Se condividiamo l’assunto marxiano classico (e personalmente lo condivido) in base al quale la famiglia (da un punto di vista sociologico, intendo; è ovvio che poi entrano in campo fattori affettivi, psicologici, emotivi ecc.) è in ultima analisi la rappresentazione, in quanto microcosmo familiare, dell’ordine sociale dominante, cioè del macrocosmo sociale, dovremmo necessariamente e conseguentemente giungere alla conclusione che la famiglia non tradizionale, sia essa gay, lesbica, trans, allargata ecc. verso la quale si sta marciando a passo spedito, null’altro è se non la rappresentazione del macrocosmo sociale ultracapitalista attualmente dominante.
Se infatti questo paradigma era valido per la vecchia famiglia mononucleare tradizionale, espressione del vecchio ordine sociale borghese (Dio, Patria e Famiglia), è logico che debba esserlo anche ora, nell’era del dominio del sistema capitalistico assoluto, svincolato da qualsiasi legaccio, sia esso di ordine etico, culturale, politico, valoriale e addirittura spirituale, che non sia la riproduzione del sistema stesso, cioè del capitale e della “forma merce”, il nuovo Dio postmoderno che sta soppiantando quello cristiano e che la domenica svuota le chiese (e anche le sezioni di partito…) per riempire i supermercati e i megastore di masse umane all’affannosa ricerca della “salvezza”, cioè della loro dose quotidiana di consumo (altro che miracolo dei pani e dei pesci, “quello” era un dilettante al confronto…).
Ora, o quel paradigma è una totale scemenza, tutt’al più la fantasia di un eccentrico ormai fuori moda (il riferimento è al “barbuto di Treviri”…), e non c’è né c’è mai stato nessun tipo di relazione tra la famiglia, concettualmente e praticamente intesa, e i vari sistemi sociali che si sono succeduti nella storia, oppure invece è valido (come ripeto, da un punto di vista sociologico, senza entrare nel merito degli aspetti di ordine emotivo e “sentimentale” che spingono una persona verso l’altra…).
E se è valido se ne deve necessariamente dedurre che la nuova famiglia dell’era capitalista postmoderna, sia essa gay, lesbo, trans, etero-allargata o mista composta dal genitore 1 e dal genitore 2 (guai a chiamarli papà e mamma perché altrimenti gay, lesbiche, trans, queer ecc. si arrabbierebbero e i loro figli adottivi potrebbero subire un trauma dal momento che gli si dovrebbe spiegare per quale ragione hanno due papà o due mamme e non un papà e una mamma e che a portarli nel mondo non è stata la cicogna ma un utero in affitto (umano) oppure artificiale e soprattutto entrambi a pagamento…) o anche dal genitore 3 o genitore 4 (in caso di famiglia mista, perché no…) in sostituzione degli ormai vecchi, superati, patetici, destinati alla rottamazione, padre e madre, è la più limpida e chiara rappresentazione dell’ordine sociale capitalistico dominante. Se l’assunto (marxiano) di cui sopra è valido e non abbiamo ancora buttato nel cesso il principio di identità e non contraddizione, le cose stanno messe in questo modo, dal momento, peraltro, che la cosiddetta ideologia gender non nasce nell’URSS o nella Cina di Mao e neanche nella Cuba di Fidel e Che Guevara.
E’ quindi evidente come dietro questa apparente battaglia “progressista”, di “sinistra” e politicamente corretta si (mal)celi in realtà, per lo meno per chi ha occhi per vedere (e purtroppo non sono molti …), un gigantesco processo di distruzione di ogni identità, sociale, culturale e sessuale, finalizzata alla frantumazione di ogni cellula, nucleo o aggregazione sociale che potrebbe frapporsi o semplicemente essere di ostacolo alla marcia trionfale del sistema capitalistico assoluto che ha necessità di individui indifferenziati, privi di ogni identità e coscienza, e totalmente incapaci di riconoscersi nella propria soggettività e intersoggettività, se non attraverso la forma alienata dello scambio mercantile.
Uno dei passaggi fondamentali di questo processo è quello che prevede, come dicevo, la ridefinizione delle identità sessuali. Rimando, a tal proposito, per chi volesse leggerli, ai seguenti articoli:
Il nuovo orizzonte del Capitalismo: la cancellazione delle identità sessuali
Il Capitalismo all’offensiva su tre fronti
La distruzione del soggetto: la nuova strategia del capitale
Gay: dal diritto alla diversità all’omologazione borghese
Perchè sono contrario all’adozione dei figli da parte delle coppie gay
Il risvolto “simpatico” (si fa per dire…), e solo apparentemente paradossale (vista la drammatica deriva ideologica della “sinistra” occidentale) è che a sostenere queste politiche nelle forme più veementi (con toni minori e un po’ meno estremisti più o meno quasi tutte le forze politiche di centrosinistra e tutta l’area liberal-liberista laicista di centrodestra, tutti insieme allegramente) sono proprio quelle forze in qualche (malo, molto malo) modo eredi della tradizione marxista, sia pure nella versione postsessantottina (che in realtà con Marx, con il Movimento Operaio e con la Sinistra storica hanno ben poco se non nulla a che vedere) come ad esempio SEL e tutto il variegato arcipelago della cosiddetta “sinistra radicale”.
Sarebbe interessante conoscere il parere nel merito degli uomini e delle donne di questa “sinistra” postcomunista e postsocialista, sempre nella speranza che non si offendano se continuo a definirli tali (del resto ci vorrebbe troppo tempo ogni volta per fare l’elenco di tutti i generi).
A patto che non ci rispondano che il superamento della famiglia borghese era stato in effetti pensato e concepito da Marx stesso. La qual cosa è senz’altro vera (proprio sulla base dell’assunto a cui ho fatto cenno in apertura di articolo) e per quanto mi riguarda anche condivisibile, con la piccola (si fa per dire anche in questo caso…) differenza che Marx prevedeva il superamento della famiglia borghese contestualmente al superamento del sistema capitalistico e all’affermazione della società comunista e che quel superamento non era riferito alle identità sessuali (e men che meno al loro stesso superamento) e alla loro distruzione (aspetti che peraltro Marx non ha mai indagato…), ma al risvolto sociale e ai rapporti sociali che quel tipo di famiglia sottintendeva.
Mi pare che le cose siano andate e stiano andando in modo diverso. La “nuova” struttura familiare che si va profilando all’orizzonte (molto prossimo) appare come il risultato di un processo in parte avvenuto e in parte tuttora in corso all’interno della società borghese, ora ultracapitalista, e del tutto funzionale a quest’ultima. Il tutto, naturalmente salutato dalle fanfare “laiciste”, di “sinistra” e liberal-liberiste (miracoli del trasversalismo nell’era del superamento di ogni categoria, di tutto ciò che è possibile superare, tranne ovviamente il Capitale…) che accusano di omofobia e di revanscismo reazionario e fascista chiunque osi anche solo criticare il nuovo Verbo Laicista Secolarizzato.
E’ in questo clima che si è giunti alle due opposte e diverse kermesse ideologiche svoltesi a Roma nei giorni scorsi: il Gay Pride da una parte, apogeo dell’ultralaicismo genderista e femminista, e il Family Day, cioè la controffensiva vetero o neotradizionalista cattolica, dall’altra.
Facce di una stessa medaglia? No, per lo meno se parliamo della grande massa delle persone; per i registi dietro le quinte il discorso è diverso.
Del primo abbiamo già detto. I “laicisti e di sinistra” (quelli in buona fede, comunque la gran parte) credono di stare lottando per l’affermazione dei diritti civili (i diritti sociali ormai sono solo un lontano ricordo del passato e odorano troppo di comunismo…) e per le sorti magnifiche e progressive della liberazione dell’umanità, leggi le donne e i gay (i maschi eterosessuali possono aspettare dal momento che per millenni sono stati protagonisti assoluti nonché oppressori, quindi non rompessero i coglioni…), ma in realtà, anche se inconsapevolmente, stanno rendendo un gran servigio al Capitale per le ragioni di cui sopra e per quelle che ho cercato di spiegare negli articoli linkati e che invito a leggere (mi rendo conto che è uno sforzo, ma a volte è necessario approfondire un pochino).
Il secondo è la naturale e sia pur retroattiva risposta di quella parte di mondo cattolico che sente la terra sgretolarsi sotto i suoi piedi perché sta cominciando a percepire di essere fuori tempo, di essere soppiantato dal “nuovo” che avanza, cioè dalla nuova “religione” secolarizzata al servizio del Capitale (anche se loro di questo non ne hanno consapevolezza) e cerca di ricompattarsi, di fare massa critica, come si suol dire. Naturalmente anche loro, nella gran parte dei casi, sono in assoluta buona fede, né più e né meno degli altri. Difendono un vecchio sistema di valori che si sta gradualmente squagliando perchè ormai del tutto inservibile per il “nuovo” ordine capitalista globale che ha necessità di rimuovere ogni ostacolo sul suo cammino. E paradossalmente, anche una famiglia cosiddetta ”tradizionale”, meno “liquida”, diciamo così, pur con tutti i suoi miasmi, le sue deviazioni e le sue contraddizioni (non si capisce peraltro perché quella “non tradizionale” dovrebbe esserne al riparo o addirittura immune…), magari con figure genitoriali con una salda identità sessuale (è il concetto stesso di identità, e quindi piena consapevolezza e percezione di se, che rappresenta un potenziale ostacolo da rimuovere…), potrebbe rappresentare un ostacolo al pieno e totale dispiegarsi della “forma merce” che ha bisogno di circolare liberamente in un contesto quanto più possibile “liquido”. E un contesto liquido è fatto di soggetti privi di identità, sia essa di classe (la prima ad essere stata distrutta), culturale e/o addirittura sessuale. Questo il capolavoro del sistema capitalista dominante (oltre quello di aver convinto masse di poveracci autoctoni che la responsabilità della loro condizione è di altri poveracci stranieri…) che a mio modestissimo (ma forse per molti, presuntuoso) parere, non è stato colto, soprattutto da chi avrebbe dovuto coglierlo perché in linea teorica dovrebbe averne gli strumenti.
Ma quel mondo cattolico non è in grado di cogliere i retroscena di questo sofisticato processo, nella stessa misura in cui non sono in grado di coglierlo i laicisti, e in tal modo finisce per essere anch’esso del tutto funzionale al Capitale, il vero Deus ex machina, alimentando una guerra ideologica che consente agli uni di recitare la parte degli innovatori progressisti e agli altri di cucirsi addosso, obtorto collo, i panni dei reazionari oscurantisti. In realtà ciò che sta avvenendo è che un’ ideologia, del tutto funzionale al Capitale, si sta sostituendo e sta prendendo il sopravvento su un’altra, che lo è stata in passato (funzionale), ma ormai ha fatto il suo tempo perché la sua funzione storica è esaurita. Restano sul piatto le ragioni che spingono gli uni in una direzione, e gli altri in un’altra. Su queste mi sono già ampiamente pronunciato.
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P.S. Anche e soprattutto in questa vicenda, si avverte, o per lo meno il sottoscritto drammaticamente avverte, l’assenza di una forza autenticamente Laica (e non laicista), Democratica (e non liberal-democratica o peggio liberista-democratica), Socialista (non mi riferisco, ovviamente, alla triste parabola delle ex socialdemocrazie al tramonto da tempo asservite al Capitale) e Comunista (che abbia chiuso i conti in via definitiva con ogni forma di dogmatismo, e non mi riferisco solo a quello vetero stalinista…), capace di recuperare il meglio delle culture politiche che hanno fatto parte della storia del Movimento Operaio e di interpretare la realtà attuale, con le sue vecchie e nuove contraddizioni, per quella che effettivamente è e non per quella che si vorrebbe che fosse in base a determinati desiderata ideologici.