Newton, l’Apocalisse e l’Anticristo

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Il Nuovo Comunismo non è ateo, e neppure materialista dialettico. La visione materialistica del mondo è ormai superata dalle scoperte della fisica contemporanea, relativistica e quantistica in particolare. Il Nuovo Comunismo la pensa come Ernst Bloch riguardo alle religioni: “È tempo di sottrarre queste armi alla reazione. Ancor più, è tempo di mobilitare contro il capitalismo, sotto la guida socialista, le contraddizioni dei tempi. Non si pensi qui di farsi beffe in blocco dell’irratio, ma piuttosto a occuparla. ” (Giuseppe Cacciatore, Ragione e Speranza nel Marxismo, L’eredità di Ernst Bloch, Dedalo editore, Bari, 1979). Anche il grande filosofo marxista Jean Paul Sartre aveva tentato di correggere nel secolo scorso la dottrina comunista respingendo il materialismo dialettico. Il materialismo dialettico ha negato il grande bisogno dell’uomo di credere nell’esistenza di qualcosa d’altro che trascenda questa deludente realtà naturale, essenzialmente il bisogno di sperare nella sopravvivenza alla morte. Non aver tenuto conto di questo naturale bisogno della universale consapevolezza umana è stato un grande errore del comunismo del passato, ma errore inevitabile per la coerenza dell’impianto filosofico di fondo del marxismo dogmatico. Il Nuovo Comunismo che rappresentiamo non tenterà più di abbattere le Chiese asservite al potere di turno (e fonte di potere esse stesse), semplicemente le annichilirà, le svuoterà elaborando un concetto ideologico concorrente. Credere in un Potere ontologico morale, superiore e giusto, che stia dalla parte dei deboli e degli oppressi per un regno di giustizia anche sulla terra, è nel diritto di ogni neo comunista, e nessun dogmatico e repressivo impianto dottrinario potrà più negare questo diritto. In particolare, la posizione dei Nuovi Comunisti è di fratellanza nei confronti dei veri cristiani che vorranno far parte del grande movimento rivoluzionario che verrà, tenuto insieme dalla comune esigenza di abbattere il capitalismo e quindi la proprietà privata dei grandi e medi mezzi di produzione.
Pochi al mondo sanno che uno dei padri della scienza moderna, Isaac Newton (1642-1726), indiscusso genio universale, uomo razionale e scienziato scopritore della forza gravitazionale, matematico nonché autore del calcolo infinitesimale, coltivava una insospettabile passione: lo studio di un libro antico che fin da giovane lo aveva colpito per il contenuto dei suoi enigmi e delle sue simbologie.
Questo libro è l’Apocalisse. Per Newton l’Apocalisse era una specie di codice, e decifrarlo fu una sfida che accettò e vinse.
Lo scienziato inglese era mosso da una questione etica: la convinzione che il libro contenesse non solo previsioni sul futuro, ma una descrizione della direzione verso la quale stava andando l’umanità.
Newton era cristiano, ma molto atipico, e gli scritti che lo impegnarono verso la fine della sua vita lo testimoniano: la sua decifrazione dell’Apocalisse è sorprendente, ed indicano che il vero interesse dell’autore del libro fosse il destino dell’umanità in terra.
Lo studioso italiano Maurizio Mamiani ha curato per la Boringhieri editori, nel 1994, la pubblicazioni di questi sorprendenti scritti di Isaac Newton con il titolo “Trattato sull’Apocalisse”. I testi originali sono custoditi presso la Jewish National and University Library di Gerusalemme.
Il contenuto del trattato può essere brevemente riassunto attingendo da Mamiani, e opportunamente completato con alcune deduzioni e considerazioni del sottoscritto: il vero cristiano è caratterizzato dalla sua sincera ricerca della verità. La Chiesa è intesa come una società virtuale, composta dai singoli ricercatori della verità e giustizia, ai quali soltanto Dio si rivolge.
È un «understanding» (comprensione ndr) comune a tutti gli uomini, che è caratterizzata in positivo dalla dinamicità della ricerca individuale, e acquista una forte connotazione etica di contrasto con chi è accecato dai pregiudizi.
L’unica Chiesa che Newton riconosce, quindi, è una Chiesa virtuale composta di persone sparse nello spazio e nel tempo, scelte direttamente da Dio, la cui vita è caratterizzata dalla ricerca del vero Bene. Questa Chiesa virtuale diverrà reale solo alla fine dei tempi.
Newton ipotizza che il mondo sia stato ammantato di oscurità, e addirittura continuamente mistificato, ad opera di Dio stesso, in modo che gli sconsiderati, gli orgogliosi, gli arroganti, i presuntuosi, i saccenti, gli scettici, gli ipocriti e gli indifferenti, quelli i cui giudizi sono dominati dai loro desideri, dai loro interessi, dalle mode del mondo, dal rispetto umano (per l’uomo iniquo, ndr), dall’apparenza esterna delle cose o da altri pregiudizi; e tutti quelli che, per quanto ricche siano le loro doti naturali, hanno cuori così induriti, e vedendo vedano e non percepiscano, e udendo odano e non capiscano.
Il vero scopo della profezia dell’Apocalisse è l’edificazione della vera Chiesa, che si realizzerà alla fine dei tempi. Le Chiese storiche non sono ancora la vera Chiesa. Anzi.
La necessaria degenerazione delle Chiese, per Newton, non solo è scritta a chiare lettere nell’Apocalisse, ma è una pura constatazione di buon senso se si considera la loro molteplicità e fallacità, per non dire nascosta malvagità.
Ad un certo punto la Chiesa ufficiale stessa cadrà in mano all’anticristo.
Lo scopo dell’Apocalisse è chiaro: in questa profezia viene narrata la storia dell’Anticristo affinché i veri credenti possano riconoscerlo, e, non aderendo al suo regno, salvarsi.
È il mistero dell’iniquità, dunque, al centro dell’Apocalisse, riassunto nella figura dell’Anticristo, che è la figura dell’inganno per antonomasia. L’Anticristo assomma in sé ogni inganno, e l’inganno per essere veramente efficace deve essere seducente e presentarsi con le vesti esteriori della verità non discutibile.
E quale è la verità dei nostri tempi che non può essere messa in discussione, una verità spacciata addirittura per legge naturale?
Appare ovvia la risposta: il capitalismo privato. La Bestia è il capitalismo, il regno dell’anticristo è il regno del capitalismo in questa fase attuale.
Il suo trionfo temporale è riportato dai calcoli di Newton che si rifanno a quella che è la sua previsione della fine del mondo.
I calcoli di Newton sull’esatta data della fine del mondo, intesa in modo metaforica come fine di un mondo di ingiustizie e soprusi (se vogliamo coincidente con quella fase della storia – anzi fine della storia – che Marx chiamava comunismo), erano considerazioni private, scritte su un foglietto datato 1704 e non destinato alla pubblicazione, nel quale precisa oltretutto che il suo calcolo serve non per affermare quando sarà il preciso tempo della fine, ma per indicare il periodo intorno al quale avverrà la battaglia finale: le profezie newtoniane indicano il 2060 come inizio del periodo minimo per la battaglia della fine del mondo.
Siamo quindi già nel contesto descritto dall’Apocalisse, compagni, e viene naturale pensare che la vera Chiesa, quella predetta dal libro ed auspicata da Newton, quella composta da persone sparse nel mondo, cercatori di verità e giustizia, sia in realtà composta da noi, da quella infima minoranza di persone che ancora oggi si ostina a combattere il capitalismo, quindi i comunisti in particolare.
Dario Fo, sulla tomba di Franca Rame, esclamò: “Dio è comunista”.
Frase che alla luce di quanto scritto sopra assume un significato particolare, degno di un grande premio Nobel quale è.
Nell’opera “La religione entro i limiti della sola ragione”, il grande filosofo tedesco Immanuel Kant, grande ammiratore di Newton, immaginava il sorgere di un nuovo cristianesimo, non più legato alla superstizione e neppure alle parole morte dei sacri testi, un cristianesimo di nuovo rivoluzionario in grado di rinnovare la Parola, soprattutto nel campo della dottrina sociale, così come Gesù aveva rinnovato il vecchio testamento con la passione del vangelo.
Il centro dell’agire del vero cristiano doveva per Kant rinnovarsi sempre, adattarsi all’attualità ed ubbidire soltanto alla viva legge morale che abita ogni coscienza sensibile.
I contenuti del vero cristianesimo devono allora essere in continuo divenire, e sempre identici a quelli indicati dalla legge dell’etica universale che Kant stesso aveva mostrato e che Gesù aveva per troppo poco tempo incarnato.
Una legge sempre autonoma rispetto a quella dei sacri testi.
Il cristianesimo, in altre parole, deve per Kant essere rispettoso della teoria della Rivelazione, ma operativamente accordarsi con i dettami della Rivoluzione della ragione pratica, l’unica forza attiva e viva in grado di orientare le giuste scelte sociali e morali attraverso l’universalità dell’imperativo categorico.
La verità che il cristiano deve seguire, secondo Kant, è nel vivo esempio d’originalità della figura di Gesù e non nella trascendentalità codificata dei libri, neppure nella teologia sedimentata e tantomeno nei dettami dogmatici delle gerarchie ecclesiastiche: tutte queste cose sono destinate ad essere superate dal tempo per trasformarsi in “sepolcri imbiancati”.
Il Nuovo Comunismo non condanna come il “vecchio comunismo” il bisogno di trascendenza e misticismo, non ha più faro nel materialismo dialettico, esso auspica che i veri cristiani aprano gli occhi e seguendo le orme tracciate da Newton, Kant e poi Marx, vengano a noi, nella vera Chiesa del Nuovo Comunismo per combattere l’Anticristo, il quale è più virulento quanto più è ipocrita, predicando il bene ma continuando nei fatto a perseguire il male, ed il riferimento a Papa Bergoglio non è casuale.
Che il vero cristiano insorga e sappia ritrovare l’esempio del rivoluzionario fondatore della sua religione, tradito dai sacerdoti in ogni epoca e in ogni luogo.
Lasciate che i veri cristiani vengano a noi, in modo da contribuire assieme a squassare il mondo con le grandi rivoluzioni che attendono dietro l’angolo l’umanità, e che solo gli occhi miopi di uomini limitati nell’oltrepassare con il loro sguardo bieco il limite angusto della propria quotidianità sono incapaci di scorgere all’orizzonte.
(Anio.Fusco.Celado.)
Fonti:
(Giuseppe Cacciatore, Ragione e Speranza nel Marxismo, L’eredità di Ernst Bloch, Dedalo editore, Bari, 1979).
(Isaac Newton, “Trattato sull’Apocalisse”, a cura di Maurizio Mamiani, Bollati e Boringhieri editori, Torino, 1994).
(Immanuel Kant, “La religione entro i limiti della sola ragione”, editore Laterza, Bari, 2015)
Fonte: https://www.facebook.com/notes/comunismo-democratico-rivoluzionario/nuovo-comunismo-lasciate-che-i-veri-cristiani-vengano-a-noi/999688280153246

5 commenti per “Newton, l’Apocalisse e l’Anticristo

  1. Paolo Macchi
    1 ottobre 2016 at 12:54

    Ben diveralsamente va interpretata nel comunismo la figura dell’ Anticristo.

    FELINUS PURPUREUS

  2. armando
    2 ottobre 2016 at 16:02

    Sull’Anticristo è stato scritto molto, così come sul Kathecon, il potere che ne frena l’avvento. Riporto quì un pezzo di un mio vecchio articolo che prende spunto da un librio di Massimo Cacciari, per poi fare alcune considerazioni.

    <<Massimo Cacciari, nel suo ultimo libro, Il potere che frena (Adelphi 2013) tesi inquietanti che pongono problemi su cui siamo chiamati a pensare. L’attuale, sostiene Cacciari, è il tempo dell’orizzontalità che annulla <>. <>, cosa che lo rende, ad onta della sua conclamata individualità, massimamente <>. L’Anticristo, l’Antikeimenos, si manifesta oggi, non come anarchia rivoluzionaria, non come assenza o disordine ma come nuovo Nomos che si rivela nell’ ultimo uomo, colui che rifiuta ogni rappresentanza oltre se stesso e il proprio godimento, quindi ogni idea di trascendenza. Non vi è, in lui, nessun posto per Dio. Ha così assunto il nome di Placidus, indifferente ad ogni conflitto di valori perché essi stessi in-differenti ma al massimo calcolabili o valutabili economicamente. Cambia così anche il concetto di responsabilità, che è <>.
    L’Antikeimenos è sempre stato interdetto nel suo pieno manifestarsi da un potere frenante, katechon, incarnato nell’ Auctoritas spirituale della Chiesa e nella Potestas terrena dell’Impero, coi loro intrecci e contraddizioni, insuperabili in quanto l’uno necessario all’altro ed entrambi contenenti anche il germe dell’Avversario. Tuttavia, secondo la parola di Paolo, affinchè l’eterna lotta cessi e l’Anticristo possa essere distrutto, anche il katechon dovrà essere tolto di mezzo.
    <>
    Si chiede perciò Cacciari <> Fin quì Cacciari.
    Ora, quanto da lui scritto sembrerebbe concordare con l’individuazione dell’anticristo nel capitalismo, o meglio nell’Ultimo Uomo come suo frutto maturo. Ma le cose sono un po’ più complicate. Intanto lo stesso Cacciari dice che il tempo attuale,orizzontale, annulla il tempo escatologico-messianico, che con evidenza ha un contenuto che va oltre gli aspetti puramente materiali dell’esistenza.
    Se esiste l’Anticristo esiste anche il Cristo, chiaramente. Ma è legittimo derubricarlo a figura di profeta terreno malamente interpretato al suo tempo come manifestazione divina, e quindi riportare alla dimensione puramente materiale tutto ciò che ha smosso nei millenni, tralasciando la dimensione metafisica? Tutto si può fare naturalmente, ma con quali conseguenze, visto che si insiste sul riconoscimento che l’esigenza di religione degli esseri umani non è una fantasia stupida che la scienza e il progresso si incaricherrebbero di eliminare facilmente ma una esigenza innata e reale da prendere in seria considerazione? Nell’articolo si dice che il nuovo comunismo non combatterà le chiese ma le annichilirà fondando una ideologia concorrente. Che vuol dire, se non che si intende fondare una nuova forma di religione immanente e naturalistica? Leggo infatti <>. Anche il socialismo reale è stata una forma di escatologia, una religione terrena salvatrice dell’uomo, ma fondata su una elaborazione culturale (giusta o errata che fosse), dove non c’era spazio per alcun Potere ontologico superiore etc. Questo la differenzia dalla nuova ipotesi che, al contrario, presuppone l’esistenza di un “a priori” , il potere superiore e giusto, che , scartata l’esistenza di un Dio trascendente, non può che essere la Natura immanente, di per se stessa rappresentativa del Sacro. Non è cosa nuova, però. Che l’uomo debba tornare alla natura, trovare nella sua “naturalità” umana la sua stessa ragione d’essere e la soluzione ai problemi e alle domande che urgono in lui, è stato detto fin dagli albori del socialismo ed anche in tempi attuali (si veda ad esempio, e mi scuso per l’inevitabile distorsione riduttiva, jacques Camatte), ma anche prima, in certi movimenti gnostici. Ma quale esito contiene se non l’asaltazione di Gaia, della Madre Terra come Dea naturalistica a cui inchinarsi? Siamo, mi sembra, sul terreno, anch’esso non nuovo, della New Age. Ora, il fatto è che al centro di tutto questo c’è sempre una spiritualità femminile (la vecchia equazione femmina=natura , maschio=cultura, è sempre valida), e il principio maschile passa in subordine. Siamo insomma al “comunismo matriarcale primitivo e arcaico”, a cui gli stessi Marx ed Engels, nonchè molti loro epigoni, strizzarono l’occhio, per così dire. Dario Fò non è altro che uno di essi, e il suo comunismo si ascrive in quest’ambito (chi conosce le sue idee non può dubitare che sia così). Ma non è affatto scontato che quello fosse l’Eden di cui si favoleggia e favoleggiano le femministe di ogni ordine e grado, e tantomeno che vigesse un principio di vera giustizia per tutti. Per il semplice fatto che la Natura, della giustizia se ne frega altamente e non è soggetta a giudizi morali. Fa il suo corso, costruisce e distrugge . Punto. L’etica e la morale, al contrario, sono proprie dell’uomo e scaturiscono dalla coscienza, ovvero da una elaborazione culturale che cerca disperatamente un cardine a cui legarsi per non cedere al nichilismo. Il socialismo reale ha prodotto drammi e tragedie perchè ha voluto teorizzare l’ateismo, certo, ma è stato pur sempre un tentativo, con tratti quasi “metafisici” seppur nascosti, di andare oltre la pura natura immanente. Non vorrei che ci ritornassimo. Significherebbe annullare millenni di cultura (nel bene e nel male, ovviamente), dei quali fa parte anche il concetto di trascendenza e di un ordine divino, (etico e morale) al quale l’uomo dovrebbe tendere, con siò realizando anche la giustizia terrena possinbile.

    • Fabrizio Marchi
      2 ottobre 2016 at 17:34

      Per quanto mi riguarda, il fatto che l’afflato religioso sia un fatto che appartiene all’essere umano che è impossibilitato a non interrogarsi sulle tre fatidiche domande “Chi sono, da dove vengo e dove vado”, non significa e naturalmente non comporta affatto che esista una realtà trascendente. In parole ancora più povere, volendo impropriamente prende in prestito Cartesio, il fatto che l’uomo pensi Dio o l’idea di Dio, non dimostra affatto che Dio esista, ovviamente.
      Personalmente credo che l’idea di Dio sia il prodotto dell’elaborazione degli uomini che per le ragioni di cui sopra, cioè per l’impossibilità di dare una risposta ultima al perché della loro esistenza e dell’esistenza del mondo, producono anche le religioni, che sono la risposta a quella condizione di angoscia che l’essere gettati nel mondo comporta.
      Ora, bisognerebbe aprire un discorso interminabile sulla religione, concettualmente parlando, da una parte, e sul ruolo che le religioni organizzate, fattesi stato, hanno esercitato dall’altra. Impossibile farlo in un commento di poche battute. La mia posizione dovrebbe essere comunque ben nota. Non ritengo la religione sempre e soltanto una forma di alienazione ma certamente può diventarla e in molti casi, direi la maggior parte, lo è diventata. Per non parlare appunto del ruolo che storicamente hanno ricoperto le chiese come strumenti e agenti attivi del dominio di classe e del mantenimento e della conservazione dello status quo, nei contesti sociali, storici e culturali più diversi.
      Ciò non toglie che in ogni caso le religioni rispondano anche alla necessità degli uomini di costruire dei sistemi etici, morali e valoriali, senza dei quali non si potrebbe vivere. Quindi la questione è molto complessa e non può essere semplificata in un senso o nell’altro.
      Personalmente resto convinto che la grande sfida (dell’umanità) sia quella di riuscire a costruire una sfera etica e morale forte a cui tutti possano far riferimento, credenti e non credenti. Forse, sotto questo profilo le mie posizioni si avvicinano a quelle kantiane o neokantiane. Ma questo è del tutto secondario, non ho più da tempo il problema di definirmi in un modo o in un altro.
      Ciò che mi spinge, in questo senso, è il rifiuto di ogni forma di alienazione, e questa può darsi nei più diversi modi, sotto la forma delle religioni così come sotto quella delle ideologie e ancor più, come ben sappiamo, sotto la forma dell’attuale capitalismo assoluto che teorizza la fine di ogni ideologia che poi, tradotto, significa la fine del comunismo, della possibilità di superare il capitalismo stesso ormai “naturalizzato” e di trasformare la realtà.
      Quindi il problema, dal mio punto di vista, non è il superamento delle religioni, cosa che non sarà mai possibile per le ragioni che abbiamo detto (peraltro non sarebbe neanche giusto e non avrebbe neanche senso imporre per decreto l’ateismo), ma il superamento dell’alienazione (e del dogmatismo) che possono darsi sotto diverse forme, come la storia ci ha insegnato.

  3. 9 ottobre 2016 at 21:32

    E’ normale essere così diffidenti nei confronti di Dio, Satana tramite la tecnologia, Televisione e Internet mobile, adesso controlla la mente degli umani. Non dico Essere Umano, tale si diventa quando capiamo di esistere, finchè dubitiamo di Dio non esistiamo, perchè non abbiamo Passato, Presente e soprattutto Futuro, avere Fede in Dio significa possedere il Futuro, ed il Futuro ha più Potere del Passato, chi possiede il Futuro esiste e vivrà, chi è capace di abbracciare adesso nel Presente, il Passato ed il Futuro, è un essere umano perchè ha capito che i primi due esseri umani sono stati creati da Dio.

  4. Anio Fusco Celado
    3 ottobre 2019 at 12:48

    Nessuno dei colti e pregiati interventi ha però preso in considerazione la centralità, nell’articolo, della figura di Kant, della razionalità nel cristianesimo e per il rinnovamento del cristianesimo, conseguentemente della grande lezione logica di Hegel…

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