L’ultrasinistrismo, braccio ‘’sinistro’’ dell’imperialismo Usa

Molti analisti di ‘’estrema sinistra’’, in molti casi appellandosi all’ortodossia marxista, negano il sostegno al Venezuela bolivariano aggredito dall’imperialismo. La loro argomentazione preferita è la seguente: ‘’Il Venezuela è un paese capitalistico e, per fronteggiare la destra, il governo ha mutuato metodi dittatoriali’’. Gli ambigui politicanti, trotskisti, anarchici, liberal e radical di “sinistra”, arrivano a negare il ruolo degli Usa come potenza imperialistica egemone responsabile del sottosviluppo dei paesi sottoposti a dominazione neocoloniale. Un approccio equivoco che spinge molti studiosi ‘’marxisti’’ – dallo storico Dino Erba al blogger libertario Sebastiano Isaia – su posizioni di fatto apologete dell’imperialismo.

Il Venezuela non è un paese socialista ma il PSUV l’ha reso indipendente dalla Dottrina Monroe, staccando, progressivamente, le nazioni sudamericane dalla morsa imperialistica Usa. Le nazionalizzazioni di Chavez non erano misure ‘’bolsceviche’’ ma – come spiegò Trotsky nel caso di Lazaro Cardenas – sono state necessarie per trasformare uno Stato vassallo aggredito dalla maggiore potenza imperialistica in una nazione sovrana. Chavez era un antimperialista eclettico e ha sfidato Washington nel momento in cui il Pentagono teorizzava, nel 2004, la distruzione dei paesi del sud del mondo. Un merito indiscusso che James Petras gli riconosce ‘’Chavez aveva maturato una profonda avversione, e la volontà tenace di una efficace opposizione, contro l’imperialismo usamericano ed europeo e contro il brutale colonialismo israeliano, e le sue convinzioni erano profondamente radicate nella sua lettura degli scritti e della storia di Simon Bolivar, il padre fondatore della nazione venezuelana’’ 1. Quindi abbiamo una gerarchia imperiale con al vertice gli Usa ma anche una gerarchia delle Resistenze all’Impero. Il Venezuela non è marxista rivoluzionario e in questo si differenzia da diverse guerriglie sparse per il mondo – Dhkp-c, Fplp e Fdlp, Farc-ep, maoisti asiatici – ma si colloca fra gli Stati indipendenti che mettono in discussione l’egemonia Usa. La sua ideologia ( il bolivarismo ) è eclettica ma ha lasciato spazio ai partiti ed ai teorici marxisti-leninisti. Si tratta d’uno Stato progressista che rappresenta un ostacolo per la borghesia imperialistica Usa, la più rapace del mondo.

I paesi del sud del mondo devono, senza indugi, imputare i loro problemi all’Azione Imperiale; del resto Ernesto Guevara ci aveva dimostrato come i teorici della globalizzazione non reggono davanti alla confutazione ed al metodo leninista:

‘’Che cos’è il sottosviluppo? Un nano con una testa enorme ed un torace possente è “sottosviluppato” in quanto le deboli gambe e le corte braccia non sono adeguate al resto della sua anatomia: si tratta del prodotto di un fenomeno teratologico che ha distorto il suo sviluppo. Ecco che cosa siamo in realtà noi, definiti dolcemente “sottosviluppati” e in realtà paesi coloniali, semicoloniali o vassalli. Siamo paesi ad economia distorta a causa dell’azione imperialista, che ha sviluppato in maniera anormale i rami dell’industria o dell’agricoltura necessari a far da complemento alla sua complessa economia.(9) Il “sottosviluppo”, o sviluppo distorto, comporta pericolose specializzazioni in materie prime, le quali mantengono sotto la minaccia della fame tutti i nostri popoli. Noi sottosviluppati siamo anche quelli della monocoltura, del monoprodotto, del monomercato. Un unico prodotto la cui incerta vendita dipende da un mercato unico che impone e fissa le condizioni: ecco la grande formula del dominio economico imperialista, che va ad aggiungersi all’antico ma sempre giovane motto romano: divide et impera’’ 2

Il governo chavista ha cercato di sopperire al ‘’sottosviluppo’’ imposto dagli Usa portando avanti la prima fase della rivoluzione ‘’patriottica ed antimperialistica’’. Il riformismo di Maduro ha una base operaia, per questo l’Assemblea Costituente è una misura necessaria per proteggere il popolo venezuelano dall’imperialismo mentre il riformismo piccolo-borghese avrebbe già abdicato cedendo il passo all’opposizione nazi-liberista. Il PSUV si è guadagnato i valori sul campo rendendosi molto più vicino ad Allende ed Olof Palme ( assassinato da un sicario di Gladio ) che alla grandissima parte della socialdemocrazia europea.

I ‘’trotskisti moderni’’ dicono che il mondo è retto dalle conflittualità inter-imperialistiche ed all’interno di questa distopia capitalistica Usa, Russia e Cina oppure Israele, Colombia e Venezuela sarebbero sullo stesso livello. Una sciocchezza dato che Russia e Cina non hanno raggiunto la fase imperialistica mentre il Venezuela è un paese in fase di modernizzazione che ha il sacrosanto diritto di svilupparsi autonomamente. Israele minaccia la pace mondiale; Iran e Corea del Nord non sono un pericolo per nessuno. Dirò di più: l’Iran o la Corea del Nord, se aggrediti, avrebbero l’innegabile diritto di difendersi dall’attacco imperialista.

Lo storico ‘’marxista libertario’’ Dino Erba è arrivato a scrivere: ‘’In Italia, i nostalgici del bel tempo che fu sono coloro che animano i vari movimenti «antimperialisti a senso unico» (anti Usa), composti in massima parte da frange della piccola borghesia «statalista» del pubblico impiego, in primis gli insegnanti. Costoro, vedendo decadere la propria posizione sociale, evocano un passato che non può tornare. La loro, è una difesa retriva di qualche briciola di Welfare State che, invece, gli operai hanno perso da tempo, nella tempesta della flessibilizzazione selvaggia del lavoro salariato’’ 3. Erba, senza averne la minima consapevolezza, mutua le tesi di Toni Negri il quale, dall’alto della sua cattedra universitaria, ha attaccato Edward Said proclamando la fine dell’antimperialismo. Non solo Said ma pagine e pagine di James Petras ci dimostano quanto l’alternativa antimperialistica sia necessaria per la ripresa della lotta di classe. Il marxista argentino Nestor Kohan ha letteralmente smontato le posizioni eurocentriche di Negri. Leggiamo: ‘’Se il populismo nazionalistico arriva a <<salvare>> e a legittimare in qualche modo le borghesie latinoamericane, la visione di Negri, all’opposto, porta a diluire la responsabilità strutturale degli Stati Uniti nell’arretratezza latinoamericana’’ ( Nestor Kohan, Toni Negri e gli equivoci di Impero, Editore Massari ). Dino Erba, poco più avanti, sprofonda ancora di più nell’ “italocentrismo”: ‘’Versioni «originali» di Welfare State si ebbero in America Latina, prima col peronismo in Argentina e col castrismo a Cuba, poi col sandinismo in Nicaragua e, dulcis in fundo, col bolivarismo in Venezuela’’, fino al vergognoso attacco al ‘’Che’’ ‘’Il limite intrinseco di tutte queste esperienze fu il conclamato nazionalismo: la Patria Socialista! Nonostante il preteso internazionalismo, nessuna di esse fu «esportabile», come conferma la tragica fine (fisica e politica) di Ernesto Che Guevara in Bolivia (ottobre 1967)’’. Nestor Kohan mette in risalto le gravi omissioni del duo Erba/Negri: ‘’Al contrario, le correnti politiche più radicali che hanno utilizzato le categorie della teoria della dipendenza contestano allo stesso tempo le borghesie latinoamericane e gli Stati Uniti, baluardo dell’imperialismo’’. I ‘’trotskisti moderni’’, senza accorgersene, hanno sostituito Leon Trotsky con Toni Negri dimenticandosi che gli Usa sono il ‘’baluardo dell’imperialismo’’.

Il capitalismo è un sistema d’oppressione globale ma con diverse articolazioni. In questo momento il sion-imperialismo è la faccia più aggiornata e violenta del padronato internazionale. Negri contesta Said per la sua lotta al sion-imperialismo mettendosi sullo stesso piano dei ‘’trotskisti moderni’’ i quali attaccano Petras per il suo sostegno al Venezuela bolivariano. I ‘’trotskisti moderni’’ replicano l’hasbara sionista, odiano il giornalismo investigativo, prendono per buone le menzogne dei media corrotti dalle borghesie statunitense ed israeliana. Said e Petras sono due giganti contestati da personaggi insignificanti, nessun Antimperialista ( con la ‘’a’’ maiuscola ) può fare a meno dello studio dei loro testi.

Le caratteristiche dell’ultrasinistrismo – ‘’trotskismo moderno’’, ‘’anarcocapitalismo’’ e ‘’maoismo revisionista’’ – sono queste.

  • Equiparare e porre sullo stesso livello l’imperialismo Usa, quello europeo ed il sionismo con un governo aggredito dicendo che sono entrambi oppressori. Sbagliato. Gli Usa sono la principale potenza imperialistica ed è tutto loro il piano di distruggere i paesi che si collocano al di fuori della NATO di cui l’Unione Imperialistica Europea è parte.
  • Nel fare questo gli ‘’estremisti di sinistra’’ mantengono una posizione di equidistanza fra aggressori ed aggrediti bollando per ‘’complottismo’’ la controinformazione dei giornalisti antimperialisti. L’ultrasinistrismo omette di dire che gli Usa non solo hanno monopolizzato i mezzi di produzione a livello mondiale ma hanno anche il controllo dei media. I ‘’trotskisti’’ dogmatici ed i ‘’maoisti’’ revisionisti diventano il megafono dell’imperialismo, le citazioni dei testi ‘’leninisti’’ sono del tutto decontestualizzate, non c’è rigore nella loro prassi politica.
  • Considerano ‘’dittatoriali’’ i paesi aggrediti rimuovendo il fatto che sono paesi dell’area periferica quindi non a capitalismo maturo. La loro analisi è antimarxista ed a tratti apologeta del colonialismo. Altro che ‘’trotskismo rivoluzionario’’, il loro è ‘’imperialismo economicistico’’ e ideologico.
  • Non appoggiano le Resistenze antimperialiste ma, paradossalmente, stanno con i ‘’rivoltosi’’ post-moderni e le ‘’Organizzazioni non governative’’. Il ‘’trotskismo capitalistico’’, prima ancora del maoismo degenerato, è una specie di braccio armato di Soros. Imbarazzanti.

Le conseguenze di queste posizioni errate sono state devastanti in Serbia, Libia e Siria. Fra i ‘’maoisti’’ si sono distinti, in negativo, i venezuelani di Bandera Roja. Trotsky ha forse negato appoggio al movimento antibritannico indiano? Mao, davanti all’attacco nord-americano alla Cambogia e all’Indocina, disse ‘’popoli di tutto il mondo unitevi contro l’imperialismo americano ed i loro lacchè’’. Cosa è rimasto del metodo rivoluzionario? Nulla, i loro epigoni non sanno far altro che lanciare invettive contro Cuba ed il Venezuela che – ribadisco – si fa portatore d’una concezione eclettica di anticolonialismo anche se, forse, un po’ troppo confusionaria.

L’estremismo di sinistra è come ‘’l’estrema sinistra dell’estrema destra’’: usa un linguaggio marxista ma presentando il capitalismo come un blocco monolitico omette le periodizzazioni e le contraddizioni interne al ‘’potere borghese’’ compresa la presenza d’una vera e propria gerarchia imperiale. Il ruolo del gendarme Usa scompare e la CIA dice ‘’grazie’’. I paesi BRICS  non sono assimilabili – solo per fare un esempio – agli Stati borghesi europei. I ‘’trotskisti moderni’’ sono passati, dalla tesi osteggiata da Trotsky, sul ‘’collettivismo burocratico’’ all’apologia di Toni Negri e della sua inesistente globalizzazione. Dove va il ‘’trotskismo’’? Difficile che le poche componenti sane rimaste riescano ad invertire la tendenza.

Gli Usa vogliono replicare – dice Assange – in Venezuela quello che hanno fatto in Irak. Gli antimperialisti non avevano simpatie per Saddam ma hanno difeso il governo baathista ed appoggiato la Resistenza patriottica rischiando la galera e la repressione. Trotsky non appoggiò il Negus contro l’imperialismo italiano? La sua posizione fu coerente, una analisi esemplare degna d’un rivoluzionario. I ‘’trotskisti moderni’’ scimmiottano, da sinistra, Mussolini e Bush presentando agli imperialisti, con le loro invettive, le liste di proscrizione dei giornalisti e delle organizzazioni politiche che si oppongono alla guerra. Così facendo diventano manovalanza di basso livello. Una responsabilità politica pesante che non riusciranno a cancellare.

Il governo venezuelano non ha ceduto come, due anni fa, fece Tsipras. Maduro ha i suoi limiti ma conserva la dignità politica del chavismo della prima ora. Non è socialista, non avrà letto interamente Marx e forse non ha nessuna simpatia per Trotsky e Bordiga ma in questo momento si sta dimostrando un resistente con la schiena dritta, ha coraggio e non svenderà il suo paese. Gli auguro di vincere fino a che il proletariato venezuelano non sarà pronto per un passaggio successivo.

http://contropiano.org/interventi/2013/03/28/il-presidente-hugo-chavez-un-uomo-del-rinascimento-del-xxi-secolo-015507

https://www.marxists.org/italiano/che/cubalottacolonialismo.pdf

https://www.facebook.com/dino.erba/posts/1024884030948617

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Fonte foto: CaterinVeg – Altervista (da Google)

 

 

 

 

1 commento per “L’ultrasinistrismo, braccio ‘’sinistro’’ dell’imperialismo Usa

  1. ARMANDO
    10 Agosto 2017 at 12:50

    Dove va il ‘’trotskismo’’? Molta parte a libro paga dei neo-con, come in USA. E non perchè siano in malafede, ma per logica intrinseca delle loro posizioni. Qualcuno si iluderà che l’ accelerazione oggettiva della formazione compiuta dell’Impero si trasformerài, miracolosamente, nel suo rovesciamento (fatto da chi?) in comunismo. Nel frattempo quell’illusione si allonterà vieppiù, ma l’Impero rimarrà. e saprà anche ringraziare. Intendiamoci, non che le sciagurate posizioni dei trotckisti siano la causa principale dellpegomonia imperiale Usa. Però fanno la loro parte nel disarticolare politicamente chi ad essa si oppone, ma soprattutto il loro è un veleno culturale che va anche oltre l’analisi dell’imperialismo come rapporto di potere. Finisce per giustificare anche tutto quello che sul piano culturale accade nell’occidente capitalistico, a partire ovviamente dagli USA

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