Mumia Abu Jamal, la bestia nera dello stato profondo USA

‘’Clinton e Obama rappresentano la politica del tradimento alla base  dell’apparato delle grosse imprese. E hanno ingannato un sacco di gente, specialmente la gente di colore. Durante la schiavitù, e anche nel dopo-Ricostruzione, (dopo la Guerra civile del 1865-77) c’erano sempre poche persone di colore che lavoravano nel sistema. Il ruolo di questi servitori di colore nei confronti del  potere dei bianchi era di insegnare la passività davanti alla repressione. Ecco perché Obama è presidente. Nulla è cambiato’’ (Mumia Abu Jamal)

Il dramma dei prigionieri politici – dalla Palestina all’America Latina fino agli USA – in questi giorni si è intrecciato con le sorti (incerte) della rivolta afroamericana contro Donald Trump. Il giornalista delle Pantere Nere, Mumia Abu Jamal, è intervenuto condannando il razzismo di stato statunitense. E’ incredibile che, nonostante le condizioni in cui si trovi, Mumia non perda la forza d’animo per proporre riflessioni contestualizzate sul conflitto sociale in corso. Leggiamo per intero le parole del giornalista e prigioniero politico afroamericano:

‘’La battaglia furiosa per ottenere giustizia per il defunto Eric Garner (1) ha richiesto anni, lunghi difficili anni. Ma la sua famiglia e i suoi amici si trovano davanti alla misera elemosina concessa con la decisione tardiva di licenziare il poliziotto che lo ha ucciso soffocandolo. Senza incriminazioni, aggiungerei. Il nome Eric Garner è il nome della condizione in cui si trova l’America nera da decenni, da secoli; la condizione di chi riesce a malapena a respirare aria libera.

Il cellulare che ha registrato l’uccisione di George Floyd nelle strade di Minneapolis, in Minnesota, da parte di un poliziotto muscoloso che gli ha messo il ginocchio sul collo, ci ha fatto sentire un’inquietante eco delle ultime parole di Garner, che riecheggiano da cinque anni. «Non riesco a respirare». Floyd, con il suo respiro interrotto, piange per la persona che gli ha dato la vita, sua madre. In pochi minuti Floyd se n’è andato.

Eric Garner venne avvicinato da una squadra di polizia dopo che un commerciante si era lamentato del fatto che egli stava vendendo merce sfusa e sigarette. George Floyd è stato avvicinato da alcuni poliziotti dopo che un commerciante ha affermato di aver ricevuto una banconota da 20 dollari falsa. Rifletteteci. Due uomini, due padri, soffocati a morte per lamentele di commercianti su sigarette sfuse e su 20 dollari probabilmente falsi. Questa è l’attestazione di quanto in una società capitalista la merce sia più importante della vita dei neri.

George Floyd si è aggiunto a una comunità alla quale non si sarebbe mai voluto aggiungere, e forse non si sarebbe mai aspettato di aggiungersi. È l’appello dei morti causati dallo Stato e dall’onnipervasivo sistema di repressione.

Le vite dei neri importano? Non ancora’’ 1

L’attivista Eric Garner perse la vita il 17 luglio 2014, a New York. La polizia, tanto con Obama quanto con Trump, picchia ed uccide nello stesso modo. Bernie Sanders, acclamato dalla sinistra ‘’politicamente corretta’’, propone aumenti salariali ai poliziotti, lasciando oltre quaranta milioni di disoccupati in balia della catastrofe: l’establishment statunitense non ha altra prospettiva che ‘’la guerra infinita ‘’, come il libro-testimonianza del neocons John Bolton conferma. La lotta per la liberazione dei prigionieri politici – da Mumia Abu Jamal a Julian Assange – aprirebbe spiragli enormi per la resistenza dei popoli allo stato profondo USA, una sovrastruttura di potere con diverse componenti interne (es. Governo Occulto) che scavalca governi eletti trasformandoli in mere pedine delle agenzie d’intelligence.

 

Anatomia d’una montatura: l’FBI contro le Pantere Nere

Nel 1969, l’allora direttore dell’FBI dichiarò: “Bisogna far capire ai giovani e ai neri moderati che se soccombono alle dottrine rivoluzionarie, saranno rivoluzionari morti”. Questa politica reazionaria è stata abbracciata dal ‘’democratico’’ Johnson e mandata avanti con Nixon, Carter, fino all’Impero del clan Clinton. Trump e l’Alt Right non rappresentano un incidente di percorso, ma un approdo del capitalismo nord-americano; classismo per i bianchi poveri; razzismo per le minoranze d’ogni sorta (afroamericani, latinos, pellirossa e LGBT), soltanto una cupola d’eletti sopravvive.

La tesi dell’accusa contro Jamal è fondata su tre pilastri, decisamente falsi: (1) la testimonianza di presunti “testimoni oculari” estorta con minacce; (2) una “confessione” rilasciata da Mumia la notte stessa della sparatoria, frode evidente e ben presto smontata dai legali; (3) una “prova” balistica inesistente. Nell’opuscolo “Mumia Abu-Jamal Is an Innocent Man” (Mumia Abu-Jamal è un uomo innocente), Arnold Beverly ammetteva di essere stato lui ad uccidere.

“Fui assoldato, insieme ad un altro, e pagato per sparare e uccidere Faulkner. Avevo sentito che Faulkner rappresentava un problema per la malavita organizzata poiché interferiva con le collusioni e le corruzioni che permettevano che le attività illegali nel centro città, inclusa la prostituzione, il gioco d’azzardo, lo spaccio di stupefacenti, continuassero impunemente.

‘’Faulkner fu colpito alla schiena e al volto prima che Jamal arrivasse sul luogo. Jamal non c’entrava niente con la sparatoria” (citato nel documento della Lega comunista internazionale: ‘’Libertà per Mumia Abu Jamal. Abolire la pena di morte razzista!, gennaio 2006) 2

Non v’è nemmeno la prova che l’arma di Mumia abbia sparato quella notte: Faulkner fu ucciso da una pallottola calibro 44, al contrario la pistola di Mumia era soltanto una calibro 38. Il Partisan Defense Committee (Pdc), analizzando accuratamente le 900 pagine d’archivi dell’FBI, ritiene la battaglia per la liberazione del giornalista afroamericano centrale nel processo di democratizzazione degli USA. Impero, ma non Repubblica.

Il giornalista Chris Hedges considera il Partito democratico e la sinistra europeista diretti responsabili del sentiero oscuro che dal neoliberismo porta al tecno-fascismo. Per l’analista di Russia Today c’è soltanto una soluzione: ‘’E’ soltanto uscendo dal sistema, portando avanti azioni di disobbedienza civile, sfidando entrambi i due maggiori partiti politici, che abbiamo qualche speranza di opporci all’incremento di un sistema oligarchico e basato sulle grosse imprese che alla fine ci renderà tutti schiavi’’ 3. La lucidità analitica di Mumia Abu Jamal dinanzi l’’’Obamamania’’ (cit. Alexander Cockburn), mette in risalto la levatura morale dell’attivista detenuto; nessuna supplica al primo presidente negro della storia nord-americana, tutt’altro. Conviene leggere con attenzione ciò che riferisce Hedges, la critica s’aggrava diventando inopinabile:

“La brutalità dell’impero è stata dimostrata sotto George W.Bush,” mi dice. “L’impero aveva una necessità disperata di una faccia nuova, una faccia di colore, per sedurre il pubblico. Questo è il ruolo di Barack Obama.

Lui è la faccia nera dell’impero che è stata pubblicizzata per noi durante la recente campagna presidenziale da Bill Clinton, lo stesso Clinton che  ci ha dato la NAFTA nel 1994 e che ha abolito i lavori di produzione ben pagati per milioni di lavoratori. Lo stesso Clinton che ci ha messo in prigione. Clinton e Obama rappresentano la politica del tradimento alla base  dell’apparato delle grosse imprese. E hanno ingannato un sacco di gente, specialmente la gente di colore. Durante la schiavitù, e anche nel dopo-Ricostruzione, (dopo la Guerra civile del 1865-77) c’erano sempre poche persone di colore che lavoravano nel sistema. Il ruolo di questi servitori di colore nei confronti del  potere dei bianchi era di insegnare la passività davanti alla repressione. Ecco perché Obama è presidente. Nulla è cambiato.” 3

Con Trump, l’Impero s’è ritolto la maschera. Nulla è cambiato e nulla cambierà mai senza un autentico processo rivoluzionario. Difficile dire se l’attuale mobilitazione, fra mille contraddizioni, vada in questa direzione.

https://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=6617&fbclid=IwAR21pw6AjPrXaQQzslPshWNn0cOXQIIrzMbvBH2qL_YVDmLAPNo8r15wxpU

https://www.icl-fi.org/italiano/volantino/mumia.html?fbclid=IwAR2AoXodIjogea9NdPpBpLDSJopr1NlfZLvEyN9fg38gUVMlEoQ9iiAQ3gk

http://znetitaly.altervista.org/art/8951?doing_wp_cron=1592598017.5030980110168457031250&fbclid=IwAR2iExMifgotPiWP5RufSat7eyRMEELsR7byXnD0c8qrd3fEtxiHpiONH98&__cf_chl_jschl_tk__=c19b115300ef98edf83326237e72492fb0a46309-1592660676-0-AZBCLVjgIK7G5Y9jHfNo_zgYIhX7OJgQKPqbRBmm1NzsnNcRiJkkRpBS9TJF5kw3NB3kLcy31BcYCeydF0xv8I4EsF6B2X4sccPNRS9Ow7qHJatjXd_aB0Ub5cBoELg74RetgQMzqzKFxKJVMzNEz_BqNbvTXhfMdxLuJ2xYnKF-ZOhOrUhefBg5yrdhfjT4U_q0cYRTkylFDYlRFdN1YrF9XKNkZyYs2ibydnZagE8OOcQYdiYnwPEwGX8uNkcwqGY0Zc-oHkh-AbviUFlpYDfuAbNKHaNsvA7VbZbrU8pBP3j7RueyP4DumUtwcYOAxrPQ19VrDznuH2JYZJf27dlNZw_RJTUEXfIdCdVKxjmyXqBiIhFBBN-eZUWMXh-Uqo39rS977YTzi8lURlLOOKz_RnKc5rQEnFUdEJW5gfyB2v8QBzBn25ocdwL3n_cKkw

The Campaign to Save Mumia Abu-Jamal | Boston Review

 

1 commento per “Mumia Abu Jamal, la bestia nera dello stato profondo USA

  1. Enrico
    21 giugno 2020 at 1:06

    Completamente d’accordo su Bernie Sanders, acclamato, purtroppo, non solo dalla sinistra “politicamente corretta”…

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