SPD, Verdi e FDP da tre anni
governano la Germania e da allora la spinta dell’elettorato verso l’estrema
destra è stata inesorabile. In questi tre anni la Germania ha avviato il
riarmo, partecipato attivamente al sostegno all’Ucraina, subito le
ripercussioni economiche di un conflitto che ha portato l’economia nazionale in
recessione. Negli ultimi 36 mesi il bilancio militare è quasi raddoppiato, le
consegne di armi all’Ucraina sono seconde solo agli Usa.
Se non analizziamo questi
elementi la vittoria della estrema destra risulterà incomprensibile e a nulla
varrà la retorica antinazista e antifascista tanto cara a sinistra.
Al contempo la posizione tedesca
rispetto al genocidio del popolo palestinese è stata in linea con i dettami di Biden
e numerosi attivisti pro palestinesi sono stati arrestati.
La coalizione SPD/Verdi/FDP è
vista come responsabile della crisi economica e sociale che sta portando alla
più grande ondata di licenziamenti dalla seconda guerra mondiale, i tagli al
welfare che un tempo era vanto per la socialdemocrazia renana, sono diventati
sempre maggiori mentre il potere di acquisto dei salari scende ai minimi
storici.
Se la sinistra opera politiche reazionarie
e conservatrici in linea con i dettami del capitale economico e finanziario, l’estrema
destra prende il sopravvento come avvenne un secolo fa quando l’arrendevolezza
del partito socialista, all’indomani del primo conflitto mondiale, spianò la
strada all’avvento del fascismo con il sostegno dei ceti agrari e industriali
dell’epoca.
L’AfD si presenta agli occhi del
popolo tedesco come la sola alternativa a questo sistema di potere e lo fa
promuovendo anche campagne contro l’immigrazione spostando a destra la stessa
democrazia cristiana tedesca.
Come avvenne con i primi governi
di centro sinistra in Italia, le prime iniziative intraprese sono state anti
popolari, di contenimento della spesa pubblica e dei salari sposando politiche
guerrafondaie (non dimentichiamoci la guerra nei Balcani)
La cosiddetta transizione verde
applicata con ricette estremiste in difesa del clima e dell’ambiente finisce
con l’essere una ricetta antipopolare che andrà a distruggere migliaia di posti
di lavoro.
All’inizio del secolo la Spd
dette vita a una riforma del lavoro che introdusse i bassi salari, rivide
sostanzialmente, e al ribasso, i sussidi destinati ai senza lavoro proprio
quando il centro sinistra italiano iniziava la precarizzazione con processi di
privatizzazione e l’avvento dell’interinale. E negli anni successivi vennero ridotte le
aliquote fiscali a favore dei redditi medio alti pensando in questo modo di
guadagnare ulteriori consensi.
Come analizzato da Piketty i
partiti di centro sinistra hanno subito una grande erosione di consensi proprio
nei ceti popolari guadagnando invece voti nella classe media che oggi, davanti
alla recessione economica, si sposta decisamente a destra nel tentativo di
salvaguardare i propri interessi. Non è stato sufficiente identificarsi con le
borghesie urbane della Ztl per guadagnare il sostegno della classe media
costruendo poi un nuovo blocco sociale.
E attenzione, che l’AfD non
intende ridurre le spese militari, la loro idea è quella di una Germania grande
e potente anche militarmente; l’elettorato tuttavia non è consapevole di queste
scelte preferendo invece attribuire ai migranti la causa del declino renano.
L’AfD infatti invoca maggiori spese
militari e la reintroduzione della coscrizione obbligatoria, vuole sopprimere
il diritto di sciopero o limitarlo ai mini termini, pensa a tasse ridotte per
smantellare lo stato sociale. Gli elettori dell’AfD in campo economico e
sociale non sono poi così diversi dai liberali di FDP che invocano meno stato e
più mercato. Se in Germania dovesse cambiare il sistema elettorale adottando
quello maggioritario, la CDU avrebbe la maggioranza nella Germania occidentale
e l’AfD in quella orientale.
Ma per fermare l’estrema destra
non servono le canoniche ricette della sinistra neo liberale o il rispetto dei
dettami di Maastricht e men che mai il sostegno alla Nato.
I sindacati in questi anni hanno
applicato la riduzione del danno pensando che la concertazione sia un’arma
utile per fermare gli attacchi alla classe lavoratrice sortendo in realtà
effetti contrari.
In Turingia il Partito della
sinistra ha perso quasi due terzi dei suoi voti e sta guardando ad un accordo
con la democrazia cristiana locale come soluzione per fermare l’Afd, eppure in
Italia le desistenze del Prc hanno finito col distruggere un partito che aveva
raccolto voti e consensi diffusi.
E’ quindi palese la totale incapacità
dei partiti “di sinistra” o “democratici” di offrire
risposte ai bisogni sociali e questo spinge l’elettorato verso destra.
Scheda sulle elezioni in Turinga e Sassonia
All’inizio di Settembre
si sono tenute le elezioni regionali in due land nell’est della Germania,
l’Alternative für Deutschland (AfD) ha
totalizzato in Turingia il 33,1% ed è arrivata seconda, per
pochi voti in in Sassonia (30,5%), superata dalla democrazia
cristiana locale, l’Unione Cristiano-Democratica (Cdu) che oggi presenta
programmi assai più conservatori, se non reazionari, di quelli un tempo
realizzati dalla Merkel. È la prima volta che un partito di estrema destra
vince in Germania delle elezioni, ricordiamo che lo stesso Adenauer sosteneva
che a destra della democrazia cristiana tedesca non ci sarebbero mai stati
raggruppamenti capaci di guadagnare consensi popolari. A capo della AFD è Björn Höcke , figura
non a torto da molti definita come “fascista”; la domanda alla quale rispondere
è perché una organizzazione del genere abbia guadagnato consensi diffusi in
ogni strato sociale della popolazione.
Da queste elezioni esce
sconfitto il premier nazionale Olaf Scholz, di Spd (socialdemocratici),
questo partito è ormai ai minimi storici, riporta il 6% in Turingia e il 7,4%
in Sassonia, i verdi sono fuori da uno dei due parlamenti regionali, la linKe
ha dimezzato i consensi.
Il successo dell’AfD,
anche se nessun partito, a ragione, si alleerà per formare un Governo, potrà
comunque esercitare un enorme potere ad
esempio bloccando decisioni che richiedono una maggioranza qualificata nei
parlamenti regionali. Bisognerebbe interrogarsi su questo successo che è andato
ben oltre anche le aspettative e prendere atto della crisi irreversibile dei
partiti tradizionali e della politica di riarmo che in Germania il centro
sinistra sta portando avanti. La guerra in Ucraina ha colpito soprattutto
l’economia tedesca, stanno chiudendo fabbriche, ci sono migliaia di
licenziamenti e in assenza di una politica alternativa a quella della Ue
prendono forza le organizzazioni dichiaratamente di destra con nostalgie verso
il passato totalitario.
Ma un altro dato
significativo è dato dal grande successo dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW),
che ha ottenuto il terzo posto in queste elezioni, superando di gran lunga
tutte le organizzazioni di sinistra e di centro sinistra guadagnandosi accuse
di razzismo e di rosso brunismo anche da giornali e settori europei che si
rifanno alle organizzazioni di sinistra
e comuniste.
Possono anche essere assai controverse le posizioni di BSW sulla immigrazione ma i voti sono arrivati per la rottura radicale con le pratiche della sinistra neo liberale dentro cui ormai si trovano anche settori comunisti. E La crisi della sinistra europea è evidente con una scissione da destra scaturita proprio dal sostegno alla guerra in Ucraina. Ci sembra del tutto evidente che gi scenari siano in continua evoluzione ma dovremo guardarli con occhio critico senza ripresentare schemi logori e perdenti che hanno per altro portato, nelle ultime elezioni europee, organizzazioni di sinistra in Grecia, Portogallo e Spagna, a perdere molti consensi.
Fonte foto: Spiegel (da Google)