Il “sionismo islamista” di Casa Saud

Il Grande Muftì dell’Arabia Saudita, Abdelaziz al-Cheikh, ha rilasciato una dichiarazione eloquente sulla politica estera saudita: ai musulmani non è permesso combattere Israele, anzi, per lui «i musulmani dovrebbero allearsi con loro per combattere Hamas e Hezbollah» 1. Quindi – stando alle parole di questo predicatore islamista – i wahabiti hanno deciso di allearsi politicamente e militarmente con lo Stato sionista contro i movimenti antimperialistici – popolari ed islamici – della regione. Il Muftì, non a caso, ha definito Hamas ‘’una organizzazione terroristica’’ ed ha citato il predicatore Ibn Taymiyya del XIII secolo il quale, dopo aver sproloquiato di un Islam guerrafondaio, aveva teorizzato l’alleanza con lo Stato ebraico. Insomma, un precursore tanto del wahabismo quanto del sionismo. Alleati da sempre.

In un precedente articolo ho spiegato che l’asse saudita ed israeliano nacque nel 1975 ma, adesso, è il caso di spingerci più in là: quali sono le origini della collaborazione wahabo-sionista?

Lo scrittore D. Mustafa Turan sostiene che il fondatore del movimento wahabita, Muhammad ibn Abdul Wahhab, era un fanatico ‘’ebreo donmeh’’ seguace di Shabbatai Zevi, il ‘’falso messia’’ che finse la conversione all’Islam per sfuggire alla condanna a morte sotto l’Impero Ottomano. Turan ritiene che il nonno di Wahhab, Sulayman, si chiamasse Shulman ed appartenesse alla comunità ebraica di Bursa, in Turchia. Lo studio di Turan è stato confermato dall’intelligence irakena la quale ha documentato come Shulman era stato bandito da Damasco, Il Cairo e La Mecca per l’assurdità delle sue predicazioni. Anche il giornalista Wayne Madsen sostiene la stessa tesi: ‘’L’Impero turco ottomano, che comprendeva parti chiave dell’Arabia Saudita, aveva tanti cripto-ebrei (ebrei che fingevano di essere musulmani), questi cripto-ebrei (chiamati anche Donmeh) hanno collegamenti con la famiglia reale saudita e la religione Saudita. I Sauditi seguono la forma wahhabita dell’Islam. Secondo quanto riferito, il fondatore della setta wahhabita Saudita dell’Islam, Muhammad ibn Abdul Wahhab, era un cripto-ebreo. Una relazione dell’intelligence irachena, datata 2002 e pubblicata nel 2008 dalla US Defense Intelligence Agency, punta sulle radici ebraiche dei Wahhabis’’ 2. Il bravo Madsen ha spiegato come il colonialismo britannico, verso la fine dell’’800, dovette inventarsi un’eresia islamista per indebolire il fradicio e reazionario Impero Ottomano, per questo scatenò le ‘’rivolte’’ arabe e creò il wahabismo. Il sionismo fu solo la punta della piramide imperialista: entrambe le ideologie vengono elaborate a Londra, si diedero oltre un secolo fa la mano e camminarono insieme. Quali sono i nemici del wahabo-sionismo? Semplice, gli stessi avversari che ha fronteggiato il colonialismo britannico: (1) il comunismo; (2) il nazionalismo laico; (3) l’Islam sciita e dal 1979 il khomeinismo. Una situazione complessa con intrecci sconosciuti.

L’origine del delirio wahabita è il 1648, anno in cui Shabbatai Zevi poggiando su un’ interpretazione fanatica dello Zohar, la Cabala, si autoproclamò messia. Bandito dalla città di Smirne si stabilì a Salonicco, importante centro ebraico e cabalistico dove iniziò le predicazioni incentrate sul proprio messianesismo. Il suo successo fu talmente compromettente che gli provocò l’espulsione da parte delle autorità rabbiniche della città. Viaggiò da Gerusalemme a Il Cairo, per poi tornare in Palestina nel 1663. Il 1666, secondo la Cabala, doveva essere l’anno dell’Apocalisse (666 è il numero della Bestia, nell’Apocalisse di Giovanni) quindi partì per Costantinopoli con la finalità di rovesciare il Sultano. Denunciato dalle stesse autorità rabbiniche in quanto provocatore, venne arrestato e, temendo per la propria vita, decise di convertirsi all’Islam. I documenti ci chiariscono che fu una falsa conversione.

L’origine ‘’cripto-sionista’’ del wahabismo è quasi inopinabile, il libro di Said Nasir, ambasciatore saudita a Il Cairo, ‘’Storia della famiglia Saud’’, merita d’essere classificato in quanto fonte non soltanto attendibile ma addirittura autorevole. Leggiamo: ‘’Tuttavia, secondo Said Nasir, ambasciatore saudita a Cairo, nella sua “Storia della famiglia Saud”, Abdullah bin Ibrahim al-Mufaddal avrebbe dato a Muhammad al-Tamimi 35.000 junayh (sterline), nel 1943, per inventarsi gli alberi genealogici (1) della famiglia saudita e (2) di Abdul Wahhab, per poi fonderli in un unico albero risalente al profeta Maometto’’ 3. Il Sito Aurora aggiunge: ‘’Nel 1960, la radiostazione “Sawt al-Arab” di Cairo, in Egitto e le trasmissioni della radiostazione di Sanaa, nello Yemen, confermarono l’origine ebraica della famiglia saudita. Infine, il 17 settembre 1969, il re Faisal al-Saud disse al Washington Post: “Noi, la famiglia saudita, siamo cugini dei giudei: non siamo assolutamente d’accordo con le autorità arabe o musulmane che mostrano antagonismo verso gli ebrei, dobbiamo vivere in pace con loro. Il nostro Paese (Arabia Saudita) è la prima sorgente da cui provenne il primo ebreo, i cui discendenti si sono sparsi nel mondo.”’’. Dobbiamo dire che Israele ed Arabia Saudita hanno, non solo legami politici, ma anche inaspettati intrecci religiosi le cui origini sono ancora poco chiare.

Nel 2004, il Mossad cercò d’impiantare Al Qaeda a Gaza contro Hamas. Il Ministro dell’Informazione Palestinese, Yasser Abed Rabbo sottolineò che ‘’Ci sono elementi che sono stati istruiti dal Mossad a formare una cellula sotto il nome di Al Qaeda nella Striscia di Gaza al fine di giustificare l’assalto e le campagne militari dell’esercito di occupazione contro Gaza’’ (Diego Siragusa, Il terrorismo impunito, pag. 419). Il colonnello Shbak spiegò come i palestinesi reclutati ed armati con armi ‘’non funzionanti’’ siano stati pagati con soldi trasferiti da conti bancari di Gerusalemme ed Israele. L’Autorità Nazionale Palestinese, in quel periodo, consegnò agli ambasciatori e consoli di diversi paesi arabi documenti rivelatori dell’appoggio israeliano alla costituzione d’una falsa organizzazione che portava il nome di Al Qaeda. Questo ennesimo complotto sionista mirava a giustificare il criminale assedio della Striscia di Gaza.

Il sionismo ed il wahabismo hanno obiettivi convergenti: Israele vuole sradicare il popolo palestinese dalle proprie terre riedificando la Grande Khazaria, una monarchia dispotica basata sul Talmud di Babilonia; il wahabismo vuole ricreare il Califfato degli Omayyadi, un emirato islamista, oscurantista e misogino. Un Grande Israele contro il popolo arabo ed un Israele islamista nel nord della Siria, tutto col consenso degli USA, il gendarme mondiale. Ci troviamo davanti a due regimi e due ideologie messe al bando dalla storia (ma non dai governi capitalisti), anacronistiche ed intolleranti.

http://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/israele/grand-mufti-saudita-israele

http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2017/07/i-sauditi-sono-cripto-ebrei.html

https://aurorasito.wordpress.com/2013/02/09/origini-della-collusione-wahhabita-sionista/

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Foto: Twitter (da Google)

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