MES: verso la disgregazione dell’Unione Europea?

Parte prima:

 

L’Unione europea ha saputo costruire la basi della sua dissoluzione anche prima di Maastricht ma, soprattutto, con gli accordi di Maastricht ai quali hanno partecipato rappresentanti dell’Italia o ingenui o in mala fede. Non si capisce, ad esempio, perché , tra i parametri da rispettare, non venissero calcolati, oltre il debito pubblico, anche il risparmio privato, fattore questo che ci avrebbe dato una patente da virtuosi.

Del resto, il distacco della Banca d’Italia dal Tesoro, la distruzione dell’IRI con relativa svendita del patrimonio pubblico e privato non è stato deciso a Berlino. Diciamo che Berlino ha gradito che il Bel Paese, allora potenza economica di rilievo, avesse, di sua sponte, aperto un’autosrada verso la perdita di autonomia politica-finanziaria e verso la dipendenza semi-coloniale da poteri esterni oligarchici ricreati da una politica reazionaria già allora molto attiva.

Il MES, nella nuova formulazione, cara all’asse di Aquisgrana, più che un salva stati è un salva banche tedesche e, se vogliamo, anche francesi e olandesi, che potranno godere di enormi agevolazioni per un eventuale salvataggio perché gli stati di appartenenza dispongono di un debito pubblico sotto controllo (secondo calcoli monetari arbitrari contrari ad una sana politica economica espansiva).

Per Angela ed Ursula ciò corrisponderebbe ad una boccata di ossigeno perché le banche germaniche sono a rischio di default e di flussi speculativi non solo in patria ma anche all’estero, soprattuto negli States dove sono vigilate attentamente dalla FED e dove era scoppiato il bubbone Deutsche Bank, banca fraudolenta, la cui liquidità in carta moneta è surclassata da una valanga di derivati superiori di gran lunga allo stesso PIL tedesco.
Qualora il governicchio italico dovesse approvare definitivamente l’accordo, come ha fatto finora con Conte 1 e con Conte 2 , per Stivale ed isole sarebbe una catastrofe di proporzioni superiori all’atto di brigantaggio compiuto da Mario Monti all’indomani del crac finanziario planetario 2008/2009.

L’Italia può godere di crediti da parte del MES? Certamente, purchè vi sia “un debito pubblico sostenibile”. Qualora non ce l’avesse ( e non ce l’ha, secondo i criteri del MES) allora dovrà ristrutturare il debito (cioè alleggerirlo), programmare una manovra di totale disimpegno sociale e di prelievo dalle tasche dei cittadini oppure, come osserva Guido Salerno Aletta di Milano Finanza (non bolscevico e non complottista), effettuare ” la confisca nottetempo dei conti correnti italiani”.1)

Perché l’Italia possa ottenere dei benefici creditizi, si rende necessario, sempre secondo questi galantuomini del Mes, arrivare ad un debito non superiore al 100%. il che significa per il buon popolo italico un’estorsione di 500 miliardi.
Per Guido Salerno Aletta “…. per i risparmiatori italiani, le banche, le assicurazioni, i fondi di investimento e previdenziali sarebbe la catastrofe”2)
Va ricordato che le banche italiane possiedono il 70% del debito pubblico ragion per cui la “ristrutturazione” del debito sarebbe in prevalenza a loro carico, con danni di bilancio che verrebbero poi a scaricarsi sui risparmiatori.

Germania e Francia, agonizzanti, potrebbero perciò ossigenarsi con il risparmio italiano che è molto più ingente di quello di Aquisgrana. Ma la rapina non credo sia sufficiente a difendere le potenze più grandi dalla speculazione che agirà certo contro l’Italia ma anche contro di loro, crendo un marasma finanziario pericoloso in tempi di prossima recessione mondiale (niente miracoli dall’Impero Celeste nel 2020), marasma in cui apparirà chiaro agli europeisti meno ingenui e meno ignoranti le responsabilità degli ingegneri dell’Euro e lo sfilacciamento ulteriore di solidarietà europea mai in realtà esistita se non nelle chiacchere dei più sprovveduti europeisti.
NOTE
1) Claudio Conti “Mes, il fondo salva-banche…” “Contropiano 2) Claudio Colli testo citato

La seconda parte tratterà principalmente del MES come monstrum giuridico

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