“Guitta” più guitto

Salvini ha dichiarato che “la sua opinione su Putin è cambiata durante la guerra, perché quando qualcuno inizia a invadere, bombardare, inviare carri armati in un altro paese, beh, tutto cambia”.
Dopo aver lanciato i soliti scontati strali contro la Cina si è affrettato a rassicurare gli investitori su un possibile governo di destra, dicendo che “sarà stabile e unito indipendentemente da quale partito prevale all’interno della coalizione”.
E’ evidente come questo guitto prestato alla politica sia stato richiamato all’ordine da chi tira le file del gioco. Uno scendiletto degli USA e nulla più. Del resto la Meloni aveva già fatto lo stesso ma con tempi più diluiti, cosa che agli occhi dei meno attenti alle vicende politiche – purtroppo la grande maggioranza delle persone – ha reso più credibile o meno visibile il suo salto della quaglia dalla ammirazione sconfinata per Putin alla sua demonizzazione, con conseguente adesione al più sfrenato e guerrafondaio atlantismo.
Stiamo parlando di un altro guitto (o guitta?… Magari con l’asterisco o con la schwa per non offendere nessun*… ) prestato alla politica che deve il suo personale successo soltanto all’insopportabile spocchia radical chic degli esponenti e delle esponenti della “sinistra” e dell’area liberal. Del resto, risultare più simpatici della Boschi, della Boldrini o della Cirinnà – per rimanere in ambito femminile – è operazione abbastanza facile per chiunque non sia nato e cresciuto nei salotti.
Il leader leghista, senz’altro più compromesso della Meloni dati i precedenti, cioè i suoi rapporti non proprio trasparenti, per usare un eufemismo, con alcuni ambienti russi, è stato costretto a virare in corsa, pur sapendo di perdere la faccia. Ha già dato per scontata la sua personale sconfitta perché la Meloni gli ha già succhiato la metà del suo elettorato nonchè la leadership del centrodestra.
Ed è così che, molto probabilmente, passeremo da una padella (Draghi più codazzo) ad un’altra padella (Meloni più codazzo). Ma è più o meno la stessa. Che gioia!
Ue, quel derby tutto italiano tra Salvini e Meloni: ecco perché la destra tricolore ora si contende Orbán - la Repubblica
Fonte foto: da Google

2 commenti per ““Guitta” più guitto

  1. Gian
    20 Settembre 2022 at 23:31

    Eggià, temo proprio sia così, dalla proverbiale padella alla proverbiale brace…

  2. Giuseppe Casamassima
    24 Settembre 2022 at 12:27

    La Melona, se vince, resisterà a palazzo Chigi solo fin quando l’Italia non sarà (presto) messa in ginocchio dall’aumento dello spread sul Debito Pubblico (portato da Draghi al 150,3%).

    Allora la Melona lascerà il posto a un nuovo governo di unità nazionale che potrà essere guidato di nuovo da Draghi, o da Panetta, o da altri agenti simili del capitale euro-atlantico transnazionale.

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