Gaza: guerriglia “a-simmetrica” contro “guerra non convenzionale”

L’operazione militare palestinese ‘’Tempesta di Al Aqsa’’ potrebbe aver posto le basi per il passaggio dalla resistenza ad un processo rivoluzionario antimperialista, fronteggiando la dottrina della ‘’guerra non convenzionale’’ con la guerriglia a-simmetrica. Le dottrine militari insegnano che un esercito professionale non può, nel lungo periodo, mantenere il controllo territoriale contro una popolazione intera in armi, per questo motivo il regime sionista non è nelle condizioni d’invadere, da terra, i territori occupati. Replicando lo stragismo dei ‘’nazionalisti integralisti’’ ucraini, con cui condivisero la pianificazione della Shoah, i sionisti-revisionisti hanno optato per il ‘’terrorismo totale’’ distruggendo anche un ospedale a Gaza e provocando la morte di centinaia di civili. Alla lobby degli straussiani non rimane che la guerra ‘’a distanza’’ con armi di nuova generazione, nonostante ciò gli ultimi eventi mettono in dubbio la capacità del Mossad di fare previsioni o controllare il cyber-spazio: distruggere un ospedale non è ‘’sicurezza nazionale’’, ma un crimine. Israele, con i suoi apparati d’intelligence bucherellati come un formaggio groviera, conferma una condizione di insospettata fragilità

L’analista strategico Andrew Korybko ha sintetizzato, in dieci punti, le principali lezioni militari e politiche, derivanti dall’attacco di Hamas. Vediamo i punti centrali dell’analisi di Korybko:

“2. Era totalmente impreparato alle tattiche di guerra ibrida di Hamas

Dopo la rottura del suo muro di confine, che è stato il risultato di un colossale fallimento dell’intelligence e del conseguente collasso di tutti i sistemi di sicurezza, Israele ha dimostrato di essere totalmente impreparato a contrastare le tattiche della guerra ibrida di Hamas di assalti di squadre fulminei e rudimentali attacchi di droni.

  1. Le lotte politiche interne probabilmente hanno contribuito a questo fallimento dell’intelligence

Se i servizi militari e di intelligence israeliani non fossero stati coinvolti nella disputa politica sulle riforme giudiziarie pianificate da Netanyahu, che è stata esacerbata dall’ingerenza dell’amministrazione Biden, come spiegato qui, allora avrebbero potuto rilevare in anticipo i piani di Hamas e quindi essere in grado di sventarli.

  1. Inoltre, non ha aiutato il fatto che le spie statunitensi siano distratte con l’Ucraina

Israele deve assumersi la piena responsabilità per i suoi fallimenti dell’intelligence, ma non ha aiutato nessuno che le spie del suo alleato americano siano state distratte con l’Ucraina. Se non fossero stati così concentrati su quel conflitto, allora avrebbero potuto mantenere almeno un satellite su Gaza che avrebbe potuto scoprire l’accumulo militare di Hamas.’’ 1

 

Israele ha visto dipanarsi il mito (immeritato) della propria invincibilità, davanti una ad resistenza potente e anche con una certa connotazione di classe. Inoltre il regime sionista dovrà:

  • Far fronte alla sospensione geoeconomica della Via del Cotone, una alternativa neoliberale al multilateralismo cinese.
  • Riorganizzare un apparato militare allo sbando, dinanzi il possibile coinvolgimento degli Hezbollah nel conflitto in corso.

Tel Aviv sta per implodere: non ha più una borghesia commerciale in grado di muoversi in un contesto multipolare, mentre quella militare è cerebralmente morta; abbracciata una nuova Architettura di potere, il ‘’fascismo ebraico’’ si è trasformato in un ‘’piccolo Satana’’. Gli Stati Uniti si trovano davanti al dilemma su come distribuire gli aiuti militari: ‘’Business Insider ha attirato l’attenzione sul nuovo dilemma americano se fornire aiuti militari limitati, in particolare proiettili di artiglieria, all’Ucraina come previsto o reindirizzare invece queste risorse verso Israele. La sua decisione potrebbe avere importanti implicazioni per entrambi i conflitti poiché la scelta tra loro è a somma zero.’’ (Ibidem). Se il Pentagono dovesse considerare Israele un ‘’alleato scomodo ‘’, è probabile che la CIA possa sacrificare questo ‘’Stato-laboratorio’’ estendendo a Tel Aviv la calamità della dottrina della ‘’guerra eterna’’.

Secondo la Guida Suprema iraniana, Khamenei, ‘’il regime sionista sta morendo’’, ciononostante se il Pentagono dovesse travolgere Tel Aviv con la ‘’guerra eterna’’ l’Asse della Resistenza dovrebbe rimodulare la propria strategia militare: Israele è una pedina del complesso militare-industriale USA, legata al cosmopolitismo puritano, la medesima tradizione teocratica che ha provocato lo sterminio delle popolazioni amerinde.

Il governo Netanyahu è stato sorpreso dalla rivolta palestinese, allo stesso modo in cui i comandanti nazisti della Polonia furono sorpresi dalla Rivolta ebraica nel Ghetto di Varsavia, del 1943. La testata marxista Word Socialist Web Site (WSWS) scrive:

‘’La forza che può fermare l’assalto di Netanyahu in Israele è la classe operaia israeliana, palestinese e internazionale, che deve portare avanti una lotta unitaria per fermare l’attacco a Gaza, abbattere il regime di Netanyahu e porre fine all’occupazione israeliana di Gaza e della Cisgiordania.’’2

L’analisti è corretta, ma la classe operaia israeliana, da oltre mezzo secolo, è di fatto una sorta di ‘’grande assente’’.

https://www.ambienteweb.org/2023/10/08/i-dieci-principali-punti-riguardantio-lattacco-di-hamas-contro-israele/

https://www.wsws.org/en/articles/2023/10/08/wkem-o08.html

GAZA. La nuova strategia di Hamas che Israele non controlla | NenaNews

Fonte foto: Nena News (da Google)

 

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