Ho scelto di aderire, da” indipendente”, a Risorgimento Socialista, perché ne condivido, in linea di massima, la linea politica e l’orizzonte politico e ideale.
Ciò che mi preme in questa fase storica è dare un contributo – per quanto è nelle mie modeste capacità e possibilità – alla costruzione di una nuova, autentica, profondamente rinnovata e moderna (nel senso di adeguata ai tempi) forza di classe, socialista, marxista, antimperialista che non abbia rinunciato in linea teorica alla prospettiva, per quanto non attuale, di un possibile superamento del capitalismo.
Una forza siffatta deve necessariamente affondare le sue radici nella storia del Movimento Operaio (superando tutte quelle divisioni che lo hanno caratterizzato e che ormai non hanno più senso di esistere), perché se non si hanno fondamenta salde e forti non si avrà mai un futuro. E però al contempo deve essere in grado entrare in una relazione dialettica con la realtà attuale, di leggerla con lucidità per quella che è e non per quella che vorremmo che fosse sulla base di nostri presunti desiderata ideologici. Per fare questo abbiamo la necessità di elaborare un punto di vista radicalmente critico nei confronti dell’attuale dominio capitalistico e soprattutto delle sue forme ideologiche. Un lavoro che, personalmente, come sanno molti/e che leggono il giornale che ho fondato ormai cinque anni orsono e di cui sono direttore, L’Interferenza, sto portando avanti da molti anni anche e soprattutto grazie al lavoro di altri amici e compagni, redattori e collaboratori.
In particolare, abbiamo e ho sottoposto a critica radicale quella che ho definito come ideologia “politicamente corretta”, in tutte le sue declinazioni (anche se, fra queste, è la critica al femminismo quella che desta più scandalo…), che a mio parere rappresenta l’attuale sovrastruttura ideologica/falsa coscienza del sistema capitalista dominante. In virtù e a causa di questa nostra critica siamo stati ostracizzati, oscurati, bannati e allontanati, spesso con modalità e comportamenti a dir poco meschini, da tutte le forze politiche che compongono la galassia della sinistra cosiddetta radicale e antagonista (e anche di parte di quella cosiddetta “sovranista”) paradossalmente (ma forse ormai neanche più di tanto) ancor più delle altre intrise di quella ideologia che le rende (forse inconsapevolmente, il che è forse anche più grave…) funzionali e organiche a quel sistema che sostengono in linea teorica di voler combattere.
Risorgimento Socialista è l’unica forza politica (con la quale ho una maggiore affinità ideale e politica) che, pur avendo rapporti, in taluni casi anche stretti (penso soprattutto a Potere al Popolo di cui RS fa parte) con una gran parte di quelle forze politiche che compongono l’universo della “sinistra antagonista”, ha avuto l’intelligenza, la sensibilità, lo spirito di apertura, l’intuizione dialettica e soprattutto il coraggio di aprire una riflessione pubblica sui temi di cui sopra, che a tutt’oggi costituiscono un vero e proprio tabù invalicabile e inaffrontabile per tutti, ma soprattutto per la sinistra, in tutte le sue determinazioni. Non è poco, dati i tempi e il contesto.
Questa decisione è dunque maturata dopo molti mesi di dibattiti, incontri, conversazioni fra il sottoscritto e gli amici e i compagni di RS che hanno insistito molto, devo dire, per la stima, l’affetto e l’amicizia di lunghissima data che ho con alcuni di loro, per questo mio coinvolgimento personale. E dal momento che non ci sono pregiudiziali di ordine politico né tanto meno personale, ho deciso di accettare, volentieri, anche se dopo lunga riflessione, il loro invito.
Dico subito che non assumerò alcun incarico direttivo all’interno di RS proprio perché voglio continuare a svolgere, in totale ed assoluta libertà e autonomia politica, intellettuale e personale, il lavoro che svolgo da anni. E proprio questo è il valore aggiunto che posso portare ai compagni e alle compagne di RS. Continuerò, dunque, a navigare in mare aperto, anche se di bolina stretta e contro una gelida buriana, se mi è consentita la metafora, e solleciterò con forza anche i compagni di RS a farlo. L’errore più grande che si potrebbe fare sarebbe proprio quello di rinchiudersi nel microcosmo della “sinistra antagonista” ormai in via di estinzione.
Al contrario, è proprio avendo il coraggio di affrontare le contraddizioni reali, anche quelle più scabrose, e anche a costo di rompere con quella “sinistra” ormai residuale e a dir poco obsoleta di cui sopra, che si daranno le possibilità concrete per la costruzione di quella grande forza – che oggi non esiste – capace di rappresentare le classi subalterne, i ceti popolari, il mondo del lavoro, il conflitto sociale.
Un caro saluto a tutti/e!
Fabrizio Marchi