Mark Rutte e gli Etf per il riarmo che favoriscono la grande finanza


Le prese di posizione dell’inqualificabile Mark Rutte hanno dei chiari beneficiari. Si sono moltiplicati, guarda caso in coincidenza con il varo di ReArm Europe, gli strumenti finanziari che hanno a che fare con “la difesa europea”. E’ nato un Etf, che gira sulla piattaforma Hanetf, che replica proprio un indice Nato costituito dalla spesa militare dei paesi membri: in altre parole, più i paesi spendono, o promettono di spendere, più l’Etf acquista valore. Da gennaio ha guadagnato oltre il 30%. Sono nati poi, o esistevano già, altri Etf che funzionano in maniera analoga replicando indici in cui sono contenuti titoli di aziende di armi europee: ce ne sono almeno tre e altri 4, ancora più diffusi, uniscono i titoli di armi europee ad armi Usa. Si tratta di strumenti che costano poco, intorno ai 15-20 euro, e quindi vengono presentati come “prodotti” alla portata di ogni risparmiatore e sono, spesso generati dai grandi fondi americani. In sintesi, Rutte “convince” i paesi europei della Nato a spendere il 5% e la finanza americana si attrezza immediatamente creando strumenti che lucrino su questa prospettiva, cercando di conquistare il maggior numero di risparmiatori europei per accrescere la propria liquidità e rafforzare la propria capacità di influenza globale, in termini economici e politici. In quest’ottica, ingigantire i pericoli provenienti da Russia e Cina diventa la strada per alimentare Black Rock e soci. Oltre agli Etf su indici generali, ci sono anche Etf su singole azioni di società di armi: ad esempio esistono una ventina di Etf su azioni Rheinmetall e una decina su Leonardo, in entrambi i casi “prodotti” da Vanguard. I grandi difensori della libertà europea costruita sul riarmo, in realtà, sono molto più prosaicamente, i grandi finanziatori con risorse pubbliche delle aspettative, coronate da successo, di immediati guadagni finanziari per i monopolisti Usa. A questo riguardo vorrei aggiungere una nota tutta italiana. Eni, in cui lo Stato ha il 31%, ha venduto un altro 20% della partecipata Plenitude, che si occupa della vendita dell’energia e dunque ha un rilievo certo non banale per i portafogli degli italiani e delle italiane, al fondo Ares Management Coropration, di cui, sarà un caso, i principali azionisti sono Vanguard e Black Rock che detengono oltre il 15%. Del resto come dice il condottiero Rutte dobbiamo imparare a soffrire…

Fonte foto: da Google

3 commenti per “Mark Rutte e gli Etf per il riarmo che favoriscono la grande finanza

  1. Giulio larosa
    26 Giugno 2025 at 7:46

    Chi specula in borsa è un nemico del popolo. In ogni caso e chiunque esso sia. Etf o senza etf.

    • Piero
      27 Giugno 2025 at 12:11

      Nel 1995, ad esempio, il sistema pensionistico fu riformato, passando dal contributivo al retributivo (dicevano che doveva diventare sostenibile, di fatto un regalo alla finanza internazionale, da aggiungersi alla svendita del sistema economico misto, su ordine dei padroni, che ritenevano superato il keynesismo), e sono stati creati i fondi integrativi (utilizzabili anche dagli operai).

      Crediamo che tali fondi (che comunque alla fine si riprendono buona parte delle agevolazioni concesse negli anni di contribuzione), non investano (quindi speculino) in borsa?

      • Piero
        27 Giugno 2025 at 12:13

        errata corrige

        dal retributivo al contributivo

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