Salvini alle Crociate

Salvini ha detto che uno dei principali problemi dei prossimi anni per l’Europa è il fanatismo islamico che – ha soggiunto – produce il terrorismo.

Israele, longa manus dell’Occidente in Medioriente, ha massacrato circa 43.000 (quarantatremila) civili palestinesi dal 7 Ottobre ad oggi (cioè circa 40 civili palestinesi per ogni civile israeliano ucciso), ma la vera emergenza per il leader della Lega sono il fanatismo e il terrorismo islamico.

Viene spontaneo chiedersi cosa dovrebbero pensare, a proposito di terrorismo, i popoli arabi e musulmani che negli ultimi trent’anni hanno subìto la duplice aggressione all’Iraq, l’occupazione dell’Afghanistan, il vergognoso attacco alla Libia di Gheddafi, quello alla Siria (con i “bravi ragazzi” dell’ISIS arruolati fra i “buoni” contro il “cattivo” Assad) oltre, naturalmente, al genocidio tuttora in corso in Palestina. Chi produce più terrorismo? Chi è più terrorista? Ai nostri lettori (e non ai posteri…) la (direi assai semplice…) “sentenza”.

Come ho già scritto in un precedente articolo alcune settimane fa, in campagna elettorale si gioca a chi le spara più grosse ma senza dubbio Salvini stacca tutti gli altri di svariate lunghezze.

Dopo di che ha rilanciato la “fallaciana” guerra santa contro l’Islam giocandosi l’immancabile jolly, cioè la presunta condizione di inferiorità delle donne nel mondo islamico (di cui Salvini non sa nulla di nulla ma questo è del tutto secondario, l’importante è sparacchiare…), naturalmente riducendo la enorme complessità e diversificazione di quel mondo ad un unicum, deformando la realtà vera delle cose. Questa è la variante destrorsa dell’ideologia femminista che del resto può essere tirata per la giacca (e infatti lo è) da più parti.

Non poteva mancare alla conclusione del discorso l’immancabile “Se ne stessero a casa loro”. Anche in questo caso viene spontaneo chiedersi cosa dovrebbero pensare quelle centinaia di milioni di arabi e musulmani che ormai da più di un secolo  – vogliamo dire dagli accordi Sikes-Picot del 1916 (ma in realtà anche da prima, solo per restare alla storia recente)? – vedono le loro terre spartite con il righello dalle potenze occidentali, saccheggiate dalle loro multinazionali (con la complicità delle elite locali), bombardate e occupate dalle loro armate. Chi è che deve starsene o tornarsene a casa propria?

E’ uno strano modo quello di Salvini (si fa per dire, è di una chiarezza disarmante…) di leggere la storia e la situazione concreta, ma in realtà il suo strabismo è pressoché quello di tutto il mondo occidentale, a partire da quello liberal. Lui dice le cose solo in maniera più rozza rispetto agli altri ma in fondo, come tutti gli autentici reazionari, è anche più sincero. Del resto deve cercare di recuperare consensi per poter mantenere un peso specifico all’interno dell’alleanza, soprattutto nei confronti di Meloni. In questo senso vanno lette anche le sue dichiarazioni (in sé e per sé condivisibili, sia chiaro, estrapolate dal contesto e dalla persona che le ha pronunciate) contro il Segretario Generale della NATO, Stoltenberg. Potrei anche sbagliarmi ma credo che lo lascino fare, a partire da Giorgia Meloni, perché sanno che sono boutade che si dicono in campagna elettorale e che non avranno nessun effetto e nessuna conseguenza sulla politica estera del governo (leggi il totale e spudorato asservimento alla NATO, agli USA e a Israele) e sulla tenuta della coalizione di governo.

Fonte foto: La Stampa (da Google)    

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