Fabrizio Marchi, giornalista e sociologo politicamente scorretto

Grazie anche all’amico e compagno Stefano Zecchinelli, redattore e una delle colonne portanti de L’Interferenza fin dalla sua fondazione, poco più di sette anni fa, per il suo attivo sostegno.
(Fabrizio Marchi)
 Per le prossime elezioni romane, pur non essendo residente nella Capitale, sosterrò politicamente la candidatura del Compagno e amico Fabrizio Marchi (PARTITO COMUNISTA), fondatore della testata online L’Interferenza, di cui sono Redattore da almeno sette anni.
Fabrizio in quanto giornalista e sociologo ha decostruito diversi dogmi del nostro tempo, rilanciando l’’’inattualità’’ (lui è solito specificare ‘’nel senso di Nietzsche’’, quindi Attualità) della dicotomia destra/sinistra; è una operazione mediaticamente efficace perché, dopo una attenta disamina sociologica (arricchita da diversi riferimenti filosofici, ma anche statistici) ricolloca l’ideologia ‘’politicamente corretta’’ a destra, tabù delle diverse ‘’sinistre’’ zombie.
Nel suo libro, Contromano (che ho avuto il piacere di presentare nella città di Castrovillari, prov. CS), Fabrizio decostruisce l’odierna sinistra progressista, un cartello aziendale prigioniero delle religioni (senza religiosità) del nostro tempo: il femminismo imperiale, il sionismo e l’antifascismo liberale. Come egli stesso specifica, è un intellettuale Neo-Marxista (sottolineo ‘’neo’’), avversario politico del conservatorismo: le destre, nella fattispecie odierna l’Alt Right statunitense, sono una reazione etnica dinanzi la deriva neo-liberale della sinistra. Concorderà con me: ‘’l’estrema sinistra dell’estrema destra’’ (cit. Jean Bricmont).
Con L’Interferenza, in questi anni, abbiamo analizzato gli snodi geopolitici della politica internazionale focalizzandoci sulla pericolosità delle politiche imperiali USA: votare Fabrizio, in questo scenario, significherebbe (anche) votare un tenace oppositore della Nato, delle diverse lobby sioniste e dell’ultradestra israeliana, del resto Contromano decostruisce la narrativa israeliana sul processo costruttivo della Grande Israele senza cadere nell’equivoco antisemita. Netanyahu – scriveva Fabrizio – calpesta la memoria delle vittime della Shoah.
Un prezioso riferimento, politico e (soprattutto) filosofico, dinanzi l’indottrinamento di massa veicolato dalla sinistra del ‘’tradimento sociale’’.
(Stefano Zecchinelli)
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