Modelli alternativi
Si susseguono gli annunci sulle energie alternative. L’Occidente è alla ricerca di fonti di energia rinnovabili per limitare gli effetti distruttivi sull’ambiente e, specialmente, per non rinunciare al suo modello economico basato sui consumi e sulla produzione irrazionale. Il consenso del capitalismo è fondato sul sonno della ragione e sulla speranza distopica del paese della Cuccagna. La politica sempre più aggressiva a livello internazionale e il disprezzo verso ogni vincolo etico caratterizzano il capitale nella sua fase apicale, ma è il segno del tramonto, il suo mondo declina nello stesso modo in cui è sorto Grondante di sangue e sudore come afferma Marx, nel momento del suo tramonto gronda del sangue delle guerre e dello sfruttamento, del sudore dei popoli che emigrano per il neocolonialismo. La fine e l’inizio svelano la verità di un sistema sociale che ha lottato contro l’umanità in nome dell’interesse economico di pochi. In tale condizione, non si può non essere consapevoli, che la retorica sulle rinnovabili e l’ecologismo acritico non sono che mezzi per allungare l’agonia del modo di produzione capitalistico e nel frattempo guadagnare sui danni ambientali. Il plusvalore è la verità del sistema capitale. Bisogna cercare e pensare sistemi alternativi, modelli a misura d’uomo che possano riportare l’essere umano ad essere “pastore del mondo e coabitatore dell’ambiente” e non “sfruttatore draculesco del pianeta”.
Zia Lina
Non sono un economista, ma ricercare un modello alternativo all’attuale economia dello sfruttamento e dell’eccesso non significa solo produrre grafici, ma anche ripensare in modo nuovo e senza nostalgie la nostra storia con le sue testimonianze vive ed etiche. A Castellaneta ho l’onore di fregiarmi dell’amicizia di una anziana signora che io chiamo zia Lina, abita nel centro storico. Ha 88 anni, è stata, anche, lavoratrice instancabile della terra. Zia Lina testimonia che si può vivere in condizioni agiate senza eccessi e nel rispetto dell’ambiente e della comunità. La cultura del vicolo e la fede cristiana le hanno insegnato la solidarietà. Vive sola, ma non è tale. Abita nella sua piccola casa in cui nulla manca, ma l’educazione improntata alla modestia dei consumi e alla condivisione solidale le permette una qualità di vita più alta dei tarantolati dei viaggi e dei consumi. Zia Lina ha ricevuto una educazione in cui lo spreco era scandalo ed in cui ciò che è in più non deve essere di offesa a chi non ha, ma va conservato per i momenti difficili e per coloro che eventualmente ne hanno bisogno. Ogni gesto e ogni oggetto ritrovano in tale cornice il loro senso. Con lei le parole non sono sprecate, ma sono lo strumento primo per ordinare il mondo con il suo caos, e specialmente, sono comunicazione, messa in comune di ricordi del passato e del presente. Non è femminista, ha sempre lavorato e difeso l’uguaglianza di ogni essere umano, ma una donna non è un uomo: uguaglianza nel rispetto delle differenze. Credo che colga in pieno una verità che tanti rifiutano: l’uguaglianza è il riconoscimento delle differenze nella pari dignità di ogni persona, uguaglianza non è omologazione.
Il tempo per pensare è sempre con noi, quando siamo insieme, l’abitudine alla ragione e alla riflessione permette a zia Lina di cogliere intuitivamente verità astratte, per cui testimonia ciò che diceva Gramsci, che gli esseri umani sono tutti pensatori.
Pensare il passato per il futuro
Il sistema capitalistico potrà allungare la sua orrenda agonia antropologica ed umana, ma è destinato alla fine in tempi non prevedibili. Il comunismo è collassato in modo inaspettato, si era logorato al suo interno, il nichilismo lo ha divorato, forse accadrà anche al sistema capitale. Diventa importante in tali frangenti pensare ad un modello alternativo, il quale non può essere solo annunciato, ma dev’essere corroborato da una struttura educativa e da una visione del mondo razionale e fondata a livello metafisico. Senza fondazione metafisica un modello sociale è sostituibile con qualsiasi altro, se le circostanze storiche mutano anche un minimo. Se zia Lina ha continuato a vivere secondo il suo socialismo cristiano, malgrado il mondo si trasformasse nel tumulto dei nostri giorni, lo deve alle verità di ragione e di fede che l’hanno sostenuta. La ragione le ha consentito l’autonomia di giudizio da ogni istituzione politica e clericale, ciò che fa è pensato, ogni suo gesto quotidiano ha suo “peso razionale”, altrimenti è solo sciupio con i suoi effetti deleteri su se stessa e sugli altri.
Ripensare il futuro non può prescindere dal riflettere sul passato, in un’epoca in cui la storia è cancellata e le testimonianze storiche sono organiche al sistema capitale dobbiamo riascoltare la saggezza viva dei nostri anziani che testimoniano che è possibile vivere in armonia con il mondo. Il capitale recide i contatti, costringe gli anziani ad esibirsi in TV come giovinetti umiliandoli, in quanto nega il valore dei loro anni e della loro testimonianza di vita. Si può cancellare la storia in mille modi, il più abile è travestire tutti da giovani senza memoria nell’attesa che si realizzi la venuta dei paesi dei balocchi. Il capitalismo è un’esperienza del male, in quanto sembra emancipare, ma in realtà imprigiona ogni essere umano nel paradigma unico del giovanilismo degli eccessi funzionale al consumo illimitato. Dobbiamo uscire da tale paradigma, solo il rispetto per le innumerevoli differenze può riportare il pensiero e l’elaborazione di un modello alternativo fondato sulla saggezza della storia viva.