Fascismo e Tecnocrazia

La tecnocrazia si basa sulla gestione di desideri e bisogni, individuali e collettivi, da parte di esperti e sistemi tecnologici che monopolizzano i saperi-poteri tecnico scientifici.
La tecnocrazia comporta sempre una delega tecnocratica

Ippolita, Tecnologie del dominio, 2017
La democrazia è stata congedata e questo è avvenuto progressivamente, nel corso degli ultimi tre decenni, sotto i nostri occhi. Quello presente non è il tempo della democrazia, ma della Tecnocrazia.
La Tecnocrazia è l’ultima forma del neoliberalismo. Il capitalismo digitale, o “di sorveglianza”, è la sua ossatura economica, il politicamente corretto ne costuituisce l’ideologia, l’insieme delle strutture discorsive di giustificazione e di protezione. In quanto forma finale del neoliberalismo, che ha nel neoliberismo un suo elemento portante, la Tecnocrazia spinge alle estreme conseguenze l’individualismo competitivo, ne presuppone la completa interiorizzazione, e mira alla de-conflittualizzazione della società. La Tecnocrazia è una forma di gestione del potere intrinsecamente anti-democratica e oligarchica, che ha solo biosgno, e forse non ancora per molto, di conservare la forma della democrazia, mentre la svuota dall’interno, distruggendo la funzione della Politica (interamente trasferita ai tecnocrati), i legami solidaristici, il Lavoro, la scuola pubblica, la sanità pubblica.
Mentre un antifascismo di maniera è senza dubbio uno dei tasselli dell’ideologia politicamente corretta, per questa via si comprende come la Tecnocrazia abbia con il fascismo non poche analogie e sia, definitiva, più vicino ad esso che ad una democrazia. La Tecnocrazia ha, come il fascismo, l’obiettivo fondamentale di de-conflittuallizare la società, resta solo da vedere che i mezzi per conseguirlo non sono sempre gli stessi, ma si trovano appunto su un piano analogico. Nessuna marcia su Roma si è resa necessaria ma come allora sono i liberali ad aver dissodato il terreno.

Il fascismo fu imbevuto di darwinismo sociale.
La Tecnocrazia neoliberale è imbevuta di darwinismo sociale.

La recrudescenza neoliberale alle porte e gli utili “no-vax”


Il fascismo colpì da subito il Lavoro e i suoi simboli. Dopo, con il corporativismo, annientò i sindacati dei lavoratori.
La Tecnocrazia presuppone già l’avvenuta disintermediazione della politica, l’involuzione dei sindacati resi sempre più ininfluenti, la precarizzazione e l’umiliazione del Lavoro.

Il fascismo perseguì l’obiettivo della de-conflittualizzazione della società.
La Tecnocrazia persegue l’obiettivo della de-conflittualizzazione della società.

Il regime degli anni Venti e Trenta fascistizzò le masse popolari attraverso il Partito, con le sue organizzazioni.
Il regime tecnocratico ha ottenuto un profondo condizionamento, fino alla completa atrofia del pensiero complesso, grazie agli strumenti messi a disposizione dal capitalismo digitale. Come il fascismo storico, punta a una profonda ristrutturazione antropologica dell’individuo. Come ieri, docile verso il potere.

La tecnocrazia fa regredire il cittadino alla condizione di suddito

La prostituzione al tempo del capitalismo digitale


Il regime mussoliniano fascistizzò la scuola, costruendo i libri di testo in modo da inculcare l’ideologia del fascismo.
La Tecnocrazia neoliberale da almeno tre decenni lavora incessantemente a rendere la scuola tecnomorfa per plasmare il tecno-suddito.

I “nuclei concettuali essenziali” nella neolingua neoliberale


Nel ‘25-’26 il fascismo soppresse la libertà di stampa.
La Tecnocrazia, senza ricorrere alla legge, ha comportato il più ridicolo asservimento della stampa. La stampa digitale mainstream, in particolare, mostra bene l’assunto.

Disinformazione H24


Nel ‘25-’26 il fascismo soppresse il diritto di associazione.
La Tecnocrazia, senza bisogno di sopprimerlo per legge, l’ha mortificata, resa inutile o meno appetibile. Hikikomori come confino.

La comodità genera mostri


Il fascismo obbligò, nel 1928, gli insegnanti ad essere tesserati al PNF, e nel 1931 anche i docenti universitari.
Anche in questo caso il regime tecnocratico non ha motivo di seguire la strada dell’obbligo, trovando più conveniente l’apparenza della democrazia e del pluralismo. La via seguita è, invece, quella del continuo svilimento della professionalità del docente e dell’attacco frontale alla sua funzione pedagogica.

La distruzione della scuola pubblica procede a passi molto spediti


Il fascismo è sfociato naturalmente nella guerra.
La Tecnocrazia sfocia naturalmente nella guerra.

Big-tech e guerra


Con la legge elettorale del 1928, il fascismo rese le elezioni una pura forma vuota.
Oggi si cerca di rendere le elezioni una pura formalità grazie a partiti tutti interni al quadro neoliberale e tecnocratico, quindi falsamente alternativi tra loro. La sub-colonia italiana è una esemplificazione ottimale e caso di riuscita. Allora si cercava il plebiscito, ora l’astensionismo.

La staffetta


“Credere, obbedire, combattere”, chiedeva il fascismo.
E “Credere, obbedire, combattere” è il coro anche oggi: credere nella propaganda ultra-atlantista, senza mai mettere nulla in dubbio, ben oltre la soglia del ridicolo; obbedire a Washington, senza mai discutere, senza mai chiedere conto; combattere una guerra per procura, con cieca furia bellicistica, perché convinti che sia giusto così, senza preoccuparsi di scivolare nella terza guerra mondiale, forse essendoci già dentro.

La dichiarata agenda anti-russa dell’amministrazione Biden

Sotto il fascismo non si poteva dire quello che si voleva.
Nel regime tecnocratico puoi dire tutto quello che vuoi, ti sono elargiti i social apposta, ma è reso del tutto ininfluente, sebbene all’occorrenza non manchi la censura e nemmeno il carcere per gli oppositori, come Assange.

La tecnocrazia è il nuovo fascismo e i politici non lo sanno affrontare

Fonte foto: Domani (da Google)

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