Quando “sinistra e progressismo” fanno rima con razzismo

Appena ho letto questo post (che riporto sotto) di Chiara Valerio le prime immagini che mi sono  venute alla mente – e non vuole essere una boutade – sono state quelle della Germania nazista e del Sudafrica dei tempi bui dell’apartheid. Come ripeto, non vuole essere una provocazione, è stata semplicemente la mia prima reazione emotiva.

Chiara Valerio, naturalmente, non è una militante di Forza Nuova, come di primo acchito potrebbe sembrare, bensì uno dei personaggi oggi più influenti dell’ “ambient” culturale e mediatico della “sinistra” liberal vicina al PD e ai cespugli rosa che gli ruotano attorno. Quell’ “ambient” che con una felice intuizione la giornalista Guia Soncini ha definito come “amichettismo”, ovvero quella congrega di produttori cinematografici, registi/e, attori, attrici, giornaliste/i, scrittori, scrittrici, intellettuali e artisti o pseudo tali, consulenti di vario genere, creativi vari ecc. che hanno completamente occupato il mondo del cinema e dello spettacolo in questo paese. L’elenco sarebbe lunghissimo e chiunque può sbizzarrirsi a stilarlo da solo. Una cosa è certa. Se qualcuno aspirasse, per sincera vocazione o per narcisismo, ad appartenere a qualcuna delle categorie sopra elencate e non facesse parte di quell’ambiente o non facesse di tutto per entrarvi o per esserne cooptato, è meglio che cambi strada e si trovi un impiego fisso, meglio se pubblico.

La Valerio è meno visibile rispetto ad altri ed altre ma sicuramente più influente.  Scrittrice, giornalista, traduttrice, direttrice artistica, curatrice editoriale, conduttrice radiofonica, collaboratrice di tv, cinema, teatro, magazine (fra gli altri spicca Vanity Fair) e giornali (Repubblica in primis, ma va? Chi l’avrebbe mai detto…), sceneggiatrice e naturalmente grande tessitrice di relazioni. Si fa prima a dire che cosa non ha fatto nella vita, considerando anche la sua relativamente giovane età. Di certo, tutti conosciamo Chiara Ferragni e relativamente in pochi Chiara Valerio, ma è quest’ultima una delle principali – se non oggi la principale – deus ex machina dell’universo culturale di “sinistra” e dei suoi salotti.

Perfettamente coerente con la sua mission (per la quale è anche ben retribuita), Chiara Valerio è sinceramente convinta di essere una “progressista e di sinistra” e, nell’accezione attuale che questo termine, una volta glorioso, ha assunto,  in effetti lo è, anzi, ne incarna perfettamente lo spirito.  E’ per questa ragione che, con grande disinvoltura, pubblica post apertamente sessisti e razzisti come quello in oggetto, persuasa di dire chissà quale “cosa di sinistra”.

Morale. Politicamente parlando,  l“attuale “sinistra” è più dannosa della destra, perché quest’ultima cresce proprio a causa dell’esistenza della prima. Liberarsi di questa “sinistra” è il solo modo per poter combattere efficacemente la destra.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "R “-" Il femminicidio non è una questione astratta, è la pratica attraverso cui il sistema che chiamiamo società civile punisce ideboli, gli irregolari, i non conformi. Dove debole, irregolare e non conforme significa il contrario di maschio bianco eterosessuale. E dove il debole, irregolare e non conforme più diffuso è la donna CHIARA VALERIO"

6 commenti per “Quando “sinistra e progressismo” fanno rima con razzismo

  1. Giovanni
    2 Gennaio 2024 at 20:01

    Manca solo un’informazione: di chi è figlia? Perchè ben difficilmente la figlia di un lavoratore semplice, che so un magazziniere (come lo era mio padre) o un minatore, arriva ad essere così interna e in così giovane età a certi circoli.

    Provo a completarla io semplicemente cercando online ed arrivando qui. Vi si legge:

    “Papà?
    «Prima ricercatore, poi professore di fisica al liceo scientifico».
    Mamma?
    «Segretario comunale»”

    L’amichettismo trova un ottimo terreno di coltura proprio in ampie fasce del pubblico impiego.

    All’università, dove il padre lavorava, non si entra se non per cooptazione amichettale (non per nulla Preve le definiva strutture selettive di silenziamento), cosa che io ho imparato per esperienza diretta. Restano i posti dove si riesce ancora ad entrare tramite graduatorie e concorsoni-casermoni, ad esempio la scuola, dove al netto di tutte le criticabili contraddizioni che presenta la procedura lascia i suoi spazi anche ai non amichetti. Tuttavia, la contrapposizione centro-dx/centro-sx, per quanto politicamente farsesca, formando delle basi elettorali nettamente definite e aspramente contrapposte ha garantito l’allineamento in quest’area formalmente più libera dalle relazioni amichettali. In fondo è la forma in cui la libertà è tollerata nel capitalismo, non crea un vincolo diretto ma ti obbliga e deforma in base al tuo stato di necessità (di campare).

    La madre infine, con quel lavoro, era già nell’ambiente dell’amichettismo.

    Consentimi la battuta ;-), temo che la tua pur ironica affermazione che chi “non facesse di tutto per entrarvi o per esserne cooptato, è meglio che cambi strada e si trovi un impiego fisso, meglio se pubblico” sia del tutto inefficace viste le condizioni del pubblico impiego.

    Ma forse sono io ad essere malpensante, deve essere stato tutto merito della crema Oil of Olaz, sai dicono che faccia miracoli :-D.

    • Giulio Bonali
      4 Gennaio 2024 at 8:41

      Infatti, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente (non “frequento” quegli ambienti”…) la Walt Disney, che impone sistematicamente “per regolamento interno” la più bieca propaganda LGBT+ ai bambini, oppure la Perugina, che da quando ha fatto pubblicità schifosamente omosessuali (di cui ora si pente e cui cerca di rimediare; ma io non abbocco…) ho bandito dai miei consumi come tutte le imprese (genocide) Israeliane, sarebbero imprese pubbliche, non certo capitalistiche private!
      Finché si continua a coltivare simili ignobili pregiudizi contro l’ iniziativa economica statale e il pubblico impiego i nemici del popolo (per me, che sono un inguaribile “cattivista” politicamente scorretto, “da trattamento alla Robespierre-Stalin”) e dell’ umanità e i loro amichetti femministi-eterofobi possono dormire sonni tranquilli.

      • Giovanni
        4 Gennaio 2024 at 22:37

        Se è per questo ci sta anche lo spot propaganda Tim firmato Tornatore e colonna sonora dei Maneskin.

        E non ho dubbi, purtroppo, che sia la Valerio che Tornatore e il suo spot (per non parlare dei Maneskin) sarebbero letteralmente venerati in università e scuole.

  2. Claudio
    3 Gennaio 2024 at 8:46

    Condivido Fabrizio ahimè, ormai sinistra fa rima con razzismo purtroppo. Spero che il compagno Rizzo – lui veramente antirazzista – corra ai ripari in qualche modo . Claudio Firenze

  3. Piero
    3 Gennaio 2024 at 10:32

    Esperienza personale…

    Collaboro (come contractor) con una multinazionale di sede in Svizzera, ma con proprietà anglo americana (le logiche interne, procedure operative, sono anglosassoni).

    Negli ultimi decenni hanno anticipato tutte le logiche mondiali (anche relative al mondo personale) occidentali. Quindi sostenibilità, inclusione, green, genere, etc.

    Negli ultimi anni, in Italia ad esempio, stanno sostituendo i ruoli principali con donne, escludendo gli uomini.

    Questi ultimi, giovani o anziani ancora attivi, preferiscono andarsene.

    A richiesta i responsabili rispondono “scelte spintanee dall’alto”

  4. Ros* lux
    5 Gennaio 2024 at 11:58

    La Valerio ha espresso una classico esempio di stereotipizzazione ,che le consente di definire il capro espiatorio…tipico della Propaganda…in quella leghista l’immigrato…in quella neofemminista il maschio eterosessuale…
    Evidentemente considera l’opinione pubblica particolarmente stupida…e a giudicare dal successo delle manifestazioni del 25 novembre la sua convinzione è più che fondata.

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