E’ quanto meno singolare che in un momento in cui l’Europa è nella morsa del Coronavirus, dai venti ai trentamila soldati USA vengano fatti sbarcare da oltre Atlantico per quelle che sono considerate le più grandi manovre militari in Europa dai tempi della guerra fredda ad oggi. L’operazione prende il nome di “Defender Europe 2020”. Le truppe americane sono sbarcate e continueranno a sbarcare in Belgio, Germania, Olanda, Lettonia, Estonia.
Da cosa ci si debba difendere è poco chiaro dal momento che non mi pare che la Russia – peraltro fortemente ridimensionata, anche in termini territoriali, dai tempi dell’URSS, avendo perso diversi stati e paesi ora sotto il controllo diretto della NATO – abbia intenzioni bellicose nei confronti dell’Europa (le manovre si svolgeranno prevalentemente nell’Europa orientale e nei paesi baltici ex sovietici).
E’, dunque, evidente, che queste manovre di difensivo non hanno proprio nulla e hanno due obiettivi: ribadire che l’Europa è una colonia degli Stati Uniti (ma va? Non ce ne eravamo accorti…) e accerchiare la Russia facendole sentire il fiato sul collo.
Ma al di là di queste considerazioni di carattere politico, pur doverose, la questione ora è un’altra. L’Italia è sotto chiave, diciamo così. E’ stato addirittura sospeso il campionato di calcio, anche a porte chiuse (misura che, in un paese come il nostro, per chi lo conosce, testimonia il livello di gravità della situazione…), ed è probabile che anche altri paesi europei da qui a poco tempo dovranno adottare misure straordinarie onde evitare il diffondersi del virus.
In questo contesto, la logica più elementare avrebbe voluto che queste manovre militari fossero sospese o rinviate, anche e soprattutto ai fini della prevenzione e dell’impatto complessivo che queste possono avere in un momento di difficoltà come questo. E invece si svolgeranno regolarmente, come se nulla fosse.
Il tutto suscita nel sottoscritto un ragionevole dubbio, come si suol dire. Non aggiungo altro perché non ho altri elementi però non posso neanche impedirmi di pensare. E questa mattina, mentre ero ancora a letto, l’uccellino birichino in servizio permanente effettivo mi è venuto a bussare. Lo fa sempre al mattino molto presto quando non ho ancora aperto gli occhi.
Seconda questione e secondo ragionevole dubbio.
Durante questa esplosione di rivolte nelle carceri di tutta Italia (è riemersa con prepotenza la condizione catastrofica del sistema penitenziario italiano con strutture sovraffollate e alcune situazioni di disagio complessivo oltre il limite della umana sopportabilità), sette detenuti sono morti nel carcere di Modena (sei più uno successivamente mentre veniva trasferito da un carcere ad un altro) in circostanze ancora poco chiare. Si parla di assunzione di psicofarmaci e/o stupefacenti ma le notizie sono ancora confuse. Sette, non uno, e nello stesso giorno.
In condizioni normali, una simile notizia avrebbe fatto scalpore, peraltro giustamente. E invece viene trattata solo marginalmente, come se fosse un fatto da nulla. Sette detenuti morti in uno stesso giorno, nello stesso luogo e nella stessa circostanza e nessuno ha nulla da dire.
Singolare anche questo. Ce lo vogliamo dire?