Libertè

Non c’è categoria più abusata di quella di libertà. Questa parola sacra e terribile è scritta su tutte le bandiere. È una parola “magica”, spesso retorica. Essa si trova perfino sulle labbra dei peggiori aguzzini. Del resto, bisogna dirlo, non c’è nessun concetto che sia tanto moderno quanto quello di libertà. Emancipato dalle volte plumbee della teologia, l’uomo moderno sceglie di essere anzitutto ed essenzialmente “libero”, poiché non intende servire alcuna altra causa che non sia la “propria” causa. E poi? Una volta conquistata – pagandola con innumerevoli vite, sangue e dolore – che cosa fare della libertà? L’uomo moderno si accorge allora che l’uso della libertà è un problema forse ancora più grande della sua mancanza. La libertà stessa, pertanto, diventa il peso più ingombrante, il dovere a cui non ci si può sottrarre, l’ebbrezza irresistibile, la paura più invadente e l’incubo più spaventoso. Soprattutto però, diviene l’equivoco più clamoroso. Spaventati dalla sua essenza, ci si rassicura identificandola prima con il potere e poi con il vivere protetti dalla massa. La libertà, in questo stato, diviene la burla caricaturale di se stessa. Se guardo alla situazione di oggi, infatti, escludo che i grandi illuministi o i padri della rivoluzione volessero costruire una società di massa imperniata sul consumo. La libertà non è il potere di fare ciò che si vuole. La libertà anzi non è affatto potere né, tantomeno, volontà di potenza. L’essenza più intima della libertà – a pensarci bene – è di essere liberi anche da se stessi e dal proprio potere. La possibilità, cioè, di allargare la vita e di spingersi nei territori inesplorati dell’immenso. La capacità, infine, di farsi amica perfino la morte. Questo però è decisamente troppo. Perfino per l’uomo moderno tutto ciò è eccessivo e allora il compito è diventato non tanto quello di praticare la libertà, quanto quello di costruire delle maschere. Maschere della libertà da vendere sulle bancarelle del potere. Che cosa avrebbero pensato – mi chiedo – Voltaire e Rousseau, Diderot, Robespierre e Saint Just di tutto questo?

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4 commenti per “Libertè

  1. armando
    9 Gennaio 2017 at 14:15

    la libertà non può essere assoluta, mai, se non altro perché l’uomo vive comunque in una società. ossia a contatto con altri uomini e in un contesto sociale e culturale che ne costituisce la forma. Quindi il termine libertà, declinato socialmente, deve sempre essere associato a quello di limite, pena semplicemente la dissoluzione di qualsiasi forma sociale. Quando tale limite è chiaro ed espresso ci si può, ovviamente, anche opporre con altrettanta chiarezza. Il fatto è che ormai sta prevalendo un concetto di libertà assoluta, che è in sé non solo falso ma impossibile. E quindi i limiti sembrano scomparsi, sembrano ma non sono, perché sono impliciti. Ed allora diventa più difficile anche opporsi a qualcosa che non appare.

  2. Daniele
    10 Gennaio 2017 at 13:59

    “Ed eccoli accampare parole come libertà e altre simili, di cui sempre si riempiono la bocca coloro che puntano al potere assoluto e ad asservire gli altri” (Tacito, Hist., 4; 73)

  3. alfio
    19 Gennaio 2017 at 0:54

    liberta e’ anche responsabilita’, capacita’ di agire entro determinati limiti, ovviamente non e’
    assoluta, diciamo che ‘e’ aperta alla possibilita’ , alla vita nel suo farsi storico, in questo
    dispiegarsi supera la liberta ‘del singolo individuo , e’ apertura storica alla trascendenza.
    e’ forse per questo che ci interpella cosi tanto , che ci coinvolge cosi profondamente
    e ci aiuta probabilmente a uscire dal nostro egoismo.

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