti, Ettore, avrai /ove fia santo e lagrimato il sangue/ per la patria versato, e finché il Sole/ risplenderà sulle sciagure umane/

Cosa avrebbe pensato e detto ora Ugo su corpi defunti, un tempo individui umani, che si propone e già in alcuni luoghi del pianeta si compie, non da seppellire o da cremare ma da ridurre in concime? Naturalmente per ragioni ambientali sia di spazio sia di sana alimentazione, essendo il concime convertibile in mangime e così , in tal modo, si potranno rinchiudere in un sarcofago i nostri cari e poi mangiarceli, obbedendo così ad alcune perverse teorie psicanalitiche e ad ancestrali rituali magici.

Forse avrebbe risposto, rubando una frase a Paolo Rossi “meglio morire da piccoli”. Oppure si sarebbe sforzato di ricercare nella sua memoria un brano di teatro, a dir poco geniale, composto da, come lo definì il grande don Lisander, “un barbaro non del tutto privo di ingegno”
“Noi potremmo seguire tutto il corso/ della polvere illustre di Alessandro /fino a trovarla fungere da tappo/ a un barile di birra/…Ecco: Alessandro morto e sepolto,/ritorna polvere. Polvere è terra./e con la terra che si fa?. La creta./ E perché con la creta in cui è ridotto/ non possiamo turare un barilotto?/

Foscolo non avrebbe accolto favorevolmente la cosa. Non perché si facesse illusioni. Ma perché auspicava che le illusioni perdurassero. Almeno per gli altri. Andare presso un sepolcro e presenziare nell’idea che il morto senta la tua presenza, parlare con il caro defunto e pensare che ti stia ascoltando. Ugo Foscolo era consapevole quanto le illusioni fossero indispensabili per la sopravvivenza. In altro modo Friedrich Nietzche dirà la stessa cosa.

Leopardi avrebbe trovato banale e volgare il modo con cui è stata trattata la questione, ma sul merito non avrebbe avuto niente da ridire.
“Nobil natura è quella
che a sollevar s’ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato,e che con franca lingua,
nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte”

Ma con un colpo d’ali, tipico del grande recanatese, una speranza reale di giusta e serena vitalità ce la propone nel rapporto reale e stringente tra esseri umani, unico antidoto in vita alla “quintessenza di polvere” dell’Amleto shakespearano, nella “Ginestra”
…Costei (nobil natura nota dello scrivente)…
tutti fra sé confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con ver amore…
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune…

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2 commenti per “Foscolo, sepolcri e concime

  1. giulio larosa
    17 gennaio 2020 at 13:35

    Il Nord Europa sono diventati il cancro che distrugge la vita, la societa’, la democrazia, sostituendo a queste l’egoismo e vizi privati di qualsiasi tipo.
    Non deve scandalizzare il compostaggio dei cadaveri, quello che scandalizza e’ la perdita di ogni spiritualita’, di ogni sentimento, tutto e’ ridotto a vizioso e miserabile egosimo personale. Mi hanno detto se allora preferisco vivere in Egitto piuttosto che in Svezia. Si, preferisco l’Egitto perche vivere bene non significa avere comodita’. La parte piu’ bella della mia vita l’ ho vissuta condividendo un appartamento, da piccolo a giocare in una sporchissima strada di periferia.

  2. Lucia
    18 gennaio 2020 at 18:18

    Un articolo profondo, che ci ricorda quanto tutto sia vano di fronte alle guerre, alla fine concordataci. Potessimo, o, potessero altri (meno?) di noi, scegliere la fine? Sarebbe un merito da eroi! Sì non bastano più i ” sepolcri” . Ogni filo verde, un requiem. Perché, come potrebbero allora i fortunati mortal, illudersi ognor… ? Foscolo, quanto , più recentemente, forse, Hesse, illusione è costruzione del gioco delle perle di vetro , e, illuminazione… Pur nella tremenda verità, quanto lui inviterei al sogno, alla gentilezza, piuttosto che al ricordo dello stupro e dei tagliagole distruttori di mondi che ci ricordano che l’urlo della violenza, può avere la stessa apertura mandibolare del dolore per la nascita, labiale della risata, o, piuttosto del godimento dell’amata. Auspico che i Costruttori di pagliericci al sole , alla raccolta del grano, tornino all’abbraccio, alla pace, all’amore. Grazie Antonello.

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