Il Venezuela chavista contro l’interventismo USA

Questo 23 gennaio, i movimenti sociali venezuelani del Congreso Bolivariano de los Pueblos hanno dato vita ad una Marcia internazionale antimperialista a distanza di sessantadue anni dalla caduta della dittatura filo-USA di Marco Pérez Jiménez. Organizzazioni sociali e popolari con un chiaro orientamento di classe, hanno riempito le strade di Caracas rigettando l’interventismo statunitense che, nel sub-continente latino-americano, ha portato al ‘’genocidio bianco’’ perpetrato dai Chicago Boy: l’annichilimento dei ceti popolari a partire dai barrios delle periferie.

La politica intelligente del PSUV, capace di tenere insieme patriottismo e radicalismo socialista, si articola su più fronti: (1) la diplomazia dell’unità patriottica; (2) la costruzione di un fronte unico antimperialista non dogmatico ma unificante rispetto alle culture che, in questa congiuntura storica, sono entrate in rotta di collisione con l’imperialismo euro-atlantico e sionista. Il presidente Nicolas Maduro, dinanzi ai settori più radicalizzati della sinistra antimperialista sudamericana, ha rilanciato l’alleanza con i paesi non allineati (Cuba ed Iran) contro l’imperialismo ‘’yankee’’, ricordando alle nazioni neo-colonizzate che l’agenda neocons per la guerra globale minaccia direttamente la specie umana; è documentato lo strettissimo legame delle alterazioni climatiche con la politica guerrafondaia del Pentagono 1. Washington sta globalizzando l’anti-umanesimo.

La sinistra terzomondista, differenziandosi dagli eurocentrici “social-imperialisti”, non rinnega il concetto di sovranità nazionale ma cerca di orientare il conflitto sociale fra Capitale/Lavoro in termini patriottici ed unitari, sottolineando il risvolto di classe. La prospettiva è la ridefinizione proletaria – popolare secondo la Dottrina Chavez – della nazione. Darío Vivas, vicepresidente della Movilización de PSUV ha dichiarato: “Este jueves 23 de enero todos los hombres, mujeres, juventud, campesinos, trabajadores, estudiantes, todos organizados, vamos a marchar junto a los delegados y delegadas al Congreso Internacional de Partidos Políticos y Movimientos Sociales del mundo” 2. La storia latino-americana è caratterizzata dallo scontro fra Resistenti (governi progressisti e guerriglie) e Collaborazionisti (sinistra moderata, conservatori, neoliberisti e militari ‘’vendi patria’’); il PSUV definisce il collaborazionismo ‘’tradimento del popolo ‘’ separando i patrioti (anche all’interno dell’opposizione) da chi vorrebbe svendere la nazione alle potenze imperialiste, sottosviluppanti ed apatride (senza patria).

Fonte: teleSUR TV

 

Arriviamo ad un punto cardine della politica chavista, rimarcato dal sociologo James Petras:

“Il pensiero cristiano di Chavez ha informato la sua fede profonda nella giustizia e nell’uguaglianza fra gli uomini, così come la sua generosità e indulgenza nei confronti dei nemici, anche quando costoro si sono impegnati in un violento colpo di Stato, in una serrata paralizzante e rovinosa, o quando hanno apertamente collaborato e ricevuto finanziamenti da agenzie spionistiche dell’opposizione nemica.

Chavez ha dimostrato una profonda convinzione nella redenzione e nel perdono. Il cristianesimo di Chavez ha ispirato la sua “opzione per i poveri”, la profondità e l’ampiezza del suo impegno nello sradicare la povertà e la sua solidarietà con i poveri contro i ricchi’’ 3

Il golpista Guaido non può far altro che appellarsi ad USA ed UE, mentre Maduro – proprio in queste ore – sta spaccando l’opposizione separando gli ‘’autoctoni’’ dagli agenti stranieri. L’USAID (CIA), dopo aver speso un patrimonio col finanziamento dei fantocci locali, non ha nessuna possibilità di operare un cambio di regime a meno che non voglia scatenare una guerra inter-latina con ripercussioni regionali. La follia di Trump non conosce limiti, ma l’Impero yankee in declino potrebbe uscirne con le ossa rotta e non solo militarmente. Sarebbe una fine rovinosa e meritata, ma (purtroppo) non priva di conseguenze per le infrastrutture degli stati impegnati nel progetto continentalista d’integrazione sudamericana.

I leader dei movimenti indigeni ed afroamericani hanno preso parte alla marcia “Por la vida, la soberanía y la paz”, denunciando la globalizzazione del razzismo di cui Trump è, insieme al suo amico Netanyahu, il maggior responsabile. La linea degli antimperialisti afroamericani, rispetto al Congreso Internacional Afrodescendiente del novembre 2019, si focalizza ulteriormente sulla difesa dei governi non allineati riconnettendo il razzismo all’esistenza-persistenza del sistema egemonico imperialista. Capitalismo e discriminazioni etniche sono inseparabili.

Diverse aree geopolitiche – zone di tempesta, come le chiamava Mao Tse Tung – si trovano coinvolte in uno scontro fra le elite ed il mondo del lavoro, una battaglia inedita (non compresa dalla sinistra occidentale e occidentalista) che tiene insieme istanze geopolitiche e la prospettiva di classe. La battaglia per un mondo multipolare di nazioni come Cuba, Venezuela, Iran e Cina è, una volta analizzati con rigore metodico i raccapriccianti documenti declassificati dal Pentagono, una lotta per sopravvivenza dell’umanità. Washington, nonostante le sconfitte subite (Iran, Siria e Venezuela), persegue il piano neoconservatore di distruzione di una porzione del pianeta.

1.

https://www.ossin.org/rubriche/206-le-schede-di-ossin/2617-la-guerra-e-il-riscaldamento-climatico-sono-essenziali-al-dominio-usa

2.

http://contropiano.org/interventi/2013/03/28/il-presidente-hugo-chavez-un-uomo-del-rinascimento-del-xxi-secolo-015507

3.

Traduzione privata: ‘’Questo giovedì 23 gennaio, tutti gli uomini, le donne, i giovani, i contadini, i lavoratori, gli studenti, tutti organizzati, marciamo insieme ai delegati e ai delegati al Congresso internazionale dei partiti politici e dei movimenti sociali del mondo”

https://www.telesurtv.net/news/venezuela-marcha-repudio-imperialismo-intervencion-eeuu-20200123-0011.html

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