La lobby israeliana è un ingranaggio della controrivoluzione mondiale

L’ipocrisia dei governi israeliani non conosce limite: le autorità sioniste hanno appena rilasciato una dichiarazione all’Onu (18/10/2023) dove accusano la Repubblica Popolare Cinese, di presunti ‘’crimini contro l’umanità’’ contro le popolazioni musulmane. Una fake news che contrasta con la realtà fattuale: in Cina le popolazioni musulmane sono ben integrate all’interno di uno Stato sociale dinamico, mentre il preteso Stato ‘’per soli ebrei’’ sta consumando un genocidio contro la popolazione di Gaza. L’Occidente collettivo, dopo l’11/9, ha colonizzato i Paesi musulmani, applicando la dottrina militare chiamata ‘’guerra eterna’’; Stati Uniti ed Israele, oltre a non avere vergogna, ‘’non hanno cuore’’ (scrive il giornalista investigativo Ben Norton).

Inquadrata la proiezione geopolitica che ha portato il governo fascista-sionista Netanyahu ad aggredire, seguendo la dottrina militare ‘’non convenzionale’’ o ‘’irregolare’’, la Terra di Palestina, è necessario proporre ai lettori una disamina sul ruolo della lobby sionista nel cuore dell’Impero, gli Stati Uniti d’America.

 

Qual è la Configurazione del Potere Sionista?

1.La Configurazione del Potere Sionista (CPS) ha distrutto la fragile democrazia dei Paesi capitalisti dell’anglosfera, accelerando la transizione ad una nuova Architettura di potere. Per rispondere alla domanda ‘’perché l’AIPAC non è una lobby come un’altra’’, utilizzerò due articoli, uno di Alexander Cockburn e l’altro di James Petras, due fra i pochi analisti antimperialisti che hanno svolto una disamina accurata del problema. Scrive Alexander Cockburn:

‘’Ci sono, naturalmente, innumerevoli lobby a Washington, dall’ambiente alle telecomunicazioni alla chiroterapia; perchè l’AIPAC è diversa?
Tanto per cominciare, è un comitato di azione politica che esercita espressamente pressioni politiche nell’interesse di una potenza straniera; il fatto che sia esente dall’Atto di Registrazione dei Rappresentanti Stranieri è ancora un’altra misteriosa “eccezione israeliana”. In secondo luogo, non è proprio la quantità di denaro che dà, ma è la punizione politica che può esigere. Dalla metà degli anni ’80, nessun membro del Congresso aveva mai neanche cercato di accollarsi direttamente la lobby. Così come un membro dello staff del Senato ha riferito allo scrivente, ciò che tiene in riga i politici è la “raggelante paura” dello sfavore dell’AIPAC.’’ 1

La strategia israeliana è quella di utilizzare il potere dell’ultra-borghesia con doppio passaporto israeliano/statunitense per influenzare il Congresso, spingendo gli USA a scatenare delle guerre di ‘’quarta generazione’’ (presto ‘’quinta’’) contro i propri interessi nazionali. Lo scrittore israeliano (citato da Cockburn), Ury Avnery, ha sintetizzato in modo ironico la strumentalità dell’accusa di antisemitismo, una Spada di Damocle con cui le lobby sioniste (in misura maggiore quelle d’area ‘’progressista’’) denigrano gli analisti in grado di decodificare la ‘’geopolitica della catastrofe’’:

‘’Se il governo israeliano volesse per domani una legge che annullasse i Dieci Comandamenti, 95 Senatori USA (almeno) firmerebbero immediatamente il disegno di legge”.’’ (Ibidem)

Continua:

‘’La lezione dell’affare Iraq è che la relazione israelo-americana è più forte, quando sembra che gli interessi americani e gli interessi israeliani siano un tutt’uno (a prescindere che questo sia veramente il caso, a lungo termine). Gli Stati Uniti usano Israele per dominare il Medio Oriente, Israele usa gli Stati Uniti per dominare la Palestina”.’’

Il rapporto fra l’imperialismo USA e quello israeliano non è di concorrenza inter-imperialistica, ma di dipendenza reciproca: il Sionismo è l’ideologia di stato della borghesia imperialista USA; gli Stati Uniti sono gli armatori dello Stato ‘’per soli ebrei’’. Il sionismo-revisionista è una ideologia ‘’versatile’’: si adegua tanto al neofascismo del White Power, quanto al liberal-globalismo; dall’altra parte Israele ricopre il ruolo geopolitico di ‘’braccio assassino dell’Impero yankee’’ (citando Chavez). Se il regime sionista, epicentro d’una dittatura globalista mondiale, dovesse andare contro gli intessi dell’ultra-borghesia col doppio passaporto, israeliano e statunitense, il Pentagono non avrebbe esitazione ad estendere a Tel Aviv la dottrina della ‘’guerra eterna’’, cancellandola con una calamità approvata dalla lobby israeliana negli USA. Israele, uno ‘’stato-entità’’ che si è autocondannato alla ‘’criminalità permanente’’, in questo caso pagherebbe il prezzo della propria estraneità al Diritto internazionale. Citando lo storico Norman G. Finkelstein: ‘’uno ‘’Stato pazzo’’’’.

  1. La Configurazione del Potere Sionista nell’Occidente collettivo pone problemi concernenti la guerra e la pace, l’imperialismo e la decolonizzazione, il conflitto fra Capitale e Lavoro, ma anche la transizione dalla democrazia borghese alle nuove dittature tecnocratiche. Israele coniuga il transumanesimo liberal-globalista di Davos col neofascismo tradizionale dei suprematisti; in poche parole è uno ‘’Stato-laboratorio’’ utilizzato dall’imperialismo USA per sperimentare metodi radicali di manipolazione di massa (es. attraverso il controllo dei media), ma anche soluzioni estreme rapportando l’eugenetica al settore militare. Va ben oltre il razzismo ed il colonialismo tradizionale: lo Stato israeliano è una ideocrazia neocoloniale atipica.

Scrive James Petras:

‘’La CPS rappresenta una minaccia basilare per la nostra esistenza come stato sovrano e per la nostra capacità di influire su coloro che eleggiamo e sul tipo di agenda ed interessi che dovrebbero perseguire i nostri rappresentanti. E ciò che è ancora peggio, dovendo servire gli interessi israeliani, ci convertiamo in complici di uno stato il cui Tribunale Supremo legalizza gli assassinii politici fuori del paese, la tortura, le violazioni sistematiche del diritto internazionale e di un regime che ripudia le risoluzioni delle Nazioni Unite e unilateralmente invade e bombarda i propri vicini, praticando un espansionismo colonialista militare.’’ 2

In Occidente, il supporto alle politiche razziste israeliane ha provocato la transizione dallo ‘’Stato sociale’’ allo ‘’Stato di guerra’’. Israele non configura un ‘’fascismo tradizionale’’, non guarda al passato, ma al futuro: la costruzione del ‘’capitalismo della sorveglianza’’.Il deep state israeliano non si limita ad alimentare la censura, ma guarda alla conquista dei cyber-spazi; è l’epicentro d’un regime distopico sul ‘’modello’’ della società da incubo descritta da George Orwell. Continua Petras:

‘’In sintesi, Israele alimenta e nutre le tendenze più retrograde e le pratiche più brutali della politica contemporanea statunitense. In questo senso la lobby, attraverso i media, la sua influenza sul Congresso e i “think tanks”, sta creando una entità che è immagine speculare di Israele. Come Israele, gli Stati Uniti hanno stabilito nel Pentagono le proprie squadre d’assassini; come Israele, invade e colonizza l’Iraq; come Israele, viola e rifiuta qualsiasi limite legale internazionale o costituzionale e tortura sistematicamente prigionieri, individui accusati e non processati.’’ (Ibidem)

Tel Aviv, dal ’48 in poi, è una pedina della controrivoluzione mondiale: alleata dell’estrema destra neoliberale, ha favorito in ogni angolo del pianeta la penetrazione delle multinazionali anglosassoni, distruggendo le conquiste del movimento operaio ed antimperialista. La sua seconda ideologia di Stato è l’antisocialismo.

L’oligarchia israeliana ha superato la borghesia tradizionale: è parassitaria, applica metodi di guerra ‘’irregolari’’, in Europa sperimenta da decenni la ‘’guerra ibrida’’ ed ha edificato una società capace di coniugare tribalismo e post-modernismo. Israele è un ingranaggio della controrivoluzione mondiale: non è un problema soltanto palestinese, ma uno ‘’Stato nemico ‘’ dei lavoratori di tutte le nazioni.

https://www.peacelink.it/pace/a/16493.html

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=7854

AIPAC's New PACs Signal a Strategic Shift

Fonte foto: da Google

5 commenti per “La lobby israeliana è un ingranaggio della controrivoluzione mondiale

  1. Andrea Vannini
    20 Ottobre 2023 at 16:24

    Leggere o ascoltare Zecchinelli é un piacere per la mente.

  2. Anarchia e basta
    24 Ottobre 2023 at 20:12

    A me piace Zecchinelli anche non sono filocinese (il contrario!) ma da spesso l’idea di un fronte fascista unito controrivoluzionario da Spagna 36 o da guerra fredda – come l’Indonesia degli anni ’60, il Cile nazionalista dei militari, l’Afghanistan medioevale fascista dei Talebani e di Massud o l’India fascista antisemita e antioccidentale nei nostri giorni -, ebbene non è così, la sinistra israeliana è filoPalestinese, molti israeliani con cui ho parlato preferisco i Resistenti palestinesi al loro presidente!!! un anarchico libertario antirazzista antifascista antimarxista e antitotalitario….liberi tutti

    • Giulio Bonali
      27 Ottobre 2023 at 8:17

      Domanda (retorica) che taglia la testa al toro:

      la cosiddetta “sinistra israeliana” che sarebbe “filopalestinese [filo collaborazionisti di Abu Mazen? No, grazie!, N.d.R.]” e i cosiddetti “molti israeliani” che preferirebbero “i Resistenti palestinesi [vedi sopra, N.d.R] al loro presidente!!!” sono per l’ abolizione o meno dello stato sionazista di Israele, nato, cresciuto e “prosperante” sul peggiore terrorismo indiscriminato verso tutti i civili di ogni età e sesso [per me il “genere” é solo un’ espressione grammaticale] e sulla pulizia etnica di tipo nazista contro la popolazione autoctona (palestinese)?

      Consiglio la lettura dell’ articolo “La menzogna (occulta) dello Stato di Israele” dell’ ebrea onesta e democratica Vera Pegna su L’ antidiplomatico:

      https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_menzogna_occulta_dello_stato_disraele/39602_51335/

  3. Massimo
    26 Ottobre 2023 at 17:42

    Vi ho conosciuti oggi è sono rimasto molto impressionato dall’acutezza dei temi trattati.
    È un piacere avervi conosciuto.

    • Fabrizio Marchi
      26 Ottobre 2023 at 20:26

      Il piacere è nostro. Continua a seguirci e dacci una mano per la diffusione di questo giornale, dal momento che – come diceva un tale – possiamo contare solo sulle nostre forze. A presto.

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