Il reddito di cittadinanza sui giornaloni italiani

Leggere i giornaloni italiani è sempre un esercizio penoso. Abuso di commenti e occultamento dei fatti. Servilismo, disfattismo e conformismo a go go.

Certe volte, però questo esercizio diventa insopportabile. Perché i limiti della decenza sono stati superati.

E’ il caso del dibattito sul reddito di cittadinanza. Dove la fine del “Sussidistan”richiesta da Bonomi è  una richiesta perlomeno sospetta ma scontata; mentre non è scontato e perciò volgare e odioso l’invito di Bonaccini ai richiedenti di “alzarsi presto e andare a lavorare”.

Tutto ciò sarà anche “cool”e “in”; ma è certamente segno di stupidità e di ignoranza.

I Nostri stanno, in realtà, riproponendo i principi enunciati dai padroni inglesi duecento anni fa, ai tempi della nuova Legge sui poveri.

Oggi il reddito  di cittadinanza, nelle sue varie varianti nominali, è al centro della riflessioni delle istituzioni internazionali; ed è praticato o all’ordine del giorno  in tanti paesi del mondo. Qualche volta legato ad obblighi specifici e facili da rispettare ( mandare i figli a scuola nella “bolsa familia”di Lula; impegno temporaneo nella realizzazione di opere pubbliche in India ); più di recente senza alcun corrispettivo come nel Brasile di Bolsonaro e in molti altri paesi del mondo sviluppato.

Questo ritorno di fiamma ha delle ragioni, insieme, congiunturali e strutturali. Qui ed oggi, si tratta di sostenere l’economia e quindi la domanda interna in una fase di crisi. In prospettiva di operare per contrastare l’aumento, altrimenti scontato, delle disuguaglianze; e, insieme, per rendere giustizia edare un po’ di respiro e di tranquillità a quanti sono usciti dal mercato del lavoro e non dispongono di strumenti e del sostegno dello stato per ritrovarlo.

Questa era stata, del resto, la visione iniziale  e del tutto corretta del problema da parte di Grillo. Il reddito di cittadinanza come strumento di dignità e libertà; anche nella ricerca di un lavoro divenuto, nel frattempo, più scarso, più difficile da trovare e, ai piani bassi della società, meno qualificato.

L’Italia, segno evidente del degrado della sua cultura e della sua società, sta andando invece nella direzione opposta; ignorando il presente e il futuro e rincorrendo il passato remoto.

Già nella legge proposta dai 5S la necessità di cercare e trovare un lavoro rimane la condizione essenziale  per l’erogazione del sussidio; e tutto lascia pensare ad ulteriori provvedimenti di restrizione nel contesto di un clima sempre più intossicato.

Del resto, tutto si tiene. Se la politica e la cultura si richiamano, pari pari, alla destra inglese dei primi decenni dell’ottocento, logico che uno come Bonaccini parli come un nordista di  destra da bar Sport.

Logico; ma preoccupante e vergognoso.

Fase 2 Emilia Romagna, Bonaccini "Credo riapriremo tutto dal 18 maggio" -  Cronaca - ilrestodelcarlino.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento per “Il reddito di cittadinanza sui giornaloni italiani

  1. Alessandro
    4 Ottobre 2020 at 10:04

    Il reddito di cittadinanza per come è stato commentato abitualmente da destra a sinistra testimonia solo l’imbarbarimento di questo Paese, confermato poi a stretto giro dal modo in cui è stata commentata la pandemia. Si può, anzi si deve criticare, ma lo si dovrebbe fare non per partito preso, non perchè la proposta proviene da un determinato schieramento politico. Invece ho letto solo interventi di questo tenore. Ma si sa che l’estremismo ideologico quando si tratta di mettere a fuoco la realtà che ci circonda non è proprio il miglior alleato.
    Siamo sempre stati un Paese con sacche d’ignoranza pesanti, ma che conservava un pizzico di umanità. l’avvento dell’individualismo consumistico ci ha tolto anche quello e ci ha trasformati in presuntuosi incazzati, che non sanno guardare oltre il proprio orticello. e va bene che lo faccia la destra, che fa così il suo mestiere, ma che lo faccia la sinistra, questo è un segno tristissimo dei tempi.
    Ci siamo sempre lamentati, a ragione, che lo Stato se ne fregasse di realtà territoriali in cui consegnava i residenti alla criminalità organizzata. Siamo l’unico Paese in Europa che ha vastissimi territori abbandonati al controllo criminale, qualcosa che si ritrova solo in America latina. Il reddito di cittadinanza, con tutti i suoi limiti, veda per la prima volta lo Stato entrare in quelle realtà e occuparsi di tizio e caio, non perchè, come sempre è stato fatto, appartiene a quella o quell’altra famiglia, ma perchè è un semplice residente. Non è sufficiente, ma è già qualcosa, se paragonato al nulla o alle elemosine pd che lo hanno preceduto. Ma per valutare qualcosa a 360% bisogna sganciarsi un po’ dal copione e questo costa sforzo.
    Per ripartire la sinistra ha bisogno di provvedimenti praticabili e che incidano in maniera costruttiva sul tessuto sociale, se si limiterà solo a criticare o continuerà a parlare-sognare solo di rivoluzione, allora il suo rimarrà ancora a lungo un mero esercizio dialettico. quando devi ricostruire metti su un mattoncino sopra l’altro.

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