L’uso politico (antisocialista) della pandemia

L’emergenza sanitaria internazionale è stata utilizzata delle Elite per accelerare la costruzione di una nuova Architettura di potere, attraverso la gestione militarizzata della crisi pandemica: depotenziamento del Welfare State e super-potenziamento del War State. Il capitalismo di sorveglianza in Occidente ha accentuato la repressione anticomunista, attraverso una aperta ostilità nei confronti dei movimenti e partiti politici anticapitalisti.

 

Covid-19 e repressione anticomunista

Il governo tedesco, nei giorni scorsi, ha bloccato la candidatura del Partito comunista annunciando di volerlo privare dello status di partito politico; il motivo consisterebbe nel fatto che il DKP avrebbe presentato in ritardo la propria contabilità alle autorità di vigilanza: un pretesto assurdo, rimandato (giustamente) al mittente da Patrik Köbele, presidente del DKP, il quale ha denunciato il clima repressivo nel paese, leggiamo:

“Il tentativo di negare al nostro partito la candidatura per le elezioni del Bundestag del 2021 e di privarci del nostro status di partito è politicamente motivato e si unisce ai recenti attacchi contro organizzazioni progressiste come l’associazione degli ex-partigiani antifascisti VVN-BdA e il quotidiano di sinistra Junge Welt1

Per la ben informata testata svizzera Sinistra.ch quest’attacco è rivolto ai partiti impegnati nella costruzione di un mondo multipolare, in contrapposizione alla guerra multidimensionale di Washington contro la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese: la guerra dello Stato profondo euro-americano riguarda anche la politica vaccinale, attraverso l’esclusione dei vaccini russi, cubani e cinesi. Una spiegazione pertinente. Nonostante ciò perfino in Russia i comunisti rischiano rappresaglie ‘’legali’’: quasi due mesi prima dell’elezioni parlamentari, la Commissione elettorale centrale ha vietato a Pavel Grudinin, candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF), di partecipare al voto. Il leader comunista è stato escluso perché la Procura avrebbe scoperto che deteneva azioni in una società straniera, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa locali. Il sito In difesa del comunismo ha riportato la replica del CPRF:

“Il candidato del Partito Comunista, noto come capo di una cooperativa agricola (Lenin State Farm), ha negato di avere beni esteri e ha collegato la sua squalifica da parte della commissione elettorale centrale alla possibilità che i partiti di opposizione ottengano un risultato forte a settembre, ha segnalato Interfax.

Da parte sua, il presidente della CPRF Gennady Zyuganov ha denunciato la decisione della Commissione elettorale centrale, definendola una “rappresaglia spudorata, meschina e sporca”, e ha promesso di appellarsi alla decisione presso la Corte Suprema’’ 2

Una “rappresaglia spudorata, meschina e sporca”. Il presidente Putin si è meritoriamente opposto all’imperialismo di Davos, nonostante ciò l’anticomunismo rimane il minimo comune denominatore di tutti i governi ‘’borghesi’’: in Russia governa una borghesia tradizionale, in Europa le oligarchie parassitarie delegittimate dal consenso popolare.

In Francia, lo scorso anno, l’approvazione della legge sulla ‘’sicurezza globale’’ ha fatto fare un salto di qualità alla demolizione controllata del movimento dei Gilet Gialli: l’articolo 24 inserisce la pena di “un anno di reclusione e una multa di 45.000 euro” per la “diffusione […] al fine di violare l’integrità fisica o psichica, l’immagine del volto o qualsiasi altro elemento d’identificazione di un funzionario della polizia nazionale o di un militare della gendarmeria nazionale mentre agisce nell’ambito di un’operazione di polizia’’ 3. Lo Stato sta esternalizzando le funzioni repressive verso strutture private, inaugurando anche in Europa una tendenza oramai dominante negli Stati Uniti: la ‘’sicurezza’’ per ricchi. Per l’articolo 8 del disegno di legge, “gli agenti del Consiglio nazionale per le attività di sicurezza privata che sono incaricati […] e che prestano giuramento sono autorizzati a perseguire e a redigere verbale, nel corso dei controlli che effettuano, le infrazioni previste in questo libro“. Inoltre, essi “sono autorizzati a raccogliere o rilevare l’identità e l’indirizzo del presunto autore dell’infrazione” e “se quest’ultimo rifiuta o non è in grado di dimostrare la sua identità, il funzionario che redige il verbale deve immediatamente segnalare la questione a qualsiasi ufficiale di polizia giudiziaria della polizia nazionale o della gendarmeria nazionale territorialmente competente, che può quindi ordinargli senza indugio di identificare immediatamente l’interessato o di trattenerlo…” (Ibidem). La ‘’dittatura del Capitale’’ ha gettato la maschera: legge (non per la ‘’sicurezza globale’’) per il ‘’fascismo globale’’.

 

Linguaggio antisemita e ‘’giornalismo di regime’’

Durante la pandemia è stato più volte utilizzato l’epiteto ‘’negazionista’’, nonostante gli storici attribuiscono a questa categoria un altro significato. Secondo l’Enciclopedia Treccani con negazionismo viene indicato ‘’polemicamente una forma estrema di revisionismo storico, la quale, mossa da intenti di carattere ideologico o politico, non si limita a reinterpretare determinati fenomeni della storia moderna ma, specialmente con riferimento ad alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo (vedi l’istituzione dei campi di sterminio), si spinge fino a negarne l’esistenza o la storicità” (citata da Antonio Mazzeo in Covid-19 e ‘’covidismo’’: tra malattia, isteria biopolitica e militarizzazione). L’antisemitismo, maturato in epoca medioevale ed ideologizzato (parallelamente al sionismo) nella seconda metà dell’’800, è endemico nell’establishment Ue: nessuna epurazione, gli apparati burocratici e repressivi della Germania Ovest, sotto protettorato statunitense, sono rimasti pressoché gli stessi degli anni ’30. Col pretesto della pandemia, l’Elite scusa se stessa, non solo per l’ecocidio (la distruzione dell’ecosistema) e per le razzie neocoloniali dei decenni scorsi. Leggiamo il giornalista Antonio Mazzeo:

‘’Oggi si arriva ad etichettare come negazionista pure chi si espone nel denunciare gli ignobili profitti delle transnazionali farmaceutiche e gli evidenti limiti e pericoli dei vaccini. Per alcuni io stesso sarei un negazionista perché più volte ho osato documentare la dichiarata “centralizzazione” e “militarizzazione” di milioni di dati sensibili delle persone sottopostesi a vaccinazione, ponendo altresì seri dubbi sulla fondatezza costituzionale di un eventuale passaporto vaccinale per poter frequentare luoghi pubblici o viaggiare tra le regioni e i paesi Ue. Ovviamente il primo effetto dell’uso generalizzato e del tutto decontestualizzato del termine negazionista consente di delegittimare le sempre meno voci fuori dal coro ed affermare il pensiero unico in tempi di pandemia. Con la conseguenza di cancellare ulteriormente gli spazi di libertà d’espressione e dibattito socio-politico. Fare apparire come negazionista ogni critica alle pratiche imposte autoritariamente e finanche spesso prive di rigore scientifico, consente di assimilarne l’autore all’assertore della non esistenza della pandemia. Un folle terrapiattista, ancora più pericoloso dei fascionegazionisti di lager e camere a gas, da bandire perfino anche dai social, dove invece possono continuare a proliferare svastiche e croci celtiche’’ 4

Un processo di dissoluzione della ragione contro cui ha pubblicamente polemizzato la storica Alessandra Kersevan. Ripudiati grandi storici come Raul Hilberg (autore della monumentale opera La distruzione degli ebrei in Europa), gli intellettuali europei sono diventati dei ‘’gigolò’’ della borghesia Ue che procede verso la costruzione di una nuova Architettura di potere. Il capitalismo di sorveglianza è il futuro che ci aspetta.

L’Europa non è più la culla della Ragione, è diventata indifferente alla ricerca filosofica ed al perseguimento politico della giustizia sociale. Ha ancora grandi giornalisti, come ad esempio Thierry Meyssan, ma si è convertita in una appendice neocoloniale anglo-statunitense: la pandemia è stata trasformata in un’arma di guerra contro i ceti popolari e i lavoratori.

https://www.sinistra.ch/?p=11253

http://www.idcommunism.com/2021/07/what-does-putin-fear-communist-party-candidate-banned-from-running-in-duma-elections.html?fbclid=IwAR0tie-QtmwaViNU1_VCG7E-6XXYBWfyhiJIoyRyBg_yL9xnQ6kGWM9f9mU

https://www.resistenze.org/sito/te/po/fr/pofrkm23-023331.htm

https://www.pressenza.com/it/2021/04/covid-19-e-covidismo-tra-malattia-isteria-biopolitica-e-militarizzazione-intervista-ad-antonio-mazzeo/

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1 commento per “L’uso politico (antisocialista) della pandemia

  1. Enza
    27 Luglio 2021 at 12:57

    Ci vogliono questi interventi duri, fuori dai denti. Stiamo scivolando nella palude degli alligatori e alcuni sono pure grati a chi farà banchetto di noi perché , zelantemente, li hanno messi al sicuro con vaccini privati piuttosto che con cure pubbliche e si stanno ingegnando per punire i ribelli, coloro che mettono in dubbio la macchina covid. Uso , come hanno capito subito intellettuali controcorrente. Pochissimi di sinistra.
    Chiudo qui . Non intendo polemizzare con chi si fida di questi signori.
    Li lascio alle loro certezze,

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