I rossobruni e i mulini a vento

Fascista! Rossobruno! Imperialista! Il recente NO dei Greci al referendum verso i ricatti della Troika ha immediatamente aperto un vespaio a sinistra e questi sono alcuni degli epiteti, degli insulti, che il sottoscritto ed altri compagni si sono beccati nell’etere del WEB (dal vivo costoro neanche si azzarderebbero). Ringrazio questo giornale che mi ha permesso di inquadrare in modo più maturo il quadro della situazione. La sinistra atlantista e capitalista ha ormai da tempo, purtroppo, sdoganato la cultura del politically correct, quell’arma “sinistra” del capitale che va a rinforzare, sotto il profilo culturale e ideologico, il capitale stesso.
Quali sono i principali luoghi comuni? La difesa della teoria Gender e del femminismo (teorie che sono state ampiamente discusse su questo sito di cui quindi non parlerò), antifascismo viscerale, imperialismo russo, “rossobrunismo”, e tante ma tante concezioni che in realtà vanno solo ed esclusivamente a vantaggio dell’imperialismo, quello si realmente esistente, di USA e UE, e del suo liberismo galoppante. Lungi da me fare una critica ora al liberismo, teoria economica dominante (come ampiamente dimostrato da Marx generata dal possesso dei mezzi di produzione della classe capitalista) e premettendo che esso va completamente combattuto, vorrei concentrare la mia critica a questo “politically correct” che condanna i vari compagni, che si imbattono alle varie discussioni per le vie, per le piazze, su internet.
Il leninismo condanna fermamente tutte le prese di posizione che, nella pratica, avvantaggiano l’imperialismo. Chiari sono anche i testi di Stalin, in cui dice che il marxista deve difendere quei movimenti e quegli stati sovrani che cercano nei loro paesi d’origine l’indipendenza dai tentativi di assoggettamento da parte di potenze straniere. Ecco perché i comunisti appoggiano Assad in Siria e le repubbliche popolari del Donbass, ecco perché ultimamente hanno appoggiato Gheddafi e Saddam Hussein. Ecco perché un marxista dovrebbe appoggiare la causa greca contro le oligarchie finanziarie europee anche appoggiando Tsipras, che comunista non è, ma che fa parte integrante della lotta dei popoli per liberarsi dal ricatto neoliberista. Eppure questo pensiero oramai non fa breccia più tra molti compagni. La scusa è che tutti questi popoli, sono appoggiati dal cattivone, zar di tutte le Russie oligarchiche, Putin. Se il suo sia un imperialismo è tutto da vedere e meriterebbe un articolo a parte, se non addirittura un libro, per quanto il tutto sia complesso e poco chiaro. In questa sede però si deve chiarire come il sedicente oligarca zar di tutte le Russie sia il diretto alleato addirittura dell’Alba, una “confederazione” di nazioni sud-americane che lotta per rimanere indipendente dal giogo quasi secolare dell’imperialismo USA. Andiamo a vedere dunque come questa propaganda sia funzionale proprio a USA e UE, in poche parole alla NATO, prendendo in esame due articoli di due correnti liberali completamente diverse, che finiscono però nel concordare quando si tratta di difendere il kapò che hanno in comune, cioè la grande borghesia americana: http://temi.repubblica.it/micromega-online/linfatuazione-putiniana-della-lega-tra-neofascisti-italiani-e-dugin/ .
In questo primo articolo di Repubblica (il filo americanismo del PD non deve essere dimostrato, è già chiaro a tutti) si capisce immediatamente quel che si vuole fare. Allontanare le masse di lettori da Putin, mettendo in simbiosi il suo appoggio alle lotte per l’indipendenza dei vari popoli (ma anche dei suoi affari, sarei in mala fede ad ometterlo) e le destre europee. Ridicolo! Perché nell’articolo non si parla invece di Svoboda, Pravy Sektor, insomma i gruppi neo-nazisti amichetti di Martin Shultz, il quale ha dichiarato la possibilità di dialogo addirittura con i nazisti per rinsaldare l’Europa? A tal proposito, ecco un altro articolo: http://www.umbrialeft.it/notizie/schulz-%C2%ABs%C3%AC-trattiamo-anche-svoboda%C2%BB.
Ma anche dalla destra atlantica si alzano scudi verso la UE liberale e imperialista. Ed ecco qui il Foglio che, in assenza di una critica di classe, ne approfitta per utilizzare quello stesso “politically correct” pro domo sua. La categoria (cioè l’accusa), del tutto strumentale, ormai ampiamente utilizzata, è quella di “ROSSOBRUNISMO” (quando non di fascismo). E qui ne abbiamo uno splendido esempio: http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/02/26/zitti-zitti-tsipras-e-i-suoi-amici-rossobruni-fanno-locchietto-alla-russia___1-v-126045-rubriche_c193.htm.
Se il tutto lo mettiamo insieme ad alcune critiche, sia pur legittime, ecco che avremo creato ad arte una sorta di isteria popolare del tutto ingiustificata. http://trentoantifascista.noblogs.org/fascisti-italiani-in-ucraina-a-donetsk-come-a-kiev/ In questo caso si dice giustamente <<Per questo è importante chiarire le posizioni in un dibattito che rifiuti la propaganda delle potenze in campo e che metta al centro l’internazionalismo, coscienti che solo la forza dell’unità di classe che rompe le frontiere imposte dagli stati può fermare la guerra e può abbattere i regimi fascisti che oggi si fronteggiano in Ucraina.>> Sacrosanto! Ma con la propaganda sdoganata dalle forze liberali il tutto è finito per fare gli interessi di questi soggetti. Tutto ciò ha creato ancora più confusione tra i compagni che riducono il comunismo a semplice antifascismo. Dove si schiereranno questi tra due schieramenti in conflitto, entrambi con una presenza fascista al proprio interno? Per chi non lo sapesse, il colonnello Strelkov è stato liquidato come quinta colonna anti russa e Gubarev, pochi giorni dopo, ha sbattuto la testa “incidentalmente”.
Una volta capito che questi termini sono utilizzati sia dalle destre che dalle “sinistre” “politically correct” per dividere e indebolire le lotte socialiste, internazionaliste e comuniste, onde evitare di essere attaccati da questi sedicenti compagni, è necessario fare subito una critica a 360° al “rossobrunismo”, termine che ultimamente è ampiamente di moda negli ambienti “radical-freack”. Una critica che a mio avviso c’è tutta è quella dei compagni del Militant: http://www.militant-blog.org/?p=7617 .
Questo blog ha centrato in pieno la discussione. Il fascista che si infiltra a sinistra non fa un’analisi di classe, non mette alle fondamenta della sua analisi i complessi sviluppi del capitalismo, dell’imperialismo. Ecco, dunque, che le nazioni che lottano per l’indipendenza diventano <<un modello di sviluppo possibile – anzi invidiabile>>.
A mio avviso però alcune cose non quadrano! Ad esempio: <<Quando i rossobruni parlano di scontro fra est e ovest, ad esempio di conflitto – latente o palese – fra Stati Uniti e Russia, intendono uno scontro fra il popolo russo e il popolo statunitense per l’affermazione della propria egemonia culturale (di cui le elites politiche non sono che l’espressione della volontà generale del popolo).>> Il comunismo dovrebbe essere anche questo. La difesa culturale di una nazione, come quella russa, delle istanze democratiche e socialiste dell’ex URSS, come del resto qualsiasi altra difesa dei diversi valori nazionali presenti nel mondo, contro l’appiattimento culturale della ideologia occidentale.
Il politically correct ha anche il compito di occupare lo spazio ideologico a sinistra a discapito della dottrina leninista. Di conseguenza, attacca tutte le versioni scientifiche di marxismo antecedente all’ “eurocomunismo” in un modo o nell’altro, in modo diretto o strisciante, portando avanti talune istanze liberali a detrimento di altre e viceversa, e tutto ciò non solo nelle forze liberali (PD) e cosiddette radicali (Sel, PSI etc) ma anche nella cosiddetta estrema sinistra. Qui il politically correct si camuffa ancora meglio, perché altrimenti sarebbe facilmente smascherato dai marxisti. Capita però che spesso che questi eroi la facciano troppo grossa. Un certo signor Maffione, ad esempio, scrisse <<Il rossobrunismo è una galassia costituita da più approcci teorici, convergenti però in un comune obiettivo: gettare confusione e divisione tra i comunisti e, più in generale, gli internazionalisti. Esiste, infatti, l’interpretazione “comunitarista”, di cui il massimo esponente in Italia è Costanzo Preve, proveniente dalle fila della sinistra extra-parlamentare, poi approdato ad una graduale abiura del marxismo, fino alla teorizzazione dell’incontro fra comunismo e nazifascismo in un comune terreno anticapitalista. Latori del suo pensiero sono i redattori del sito: www.comunismoecomunità.it. […] Non si può, infine, non citare il caso del “Campo antimperialista”, de “La Rinascita – Quotidiano della Sinistra Nazionale”, “Sumud – Associazione antimperialista”, “Appello a popolo”, “Rivista indipendenza” FONTE http://www.giovanicomunisti.it/archives/3517 >> Ma questo non è proprio l’originale. Maffione mise in mezzo anche un Blog chiamato “patria del ribelle” e fu costretto a revisionare il proprio articolo. Ecco il link che mi sento di postare e fare mio dalla prima all’ultima lettera: http://patriadelribelle.blogspot.it/2012/04/i-comunisti-greci-sono-fascisti.html .
Come possiamo ben notare l’autore dell’articolo in un primo momento critica la nullità delle critiche di Maffione, poi inserisce i vari collegamenti delle risposte dei siti pressati dalla critica dell’ex o tutt’ora responsabile dell’antifascismo dei giovani comunisti e poi, dato il vespaio creato dall’articolo di Maffione, da ampio risalto ai commenti degli utenti di GC:
<< Sovranità monetaria. Maffione accusa chi vuole uscire dall’euro di essere fascista? SI. E questa è una cazzata. Poche balle: è una caz-za-ta.[…] Che dire di uno che scrive che la sovranità monetaria è una “teoria economica fascista”…? E’ possibile commentare una frase di una tale ignoranza e grettezza? Fascista Keynes, fascista Marx e fascista Lenin….. mentre i democratici e gli uomini di sinistra sarebbero i Delors, i Giscard, i Perroux che hanno progettato questa Europa per popoli schiavi? […]Non riesco a capire come il fatto di parlare di sovranità nazionale siano sintomi di fascismo. Compagni, Marx, Engels, tutto quello che volete, ma da che mondo è mondo le rivoluzioni socialiste sono partite su base NAZIONALE (concetto ben diverso da nazionalista – che può denotare spesso, questo sì, una posizione fascista). Cuba? Russia? Vietnam? >> . Un altro compagno scrive: <<Critiche all’articolo. Un articolo a dir poco confusionario. Quello che non si capisce è che cosa ci sia di interessante nel diffamare qualcosa che non si conosce. 1) Costanzo Preve non ha mai teorizzato ” l’incontro fra comunismo e nazifascismo in un comune terreno anticapitalista “. Egli sostiene che destra e sinistra abbiano avuto la loro funzione storica ma che adesso siano superate. Sul fenomeno fascista e sul comunismo ha scritto talmente tante di quelle righe che solo chi non le ha lette può affermare la fesseria prima citata. Ma basterebbe sapere che egli si definisce ” allievo indipendente di Marx ed Hegel” per chiuderla qui. 2) Non si capisce poi cosa c’ entrino Patria del Ribelle, Appello Al Popolo, Campo Antimperialista e Rivista Indipendenza con Rinascita! Ma con quale metodo ha fatto questo accostamento? Ma soprattutto: l’ autore conosce quali sono gli argomenti principali di Appello al Popolo, Patria del Ribelle e Rivista Indipendenza? La difesa della sovranità dell’ Italia contro l’ UE/EURO e la NATO, ovvero la difesa della sovranità dello stato COSTITUZIONALE ( OVVERO DELLA COSTITUZIONE CHE L’ ARTICOLO VORREBBE DIFENDERE MA NON SI CAPISCE COME VISTO CHE PER LUI DIFENDERE LA SOVRANITA’ E’ ARGOMENTO DI ” ECONOMIA FASCISTA” ). La teoria del signoraggio e la strumentalizzazione del concetto di patria per scopi imperialistici sono concetti fascisti. La sovranità dello stato nazione ( economica, monetaria, politica, militare,ecc ) non lo è affatto. >> e poi ancora <<La caccia ai rossobruni. Qui ancora non vi rendete conto che non c’è nessuno che difende il ” rossobrunismo “. E questo perché non sapete cosa sia il rossobrunismo ( sempre che esista… perché si fa prima a chiamarlo direttamente fascismo). Questo fenomeno non è un processo di comunisti che vanno verso destra, è proprio il contrario: semplicemente ci sono movimenti fascisti che si danno nomenclature di sinistra e alimentano la confusione. Il simbolo di tutto ciò ad esempio è la rivista ” rinascita” una rivista fascista che però si dichiara di ” sinistra nazionale”. Poi guardando in alto nel loro sito ci si accorge di una citazione di Nietzsche sull’ EUROPA come VOLONTA’ ( di potenza ) UNICA. Perchè vedete è questo che nell’ ambito della sinistra italiana non si è capito: il concetto di PATRIA ( di repubblica, di stato nazione,ecc) è un concetto di SINISTRA ( e per sinistra intendo di storia socialista, non mi riferisco alla fantomatica ” sinistra nazionale” di Rinascita ) che però viene strumentalizzato dai fascisti che in realtà come obiettivo hanno L’ IMPERO E NON LA PATRIA! Difendere la sovranità nazionale significa difendere LE SOVRANITA’ degli stati nazionali, proprio in in virtù del principio INTERnazionalista. Insomma il socialismo è un carattere degli stati nazionali. Il fascismo invece vuole la lotta, lo scontro, la guerra tra imperi, tra popoli e chi vince è il più ” vitale”. Se a sinistra si parlasse di patria e sovranità che tra l’ altro è l’ unico modo per difendere la costituzione democratica, i movimenti cosiddetti rossobruni o semplicemente fascisti non avrebbero il minimo seguito. Ma siccome a sinistra va ancora di moda l’ europeismo cieco, l’ alterglobalismo e le favolette è normale che gli allocchi e gli internettiani caschino nelle braccia di movimenti fascisti camuffati che fanno propri quegli argomenti lasciati nelle loro mani da una sinistra confusionaria. Il problema è che voi questi movimenti nemmeno li conoscete altrimenti avreste capito che Rivista Indipendenza, Appello Al Popolo, Comunismo e Comunità e Campo Antimperialista non sono fascisti e pertanto non possono essere rossobruni ( proprio perché il rossobruno è una maschera fascista, non il contrario, dopo da sinistra ci cascano quelli che non hanno gli strumenti per difendersi, ma questi strumenti glieli dovrebbero dare i partiti di sinistra che però continuano a ripetere che patria, sovranità e uscita dall’ euro sono cose di destra )>>. Insomma il “comunista in salsa rosa”, che normalmente bolla chiunque non la pensi come lui come fascista (un altro articolo meriterebbe questa ossessione dato che di fascisti in Italia oramai ne son rimasti molto pochi), tende a distruggere quei concetti marxisti molto scomodi al capitale internazionale come ad esempio il patriottismo marxista fondato proprio sull’internazionalismo. L’autore continua inoltre a inserire le giuste critiche all’articolo parlando della costituzione italiana ma qui mi permetto di aggiungerne una anche io. Quali e quanti articoli della nostra costituzione possono definirsi socialisti? Su 139 articoli ben pochi sono definibili marxisti. Maffione scade anche qui nella retorica filo liberale ( avendo sostenuto già le teorie filo UE criticate ampiamente sopra dai compagni) non criticando in modo marxista diversi articoli.
Interessante è la lettura dell’articolo di comunismo e comunità. Possiamo trovarlo qui: http://www.comunismoecomunita.org/?p=3197 . L’articolo, lungo e complesso ma che consiglio di leggere attentamente e nella sua interezza, ritorna anch’esso sui temi di sovranità, patriottismo e via dicendo. Mi preme però fare un copia incolla di due particolari spezzoni: << Il sito comunismo e comunità, anzitutto, non è il sito di Preve, ma è un sito di discussione politica e filosofica cui concorrono persone diverse, molto spesso in accordo, in altri casi in disaccordo con Preve e tra di loro. Di Preve si condivide pienamente, da parte di tutti, il nocciolo dell’analisi filosofica fondamentale (lettura del pensiero di Marx, ricostruzione della storia della filosofia occidentale, peculiare critica del capitalismo etc etc), mentre c’è accordo o disaccordo (secondo i casi e i temi) su determinati punti specifici di carattere più immediatamente politico. […]Vogliamo accontentarci di definire rossobruni questi tentativi di sintesi provenienti dal mondo della destra sociale? Facciamolo pure. Rossobruni siano. Il problema allora sorge dopo. E sorge dal fatto che questa categoria diviene, nelle analisi diffidenti e a tratti paranoiche di alcuni commentatori di sinistra, un lasciapassare per incasellare ogni tentativo di messa in discussione della sinistra stessa, della sua deriva attuale, della sua filosofia d’ispirazione. E questo è un giochetto che non può funzionare.>> Si mette l’accento sulla diversificazione e/o dalla vicinanza del sito dalle teorie di Preve ma soprattutto sulla sua indipendenza rispetto al fu Costanzo, oltre logicamente a smascherare la solita retorica liberale anti comunista dell’articolo.
Chiarito come nella sinistra in salsa rosa italiana alla psicosi fascista sia stata affiancata la psicosi rossobruna, andiamo a vedere un gruppo di sedicenti marxisti che ci sono cascati in pieno. Il sito è dei Red Militant, gruppuscolo ultra settario a mio avviso vicino alle idee trockijste e bordighiste in materia estera. Certo! La sinistra in salsa rosa non è solo quella post ideologica ed eurocomunista, ma anche la più dura e “pura” sinistra antagonista, ultra sinistra, che anche criticando da posizioni estreme finisce per mischiarsi al bianco democratico. Qui, in un primo articolo, possiamo vedere come questa fobia sia largamente presente all’interno di questa organizzazione: http://www.redmilitant.eu/sinistra-popolare-e-rizzo-comunisti-o-comunitaristi/ . Oltre all’inesistente critica agli articoli postati da Fusaro o alle interviste di Rizzo a siti fascisti (polemica sterile, di certo questo non fa un rossobruno ma si sa… tutto fa brodo sul web per calunniar) io invece taccerei il partito di Rizzo, dopo le ultime sparate sul referendum greco, di avere la stessa propensione ultra sinistra di vedere imperialisti ovunque e di non appoggiare i fronti comuni, spaccando de facto le resistenze in vari paesi. Se la loro politica è più che condivisibile ad esempio in Siria e molti altri paesi, “toppano”, a mio avviso profondamente, nella questione greca e in quella del Donbass e russa, dato che appoggiano il Partito Comunista Operaio Russo, membro del Fronte Russo Unito del Lavoro, unione di partiti che sono in opposizione a Putin (in un momento assai delicato vista la pressione imperialista sulla Russia), e in Ucraina Borotba, legata a questo fronte. Infine, il partito di Rizzo è strettamente legato al KKE greco, che ha avuto l’incoscienza di dare indicazione per l’astensionismo al referendum in uno scenario di potente aggressività imperialista europea. Quindi altro che <”Andiamo avanti”. Non è forse Rizzo che ha scritto che Siria, Iran e Russia sono “stati indipendenti dall’imperialismo”? Non è ancora Rizzo che ha affermato che “Putin ha messo fine al processo di occidentalizzazione e al capitalismo di rapina degli anni di Eltsin”?>>, su alcuni temi i red militant e il PC vanno ampiamente d’accordo!
Vediamo infine quest’altro articolo: http://www.redmilitant.eu/il-pericolo-del-rossobrunismo-permeante-in-ambienti-radicali-e-antagonisti/ . Ecco qui il totale assoggettamento a quella ultra sinistra marchiata però di colore bianco: <<Il clichè che propongono è invariato da anni: sostegno dei nazionalismi e degli imperialismi diversi da quello statunitense (con decennale, fanatica propensione per quello russo), esaltazione del mito della patria e della sovranità purché in senso antistatunitense>>.
L’attacco ad oltranza ad un fantomatico imperialismo russo, quando in realtà oggi la Russia è solamente un paese attaccato dalla Nato. Il tutto è chiaro, dividere i militanti e creare i presupposti per alcune crepe nelle nazioni, con militanti che invece di proteggere il proprio paese dall’imperialismo puro di matrice atlantista, nella pratica gli danno una mano, sabotando i paesi dall’interno. Bisogna ricordare di come i liberali addirittura taccino di nazionalismo addirittura Stalin, e del suo patriottismo come nazionalismo grande russo!
Teniamo d’occhio infine un link su facebook che mostra l’isteria piccolo-borghese accanirsi sui fantomatici rossobruni: https://www.facebook.com/1662286850659638/photos/a.1662293723992284.1073741828.1662286850659638/1674022416152748/?type=1 . Non abbiamo bisogno di fare commenti. La malattia, la psicosi a sinistra è in fase ormai avanzata! Ecco perché urgeva un articolo che potesse confutare tutte queste sciatterie della sinistra “rosata” e radical chic! Come si è visto, si può essere tacciati di rossobrunismo da parte di liberali (di destra e di sinistra), pseudo radicali, pseudocomunisti e ultra sinistri (libertari, trockijsti e suvvia) in modo assai semplice e comune.
Come controbattere efficacemente a queste calunnie? Io personalmente cito Dugin, il fondatore del rossobrunismo moderno, per mettere in chiaro le differenze più sostanziali del mio punto di vista dal rossobrunismo. Queste sono le più importanti, ma ce ne sarebbe molte di più. Questi punti sono ripresi dall’opera dell’intellettuale russo in “Il fascismo immenso e rosso” leggibile qui: http://xoomer.virgilio.it/controvoce/fascismoimmenso-dugin.htm .
1. <<Il «dominio del capitale nazionale» è la definizione marxista del fenomeno fascista. Essa non prende minimamente in considerazione la base filosofica specifica dell’ideologia fascista, ignora coscientemente il pathos di base, radicale, del fascismo.>> Invece come prassi marxista e quindi materialista, io dico che la base filosofica fascista viene da quella che Marx chiama struttura, cioè dall’economia e dai rapporti di produzione che il fascismo non scalfisce.
2. <<Al livello economico, per il fascismo, i metodi socialisti o socialisti moderati, che sottomettono gli interessi economici personali, individuali, ai principii del bene della nazione, della giustizia, della fraternità, sono caratteristici.>> E’ risaputo che il “socialismo” fascista non sia riuscito mai minimamente a rivoluzionare i rapporti di produzione, dato che non si fonda sul concetto di lotta di classe (che rifiuta) ma sul corporativismo.
3. <<Le figure centrali dello Stato fascista, del mito fascista sono il contadino, l’operaio, il soldato. Al di sopra, come simbolo superiore della lotta tragica contro il destino, contro l’entropia spaziale – il capo divino, il Duce, il Führer, il Superuomo realizzante nella sua persona sovra-individuale (più che individuale, come «superuomo») la tensione estrema della volontà nazionale verso l’impresa.>> Il fascismo, a mio parere, ha dato il potere neanche tanto ai piccolo borghesi, come sostenuto da Renzo De Felice ma ai grandi monopoli, come giustamente denunciato dal compagno Dimitrov, che riteneva che il fascismo fosse l’ ideologia della parte più reazionaria del capitale finanziario.
4. <<L’essenza del fascismo: una nuova gerarchia, una nuova aristocrazia. La novità consiste nel fatto che la gerarchia è costruita su dei principi chiari, di ordine naturale, organico: il beneficio, l’onore, il coraggio, l’eroismo, come risultato di una diseguaglianza di natura ontologica fra gli uomini. La vecchia gerarchia, che aspira a mantenersi oggi nell’era del nazionalismo, come già in precedenza, è fondata su delle facoltà conformiste>> Nessuna gerarchia sociale. Il marxismo non ha spazio per le classi.
5. <<Questa la combinazione fra l’orientamento culturale-politico di «destra» – il tradizionalismo, la fedeltà al suolo, le radici, l’etica nazionale – con il programma economico della «sinistra» – la giustizia sociale, la restrizione dell’elemento del mercato, la liberazione dalla «schiavitù della percentuale», l’interdizione dei traffici borsistici, dei monopoli e dei trust, il primato del lavoro onesto. Per analogia con il nazional-socialismo, che si definiva spesso semplicemente «socialismo tedesco», possiamo parlare del fascismo russo come di un «socialismo russo»>> Innanzitutto quello di fedeltà alle proprie radici non è e non deve essere una sorta di monopolio della destra, come abbiamo visto. E’ la volontà di grande potenza, di espansione; questa si, che è totalmente da rigettare, figlia dell’imperialismo grande borghese e del grande capitale finanziario. Mi preme inoltre sottolineare l’analogia che crea Dugin tra socialismo tedesco dell’NSDAP e il suo, russo (è chiaro che Dugin vuole ricreare un ambiente quanto più vicino alla Germania nazional-socialista) con quanto detto da Stalin, e cioè che il socialismo tedesco non è socialismo ma è identico a quello italiano, cioè fascismo tout court.
6. <<A differenza dei rigidi dogmi marxisti-leninisti, il socialismo nazionale russo viene da questa comprensione della giustizia sociale che è caratteristica della nostra nazione, della nostra tradizione storica, della nostra etica economica. Un tale socialismo sarà più contadino che proletario, più comunale e cooperativo che statale, più regionalista che centralista – queste sono le esigenze della specificità nazionale russa , che si rifletterà nella dottrina, e non solamente nella pratica.>> Qui c’è la maggiore differenza tra i miei ideali (marxisti) e quelli, fascisti, di Dugin. Lo stato a mio avviso deve essere proletario, statale e centralista!
7. L’uomo nuovo non è quello che traspare dall’analisi idealista di Dugin, ma il vero Uomo Nuovo è quello marxista, il prodotto dei rinnovati rapporti di produzione.
In finale confermo quanto detto circa le critiche al rossobrunismo fatte precedentemente. Il rossobrunismo è fascismo in tutto e per tutto, e non ha nulla in comune con il marxismo, come ben evidente nei sette punti su elencati.

1 commento per “I rossobruni e i mulini a vento

  1. armando
    10 Luglio 2015 at 11:37

    Destra ultraantalista e destra antiamericanista, destra liberista e destra statalista o comunitarista, sinistra neoliberista e atlantista e sinistra antiliberista. Fascismo che guarda a sinistra e sinistra che dialoga con la destra. Rossobrunismo, socialismo nazionale, internazionalismo proletario (dov’è?) e internazionalismo del capitale (chiaro ed evidente). Intreccio di posizioni, e ideologie, confusioni politiche (quali sarebbero i due fascismi di Kiev? a me risulta che i nazisti atlantisti sono solo nel governo e contro gli indipendentisti). Insomma sembra che tutto sia in movimento, nel mondo delle idee e in quello della politica concreta, perchè il vecchio mondo non esiste più. Allora occorre dotarsi di strumenti d’analisi diversi, perchè nessuno (neanche Marx e Lenin) hanno scritto cose definitive. Hanno analizzato la realtà del loro tempo, deducendone leggi generali. Ma anche nelle scienze naturali, e quindi tanto più in quelle sociali, i paradigmi cambiano, e quelle che si credevano leggi generali appaiono in luce diversa, valide e applicabili solo in determinate condizioni.

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