Milton Friedman, leader e profeta del neoliberismo

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Osteggiate nell’immediato dopoguerra non solo dai liberisti da cortile delle accademie e del giornalismo europeo, ma anche dai più saccenti studiosi della Mont Pelerin society, le teorie marxiste e keynesiane che pur avevano risollevato le sorti dell’economia europea con un imponente intervento statalista.
Perché i guru del pensiero neoliberista vedevano lontano. Si trattava di individuare già nell’immediato un sistema di valori e di credenze che si contrapponesse al sistema dei partiti, all’intervento dello stato nell’economia e nel sociale, alla partecipazione popolare, alle Istituzioni, alla democrazia, alle Costituzioni.
L’attacco contro l’Europa postbellica era allentato non solo dalla grande forza partecipativa del partito comunista e del partito socialista in particolare, ma anche dalla presenza nello scacchiere geopolitico dell’Unione Sovietica di cui si temeva a parole un intervento militare ma di cui invece si paventava nei fatti l’influenza ideologica e una possibile “intrusione” politica.

Se ci si premuniva militarmente in segreto con l’operazione Gladio e con alleanze criminali con le mafie, qualora le rivendicazioni popolari avessero raggiunto un limite considerato intollerabile per il profitto delle classi dirigenti e per il governo, è anche vero che da parte dei liberisti più saccenti e più previdenti era necessario creare strutture a livello internazionale che raccogliessero il “meglio” delle forze finanziarie e industriali in modo da approntare strategie politiche e finanziarie realistiche e vincenti contro le agguerrite opposizioni di sinistra.
Lo slancio per l’instaurazione di un capitalismo “puro” stile Von Hayek viene portato avanti da organizzazioni “segrete” come il Bilderberg, dalla trilateral Commission, da Mont Pelerin, luoghi nei quali si decide cosa dire ed imporre alle più alte personalità politiche sulla governance del pianeta occidentale.
E’ lo “Stato profondo” a livello multinazionale che detta le leggi da attuare all’Unione Europea, circondata da lobby di varia natura che decidono di emendamenti oltre che del ruolino di marcia che deve essere perseguito in alcuni casi con lentezza ed in altri con maggiore celerità ( vedi in tal senso l’accelerazione impressa dall’ Unione Europea dal 2011)

Vi è bisogno di una Bibbia liberista adeguata in grado sul piano teorico di affrontare “Il Capitale” di Marx e di far breccia nelle “menti” rivoluzionarie. L’impresa risulterà più facile del previsto non certo perché “capitalismo e libertà”1) di Milton Friedman abbia basi teoriche superiori al ” Capitale” davanti al quale appare ben poca cosa ma perché tra i nuovi arrivati nel PCI di estrazione prevalentemente piccolo-borghese, del marxismo si conoscevano solo gli slogan o le interpretazioni “mensceviche” di Antonio Gramsci.

Comunque sia, con Milton Friedman, esperto monetarista, la banda liberista trova il suo leader e il suo profeta, di cui esporrò in modo sintetico solo le sue tesi relative all’utilizzo che l’Unione Europea ne ha fatto per devastare l’economia e la società.
Innanzitutto il postulato su cui si fonda il suo pensiero, già prefigurato da Adam Smith, che “una mano invisibile” indirizzerebbe l’operato isolato dell’Homo oeconomicus, pur agendo per il suo interesse egoistico, verso l’armonia dei mercati.
Idolatria dei mercati che convinse giovani del PCI come D’Alema e Veltroni e giovani sovietici alla Eltsin e Gorbaciov a preferire come elemento regolatore dell’economia il mercato e non la pianificazione o l’lintervento dello stato.

Naomi Klein nel suo”Shock economy” 2) evidenzia come Milton e i suoi “Chicago boys” prediligano, affinché si imponga un razionale capitalismo “puro”, la teoria del “disastro” (colpo di stato, tsunami, bolla finanziaria, debito pubblico creato artificialmente) come una opportunità da sfruttare con il masssimo cinismo per abbattere gli ostacoli che si frappongono alla razionalità economica: Keynesismo, statalismo, welfare,sanità, scuola e ricerca pubblica, sindacalismo conflittuale, patrimonio statale…
Ottime occasioni per applicare il modello dei Friedman: il colpo di stato di Pinochet in Cile e di Eltsin in Unione Sovietica, lo spaventoso tsunami in Sri Lanka (35.000 morti).
Vedremo nel prossimo quadro come l’Unione Europea abbia inventato e sfruttato la “crisi” come strumento politico 3) per distruggere la sovranità politica, abbattere l’economia, saccheggiare la popolazione.
Il terzo quadro a breve.

NOTE
1) Milton Friedman, Capitalismo e libertà, IBL libri 2010, trad. da “Capitalism and freedom, Chicago 1962
2) Naomi Klein, Shock economy, Milano Rizzoli 2007
3) Vedi in proposito Luciano Gallino, Il colpo di stato di banche e governi, Torino Einaudi 2013

da Italianosveglia.com radiocora.it

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