La nozione di terrorismo secondo la “democrazia” israeliana

Il Consiglio di sicurezza nazionale discuterà la legge sulla pena di morte per i terroristi di Ben-Gvir, lo scrive il quotidiano Israeliano Haretz spiegando che  il Governo vorrebbe imporre la pena di morte dei terroristi,  nel frattempo una nuova legge in materia di antiterrorismo è stata invece varata dal Parlamento israeliano (Knesset) con la quale alla stregua del terrorismo sarà considerata la mera diffusione di materiale cartaceo proveniente da organizzazioni schierate a fianco della Resistenza palestinese.

Un vero e proprio reato di opinione che permetterà al Governo israeliano di condannare per terrorismo anche una semplice presa di posizione o iniziativa di boicottaggio promossa da associazioni pacifiste o articoli e prese di posizioni apertamente contrarie al colonialismo di insediamento.

L’elenco delle organizzazioni considerate terroristiche è destinato ad allungarsi includendo anche realtà sociali, giornali schierati su posizioni di aperta critica all’operato del Governo israeliano .

Agenti terroristici non saranno solo quanti militano in organizzazioni sedicenti tali ma alla occorrenza anche quanti si schiereranno contro le politiche nazionali, considerati dei nemici contro i quali scatenare un obbrobrioso diritto penale.

La legge approvata dalla Knesset criminalizza il solo pensiero trasformandolo in reato penale, ad esempio vietando la libertà di stampa e considerando un atto terrorista la diffusione di notizie ritenuti ostili al Governo e al suo operato tanto che alcune associazioni e centri palestinesi in Israele hanno espresso pubblicamente la ferma condanna di questa norma.

Il  Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele ha infatti dichiarato:

Questa legislazione invade il sacro regno dei pensieri e delle convinzioni personali di un individuo e amplifica in modo significativo la sorveglianza statale dell’uso dei social media” .

Gli scenari futuri potrebbero essere all’insegna della negazione del diritto di parola e di espressione, considerando terroristi da perseguire con anni di detenzione milioni di uomini e donne che operano a sostegno del Popolo palestinese.

E se questa norma farà scuola anche nell’Occidente democratico dobbiamo attenderci nuovi reati penali destinati ad impedire anche il diritto di parola e di espressione oltre alla messa al bando di organizzazioni sociali, sindacali e politiche conflittuali.

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Fonte foto: da Google

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