“Catcalling”: ipocrisia, menzogna e disprezzo sociale

Se camminassi per la strada e fossi oggetto delle attenzioni di alcune donne, non potrei che esserne contento, perché ciò confermerebbe che sono un uomo attraente. Potrebbero, al limite (ma proprio al limite, si fa per dire…) disturbarmi alcuni atteggiamenti o apprezzamenti un po’ troppo pesanti, ma li “sopporterei” con grande serenità d’animo e anche con simpatia perché li considererei un minuscolo se non insignificante prezzo da pagare rispetto agli enormi vantaggi derivatimi dalla mia avvenenza fisica.

Penso alla facilità nell’approccio con gli altri (nel mio caso, con le altre), nell’avere una vita sessuale soddisfacente, nell’avere un’ampia possibilità di scelta e non solo di essere scelto, come è, se siamo onesti, per la grande maggioranza degli uomini, per lo meno per quelli che non assomigliano a un divo del cinema, non hanno il conto in banca di un industriale o la fama, la visibilità e l’immagine pubblica (e i soldi) di un calciatore o una rockstar.

Non solo. Sappiamo tutti/e ormai perfettamente che l’avvenenza fisica è oggi, di fatto, nel mondo della mercificazione assoluta e della esaltazione di un certo tipo di fisicità, un vero e proprio capitale. Un capitale che – per chi lo possiede – può produrre e molto spesso se non sempre produce vantaggi che vanno ben oltre la facilità di approccio.  Raramente – devo essere onesto – ho visto delle impiegate (o impiegati, ma io guardo le donne…) delle poste o delle addette alle pulizie che mi hanno colpito per la loro bellezza e sensualità.

E come ogni forma di capitale (ricchezza, visibilità, immagine pubblica, affermazione sociale e appunto, avvenenza fisica), c’è chi lo ha e chi non lo ha.

Meglio averlo, dico io – anche se ciò comporta qualche piccolo inconveniente o disturbo – che non averlo. E’ come dire “Se fossi ricco avrei qualche problema, ma meglio avere i problemi dei ricchi che essere poveri e avere quelli dei poveri”. Siamo d’accordo? Chi non lo è, è meglio che si fermi qui e non prosegua nella lettura di questo articolo perché non avrebbe senso.

E invece oggi, nel delirio – perché di questo si tratta – in cui siamo immersi, anche la battuta o il complimento, magari un po’ spinto, fatto per la strada, diventa una insopportabile forma di molestia e di violenza.  Lo chiamano “catcalling”, non ho capito bene perché (chiamare il gatto? Boh…va bè…) ma fa lo stesso, del resto l’inglese è una lingua che ho sempre detestato e che ho dovuto studiare – come tutti – obtorto collo.

La cosa mi fa personalmente anche sorridere perché quando ero un ragazzo ed evidentemente non ero proprio una schifezza, ero sistematicamente oggetto delle attenzioni, molto spesso assai “spinte” (altro che catcalling…), da parte di molti gay; “attenzioni” che oggi verrebbero derubricate come vere e proprie violenze (se sto in discoteca a ballare e uno mi mette la mano sulle parti intime, oggi potrei denunciarlo, come minimo, per molestia). Per la verità – e sto parlando di approcci in taluni casi anche molto pesanti anche se, per come vedo io le cose, assolutamente non violenti – non ne ho mai fatto un problema. Quando accadeva mi limitavo a rispondere che la cosa non mi interessava, ci facevamo un sorriso reciproco e ciascuno per la sua strada. Molti (gay) mi dicevano:” Guarda che se piaci a noi piaci anche alle donne”. Sarà, ma non ho mai avuto dalle donne le stesse attenzioni che ho avuto dai gay, ma questo è un altro discorso che ora non ci interessa.

Ebbene, oggi il cat calling, cioè il fischio o la battuta per la strada, è diventato una insopportabile forma di violenza tanto che si sta parlando di leggi ad hoc per vietarlo. Io penso che sia infinitamente più triste per una donna (per la stragrande maggioranza degli uomini è la normalità) essere ignorata piuttosto che essere oggetto di attenzioni, anche laddove fossero talvolta un po’ troppo pesanti. Ma, ripeto, sul piatto della bilancia, cosa pesano di più, i vantaggi o gli svantaggi dell’essere sessualmente attraenti? La risposta è fin troppo ovvia.

Ci sono altri aspetti da considerare e su cui riflettere.

Il primo. Il catcalling vero e proprio, cioè la battuta o il fischio per la strada, non sortisce naturalmente nessun risultato. E’ un gesto del tutto gratuito che in realtà – anche se i disonesti e le disoneste e gli ipocriti e le ipocrite lo negheranno – dimostra il sentimento di frustrazione di chi lo pone in essere che sa perfettamente che non ne ricaverà nulla se non indifferenza assoluta o, peggio, lo sguardo sprezzante della persona (la donna) a cui è rivolto. Infatti, un uomo attraente e sessualmente appetibile (per varie ragioni) non ricorrerà mai a quel comportamento, intanto perché ha ben altri mezzi e risorse per vivere la sessualità e poi perché non è psicologicamente motivato, essendo appunto un uomo sessualmente soddisfatto e consapevole dei propri mezzi.

Di conseguenza questa “pratica” risulta fastidiosa non in quanto tale bensì perché agita quasi esclusivamente da uomini non attraenti (per le più svariate ragioni) o giudicati non attraenti. Penso di poter dire con un ragionevole margine di certezza, che se una donna fosse oggetto di una battuta per la strada, magari anche un pò troppo spinta, da un uomo molto attraente e magari anche famoso, non sarebbe poi così infastidita o comunque vivrebbe la situazione con molta maggior leggerezza e serenità d’animo.

Il secondo. Il fastidio nei confronti del catcalling nasconde in realtà un sentimento di profondo disprezzo nei confronti dei ceti popolari. Chi ha vissuto o comunque frequentato le periferie e i quartieri popolari sa perfettamente che anche le relazioni fra le persone, specialmente fra i giovani di ambo i sessi, sono vissute in modo in parte diverso rispetto a come vengono vissute in ambienti medio borghesi o borghesi. In un contesto proletario e a volte anche sottoproletario, un apprezzamento magari spinto ma non necessariamente volgare rivolto da un ragazzo ad una ragazza può assumere un significato diverso ed essere anche accolto o interpretato in modo differente. E questo perché la vita, in quel contesto, è appunto diversa rispetto a quella che si vive in altri. Il linguaggio, scritto e non scritto, la comunicazione, la relazione, l’approccio, sono diversi. Ma questo, ovviamente, non può saperlo e non può capirlo chi quel mondo non lo ha mai conosciuto o frequentato. Fra questi e fra queste, le tante ipocrite e i tanti ipocriti politicamente corrette/i che si scandalizzano o fingono di scandalizzarsi per il “catcalling”.

In un contesto serio, il catcalling non dovrebbe neanche diventare argomento di discussione e tanto meno di legiferazione (tanto più con i problemi drammatici con cui siamo alle prese). Ma, come sappiamo, in un contesto dove anche l’uso dell’asterisco in sostituzione dell’ultima vocale di una parola diventa oggetto di dibattito, è ovvio che qualsiasi sciocchezza può essere elevata a questione irrinunciabile.

Catcalling cos'è: in Francia è reato molestare verbalmente le donne

Fonte foto: Elle (da Google)

 

 

 

14 commenti per ““Catcalling”: ipocrisia, menzogna e disprezzo sociale

  1. armando
    7 aprile 2021 at 8:20

    poco da dire, se non che un tempo qualsiasi ragazza oggetto di attenzioni o battute non gradite sapeva benissimo come farle cessare senza ricorrere a denunce, polizia, processi , o leggi idiote che incarnano lo spirito del tempo, dove ogni spontaneità, anche con qualche eventuale eccesso verbale, sottolineo verbale, è vista con terrore. anzi peggio, è usata per castrare psicologicamente i maschi. Le femmine sembrano gioirne? mah, solo quelle che hanno perduto ogni senso della femminilità spontanea, o peggio che usano la femminilità distorta come arma di potere. in certo senso è sempre avvenuto, come i maschi usavano il successo o i denari x far colpo. fino a un certo punto è inevitabile, ma quando lo si supera si cade nel ridicolo o peggio.

  2. Giulio Bonali
    7 aprile 2021 at 12:02

    Sarà per le limitazioni alla socialità conseguenti la pandemia, ma ho l’ impressione di star diventando un commentatore internettaro seriale.
    Penso comunque che sia un comportamento tollerabile, se non altro perché nessuno é obbligato a leggere, tantomeno fino in fondo, i commenti agli articoli.
    Sono perfettamente d’ accordo che In un contesto serio, il catcalling non dovrebbe neanche diventare argomento di discussione e tanto meno di legiferazione (tanto più con i problemi drammatici con cui siamo alle prese).
    Che lo sia é l’ ennesima dimostrazione dello stato di profonda decadenza civile e morale dei tempi che ci é toccato di vivere.
    Pure convintissimo sono che all’ origine di questa penosa (pseudo-) questione stia (per parlare sobriamente ma con proprietà di linguaggio) un atteggiamento odiosamente, biecamente sprezzante verso i da loro pretesi “inferiori” da parte di coloro che ne sono promotrici (oltre che l’ ampiamente diffusa ed “unisex” idiozia politicamente corretta).
    Se vedo una donna particolarmente bella per strada istintivamente mi viene da sorriderle, esattamente come se incrocio un altro p un’ altra ciclista nei miei giri in bici mi viene istintivamente di fargli -le un cenno di intesa e magari di salutarlo -a. Ma forse, anche se finora, salvo rarissimi casi di psicopatologia conclamata, il sorriso non é mai stato considerato sconveniente o scortese né tantomeno violento -sic!- adesso quando mi capiterà dovrò sforzarmi si pensare a qualcosa di brutto e di triste per non rischiare di finire nei guai…).
    Non posso che concordare che l’avvenenza fisica è oggi, di fatto, nel mondo della mercificazione assoluta e della esaltazione di un certo tipo di fisicità, un vero e proprio capitale. Un capitale che – per chi lo possiede – può produrre e molto spesso se non sempre produce vantaggi che vanno ben oltre la facilità di approccio, e che é Meglio averlo che non averlo. E’ come dire “Se fossi ricco avrei qualche problema, ma meglio avere i problemi dei ricchi che essere poveri e avere quelli dei poveri”.
    E tuttavia alla mia veneranda età posso serenamente dire senza presunzione, che sono sempre stato “complessivamente felice”, malgrado non sia stato indenne da sfortune (anche in amore, quando ero molto giovane), prepotenze e ingiustizie irrimediabilmente subite soprattutto sul lavoro, e altre fregature; e che credo di esserlo stato e di esserlo anche e soprattutto perché per mia fortuna la ricchezza e più in generale il vero o presunto “benessere materiale” conformisticamente inteso non sono mai stati fra le mie più profonde aspirazioni.
    Come ben sapevano gli antichi stoici ed epicurei, ci si può ben accontentare di poco e vivere bene, mentre l’ “ingordigia di benessere materiale (ricchezze, onori, gloria, apprezzamento diffuso, desiderabilità, ecc.)” é difficilmente e raramente saziabile e fa quasi sempre vivere male anche secondo criteri meramente edonistici, cioé infelicemente, dolorosamente. E spesso fa vivere male anche eticamente, nella disonestà, per quanto talora più o meno convintamente negata (esempio tipico: l’ evasione fiscale, cioé una forma di furto particolarmente efferato e disdicevole perché a danno dei più poveri); e questo credo sia molto peggio del vivere male da un punto di vista edonistico dal momento che mi sembra evidentissimo che, come dicevano sempre i suddetti filosofi antichi (e tanti altri saggi non occidentali che purtroppo non conosco), “la virtù é premio a se stessa”, e conseguentemente il vizio é castigo a se stesso (per chi sia “virtuoso”, ovviamente: non metto in dubbio che possano anche esserci viziosi” felici”, per quanto meno numerosi dei “virtuosi” perché le fonti della felicità dei primi sono molto più difficilmente raggiungibili di quelle della felicità dei secondi).
    Ho molto amato la lingua di David Shakespeare e di David Hume da giovane, ma da tempo odio l’ inglese, sia pure quello maccheronico, perché a dispetto di questi due autori da me apprezzatissimi e di tanti altri ottimi scrittori, poeti, filosofi e scienziati anglofoni che ne sarebbero certamente scandalizzati, violenta continuamente la mia bellissima lingua italiana nell’ indifferenza colpevole di chi avrebbe il dovere di tutelarla e difenderla. Nelle bocche degli ignoranti presuntuosi ha preso il posto che un tempo fu del latino maccheronico, ossia di mezzo maldestramente impiegato per cercare di celare la loro meschinità e pochezza culturale (esattamente allo stesso modo il dottor Balanzone, popolare maschera della commedia dell’ arte, sia avvaleva abbondantemente di quello che il Manzoni, in una circostanza letteraria solo in parte diversa, avrebbe chiamato “latinorum”).

  3. Giulio Bonali
    7 aprile 2021 at 12:06

    Mannaggia! Ovviamente WILLIAM Shakespeare!

  4. Alessandra Pillloni
    7 aprile 2021 at 18:44

    Le donne vi stanno dicendo in massa che essere disturbate per strada le fa sentire molestate e rende pesante la libertà di movimento che voi potete praticare senza problemi. Che ciò che avviene nelle vostre intimità mentre noi passiamo non è di alcun interesse per noi. Che ci sentiamo in pericolo e infastidite e vorremo essere lasciate in pace senza fischi e versi come fossimo allo zoo. Il perché maschi di ogni schieramento vogliano rifiutarsi di ascoltarci e pretenda o di essere loro a dirci ciò che ci deve piacere e ciò che invece no è già patetico di per sé. Ma che si arrivi a fare differenze tra uomini piacenti o meno come facesse differenza in una molestia o come fosse una colpa che una donna scelga un uomo in base a parametri scelti da lei esattamente come gli uomini fanno da sempre con le donne senza che nessuno dica nulla (spesso solo ed esclusivamente su valori estetici) é proprio da incel. E se non sapete cosa sono andate a cercarli.

    • Fabrizio Marchi
      7 aprile 2021 at 20:31

      Il tuo non è un commento e ancor meno un contributo alla discussione ma solo un insulto camuffato, neanche tanto bene, peraltro volutamente…
      Per quanto mi riguarda non meriti neanche una risposta tanto superficiali e scontate sono le tue parole.
      Questo giornale meriterebbe (e infatti molto spesso ha…) ben altri interlocutori e interlocutrici ma ogni tanto qualche schizzo di fango arriva anche qui, è inevitabile…

    • Giulio Bonali
      8 aprile 2021 at 8:39

      Di penoso c’ é solo la presunzione e l’ alterigia suprematista ed iper-reazionaria di voi femministe politicamente corrette e dei vostri cani da guardia di sesso maschile.
      Vi sentite in pericolo e infastidite dai per voi miserabili maschi non privilegiati proprio esattamente come i nobili ambosessi nullafacenti europei di qualche secolo fa si sentivano in pericolo e infastiditi se erano costretti a passare con le loro sfarzose carrozze in campagna fra i contadini che si spaccavano la schiena dalla mattina alla sera per mantenerli nel loro lusso ozioso e che loro consideravano bestie, o come nelle colonie africane e asiatiche gli imprenditori e i militari europei e le loro consorti (gli oppressori occidentali ambosessi) si sentivano in pericolo e infastiditi se erano costretti a passare con le loro criminali scorte armate fra gli indigeni che lavoravano letteralmente come schiavi per loro e che loro consideravano bestie.

    • Sandro Desantis
      9 aprile 2021 at 2:04

      Già il fatto che tu scriva “le donne” “i maschi” la dice lunga…

      Alessandra Pillloni
      >>>
      Le donne vi stanno dicendo
      >>>
      >>>
      Il perché maschi di ogni schieramento
      >>>

      Orbene:
      donne=uomini;
      femmine=maschi;
      donnette=ometti;
      femminucce=maschietti.
      Sennò, volendo, si può anche scrivere le femmine e gli uomini.
      O no?

      Per quanto riguarda il resto, non so dove vivi, ma dalle mie parti (Centro Italia) è praticamente impossibile ascoltare degli uomini che fischiano alle donne, per non parlare dei tentativi di rimorchio per strada, risalenti ai miei tempi e ormai scomparsi da lustri.
      Nondimeno il lato “divertente” di questa storia è che ormai da decenni si racconta in tutto l’Occidente che “i ruoli si sono invertiti” e pertanto le femmine si sarebbero trasformate in cacciatrici…
      Trattasi di barzellette che ascoltavo già ai tempi dell’Itis, nei primi anni Ottanta e che non avevano e non hanno, nemmeno oggi, alcun riscontro nella realtà, perché se un uomo qualunque aspetta l’iniziativa femminile resta vergine per tutta la vita.
      Ma tanto che te lo dico a fare?

    • Engy
      10 aprile 2021 at 11:21

      Scusa ma i parametri con cui ci si sceglie sono presto detti: se non c’è il dato iniziale, fondamentale, dell’attrazione fisica non si va da nessuna parte(poi, poi, è bene che ci sia dell’altro…) e se è vero che l’attrazione medesima non dipende solo dal bell’aspetto, è anche vero che il canone estetico, per uomini e donne, incide eccome e non vedo perchè non dovrebbe essere così..

      • Sandro Desantis
        10 aprile 2021 at 17:42

        >>>
        è anche vero che il canone estetico, per uomini e donne, incide eccome e non vedo perchè non dovrebbe essere così..
        >>>

        E chi ha sostenuto il contrario?
        Ma, soprattutto, cosa c’entra questo con tutto il discorso di cui sopra?

        • Engy
          10 aprile 2021 at 19:14

          Rispondevo ad Alessandra .

  5. Panda
    8 aprile 2021 at 15:08

    Io la vedo così: un potere sempre più oligarchico e irresponsabile non trova di meglio che sottoporre a repressione penale porzioni sempre crescenti di comportamenti al massimo qualificabili come maleducazione. Usando invariabilmente termini inglesi, casualissimamente. Rassicurante.

  6. Engy
    10 aprile 2021 at 10:53

    Azzeccate le parole del titolo, azzeccatissime.
    La faccio breve: messo da parte il tema della violenza sessuale, per evidenti motivi, quello invece della molestia personalmente lo traduco così:
    c’è molestia e “molestia”, laddove la parola tra virgolette si distingue dall’altra perchè NON è affatto molestia, provenendo da qualcuno che ci piace/attrae; in più, l’apprezzamento può essere anche piuttosto spinto o addirittura volgare, assodato inoltre il fatto che è il singolo a rendere volgare la stessa identica frase.
    Perciò condivido in pieno e la conclusione mi pare perfetta: queste sono sciocchezze, vere baggianate segno di questi tempi in cu non si parla ad esempio di morti sul lavoro o di condizioni lavorative più che mortificanti e stranianti, ma nemmeno di un tema enorme come quello della pedofilia e dello sfruttamento e della violenza sui bambini in vari ambiti, ma invece ci si balocca in questa come in altre scemenze.

    • Giulio Bonali
      11 aprile 2021 at 10:05

      Concordo.
      In particolare rilevo che se é vero, come é vero, che

      c’è molestia e “molestia”, laddove la parola tra virgolette si distingue dall’altra perchè NON è affatto molestia, provenendo da qualcuno che ci piace/attrae,

      allora nessuno può sapere a priori se l’ attrazione che prova é ricambiata, e questo -fra persone di buon senso, civili e non arroganti- dovrebbe bastare a giustificare l’ apprezzamento (salvo eventuali casi decisamente volgari ed offensivi, ma non é certo a questo che alludono i fautori e le fautrici del reato di catcalling, anche perché già esistono quelli di diffamazione, offesa personale, oltraggio, ecc.).
      Il pretendere di criminalizzare una persona che si disprezza (lecitamente: anche la stronzaggine é lecita, se non arreca danni od offese ad altri) perché la si sente indegna anche solo di sperare di essere ricambiata dell’ apprezzamento che rivolge a qualcuno é puramente e semplicemente, da parte di tale “qualcuno”, espressione del più bieco, odioso e miserabile disprezzo aristocratico verso pretesi “inferiori” che non dovrebbero nemmeno azzardarsi a pensare possibile il paragonarsi ai presunti “superiori” e di essere rispettati come esseri umani (molto boldriniano).

  7. Yak
    13 aprile 2021 at 2:13

    Mi sembra un fenomeno alquanto in decadenza, quello degli apprezzamenti a voce alta o addirittura volgari. Personalmente saranno 35 anni e più che non sento in giro nessuno che li fa alle ragazze, anche perché ora sono tutti a parlare-messaggiare al telefonino o a sentire la musica con le cuffie. Come abbia fatto a diventare il problema politico del giorno (!) veramente mi stupisce. E poi perché si chiama “catcalling”? Che c’entrano i gatti e i loro richiami? Una moda d’importazione e niente di più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.