Il veto all’Onu degli Usa prepara la soluzione finale contro il popolo palestinese

Il veto degli Stati Uniti ha impedito all’Onu di votare una risoluzione “umanitaria” per il cessate a fuoco da parte di Israele che in tutta risposta sta bombardando il territorio libanese e siriano.
L’ostruzionismo degli Stati Uniti perfino davanti ad una semplice risoluzione per il cessate il fuoco conferma il pieno sostegno di Biden ad Israele dopo l’invio di portaerei nel Mediterraneo alla vigilia dell’attacco israeliano a Gaza.
Emblematica anche l’astensione all’Onu della Gran Bretagna, altro paese coinvolto piu’ o meno direttamente nella guerra in corso.
E a chi invocava, dopo la distruzione di Gaza e di Hamas, una concessione all’ANP, risponde direttamente il premier Israeliano ricordando che questa soluzione non sarà accolta e neanche presa in considerazione nonostante la diplomazia statunitense stia pensando a soluzioni politiche dopo il conflitto (ovviamente sotto il loro controllo e quello israeliano) .
Cosa vuol dire e fare Israele? Forte del sostegno di Usa e Gb, nell’ignavia delle monarchie del Golfo assai più interessate agli accordi commerciali con Usa e Israele che al popolo palestinese, vogliono completare la distruzione di Gaza e la decapitazione della Resistenza palestinese, al resto penserà la Ue che ha già inserito nella lista nera dei terroristi ricercati decine di esponenti palestinesi (e non solo di Hamas come si vorrebbe far credere)
Negli Usa, stando a sondaggi interni, quasi il 45% della popolazione si dice contraria al sostegno di Biden ad Israele, in diversi paesi occidentali sono partite iniziative per il boicottaggio dei prodotti israeliani, un clima di aperta ostilità verso la guerra totale, se non vogliamo parlare di sterminio, contro il popolo palestinese.
L’Autorità Palestinese, apprendiamo dal quotidiano Haretz, sta lavorando con i funzionari statunitensi su un piano per governare Gaza dopo la fine della guerra, ha riferito Bloomberg News, citando il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh.
Una posizione, quella dell’Anp, non solo pantofolaia ma del tutto irrealistica a conferma della delegittimazione da parte dei palestinesi di questa pseudo entità statale. Per capire meglio il punto di vista di Abu Mazen basta leggere sempre il quotidiano Haretz

L’esito preferito del conflitto sarebbe che il gruppo militante di Hamas, che controlla Gaza, diventasse un partner minore dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), contribuendo a costruire un nuovo stato indipendente che includa la Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, ha detto Shtayyeh, con sede a Ramallah, in un’intervista a Bloomberg News giovedì. “Se loro (Hamas) sono pronti a raggiungere un accordo e ad accettare la piattaforma politica dell’OLP, allora ci sarà spazio per il dialogo. I palestinesi non dovrebbero essere divisi”, ha detto Shtayyeh, aggiungendo che l’obiettivo di Israele di sconfiggere completamente Hamas è irrealistico.

Se oggi il popolo palestinese si identifica con Hamas la responsabilità è proprio di quanti (ossia l’Anp e la Ue) hanno pensato che le istanze di un popolo venissero salvaguardate da chi a quel popolo vuole invece negare ogni spazio vitale (leggi colonialismo di insediamento) e perfino il diritto ad esistere come entità politica e culturale.

Continuare, in Occidente, a ripetere formule astratte di un tempo significa non voler leggere la realtà attuale anteponendole invece un libro dei sogni nel nome di quella laicità ormai identificabile come ideologia imperialista.

Sostenere una posizione del genere non significa simpatizzare per l’islamismo ma piuttosto prendere atto che proprio la islamofobia in Occidente è parte del problema.

Gli Usa hanno bloccato con il veto la risoluzione dell'Onu per il cessate  il fuoco a Gaza

Fonte foto: Askanews (da Google)

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