La “sinistra colonialista” all’attacco di Cina e Corea del Nord

‘’Per tutte le nazioni del mondo la presenza sulla scena mondale di una Cina stabile, potente e sviluppata riveste il massimo interesse, perché con la sua sola esistenza rappresenta già un forte baluardo di fronte alle correnti egemoniche che fanno capo al dominio unipolare che gli Stati Uniti pretendono di esercitare sul pianeta’’ Fidel Castro

 

Molti analisti e diverse organizzazioni, comuniste a parole ma social-imperialiste nei fatti, presentano Russia e Cina come paese imperialistici concorrenti agli Usa. Per loro il mondo capitalistico attuale non è caratterizzato da una grande offensiva pan-imperialistica occidentale guidata dagli Usa ma da un conflitto inter-imperialistico. Purtroppo questo approccio non soltanto è fuorviante ma addirittura pericoloso, quindi è necessario criticarlo dando precisi riferimenti teorici ai lettori.

Trotsky diceva che è meglio un buon democratico che un cattivo socialista. Per questa ragione le informazioni di Paul Craig Roberts sono credibili e di gran lunga migliori degli articoli pubblicati sugli screditati giornali ‘’trotskisti’’. Il grande analista statunitense mette in risalto la debolezza di Russia e Cina davanti all’offensiva imperialistica Usa contro lo Stato proletario degenerato nord-coreano. Leggiamo:

‘’Pensavo che le due fossero un freno all’unilateralismo di Washington, ma a quanto pare non è così. Votarono infatti anche la risoluzione che sancì la guerra in Libia.

La Russia sa di essere circondata da basi nucleari e militari statunitensi. Lo stesso la Cina. La domanda è: si sono arrese per paura? Oppure la loro cooperazione con D.C. è una finta mentre preparano le contromosse? O ancora, stanno aiutando gli americani per evitare di affrontare il loro attacco militare in Corea?

Servono grandi capacità per affrontare il male e a Washington c’è probabilmente più male di quanto ci sia capacità in Russia e Cina, due paesi interessati ad arricchirsi anche a costo di perdere la propria sovranità.

Quando vedi paesi così potenti abbassare la cresta in Consiglio di Sicurezza, ti chiedi se le analisi sulle debolezze di Washington siano reali, e, se sono reali, se le due le conoscano.’’ 1

Quello che la “sinistra” occidentale non capisce – ma Paul Craig Roberts comprende alla perfezione – è che gli Usa si sono dimostrati capaci d’intervenire in qualsiasi angolo del mondo, distruggendo movimenti di liberazione nazionale ( comunisti, socialisti, patriottici o islamici ) e possibili rivoluzioni socialiste. La CIA è in grado di organizzare golpe contro governi democraticamente eletti massacrando milioni di persone, come del resto fecero a suo tempo in Brasile, Indonesia, Cile, Argentina e tanti altri, mentre i servizi segreti russo e cinese svolgono soltanto una funzione difensiva. Chi non è consapevole di questo è meglio che si faccia da parte, almeno per ora.

La Corea del Nord è una dittatura totalitaria e basta? Sicuramente non è lo Stato rivoluzionario che fece dire ad Ernesto Guevara ‘’Fra i Paesi socialisti che abbiamo visitato personalmente, la Corea è uno dei più straordinari’’ 2, ma – nonostante il ruolo dominante dell’apparato burocratico (distante dal marxismo-leninismo) – l’economia nord-coreana resta pianificata confermando ciò che Trotsky disse dell’Urss ‘’non è possibile girare il film del riformismo al contrario ‘’. Soltanto l’intervento armato imperialista potrebbe ripristinare il capitalismo nella penisola a prezzo d’una carneficina sociale, ragion per cui questo paese, accerchiato e minacciato, ha il sacrosanto diritto di difendersi tanto dagli Usa quanto dalla Corea del Sud e dall’imperialismo giapponese. Il Giappone, per chi lo avesse dimenticato, è la potenza imperialista che, più di tutte, martoriò il popolo coreano. Tenere una posizione ‘’pacifista’’, senza riconoscere a Pyongyang il diritto di difendersi dagli aggressori, è un tradimento, non solo dei principi socialisti ma anche di quelli democratici. La democratizzazione di questo paese, sicuramente non socialista e lontano dal marxismo di Kim Il Sung, è complementare alla definitiva sconfitta del gendarme Usa. I ‘’trotskisti’’ invertono l’ordine dei problemi diventando, di fatto, delle quinte colonne. Possiamo e dobbiamo riconoscere alla Corea del Nord l’impegno antimperialista che si è tradotto in decenni di sostegno ai movimenti di liberazione nazionale ( anche oggi Pyongyang sostiene Siria e Palestina contro l’imperialismo israeliano ), ma ribadire – come ha fatto il Partito comunista greco – la necessità di una reale democratizzazione dal basso del paese. La posizione del KKE è la più ragionevole e condivisibile, eccezion fatta, a mio parere personale, su un punto: i comunisti greci considerano la Cina uno stato capitalista tout court avendo rifiutato fin dall’inizio l’analisi di Trotsky sullo ‘’Stato proletario degenerato’’, cioè una società non capitalistica ma con un governo autoritario ed incline ai compromessi. Una cosa è certa: Cina e Corea del Nord devono fronteggiare l’offensiva Usa, bisogna supportarli in questa sfida determinante e riconoscere il coraggio dei  nord-coreani ( che, ripeto, non sono marxisti-leninisti ). Queste posizioni rappresentano una linea rossa, sulla solidarietà antimperialista non possono esserci tentennamenti e ambiguità.

Il presidente Mao Tse Tung fu un grande anticolonialista che nel 1949 umiliò l’imperialismo Usa portando preziose innovazioni ( guerra popolare di lunga durata; Nuova Democrazia; Rivoluzione culturale ) alla teoria rivoluzionaria. La svolta di Deng comprendeva imbarazzanti compromessi coi predoni occidentali ma non minò le basi della rivoluzione del 1949. La Cina è un paese capitalista o imperialista? La transizione al capitalismo riguarda soltanto alcune aree geografiche mentre sulla penetrazione cinese in Africa c’è una sorta d’isterismo da parte della ‘’sionistra’’. La Lega comunista internazionalista, d’orientamento trotskista ( questa volta senza virgolette ), smentisce queste analisi imbarazzanti: ‘’Lo scopo degli investimenti cinesi in Africa è fondamentalmente differente e ciò può essere visto nel valore delle merci prodotte. Tutte le merci prodotte, da quelle provenienti dall’estrazione mineraria ai prodotti di fabbrica, incarnano valore d’uso (qualcosa che si vuole consumare) e valore di scambio (che si riflette nei prezzi di mercato). Nel capitalismo, i proprietari degli impianti industriali e degli altri mezzi di produzione accumulano profitti assumendo forza lavoro che produce merci allo scopo di aumentare il valore di scambio. Gli investimenti della Cina all’estero, che sono finanziati da varie banche statali cinesi, non sono motivate dalla ricerca di profitti ma dalla necessità di procurare materie prime per le industrie collettivizzate in Cina, cioè per estrarre valore d’uso’’ 3. La sinofobia della “sinistra colonialista’’ finisce, per dirla con Trotsky, nella spazzatura della storia ed i ‘’marxismi’’ di Trotsky e Mao, come osservò il guevarista argentino Mario Roberto Santucho, fondendosi su di un piano superiore della teoria marxista-leninista, ci consentono d’inquadrare la situazione asiatica. I dogmatismi – vetero-trotskisti e vetero-stalinisti – sono ridicoli ed anacronistici.

La più grande nazione asiatica non è più un paese rivoluzionario ma resta un argine all’unipolarismo statunitense. Le sue debolezze – sottolineate nell’articolo di Paul Craig Roberts – riguardano il revisionismo della burocrazia ‘’denghista’’ che ha abbandonato il maoismo (e il marxismo) abbracciando, in parte, l’ideologia liberale. Mao e Kim Il Sung sono, oramai, lontani ma i principi non si barattano: gli Usa devono tenere giù le mani dalla Cina, dalla Corea del Nord e dal mondo.

La borghesia imperialista Usa ha impiegato oltre 220 anni della propria storia a far guerre d’aggressione, l’imperialismo è nel DNA delle classi dominanti americane. La Cina ha mai aggredito militarmente un paese? Chi parla d’imperialismo cinese è fuori dallo studio, consapevole e documentato, dei processi storici e sociali. La stessa Russia esce, a fatica, dalla privatizzazione integrale dell’industria di Stato, pianificata ed imposta, degli anni ’90; possiamo dire che, in questo momento, si trova in piena fase di modernizzazione nazional-capitalistica; cosa ben diversa – mi ripeto – dall’imperialismo. Se non ci fosse stata la straordinaria eredità militare sovietica, Washington avrebbe annichilito Mosca a suon di bombardamenti. Ci sono dubbi sulla virtuale debolezza nord-americana? Si tratta dell’ennesima bufala alimentata dalla sinistra social-imperialistica ansiosa di scagliarsi contro quei paesi capitalistici – chi direbbe mai il contrario – emergenti, un bersaglio facile per certi ‘’falsi marxisti’’.

I media di regime hanno taciuto della manifestazione anti-NATO organizzata dal KKE, a Salonicco, il 24 giugno scorso e lo stesso comportamento omissivo e vergognoso – seguendo i Giornalisti Venduti – è stato tenuto dalle diverse organizzazioni ‘’trotskiste’’. Il giorno dopo il sindacato PAME ha avuto il merito di presiedere il meeting antimperialista dei Balcani, una iniziativa internazionalista concreta per i popoli della regione. Il documento finale contiene diverse posizioni importanti: ‘’La NATO e l’UE sono unioni imperialiste transnazionali, da cui i popoli possono solo aspettarsi sfruttamento e povertà, guerre e disperazione per i più, e ricchezze immense per pochi. E’ nostro dovere rafforzare la nostra lotta contro di esse’’ 4. I comunisti greci ci indicano chi è il nemico principale ma l’informazione – tanto liberal-imperialista quanto ‘’comunista europea’’ – tace. Come mai? I ‘’trotskisti falliti’’ e gli ‘’stalinisti arricchiti’’ non hanno il coraggio di dire nulla sul sacrosanto diritto iraniano e nord-coreano di avere il loro deterrente nucleare contro il sionismo e l’imperialismo, quindi si allineano alla disinformazione imperiale. Vergogna.

Non bisogna farsi ingannare, gli Usa restano la principale potenza imperialista ed il riscatto delle classi proletarie di tuttot il mondo nnon può che passare innanzitutto dallo smantellamento del gendarme americano. Percorrere altre vie significa ritrovarsi in un vicolo cieco, una gabbia tanto politica e militare quanto ideologica.

La Russia non deve temere l’imperialismo Usa perché l’apparato militare ereditato dall’URSS la mette in condizione di respingere e resistere a qualsiasi minaccia ed aggressione. Siamo davanti una situazione storica inedita dove allo slogan di Marx ‘’proletari di tutto il mondo unitevi ‘’ deve essere affiancato quello di Mao Tse Tung ‘’popoli di tutto il mondo unitevi contro l’imperialismo americano ed i loro lacchè’’. Quanti social-imperialisti – dal Pdac a Sinistra anticapitalista – finiscono a servire gli Usa? Troppi, purtroppo davvero tanti attivisti sconsiderati. Si ricrederanno? Lo spero.

https://comedonchisciotte.org/ecco-un-cavallo-pallido-e-il-suo-cavaliere-e-la-morte/

http://korea-dpr.co/users/italy/page19/files/131e02e61fabdac54e34f09ed5c6e508-190.html

http://www.icl-fi.org/italiano/spo/75/africa.html

http://www.resistenze.org/sito/te/pr/mo/prmohi08-019489.htm

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Fonte foto: pinterest.com (da Google)

 

 

 

 

 

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