Perchè i russi (e soprattutto i ceti popolari) sostengono Putin

Mettendo da parte gli scontati strepitii dei media occidentali, prigionieri del loro altrettanto scontato spartito, è bene capire le ragioni per le quali la grande maggioranza dei russi ha sostenuto e continua  a sostenere Putin.

Sono le stesse che spiegai in questo ormai vecchio ma tuttora attuale articolo (L’Interferenza era da poco in rete, l’articolo è del 3 Maggio 2014) https://www.linterferenza.info/esteri/un-primissimo-sguardo-sulla-crisi-russo-ucraina/  e di cui riporto alcuni passaggi:

“…(Putin) ha avuto il merito di strappare il paese ad una deriva ultraliberista inaugurata dall’ubriacone Eltsin, fantoccio completamente asservito agli USA, che aveva consegnato il paese alla mafia e al capitale straniero e che avrebbe finito con il distruggere la Russia stessa.
La Russia post crollo dell’URSS era un paese allo sbando, una vera e propria orgia di mafiosi, speculatori di ogni genere, oligarchi, ex burocrati spregiudicati assetati di ricchezza da raggiungere a qualsiasi costo; un paese dove anche per parcheggiare la macchina sotto la propria abitazione era necessario pagare il pizzo alla mafia. Tutto ciò in un clima di dissacrazione totale e di mortificazione di tutta la storia e la tradizione russa, ivi compresa l’era sovietica, che rischiava di far precipitare il paese nel caos più totale e di ridurlo al rango di una colonia dell’occidente e degli USA in particolare, di una terra di conquista per gli speculatori e per gli avventurieri di tutto il mondo, un incrocio fra un gigantesco bordello per turisti e di crocevia per i peggiori traffici internazionali (droga, prostituzione, armi, riciclaggio di denaro)
Putin ha posto un freno a questa deriva, gliene va dato atto, e ha restituito una dignità (ed anche sicurezza sociale) ad un grande paese che obiettivamente non meritava di fare quella fine”.

“Putin ha restituito alla Russia e al suo popolo quell’identità che avevano smarrita, anche ponendo fine a quella sistematica e violenta operazione di rimozione della propria storia che ha portato a gettare fango su tutto ciò che non era ideologicamente in linea con il nuovo corso neo liberale e neoliberista.
Per dirla con una metafora e con un esempio che spero possa essere efficace, il Mausoleo di Lenin, anche per volontà di Putin, è rimasto dov’era, davanti alle mura del Cremlino, e non è stato trasformato in un Mc Donald come alcuni gruppi imprenditoriali avevano proposto…
Il recupero della (grande) storia russa è stato un momento centrale e cruciale della sua azione politica. Si è arrivati addirittura a rivisitare, storicizzare e reinterpretare anche l’era staliniana, sottratta alla furia iconoclasta scatenatasi successivamente alla dissoluzione dell’ URSS, e ricompresa e contestualizzata all’interno di quella determinata fase storica e politica che in qualche modo rendeva necessario anche quel passaggio.
La stessa operazione è stata portata avanti attraverso il recupero della grande tradizione culturale, letteraria e spirituale russa presovietica, che la sbornia ideologica neoliberale e neoliberista aveva cercato di mettere nell’angolo”.

Le ragioni di cui sopra, in questi dieci anni, si sono ulteriormente rafforzate proprio a causa della strategia occidentale finalizzata ad indebolire la Russia per piegarla e possibilmente disgregarla.

In questo articolo di un paio di anni fa che invito a leggere spiegavo le ragioni per le quali l’Occidente vorrebbe annichilire la Russia e lo stesso Putin: https://www.linterferenza.info/editoriali/perche-loccidente-odia-la-russia-putin/

Ne riporto, anche in questo caso, uno stralcio:” Subito dopo il crollo dell’URSS (ma il disfacimento era iniziato già da tempo) la Russia era ridotta ad una colonia, un paese con un enorme serbatoio di materie prime da saccheggiare e una grande massa di manodopera a bassissimo costo a disposizione per le multinazionali e le aziende occidentali, più un governo di affaristi senza scrupoli in combutta con la mafia e guidato da un fantoccio ubriacone al servizio degli USA. I quali erano ormai convinti di avere il mondo in pugno. E questo è stato il loro più grave errore. Un errore che per la verità hanno commesso spesso negli ultimi trent’anni. Sono rimasti letteralmente spiazzati dalla crescita economica impetuosa, se non portentosa, della Cina e non pensavano che la Russia potesse risollevarsi e ritrovare la sua forza, il suo baricentro, la sua identità, che è quella di un grande paese, con una grande storia, una grande cultura e un grande popolo che non può accettare di essere ridotto ad una colonia dell’Occidente. Che ci piaccia o no (questo è del tutto indifferente al fine della comprensione delle cose) Putin è stato l’uomo che ha incarnato questa rinascita. Ed è proprio questo che l’Occidente non gli perdona. Perché gli ha tolto quel grande giocattolo che pensavano di avere ormai tra le mani e così facendo gli ha tolto il sogno – che sembrava ormai raggiunto – di poter dominare sull’intero pianeta”.

L’espansione progressiva della NATO verso est, il processo di destabilizzazione dell’Ucraina concretizzatosi con il colpo di stato del 2014 e l’aggressione alle popolazioni russe del Donbass, hanno fatto il resto.  Il popolo russo in tutti questi anni ha capito che la posta in gioco era ed è la stessa sopravvivenza della Russia. La guerra in corso in Ucraina contro la NATO, lungi dall’indebolirla internamente, ha addirittura aumentato la coesione sociale interna del paese, che si è concretizzata nel voto quasi plebiscitario di pochi giorni fa. E’ evidente che anche molti elettori comunisti (il PC russo, che è il secondo partito, ha una oscillazione mediamente fra il 10% e il 20% dei consensi) oltre che di altri partiti, ha optato per dare il proprio voto al presidente in carica. E’ altresì fondamentale ricordare che le politiche economiche e sociali di Putin, pur non essendo socialiste, hanno però restituito stabilità e sicurezza sociale a decine di milioni di russi, specie dei ceti più popolari, che dopo il crollo dell’Unione Sovietica, erano stati letteralmente ridotti in uno stato di prostrazione e di povertà estrema.

Al netto di qualsiasi altra considerazione sulla natura dello stato e della società russa (che approfondisco in parte, sia pur brevemente, negli articoli postati) queste sono le ragioni (peraltro anche condivisibili) che hanno determinato la vittoria di Putin.

Changing the rules: what comes after a Putin election victory?

Fonte foto: da Google

1 commento per “Perchè i russi (e soprattutto i ceti popolari) sostengono Putin

  1. Giulio larosa
    20 Marzo 2024 at 9:56

    Pura e indiscutibile verità. Mao ha fatto lo stesso con la Cina.

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